L’economia cubana nel 2023 e le prospettive per il 2024

Nonostante le avverse condizioni affrontate dal settore estero e i risultati complessivamente negativi, l’evoluzione dell’economia nazionale ha anche registrato alcuni risultati positivi, grazie agli sforzi dei nostri lavoratori.

José Luis Rodríguez

I

A causa della complessa congiuntura affrontata, l’anno scorso l’economia cubana ha sofferto una significativa battuta d’arresto, con un Prodotto Interno Lordo (PIL) in calo tra l’1 e il 2%, secondo le stime ufficiali, un’evoluzione che ha rivelato la presenza di fattori esterni negativi e anche gli effetti delle difficoltà nella gestione dell’economia nazionale, che già si manifestavano dagli anni precedenti, con una crescita inferiore alle previsioni.

Tanto per cominciare, se vogliamo essere onesti, un fattore fondamentale che non può essere ignorato in questo senso, è il crescente impatto del blocco economico USA, le cui conseguenze negative per più di 60 anni, e fino a febbraio 2023, sono state di oltre 159084 milioni di $, di cui 4867 milioni in un solo anno, che lo hanno reso l’ostacolo fondamentale al nostro sviluppo, sebbene non sia l’unico elemento che incide sull’evoluzione della nostra economia.

A tutto ciò si aggiungono le conseguenze della crisi economica internazionale, che ha mantenuto i prezzi alimentari del 20% più alti rispetto al periodo 2014-2016, nonché l’impatto del prezzo del barile di petrolio, che, sebbene ridotto rispetto al 2022 , ha avuto una media di oltre 77 dollari lo scorso anno, tutto questo nel pieno della guerra in Ucraina, che ha agito da catalizzatore di queste tendenze negative, alle quali si aggiungono le conseguenze della sanguinosa guerra che Israele conduce contro il popolo palestinese, che ha già avuto un forte impatto economico, aumentando i costi del trasporto marittimo internazionale.

L’impatto di questi fattori ha portato a tassi di crescita decrescenti nei ritmi di crescita nell’economia mondiale, su cui continua ad incidere la possibilità dello scoppio di una grave crisi economica di grandi proporzioni, che genera una grande incertezza su qualsiasi proiezione di ciò che potrebbe accadere nell’economia nazionale, in paesi che – come Cuba – presentano un elevato livello di apertura esterna.

Inoltre, tra gli elementi economici menzionati, le conseguenze del Covid-19 hanno continuato a colpire l’economia mondiale, e anche a Cuba, dove ha colpito circa il 10% della nostra popolazione, con un tasso di mortalità dello 0,77%, benché i suoi effetti mortali non siano stati maggiori grazie ai vaccini sviluppati dai nostri scienziati.

VULNERABILITÀ DEL SETTORE ESTERO CUBANO

Tornando all’evoluzione del nostro settore estero, il valore delle esportazioni di beni e servizi nel 2023 è stato di 9065 milioni di $, un valore inferiore di circa 770 milioni rispetto a quanto previsto, cifra che comprende circa 2155 milioni di beni e 6910 milioni di servizi, per un livello di esportazioni inferiore anche a quanto raggiunto nel 2022.

A ciò si aggiunge una spesa per le importazioni di beni superiore al previsto, a causa dell’aumento dei prezzi, che rappresenta una spesa di 718 milioni di $ aggiuntivi rispetto al 2019.

Per quanto riguarda le nostre esportazioni, si è registrato un calo del 15% del prezzo di una tonnellata di nichel, la cui produzione si è mantenuta a 41000 tonnellate nell’anno, mentre il prezzo dello zucchero è aumentato del 28%, anche se la produzione nazionale è rimasta inferiore del 25% rispetto a quanto pianificato.

Un altro flusso esterno che si è visto danneggiato lo scorso anno è stato il volume delle rimesse ricevute dalla popolazione, che si stima sia sceso sotto il miliardo di $, dopo aver raggiunto oltre 2 miliardi alla fine dell’ultimo decennio.

