La nuova performance di Leopoldo Lòpez

 misionverdad.com

L’immagine del latitante dalla giustizia venezuelana è in pieno processo di reingegnerizzazione ormai da diversi mesi. Il 28 marzo scorso è stato al Senato USA “evidenziando la necessità di promuovere azioni più decise contro le autocrazie, approfondire le “sanzioni” e denunciare la stagnazione del negoziato in Messico, per una via d’uscita dalla crisi venezuelana, per esclusiva responsabilità del regime”.

Si trattava di un’audizione al Comitato per le Relazioni Estere del Senato USA in cui era accompagnato dall’oppositrice bielorussa Sviatlana Tsikhanouskaya e dal presidente del National Endowment for Democracy (NED), Damon Wilson. Lì ha esposto, con discorsi già noti, le sfide del settore antichavista che López rappresenta. Come è noto, questo settore cerca un cambio di regime in Venezuela in cui le formule democratiche prescritte dalla legislazione nazionale sono le meno importanti.

Il 22 marzo scorso l’oppositore, che vive a Madrid ma opera da Washington, ha partecipato a nome dei partecipanti al Congresso Mondiale per la Libertà (World Liberty Congress o WLC) al Consiglio dei Diritti Umani dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) tenutosi a Ginevra (Svizzera), “esigendo giustizia e denunciando a nome di tutti i venezuelani le atrocità commesse dal regime di Nicolás Maduro”. In tale intervento si è basato su un altro rapporto della cosiddetta “Missione di Verifica dei Fatti” che denunciava le presunte violazioni che si verificano in Venezuela, senza calpestare il suolo venezuelano e con un discutibile approccio metodologico.

Il WLC si è tenuto in Lituania lo scorso gennaio, il suo tema era “Costruendo un’alleanza per la libertà: come affrontare le autocrazie oggi” e si propone di diventare una rete di ONG focalizzate al cambio di regime di 40 paesi, tutti del Sud Globale.

DA “POLITICO” AD “ATTIVISTA”

 

Tutto indica che, in tempi in cui il piano di cambio di regime strumentato dagli USA si è orientato ad aumentare i finanziamenti alle organizzazioni non governative, López ha impresso sforzi nella sua attuale metamorfosi cercando di liberarsi della zavorra del ruolo pubblico di attore partitico, rappresentante della destra golpista venezuelana, per mostrarsi davanti all’opinione pubblica internazionale come “attivista per i diritti umani”. A tal fine ha riattivato relazioni organiche con la rete delle ONG internazionali che vivono intorno all’ONU.

Lì, senza imbarazzo, ha chiesto più “sanzioni” contro la popolazione venezuelana e ha chiesto un cambio di regime, che non è una novità. Anche la sua performance non è nuova: nel 2016 ha vinto il Geneva Summit Courage Award, assegnato dal Geneva Summit for Human Rights and Democracy, istanza organizzata annualmente attorno al Consiglio dei Diritti Umani dell’ONU per offrire “agli eroi dei diritti umani, attivisti ed ex prigionieri politici una piattaforma unica per testimoniare sulle loro lotte personali per la democrazia e la libertà, costruendo, al tempo stesso, una comunità internazionale per affrontare le dittature”.

Il Vertice di Ginevra è sponsorizzato da ONG apertamente affiliate ai programmi interventisti della politica USA, tra cui:

# Fondazione CADAL (Centro per l’Apertura e lo Sviluppo dell’America Latina) con sede in Argentina. Ha ricevuto un finanziamento di $ 107000 dalla NED, nel 2017, e $ 100000, nel 2021, destinati al progetto “Un Approccio Regionale per Promuovere Valori Democratici a Cuba”. È inoltre finanziata dalla rete Atlas Network e dall’Ufficio per la Democrazia, Diritti Umani e il lavoro (DRL) che opera all’interno del Dipartimento di Stato.

# Congresso Mondiale Uiguri (World Uyghur Congress WUC). Rete di cambio di regime di movimenti di destra sostenuta dagli USA che cerca la “caduta della Cina” attraverso false narrazioni riguardanti la regione uigura. A detta reta è affiliato il Progetto dei Diritti Umani Uiguri (UHRP), finanziato dagli USA attraverso la NED.

# Cultura Democratica. Con sede o registrata in Argentina, è relazionata alla NED. Dietro la facciata di promuovere la ricerca, la formazione e il sostegno alle iniziative cittadine che contribuiscano a rafforzare la cultura politica umanista, ha finanziato il sedicente Movimento di San Isidro (MSI) che ha cercato di attuare una rivoluzione colorata a Cuba durante il 2020 e il 2021. Esistono prove che rivelano i legami che ha con la NED.

