Cubainformacion: giornalismo progressista…

Il giornalismo progressista e le “ceneri” della Rivoluzione

José Manzaneda, coordinatore di Cubainformación

La casa editrice Libros del K.O. ha appena pubblicato “L’isola occulta: storie di Cuba”, di Abraham Jiménez Enoa (1). È l’ennesimo esempio di come, per uno scrittore cubano, optare per il privilegio di pubblicare su una casa editoriale straniera, comporti la riproduzione del discorso cliché: Cuba è dittatura, censura e repressione (2). Nel frattempo, centinaia di talentuosi scrittori/trici, sull’isola, continuano senza passare il filtro degli ideologi editoriali.

Privilegio editoriale immediatamente convertito in privilegio mediatico (3). Interviste addomesticate ed elogi a non finire sui giornali di destra, sui media pubblici (4) e -sorpresa!- anche sui “progressisti”. “A Cuba non ci sono più nemmeno le ceneri della rivoluzione”, titolava eldiario.es (5). Nell’era della segmentazione del pubblico, il ruolo di un autore come Abraham Jiménez è quello di diffondere la disillusione, di risvegliare dal sogno coloro che hanno ancora un “legame romantico con Cuba”. Svegliatevi, anime illuse della sinistra internazionale!

Per questo, cosa c’è di meglio di un “giornalista indipendente”, che si dice punito dal “regime” per le sue critiche “da sinistra” (6) e che ora vive “in esilio” a Barcellona. Tutto sembra combaciare. Tranne un elemento che deve essere messo a tacere. Ed è il più importante di tutti. Vediamo.

Abraham Jiménez è stato uno dei promotori del media digitale cubano oppositore El Estornudo. E come si sostiene El Estornudo (7)? Chi paga il suo personale? Chi pagava, mentre viveva a Cuba, lo stipendio di Abraham Jiménez (8)? La NED, il National Endowment for Democracy, organizzazione legata al Congresso USA la cui missione -leggiamo su Wikipedia- è “finanziare progetti che promuovano la democrazia liberale nel mondo” e “contribuire alla lotta anticomunista”, azioni svolte prima -continuiamo a leggere- dalla “Central Intelligence Agency (CIA)” (9). Solo nel 2021, El Estornudo ha ricevuto, in questo modo, 180000 dollari (10).

Queste informazioni, che sono pubbliche e non provengono dal Governo cubano, sono apparse in un programma televisivo sull’isola (11). Qualcosa che ha portato Jiménez a ripetere, in ogni intervista: “mi hanno portato in televisione dicendo che ero un agente della CIA” (12) e “nessuno mi avvicinava” (13). Tutta menzogna. Nessuno, assolutamente nessuno, ha affermato una cosa del genere. Hanno solo rilasciato le sue stesse parole, in cui riconosceva chi lo pagava: “Chi finanzia El Estornudo?” “La NED e la Open Society (di George Soros)”, ha risposto (14).

Ma se qualcuno lavora al soldo della superpotenza che ha passato 60 anni a cercare di forzare un cambio politico nel suo paese, attraverso una brutale guerra economica e di comunicazione, questo non lo squalifica come “giornalista indipendente”? Beh, sembra di no. Uno di questi “media progressisti”, The Guardian, riconosceva, in un recente reportage, che “l’amministrazione Biden spende 20 milioni di dollari all’anno per la ‘democrazia’ a Cuba” e che il media El Estornudo è sostenuto, come abbiamo detto, dalla NED, attraverso fondi del Congresso (15). Intervistava anche un ex agente della CIA, che assicurava che “molti dei cosiddetti giornalisti indipendenti sono indirettamente finanziati dagli USA” (16). Quindi sono mercenari, sono collaborazionisti della guerra contro il loro paese? No. Sono “media indipendenti”, i cui “giornalisti affrontano la repressione”.