A questo proposito va notato che le rimesse svolgono un ruolo importante come capitale del settore non statale dell’economia, ma incidono anche sul fondo di consumo della popolazione che le riceve, e che le utilizza per acquisti sul mercato in valuta convertibile che esiste sull’isola.

Per quanto riguarda gli investimenti esteri diretti (IED), si è ottenuto un discreto aumento nel numero di nuovi affari contratti, ma resta la necessità di una maggiore flessibilità nel trattamento degli investitori stranieri che decidono di investire a Cuba, tenendo conto che si trovano ad affrontare maggiori rischi dipendenti dal blocco imposto dagli USA al nostro paese.

D’altra parte, è indispensabile ottenere maggiori e migliori risultati nella creazione di attività che garantiscano un rapido aumento della produzione alimentare e una maggiore sicurezza energetica.

Inoltre, Cuba ha continuato a far fronte alle conseguenze del mancato pagamento del debito estero, che si verifica dal 2019.

A questo proposito sono state ottenute nuove scadenze per effettuare i pagamenti, che arrivano fino al 2027, ma l’importo da pagare è gravato con la maggiorazione degli interessi di mora.

Risulta così evidente la necessità di una riprogettazione del trattamento dell’indebitamento estero, in modo da poter concretizzare nuove strade per il servizio del debito, con l’obiettivo di garantire un finanziamento esterno superiore, che sarà ulteriormente esplorato, nell’esame delle prospettive per il 2024.

Nonostante le avverse condizioni del settore estero e i risultati complessivamente negativi, l’evoluzione dell’economia nazionale ha registrato, grazie agli sforzi dei nostri lavoratori, alcuni risultati positivi, che si esprimono in una graduale ripresa del turismo internazionale, cresciuto del 51%, per un totale di 2,4 milioni di visitatori e 400 milioni di $ in più di entrate lorde.

Anche la migliore gestione del settore elettrico, che lo scorso anno ha consentito di ridurre i blackout del 70%; la produzione di petrolio nel Paese è rimasta a 3,1 milioni di tonnellate, il che assicura – in una certa misura – la generazione dei nostri impianti termoelettrici; e sono stati firmati 42 nuovi accordi di investimento estero, per un totale di 343 affari attivi nel 2023.

Intanto, sul piano sociale, è stato possibile ridurre il tasso di mortalità infantile, poiché se nel 2022 quell’indicatore era di 7,6 morti ogni mille nati vivi, il dato dello scorso anno si è chiuso a 7,1, mentre il tasso di mortalità materna è stato fissato a 38,7 ogni 100000, in diminuzione del 5,4%.

Allo stesso modo, è stato assicurato un livello di assistenza prioritario – in base alle possibilità – per persone e comunità in situazioni vulnerabili.

Le avverse condizioni presenti lo scorso anno – insieme all’applicazione di misure interne, che non hanno dato i risultati attesi – hanno fatto sì che il Paese soffrisse, tra il 2019 e il 2023, una perdita di oltre 3 miliardi di $ in entrate esterne, come riportato nella sessione dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare, del dicembre 2023.

Questa situazione ha portato alla necessità di adottare, senza indugi, misure urgenti che, come ha sottolineato il Primo Segretario del Partito e Presidente della Repubblica, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, ci devono portare ad una maggiore efficienza della nostra economia.

A questo punto dell’analisi risulta utile avere un’idea più ampia dell’evoluzione della produzione di beni e servizi nel 2023, nonché della politica economica applicata, prima di passare ad esaminare le prospettive per l’anno in corso.