ARTICOLANDO GOLPE MORBIDI

 

Leopoldo López ha parlato a Washington delle alleanze e delle reti di autocrazia che si stanno collegando e, pur insistendo nel chiedere più “sanzioni” “in nome del popolo venezuelano”, ha raccomandato agli USA di cercare “un modo moderno di affrontare questi problemi”. Ha aggiunto: “Necessitiamo che si promuova un Internet libero e aperto in tutto il mondo per consentire che la conoscenza contrastii la disinformazione, dobbiamo trattare gli autocrati come attori illegittimi perché il loro potere non deriva dal consenso dei governati ma dalla forza arbitraria. Dobbiamo rifocalizzarci sul sostegno ai movimenti libertari e al cambiamento politico”.

Il suo nuovo personaggio è “globalizzato” e, per dargli peso, affronta temi in voga come lo scontro dell’asse atlantista contro Russia e Cina. Così, l’anno scorso ha incontrato, in Spagna, il deputato ucraino Maryan Zablotskii per portare avanti “la collaborazione tra le due nazioni con l’obiettivo comune di affrontare la Russia”.

Zablotskii era direttore di un partner di Atlas Network: La Fondazione delle Libertà Economiche d’Ucraina. Atlas Network è nota per alterare il potere politico in vari paesi e per essere una tacita estensione della politica estera USA. I suoi think-tank sono legati a milionari ultraconservatori come i fratelli Koch e sono finanziati anche dal Dipartimento di Stato e dalla NED.

Il WLC è composto da ONG altamente finanziate come Freedom House, Human Rights Foundation (HRF) e UN Watch. Quest’ultima ha partecipato alle pressioni per la candidatura degli USA al Consiglio dei Diritti Umani nel 2012, quando Libia e Siria erano obiettivi di guerra per la NATO.

Insieme ad altri “attivisti” dell’opposizione provenienti da Iran, Russia e Cina (Hong Kong), Lopez ha fondato il WLC perché “molti altri hanno organizzato proteste di massa e non violente (sic) a favore della democrazia” e hanno fallito perché le chiamate “autocrazie” stanno lavorando insieme.

La motivazione che si può leggere sul suo sito web è quella di articolare e finanziare più rivoluzioni colorate sotto l’eufemismo di “non violento”. L’incontro in Lituania si è autodefinito “non ideologico” ed ha offerto “un’opportunità unica per partecipare a gruppi di lavoro volti a comprendere meglio e smantellare i regimi autocratici che reprimono i movimenti nonviolenti per la libertà”.

CONTRADDIZIONI DEL “LEOPOLDO GLOBALIZZATO”

 

Nel bel mezzo della nuova performance del coordinatore nazionale del partito Voluntad Popular, un dato non può essere ignorato: la missione del WLC è “unire e sostenere i movimenti di lotta per la libertà e i dissidenti”, tuttavia è stata svolta in un Paese il cui governo ha esortato la sua popolazione a smettere di godere della cultura russa finché dura il conflitto in Ucraina, come indicato dal suo ministro della Cultura, Simonas Kairys, giorni prima dell’evento.

Un altro dato: il governo lituano, che ha firmato il più grande contratto nella storia delle sue forze armate per l’acquisto di sistemi missilistici a lancio multiplo HIMARS (MLRS) dagli USA per 495 milioni di $, è stato accusato da Amnesty International di perpetrare, sistematicamente, crimini di tutti i tipi contro gli immigrati provenienti dalla Bielorussia.

Il pretesto utilizzato per giustificare gli abusi delle forze di sicurezza lituane è un “attacco ibrido” da Minsk consentendo il passaggio di migranti provenienti da Camerun, Congo, Iraq, Nigeria, Siria e Sri Lanka. Questi sono detenuti per mesi in “sordide strutture centri simili a carceri” in Lituania, gli viene negato l’accesso a procedure di asilo eque e sono sottoposti ad altre gravi violazioni dei diritti umani nella speranza che tornino “volontariamente” nei paesi dai quali sono fuggiti.

Nessuna ONG presente nel WLC ha difeso i diritti umani dei migranti e dei rifugiati maltrattati nel paese ospitante. Il comunicato finale firmato da López neppure li ha nominati.