The Guardian riproduce, inoltre, i soliti cliché obsoleti sul giornalismo cubano. I media pagati da Washington – assicura – offrono “reportage reali”, al contrario dei “noiosi media statali, che sono fortemente censurati e dipingono di rosa la realtà”, per cui “i giovani giornalisti di talento sono migrati verso nuovi media privati ​​(…) , che adottano una linea decisamente antigovernativa, dove possono lavorare con più libertà”.

Chiariamo ogni falsità punto per punto. Uno, i media pubblici cubani sono ben lungi dal “colorare di rosa” la realtà e descrivono, ogni giorno con maggiore durezza, i problemi sociali del paese (17). Certo, non dimenticano di menzionare, come fa deliberatamente El Estornudo, la sua principale causa strutturale: il blocco USA (18). E due, la suddetta “linea antigovernativa” di questa stampa “dissidente” è il filtro essenziale per ricevere sussidi da Washington, il che dimostra in cosa consiste realmente il suo “lavoro con maggiore libertà”.

Infine un esempio di manipolazione del libro “L’isola nascosta”. Una delle 16 cronache che lo compongono, intitolata “Argelia Fellove è una dura”, viene scelta da vari media per promuovere il libro. Ad un estremo, il media di destra Infobae lo pone come esempio del “popolo cubano represso, in depressione e senza sogni” (19); e, dall’altro, la rivista femminista Pikara Magazine, come mostra dell'”altra isola, forse sotterranea” (20). Ma chi è Argelia Fellove? È un’attiva combattente sociale, collaboratrice del governativo Centro Nazionale per l’Educazione Sessuale, la cui Rete di Donne Lesbiche e Bisessuali ha coordinato, per anni, all’Avana (21). Oggi dirige Afrodiverso, iniziativa per il rafforzamento della comunità attraverso l’arte (22). Lavora per reali trasformazioni dall’interno e collabora con tutti i tipi di attori della società civile e delle istituzioni (23). La cronaca è uno sporco tentativo di usare la sua figura pubblica.

Ora, a Barcellona, ​​l’inventore di storie Abraham Jiménez non solo gode del privilegio editoriale e mediatico vietato ad altri autori cubani. Inoltre, riceve entrate da “conferenze, seminari e incarichi” in media “come The Washington Post, 5W, Al Jazeera o la BBC” (24).

Senza creare il minimo problema deontologico nei “media progressisti”.


El periodismo progresista y las “cenizas” de la Revolución

José Manzaneda, coordinador de Cubainformación

La editorial Libros del K.O. acaba de publicar “La isla oculta: historias de Cuba”, de Abraham Jiménez Enoa (1). Es el enésimo ejemplo de cómo, para un escritor cubano, optar al privilegio de publicar en una editorial extranjera, pasa por reproducir el discurso cliché: Cuba es dictadura, censura y represión (2). Mientras, cientos de escritoras y escritores de talento, en la Isla, siguen sin pasar el filtro de los ideólogos editoriales.

Privilegio editorial convertido, de inmediato, en privilegio mediático (3). Entrevistas de algodón y elogios sin fin en diarios de derecha, en medios públicos (4) y -¡sorpresa!- también en los “progresistas”. “En Cuba ya no quedan ni las cenizas de la revolución”, titulaba eldiario.es (5). En la era de la segmentación de públicos, el rol de un autor como Abraham Jiménez es el de extender la desilusión, despertar del sueño a quienes aún tienen una “vinculación romántica con Cuba”. ¡Despierten, almas engañadas de la izquierda internacional!

Para esto, qué mejor que un “periodista independiente”, que se dice castigado por un “régimen” por su crítica “desde la izquierda” (6) y que ahora vive “exiliado” en Barcelona. Todo parece encajar. Salvo un elemento que hay que silenciar. Y es el más importante de todos. Veamos.