Le aziende statali in perdita nel 2023 sono state 338 – il 13,4% del totale –, contro le 477 dell’anno precedente, con una riduzione del 29,1%

II

20.02 – La complessa situazione internazionale che esiste oggi impone costi aggiuntivi, e molto forti, all’economia cubana, che l’hanno portata a funzionare come un’economia di guerra. È molto difficile aumentare l’efficienza della produzione e dei servizi, il che ha ritardato la ripresa economica. Pertanto, è indispensabile applicare misure aggiuntive e urgenti al fine di rivitalizzarla.

A questo proposito non dobbiamo trascurare che, oltre ai fattori economici esterni, si è aggiunta l’irruzione del covid-19 a partire dal 2020.

In questa lotta per la vita, l’esperienza ha dimostrato che, solo attraverso la vaccinazione di massa delle persone – che raggiunge già circa il 90% della popolazione cubana –, che comprende diverse dosi di richiamo, è possibile fermare la malattia, tornare alla normalità e sostenerla.

In questo senso, c’è ancora molto da scrivere sull’eroismo dei nostri scienziati e personale medico, che nel mezzo di un blocco intensificato al culmine della pandemia, sono stati in grado – in pochi mesi – di creare i vaccini che hanno salvato il nostro popolo da un’enorme catastrofe umanitaria.

L’evoluzione dell’economia nel 2023 è peggiorata in modo significativo, riflettendo forti impatti esterni, a cui si è aggiunto l’effetto di un insieme di misure che non hanno dato i risultati attesi. Ciò si era già apprezzato in una crescita dell’1,3% nel 2021 e dell’1,8% nel 2022, fino ad un calo stimato tra l’1 e il 2% lo scorso anno.

Tuttavia, questi dati macroeconomici non sempre corrispondono a dati che riflettono – con uguale intensità – queste difficoltà a livello di diversi rami o settori dell’economia.

Così, ad esempio, le aziende statali in perdita nel 2023 sono state 338 – il 13,4% del totale –, contro le 477 dell’anno precedente, con una riduzione del 29,1%.

Per quanto riguarda il reddito dei lavoratori, il salario medio delle aziende statali è cresciuto a 4856 pesos nella prima metà dell’anno, con un aumento del 15,1%, mentre il 26% delle aziende è stato autorizzato a fissare salari in forma flessibile, il che ha beneficiato con ingressi superiori il 37% dei lavoratori

Si tratta certamente di un’evoluzione positiva, anche se si può sostenere che tali incrementi non abbiano compensato l’aumento dell’indice dei prezzi al consumo, che – in media – ha raggiunto, alla fine della prima metà del 2023, un aumento di circa il 45% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, evidenziando un maggiore deterioramento del potere d’acquisto dei salari.

D’altro canto, sono stati osservati anche modesti progressi negli indicatori gestionali delle aziende statali, come un aumento dell’8% delle vendite nette e un aumento del 25% dei profitti, raggiungendo una redditività per peso di vendita di 16 centesimi, superiore al 14 nel 2022.

Nel contesto nazionale, le cosiddette forme di gestione non statale contribuiscono per poco più del 15% alla creazione del Prodotto Interno Lordo (PIL), e coprono circa il 35% dell’occupazione del Paese.

NUOVE SFIDE

Allo stesso tempo, 685 micro, piccole e medie imprese (mipymes) hanno registrato perdite nella loro gestione, che rappresentavano, alla fine dell’anno, il 7,2% del totale.

Questi cosiddetti nuovi attori economici, che comprendono il settore privato, quello cooperativo e quello misto, hanno avuto una significativa espansione nel 2023, quando hanno raggiunto una cifra superiore a 10000 imprese solo nel caso delle mipymes, a cui si è aggiunto un numero minore di cooperative non agricole.

Questi attori svolgono le loro attività soprattutto nei settori della ristorazione e dell’ospitalità (22,1%), che – secondo alcuni studi – mostrano la redditività più elevata; costruzioni (19,5%); l’industria manifatturiera (18,4%) e la produzione industriale di alimenti e bevande (12,7%).