La “globalizzazione” del nuovo Leopoldo si scontra con la posizione egemonica e unipolare della fazione che lo sostiene. Diversi funzionari del compianto “ad interim” di VP, come Luisa Palacios, Miguel Pizarro e José Ignacio Hernández, fanno parte del Gruppo di Lavoro del Venezuela del Centro Adrienne Arsht per l’America Latina, affiliato all’Atlantic Council (AC), un’entità che è parte dell’Associazione del Trattato Atlantico, filiale della NATO.

È un’organizzazione ombrello che funge da facilitatore di reti sull’asse euro-atlantico e il cui consiglio include Henry Kissinger, gli ex capi della CIA Michael Hayden e Mike Morell e il capo della Sicurezza Nazionale dell’era Bush, Michael Chertoff.

L’AC, insieme all’Americas Society/Council of the Americas (AS/COA), al Wilson Center e ad altre organizzazioni, ha formato una piattaforma internazionale promotrice dell’operazione di lawfare Lava Jato.

UN CAVALLO DI TROIA

 

La seguente straordinaria dichiarazione è tratta da un articolo del Wilson Center – e scorporata dal suo sito web – intitolato: “Il ruolo delle ONG nella costruzione della società civile”: “In alcuni paesi anche le ONG locali hanno ricevuto finanziamenti per montare campagne di ‘potere popolare’. Come nelle recenti ‘rivoluzioni colorate’, queste campagne mirano ad aprire i regimi politici ai partiti di opposizione e a rovesciare i leader che si aggrappavano al potere con metodi irregolari. In generale, tutti questi programmi che sostengono le attività delle ONG e il rafforzamento delle capacità sono visti come modi per favorire l’emergere progressivo di un’ampia società civile, che integri lo stato per soddisfare i bisogni pubblici e faccia sì che i governi rispondano meglio alle loro popolazioni” (p.3).

Le dichiarazioni di López, che è stato borsista del Wilson Center, pontificano una lotta per la democrazia e i diritti umani mentre sollecita misure coercitive che approfondiscano il contrario, sia all’interno che all’esterno del Venezuela.

López sta cercando di riconquistare la fiducia dell’establishment di Washington per ottenere fondi per rafforzare la sua leadership in un settore dell’opposizione e, inoltre, con ciò manterrebbe un canale privilegiato tra sé e gli USA. Compito in cui si prefigura la prossimità delle elezioni primarie disposte dalla Piattaforma Unitaria, dove VP non è più una voce protagonista.


EL NUEVO PERFORMANCE DE LEOPOLDO LÓPEZ

La imagen del prófugo de la justicia venezolana está en pleno proceso de reingeniería desde hace ya varios meses. El pasado 28 de marzo estuvo en el Senado estadounidense “resaltando la necesidad de promover acciones más firmes contra las autocracias, profundizar las “sanciones” y denunciar el estancamiento de la negociación en México, para una salida a la crisis en Venezuela, por responsabilidad exclusiva del régimen”.

Se trató de una audiencia en el Comité de Relaciones Exteriores del Senado de Estados Unidos en la que estuvo acompañado de la opositora bielorrusa Sviatlana Tsikhanouskaya y del presidente de la Fundación Nacional para la Democracia (National Endowment for Democracy o NED), Damon Wilson. Allí expuso, con discursos ya conocidos, los retos del sector del antichavismo que representa López. Como es sabido, este sector busca un cambio de régimen en Venezuela en el que las fórmulas democráticas prescritas en la legislación nacional son lo menos importante.

El pasado 22 de marzo el opositor, quien vive en Madrid pero opera desde Washington, participó en representación de los participantes del Congreso Mundial por la Libertad (World Liberty Congress o WLC) en el Consejo de Derechos Humanos de la Organización de Naciones Unidas (ONU) realizado en Ginebra (Suiza), “exigiendo justicia y denunciando en nombre de todos los venezolanos las atrocidades cometidas por el régimen de Nicolás Maduro”. En dicha intervención se apoyó en otro informe de la llamada “Misión de Verificación de Hechos” que reportó las supuestas violaciones que tienen lugar en Venezuela, sin pisar suelo venezolano y con un enfoque metodológico cuestionable.

El WLC se realizó en Lituania durante enero pasado, su tema fue “Construyendo una alianza por la libertad: Cómo enfrentar las autocracias hoy” y apunta a derivar en una red de ONG enfocadas en los cambios de régimen de 40 países, todos del Sur Global.