Abraham Jiménez fue uno de los impulsores del medio digital cubano opositor El Estornudo. ¿Y cómo se sostiene El Estornudo (7)? ¿Quién paga a su plantilla? ¿Quién pagaba, mientras vivió en Cuba, el salario de Abraham Jiménez (8)? La NED, la National Endowment for Democracy, organización ligada al Congreso de EEUU cuya misión –leemos en Wikipedia- es “financiar proyectos que promuevan la democracia liberal en el mundo” y “contribuir a la lucha anticomunista”, acciones antes llevadas –seguimos leyendo- por “la Agencia Central de Inteligencia (CIA)” (9). Solo en 2021, El Estornudo recibió 180 mil dólares por esta vía (10).

Esta información, que es pública y que no procede del Gobierno cubano, apareció en un programa de la televisión de la Isla (11). Algo que daba pie a Jiménez a repetir, en cada entrevista: “me sacaron por la televisión diciendo que era agente de la CIA” (12) y ya “nadie se me acercaba” (13). Todo mentira. Nadie, absolutamente nadie, afirmó tal cosa. Solo emitieron sus propias palabras, en las que reconocía quién le pagaba: “¿Quién financia El Estornudo?” “La NED y Open Society (de George Soros)”, respondió (14).

Pero si alguien trabaja a sueldo de la superpotencia que lleva 60 años tratando de forzar un cambio político en su país, mediante una brutal guerra económica y comunicacional, ¿no lo descalifica como “periodista independiente”? Pues parece que no. Uno de estos “medios progresistas”, The Guardian, reconocía, en un reportaje reciente, que “la administración Biden gasta 20 millones de dólares al año en `democracia´ en Cuba”, y que el medio El Estornudo es sostenido, tal como hemos dicho, por la NED, mediante fondos del Congreso (15). Entrevistaba incluso a un exagente de la CIA, que aseguraba que “muchos de los llamados periodistas independientes son financiados indirectamente por EEUU” (16). Por tanto, ¿son mercenarios, son colaboracionistas de la guerra contra su país? No. Son “medios independientes”, cuyos “periodistas se enfrentan a la represión”.

The Guardian reproduce, además, los habituales clichés obsoletos sobre el periodismo cubano. Los medios pagados por Washington –asegura- ofrecen “informes reales”, frente a los “medios estatales aburridos, que están altamente censurados y tiñen de rosa la realidad”, por los que “los jóvenes periodistas talentosos han migrado a nuevos medios privados (…), que adoptan una línea abrumadoramente antigubernamental, donde pueden trabajar con más libertad”.

Aclaremos punto a punto cada falsedad. Uno, los medios públicos cubanos están lejos de “teñir de rosa la realidad” y describen, cada día con mayor crudeza, los problemas sociales del país (17). Eso sí, no olvidan mencionar, como hace deliberadamente El Estornudo, su principal causa estructural: el bloqueo de EEUU (18). Y dos, la citada “línea antigubernamental” de esta prensa “disidente” es el filtro imprescindible para recibir las subvenciones de Washington, lo que demuestra en qué consiste realmente su “trabajo en mayor libertad”.

Por último, un ejemplo de la manipulación del libro “La isla oculta”. Una de las 16 crónicas que lo componen, titulada “Argelia Fellove es una dura”, es elegido por varios medios para promocionar el libro. En un extremo, el derechista Infobae lo pone como ejemplo del “pueblo cubano reprimido, en depresión y sin sueños” (19); y, en el otro, la revista feminista Pikara Magazine, como muestra de la “otra isla, acaso subterránea” (20). Pero ¿quién es Argelia Fellove? Es una activa luchadora social, colaboradora del gubernamental Centro Nacional de Educación Sexual, cuya Red de Mujeres Lesbianas y Bisexuales coordinó, durante años, en La Habana (21). Hoy dirige Afrodiverso, una iniciativa para el empoderamiento de la comunidad desde el arte (22). Trabaja por transformaciones reales desde dentro, y colabora con todo tipo de actores de la sociedad civil y de las instituciones (23). La crónica es un intento sucio de utilización de su figura pública.