Hanno sviluppato anche le attività di commercio estero, e nel 2023 hanno importato per oltre un miliardo di $, ma non si sono sviluppate con la stessa forza le esportazioni, che non hanno raggiunto i 200 milioni, lo 0,2% del totale esportato dal Paese lo scorso anno.

Molte di queste aziende sviluppano anche un’attività commerciale, che consente una più rapida rotazione del capitale investito, con minori difficoltà operative.

Inoltre – molte di loro – dispongono di finanziamenti esterni attraverso le rimesse e competono, vantaggiosamente, con lo Stato in segmenti di mercato in cui l’impresa statale non è presente.

Allo stesso modo, si stima che abbiano creato circa 183000 nuovi posti di lavoro con una retribuzione – in generale – superiore a quella del settore statale, ciò che sta influenzando l’emigrazione della forza lavoro verso il segmento non statale dell’economia.

I risultati dell’azione dei nuovi attori economici, finora, non sono stati apprezzati favorevolmente da una parte della popolazione, la quale, pur osservando un aumento dell’offerta di beni e servizi, questi vengono venduti a prezzi superiori alla capacità di acquisto della maggioranza.

Il possibile concatenamento produttivo con il settore statale, per ottenere un impatto diretto sulla produzione di cibo e altri beni di consumo, deve ancora essere realizzata e dipenderà in gran parte dalle azioni attuate dallo Stato per incentivare adeguatamente le aziende statali e il settore privato e cooperativo – che attualmente comprende anche circa 596000 lavoratori per conto proprio –, con l’obiettivo di soddisfare le nostre necessità.

Se si considera il potenziale di sviluppo del Paese, spiccano gli investimenti. Se si esamina il suo volume negli ultimi anni, si osserva che lo sforzo di investimento si colloca in una proporzione poco inferiore al 10% del PIL, quando le analisi, a metà dell’ultimo decennio, affermavano che, per ottenere una crescita del 5% annuo, era necessario investire il 25%, con un volume di investimenti diretti esteri compreso tra 2000 e 2500 milioni di $ l’anno.

Nella situazione attuale, è fondamentale orientare la politica di investimento verso settori o attività che determinano immediatamente la ripresa dell’economia. In questo senso, tra gennaio e settembre 2023, settori come l’agricoltura hanno assorbito solo il 2,8% del totale investito, mentre l’industria dello zucchero ha ricevuto lo 0,5%. Questa sproporzione deve essere eliminata se vogliamo avanzare nella produzione di cibo e zucchero.

Allo stesso modo, sembra indispensabile aumentare gli investimenti legati alla fornitura di elettricità, gas e acqua – che hanno ricevuto il 10,8% del totale investito – soprattutto nel quadro della necessaria stabilità energetica che il Paese richiede.

Nell’ultima sessione dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare, è stato segnalato il livello di impatto che l’economia ha sofferto a causa della mancanza di input essenziali, come il gasolio, che ha raggiunto solo il 34% della domanda, il che ha fortemente colpito settori come quello agricolo, l’industria dello zucchero, il trasporto e la generazione di elettricità nel paese.

Pertanto, nel 2023, sono stati segnalati continui cali in settori chiave come la produzione alimentare, tra cui verdure, mais, carne di maiale, latte e uova.

Vale la pena notare che – rispetto al 2019 – si sono accumulati cali dell’81% nella produzione di riso, del 61% nella produzione di uova e del 49% nella produzione di latte, tra i prodotti che hanno sofferto i maggiori impatti.

Bisognerà ora valutare quali saranno le direzioni principali in cui dobbiamo concentrare le risorse, e quali decisioni saranno più efficaci per affrontare l’anno 2024.


La politica diretta a sovvenzionare le persone e non i prodotti, deve facilitare una migliore copertura delle necessità elementari della popolazione che lo richiede.