DE “POLÍTICO” A “ACTIVISTA”

Todo indica que, en tiempos cuando el plan de cambio de régimen instrumentado por Estados Unidos se ha orientado hacia aumentar el financiamiento a organizaciones no gubernamentales, López ha imprimido esfuerzos en su metamorfosis vigente intentando deslastrarse del papel público como actor partidista, representante de la derecha golpista venezolana, para mostrarse ante la opinión internacional como “activista de derechos humanos”. Para ello ha reactivado relaciones orgánicas con el entramado de ONG internacionales que hacen vida en torno a la ONU.

Allí, sin rubor, ha pedido más “sanciones” contra la población venezolana y ha llamado a un cambio de régimen, lo cual no es nuevo. Su performance tampoco es novedoso: En 2016 obtuvo el Geneva Summit Courage Award, otorgado por la Cumbre de Ginebra por los Derechos Humanos y la Democracia, instancia organizada anualmente en torno al Consejo de Derechos Humanos de la ONU para brindar “a los héroes de los derechos humanos, activistas y expresos políticos una plataforma única para testificar sobre sus luchas personales por la democracia y la libertad, mientras construye una comunidad internacional para enfrentar las dictaduras”.

La Cumbre de Ginebra es patrocinada por ONG abiertamente afiliadas a los programas injerencistas de la política estadounidense, entre otras están: Fundación CADAL (Centro para la Apertura y Desarrollo de América Latina). Con sede en Argentina. Recibió de la NED un financiamiento de 107 mil dólares en 2017 y 100 mil dólares en 2021 destinados al proyecto “Un Enfoque Regional para Promover Valores Democráticos en Cuba”. También es financiada por la Red Atlas Network y el Bureau por la Democracia, Derechos Humanos y Trabajo (DRL) que funciona dentro del Departamento de Estado.

Congreso Mundial Uigur (World Uyghur Congress o WUC). Red de cambio de régimen de movimientos de derecha respaldada por Estados Unidos que busca la “caída de China” mediante narrativas falsas respecto a la región de los Uigur. A dicha red se afilia el Proyecto de Derechos Humanos Uigures (UHRP, por sus siglas en inglés), financiado por Estados Unidos a través de la NED.

Cultura Democrática. Radicada o inscrita en Argentina, se le relaciona con la NED. Tras la fachada de promover la investigación, la capacitación y el apoyo de iniciativas ciudadanas que contribuyan al fortalecimiento de la cultura política humanista, ha financiado al autodenominado Movimiento San Isidro (MSI) que intentó instrumentar una revolución de colores en Cuba durante 2020 y 2021. Existen evidencias que revelan los nexos que posee con la Fundación Nacional para la Democracia (NED).

ARTICULANDO GOLPES SUAVES

Leopoldo López habló en Washington sobre las alianzas y redes de autocracia que se están conectando y, aunque insistió en pedir más “sanciones” “en nombre del pueblo de Venezuela”, recom endó a Estados Unidos buscar “una forma moderna de abordar estos problemas”. Agregó: “Necesitamos que se promueva un internet libre y abierto en todo el mundo para permitir que el conocimiento contrarreste la desinformación, debemos tratar a los autócratas como actores ilegítimos porque su poder no proviene del consentimiento de los gobernados sino de la fuerza arbitraria. Debemos reenfocarnos hacia el apoyo a los movimientos libertarios y el cambio político”.

Su nuevo personaje es “globalizado” y, para darle peso, aborda temas en boga como la confrontación del eje atlantista contra Rusia y China. De allí que el año pasado se reuniera en España con el diputado ucraniano Maryan Zablotskii para avanzar en “la colaboración entre ambas naciones con el objetivo común de enfrentar a Rusia”.

Zablotskii fue director de un socio de Atlas Network: La Fundación de Libertades Económicas de Ucrania. Atlas Network es conocida por alterar el poder político en varios países y por ser una extensión tácita de la política exterior estadounidense. Sus think-tanks están vinculados con ultraconservadores millonarios como los hermanos Koch y también son financiados por el Departamento de Estado y la NED.

El WLC está confomado por ONG altamente financiadas como Freedom House, Human Rights Foundation (HRF) y UN Watch. Esta última participó en el cabildeo de la candidatura de Estados Unidos al Consejo de Derechos Humanos en 2012 cuando Libia y Siria eran objetivo de guerra para la OTAN.

Junto con otros “activistas” opositores de Irán, Rusia y China (Hong Kong), López fundó el WLC debido a que “muchos otros han organizado protestas masivas y no violentas (sic) a favor de la democracia” y han fracasado porque las llamadas “autocracias” están trabajando juntas.