Ahora, en Barcelona, el inventor de historias Abraham Jiménez no solo goza del privilegio editorial y mediático vetado a otros autores de Cuba. Además, recibe ingresos por “charlas, talleres y encargos” en medios “como The Washington Post, 5W, Al Jazeera o la BBC” (24).

Sin crear el menor problema deontológico en los “medios progresistas”.

  1. https://www.rac1.cat/islandia/20230203/104948/abraham-jimenez-enoa-periodista-cuba-regim-la-isla-oculta-maria-xinxo-islandia.html
  2. https://www.cubainformacion.tv/especiales/20181030/79204/79204-que-literatura-de-cuba-es-funcional-al-gran-hermano-editorial-y-mediatico-deutschitalianoenglishfrancaisportugues-euskaraz
  3. https://elpais.com/babelia/2023-02-11/cuba-a-palo-seco.html
  4. https://www.rtve.es/play/audios/las-tardes-de-rne/primera-hora-13-01-23/6775845/
  5. https://www.eldiario.es/euskadi/blogs/piedra-de-toque/abraham-jimenez-enoa-autor-isla-oculta-cuba-no-quedan-cenizas-revolucion_132_9945327.html
  6. https://www.eldebate.com/internacional/20230305/no-puede-izquierdas-paradigma-sea-cuba-venezuela-nicaragua_97988.html
  7. https://cubanoypunto.wordpress.com/2022/04/29/el-estornudo-o-la-falsedad-del-periodismo-independiente-cubano/
  8. https://www.youtube.com/watch?v=B4n2HtvoNS8
  9. https://es.wikipedia.org/wiki/Fundaci%C3%B3n_Nacional_para_la_Democracia
  10. https://www.ned.org/region/latin-america-and-caribbean/cuba-2021/
  11. https://www.granma.cu/cuba/2020-12-28/medios-independientes-financiados-por-el-gobierno-de-los-eeuu-para-la-subversion-contra-cuba-28-12-2020-20-12-52
  12. https://www.eldiario.es/euskadi/blogs/piedra-de-toque/abraham-jimenez-enoa-autor-isla-oculta-cuba-no-quedan-cenizas-revolucion_132_9945327.html
  13. https://www.rac1.cat/islandia/20230203/104948/abraham-jimenez-enoa-periodista-cuba-regim-la-isla-oculta-maria-xinxo-islandia.html
  14. https://www.youtube.com/watch?v=9uXuP8D1icA&t=106s (min 6:48)
  15. https://www.theguardian.com/world/2023/jan/20/independent-media-cuba-journalists-crackdown
  16. http://razonesdecuba.cu/ex-analista-de-la-cia-revela-financiamiento-de-estados-unidos-a-periodistas-independientes-cubanos/
  17. http://www.cubadebate.cu/especiales/2021/11/30/vivir-al-margen-como-gestar-el-cambio/
  18. https://www.youtube.com/watch?v=gEPxHJrYdq0
  19. https://www.infobae.com/leamos/2023/02/14/la-isla-oculta-cronicas-del-pueblo-cubano-reprimido-en-depresion-y-sin-suenos/
  20. https://www.pikaramagazine.com/2023/02/argelia-fellove-es-una-dura/
  21. https://cubainformacion.tv/genero/78319-las-lesbianas-en-cuba-vamos-conquistando-visibilidad-y-derechos-con-leyes-como-el-codigo-del-trabajo
  22. https://www.ipscuba.net/genero/pena-inclusiva-con-mirada-de-genero-en-la-capital-de-cuba/
  23. https://www.ipscuba.net/genero/festival-de-transformistas-afro-deja-puertas-abiertas-en-cuba/
  24. https://www.eldiario.es/euskadi/blogs/piedra-de-toque/abraham-jimenez-enoa-autor-isla-oculta-cuba-no-quedan-cenizas-revolucion_132_9945327.html

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