III

27.02 – L’analisi di alcuni elementi essenziali della complessa situazione socioeconomica del Paese lo scorso anno, ha rivelato l’entità della crisi che ci troviamo ad affrontare, nella quale sono presenti fattori esterni e anche le insufficienze delle misure che si sono andate adottando, per raggiungere i risultati richiesti dal nostro processo di sviluppo.

L’esperienza degli anni del periodo speciale dimostra che la strategia per uscire dalle situazioni critiche richiede di ordinare le proiezioni del 2024 in un piano che si concentri sugli aspetti più essenziali e la cui sequenza consenta di bilanciare i compiti urgenti nel contesto di quelli più importanti, coscienti che non tutti i problemi avranno una soluzione completa nel breve periodo, ma che è possibile avanzare e ottenere, gradualmente, i risultati richiesti, con una modesta crescita del 2% quest’anno.

A tal fine, gli obiettivi del Piano dell’Economia 2024 – approvato dall’Assemblea Nazionale – sono soprattutto quelli di avanzare nell’applicazione del Programma di Stabilizzazione Macroeconomica (PEM), che costituisce l’elemento base per correggere errori e distorsioni nel funzionamento dell’economia. Per raggiungere questo obiettivo si richiede – tra i molteplici aspetti coperti dal PEM – attuare urgentemente misure per fermare la crescita del tasso di inflazione, mediante l’incremento dell’offerta di beni e servizi; la riduzione del deficit del Bilancio dello Stato, diminuendo le spese e riducendo l’emissione di denaro senza sostegno produttivo per coprirla, nonché aumentando gradualmente e selettivamente le entrate pubbliche e stimolando il risparmio aumentando i tassi di interesse. Tutto ciò dovrà essere accompagnato da una progressiva ristrutturazione del mercato dei cambi, fino al raggiungimento di un tasso di cambio unico per l’intera economia nazionale.

Il PEM necessita risorse in valuta estera e nazionale, così come lo richiede la crescita delle esportazioni di beni e servizi, che quest’anno dovrebbero raggiungere circa 9,7 miliardi di $. Per fare ciò è indispensabile anche coprire un altro degli obiettivi del Piano 2024, che consiste nell’aumento e nella diversificazione degli ingressi esteri del Paese.

A tal fine, e per sbloccare i crediti richiesti dalla nostra economia, è necessaria una rinegoziazione flessibile per ripagare il nostro debito estero, che il Paese non è in stato grado di onorare adeguatamente dal 2019. Per raggiungere questo obiettivo con un minimo di liquidità, devono essere applicate formule già sperimentati nel periodo speciale, come ad esempio l’utilizzo (SWAP) di investimenti per pagare i debiti; il riacquisto dei debiti a sconto; l’emissione di titoli del debito pubblico; la conversione del debito in valuta nazionale e il pagamento dei debiti legati alle esportazioni di beni e servizi, tra le altre modalità.

Inoltre, è necessario aumentare, in modo flessibile, gli investimenti diretti esteri, tenendo conto del rischio dell’investitore straniero che arriva nel nostro paese, affrontando il blocco USA contro Cuba. È inoltre necessario promuovere l’invio di rimesse al Paese, attraverso la creazione di un fondo di investimenti che le renda sostenibili e le stimoli.

Un altro elemento prioritario del Piano di quest’anno, insieme alla fornitura essenziale di medicinali, consiste nello sviluppo della produzione alimentare, utilizzando un meccanismo finanziario che consenta al settore di trattenere gli introiti generati dalle sue esportazioni, per la propria sostenibilità. A ciò si deve aggiungere la politica di autosufficienza alimentare comunale e pratiche più efficienti nell’uso della terra, applicando a tal fine la scienza e la tecnologia.

Quanto sopra implica un riordino degli investimenti che permetta di dare priorità ai bisogni più urgenti, come è – appunto – il caso della produzione alimentare.