La motivación que puede leerse en su sitio web es articular y financiar más revoluciones de color bajo el eufemismo de “no violentas”. La reunión realizada en Lituania se autoproclamó “no ideológica” y ofreció “una oportunidad única de participar en grupos de trabajo destinados a comprender mejor y desmantelar los regímenes autocráticos que reprimen los movimientos no violentos que luchan por la libertad”.

CONTRADICCIONES DEL “LEOPOLDO GLOBALIZADO”

En medio del nuevo performance del coordinador nacional del partido Voluntad Popular, no se puede obviar un dato: La misión del WLC es “unir y apoyar los movimientos de lucha por la libertad y disidentes”, sin embargo se realizó en un país cuyo gobierno exhortó a su población a dejar de disfrutar de la cultura rusa mientras dure el conflicto en Ucrania, así señalado por su ministro de Cultura, Simonas Kairys, días antes del evento.

Otro dato: El gobierno lituano, que ha firmado el contrato más grande en la historia de sus fuerzas armadas para la compra de sistemas de cohetes de lanzamiento múltiple (MLRS) HIMARS de Estados Unidos por 495 millones de dólares, ha sido acusado por Amnistía Internacional de perpetrar sistemáticamente crímenes de toda índole contra los inmigrantes provenientes de Bielorrusia.

El pretexto esgrimido para justificar los abusos de los cuerpos de seguridad lituanos es un “ataque híbrido” desde Minsk al permitir el paso de migrantes provenientes de Camerún, Congo, Irak, Nigeria, Siria y Sri Lanka. Estos son retenidos durante meses en “sórdidos centros similares a prisiones” en Lituania, se les niega el acceso a procedimientos de asilo justos y se les somete a otras violaciones graves de derechos humanos con la esperanza de que regresarán “voluntariamente” a los países de los que huyeron.

Ninguna ONG presente en el WLC abogó por los derechos humanos de los migrantes y refugiados abusados en el país anfitrión. El comunicado final firmado por López tampoco los nombró.

Lo “globalizado” del nuevo Leopoldo choca con la posición hegemónica y unipolar del bando que lo apoya. Varios funcionarios del fallecido “interinato” de VP, como Luisa Palacios, Miguel Pizarro y José Ignacio Hernández, forman parte del Grupo de Trabajo de Venezuela del Centro Adrienne Arsht para América Latina, afiliado al Atlantic Council (AC), entidad que es parte de la Asociación del Tratado Atlántico, filial de la OTAN.

Se trata de una organización paraguas que actúa como facilitadora de redes en el eje euroatlántico y cuya junta incluye a Henry Kissinger, los exjefes de la CIA Michael Hayden y Mike Morell, y el jefe de Seguridad Nacional de la era Bush, Michael Chertoff.

El AC, junto a la Americas Society/Council of the Americas (AS/COA), el Wilson Center y otras organizaciones conformaron una plataforma internacional promotora de la operación de lawfare Lava Jato.

UN CABALLO DE TROYA

La siguiente declaración extraordinaria está tomada de un artículo del Wilson Center —y desincorporado de su sitio web— titulado: “El papel de las ONG en la construcción de la sociedad civiL”:  “En algunos países las ONG locales también han recibido fondos para montar campañas de ‘poder popular’. Al igual que en las recientes ‘revoluciones de color’, estas campañas tienen como objetivo abrir los regímenes políticos a los partidos de oposición y derrocar a los líderes que se aferraban al poder a través de métodos irregulares. Visto de manera más amplia, todos estos programas que apoyan las actividades de las ONG y el desarrollo de capacidades se consideran formas de fomentar el surgimiento progresivo de una sociedad civil amplia, una que complemente al Estado para satisfacer las necesidades públicas y haga que los gobiernos respondan mejor a sus poblaciones” (pág. 3).

Las declaraciones de López, quien fue becado por el Wilson Center, pontifican una lucha por la democracia y los derechos humanos mientras solicita medidas coercitivas que profundizan lo contrario, tanto dentro como fuera de Venezuela.

López intenta recuperar la confianza del establishment de Washington para la obtención de fondos que afiancen su liderazgo entre un sector opositor y, además, con ello mantendría un canal privilegiado entre su figura y Estados Unidos. Tarea en la que se prefigura la cercanía de las elecciones primarias concertadas por la Plataforma Unitaria, donde VP ya no es una voz protagonista.

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