Detenuti i giovani USA al loro ritorno da Cuba

Diversi membri di una delegazione di oltre 150 giovani che hanno visitato Cuba dal 24 aprile sono stati arrestati e trattenuti ieri per diverse ore al loro rientro negli USA.

Nonostante avessero viaggiato legalmente, sono stati molestati e trattenuti per un secondo interrogatorio all’arrivo negli aeroporti di Miami e New York dalla US Customs and Border Patrol, secondo quanto denunciato in Twitter dall’organizzazione The People’s Forum.

Hanno anche perquisito e sequestrato i loro telefoni per “errore”, che hanno descritto come “un comportamento scandaloso” che cerca di “intimidirci e criminalizzare il nostro diritto a viaggiare e scambiare con altri popoli”, sottolinea il testo.

“Chiediamo il rilascio dei nostri compagni arrestati! Non ci muoveremo! Il nostro impegno per porre fine al bloqueo statunitense di Cuba solamente crescerà”, avverte il testo diffuso in Internet.

La delegazione giovanile è considerata una delle più numerose ad aver viaggiato nel paese caraibico da decenni.

“Adesso abbiamo una maggiore comprensione dell’aggressione contro Cuba, ma soprattutto abbiamo avuto lezioni concrete su come costruire l’unità nella diversità, come sconfiggere un nemico che sembra invincibile e come, soprattutto, centrare l’amore e la speranza in tutto ciò che facciamo, ha detto Kawenaʻulaokalā Kapahua dell’Academic Labor United, delle Hawaii.

Ha aggiunto che ci sono “compiti enormi davanti a noi, perché la mia generazione ha il dovere storico di sconfiggere, una volta per tutte, il bloqueo omicida” e costruire il movimento più ampio possibile di solidarietà con Cuba e contro l’aggressione degli Stati Uniti, secondo con un comunicato stampa.

La delegazione, coordinata dall’Assemblea Internazionale dei Popoli (AIP), comprendeva sindacalisti, operatori culturali, attivisti contro la brutalità della polizia, gruppi di inquilini e ricercatori di varie organizzazioni negli Stati Uniti.

da Prensa Latina, traduzione di Ida Garberi

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