Allo stesso modo, è essenziale garantire l’approvvigionamento minimo di combustibile e la stabilizzazione della generazione elettrica, che è un elemento con impatti trasversali su tutti i settori e sulla popolazione. Al riguardo, un obiettivo essenziale consiste nell’assicurare gli otto milioni di tonnellate di petrolio equivalente che il Paese richiede in un anno, tenendo conto di una produzione nazionale di circa tre milioni di tonnellate.

Un elemento chiave per l’efficiente funzionamento della nostra economia – anch’esso inserito nel Piano 2024 – punta sullo sviluppo del sistema imprenditoriale del Paese – ponendo l’accento sulla necessità di una maggiore efficienza dell’azienda statale socialista, attraverso l’indispensabile decentramento della sua gestione – ​​e l’adeguata integrazione di tutti gli attori economici, in funzione di aumentare la produzione dei settori agricolo/allevamento e industriale. Tutto ciò deve essere accompagnato da un’adeguata catena produttiva e da una razionalizzazione del sistema di direzione e controllo del sistema imprenditoriale, nonché dal graduale ridimensionamento del settore sovvenzionato, il tutto per favorire un aumento della produttività del lavoro.

Nelle circostanze attuali, si impone anche un perfezionamento dei meccanismi di protezione sociale, in particolare per la popolazione che necessita di assistenza sociale, i pensionati e il segmento di coloro che si trovano in una situazione di vulnerabilità economica. In quest’ordine, la politica volta a sovvenzionare le persone e non i prodotti, deve facilitare una migliore copertura delle necessità elementari della popolazione che lo richiede.

Tutto ciò che viene proposto in questa strategia di soluzioni possibili – né facili né prive di rischi – deve essere discusso con la nostra popolazione per ottenere il suo arricchimento ed il consenso all’ indispensabile sostegno che ciò comporta. Tutte le opinioni contano, e bisogna ascoltare tutti, coscienti che non esistono soluzioni magiche, ma è possibile recuperare.

Senza dubbio, gli obiettivi a cui dare priorità quest’anno non coprono gli innumerevoli bisogni che non possiamo soddisfare immediatamente e che oggi incidono sul tenore di vita del nostro popolo. Dobbiamo ottenere che questo 2024 marchi un cambio sostanziale negli elementi fondamentali del nostro processo di sviluppo e che tutti sentiamo che lo sforzo non è stato vano.

Abbiamo il necessario per farlo e sapremo come farlo se ci concentreremo su ciò che è più urgente e prioritario, lavorando meglio.


La economía cubana en 2023 y perspectivas para 2024 

I

A pesar de las adversas condiciones que enfrentó el sector externo y los resultados globalmente negativos, la evolución de la economía nacional registró también algunos resultados positivos, gracias a los esfuerzos de nuestros trabajadores

Debido a la compleja coyuntura enfrentada, el pasado año la economía cubana sufrió un importante retroceso, al decrecer su Producto Interno Bruto (PIB) entre el 1 y el 2 %, según estimados oficiales, una evolución que puso de manifiesto la presencia de factores externos negativos y también los efectos de dificultades en la conducción de la economía nacional, que ya venían incidiendo desde años anteriores, con crecimientos inferiores a las cifras planificadas.

Para comenzar, si se quiere ser justo, un factor fundamental que no puede ignorarse en este sentido, es el creciente impacto del bloqueo económico de Estados Unidos, cuyas negativas consecuencias a lo largo de más de 60 años, y hasta febrero de 2023, fue de más de 159 084 millones de dólares, con 4 867 millones en solo un año, lo que lo ha convertido en el obstáculo fundamental para nuestro desarrollo, aunque no sea el único elemento que incide en la evolución de nuestra economía.

A lo anterior se suman las consecuencias de la crisis económica internacional, que mantuvo los precios de los alimentos un 20 % más elevados que entre 2014 y 2016, así como la incidencia del precio del barril de petróleo que, si bien se redujo en relación a 2022, promedió más de 77 dólares el pasado año, todo ello en medio de la guerra de Ucrania, que actuó como catalizador de estas negativas tendencias, a lo que se añaden las consecuencias de la sangrienta guerra que libra Israel contra el pueblo palestino, que ya ha impactado fuertemente en lo económico, elevando los costos de la transportación marítima internacional.

La afectación de estos factores ha llevado a tasas decrecientes en los ritmos de crecimiento de la economía mundial, sobre la que sigue incidiendo la posibilidad del estallido de una crisis económica de grandes proporciones, lo que genera una gran incertidumbre sobre cualquier proyección de lo que puede ocurrir en la economía nacional, en países que –como Cuba– presentan un elevado nivel de apertura externa.

Además, de los elementos económicos apuntados, han seguido impactando en la economía mundial, y también en Cuba, las secuelas de la COVID-19, que ha afectado a alrededor del 10 % de nuestra población, con una tasa de letalidad de 0,77 %, aunque sus efectos mortales no han sido mayores gracias a las vacunas desarrolladas por nuestros científicos.

 VULNERABILIDADES DEL SECTOR EXTERNO CUBANO

Retomando la evolución de nuestro sector externo, el valor de las exportaciones de bienes y servicios en 2023 fue de 9 065 millones de dólares, un valor inferior en alrededor de 770 millones a lo planificado, cifra que incluye unos 2 155 millones en bienes y 6 910 millones en servicios, para un nivel de exportaciones también menor que lo logrado en 2022.

A lo anterior se añade un gasto superior a lo previsto en las importaciones de bienes, debido al incremento de precios, lo que representa una erogación de 718 millones de dólares adicionales en relación con el año 2019.

En el capítulo de nuestras exportaciones se registró una caída del 15 % en el precio de la tonelada de níquel, cuya producción se mantuvo en 41 000 toneladas en el año, mientras que el precio del azúcar aumentó un 28 %, aunque la producción nacional quedó por debajo de lo planificado un 25 %.

Otro flujo externo que se vio afectado el pasado año fue el volumen de las remesas recibido por la población, que se estima cayó por debajo de los 1 000 millones de dólares, luego de haber alcanzado más de 2 000 millones a finales del pasado decenio.

Al respecto, cabe apuntar que las remesas juegan un importante papel como capital del sector no estatal de la economía, pero también impactan en el fondo de consumo de la población que las recibe, y que las utiliza para compras en el mercado en moneda convertible que existe en la Isla.

En relación con la inversión extranjera directa (IED), se obtuvo un discreto avance en la cifra de nuevos negocios contratados, pero se mantiene la necesidad de una mayor flexibilidad en el tratamiento del inversionista extranjero que decide invertir en Cuba, tomando en cuenta que enfrenta riesgos mayores en función del bloqueo que impone ee. uu. a nuestro país.

Por otra parte, resulta indispensable lograr mayores y mejores resultados en la concreción de negocios que aseguren una rápida elevación de la producción de alimentos, y un aseguramiento energético superior.

Además, Cuba continuó enfrentando las consecuencias del impago de la deuda externa, que se viene presentando desde 2019.

Al respecto, se han logrado nuevos plazos para realizar los pagos, que van hasta 2027, pero la cifra a pagar está gravada por el recargo de intereses moratorios.

Resulta así evidente la necesidad de un rediseño en el tratamiento del endeudamiento externo, de manera que se logren materializar nuevas vías para el servicio de la deuda, con el objetivo de asegurar un financiamiento externo superior, sobre lo cual se profundizará, al examinar las perspectivas de 2024.

A pesar de las adversas condiciones que enfrentó el sector externo y los resultados globalmente negativos, la evolución de la economía nacional registró algunos resultados positivos, gracias a los esfuerzos de nuestros trabajadores, lo que se expresa en una gradual recuperación del turismo internacional, que creció un 51 %, totalizando 2,4 millones de visitantes y 400 millones de dólares más en ingresos brutos.

También la mejor gestión de la industria eléctrica, que permitió reducir en un 70 % los apagones el pasado año; se mantuvo en 3,1 millones de toneladas métricas la producción de petróleo en el país, lo que asegura –en cierta medida– la generación de nuestras termoeléctricas; y se firmaron 42 nuevos acuerdos de inversión extranjera, hasta un total de 343 negocios activos en 2023.

Mientras, en lo social, se logró reducir la tasa de mortalidad infantil, pues si en 2022 ese indicador fue de 7,6 fallecidos por cada mil nacidos vivos, la del pasado año cerró en 7,1, en tanto la tasa de mortalidad materna se fijó en 38,7 por 100 000, para una disminución de 5,4 %.

Igualmente, se aseguró un nivel de atención priorizado –de acuerdo con las posibilidades– a las personas y comunidades en situación de vulnerabilidad.

Las adversas condiciones presentes el pasado año –unidas a la aplicación de medidas internas, que no dieron los resultados esperados– han motivado que el país haya sufrido, entre 2019 y 2023, una pérdida superior a 3 000 millones de dólares en los ingresos externos, según se informó en la sesión de la Asamblea Nacional del Poder Popular, de diciembre de 2023.

Esta situación ha llevado a la necesidad de adoptar, sin dilación, medidas urgentes que, como ha señalado el Primer Secretario del Partido y Presidente de la República, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, nos deben llevar a una mayor eficiencia en nuestra economía.

En este punto del análisis resulta útil tener una idea más amplia de la evolución de la producción de bienes y servicios en 2023, así como de la política económica aplicada, antes de pasar a examinar las perspectivas para el presente año.

II

Las empresas estatales con pérdidas en 2023 fueron 338 –un 13,4 % del total–, frente a 477 el año anterior, para una reducción del 29,1 %

 

La compleja situación internacional que hoy existe impone costos adicionales, y muy fuertes, a la economía cubana, que la han llevado a funcionar como una economía de guerra. Se hace muy difícil elevar la eficiencia de la producción y los servicios, lo cual ha retrasado la recuperación económica. Por tanto, resulta indispensable aplicar medidas adicionales y urgentes con vistas a reimpulsarla.

Al respecto, no debemos pasar por alto que, a los factores económicos externos, se sumó la irrupción de la covid-19 desde 2020.

En esta lucha por la vida, la experiencia demostró que, solo mediante la vacunación masiva de las personas –que ya alcanza alrededor del 90 % de la población cubana–, que incluye varias dosis de refuerzo, es posible frenar la enfermedad, retornar a la normalidad y sostenerla.

En este sentido, queda mucho por escribir sobre la heroicidad de nuestros científicos y personal médico, quienes en medio de un bloqueo acrecentado en el momento más álgido de la pandemia, pudieron –en apenas unos meses– crear las vacunas que salvaron a nuestro pueblo de una enorme catástrofe humanitaria.

La evolución de la economía en 2023 se agravó de forma notable, reflejando fuertes impactos externos, a lo que se añadió el efecto de un grupo de medidas que no dieron los resultados esperados. Esto ya se venía apreciando en crecimientos de 1,3 % en 2021 y 1,8 % en 2022, hasta una caída estimada entre 1 y 2 % el pasado año.

Sin embargo, estas cifras macroeconómicas no siempre se correspondieron con datos que reflejan –con igual intensidad– esas dificultades a nivel de distintas ramas o sectores de la economía.

Así, por ejemplo, las empresas estatales con pérdidas en 2023 fueron 338 –un 13,4 % del total–, frente a 477 el año anterior, para una reducción del 29,1 %.

Sobre los ingresos de los trabajadores, el salario medio de las empresas del Estado creció hasta 4 856 pesos en el primer semestre del año, un incremento del 15,1 %, mientras que el 26 % de las empresas fueron autorizadas a fijar salarios de forma flexible, lo que benefició con ingresos superiores al 37 % de los trabajadores.

Ciertamente, se trata de una evolución positiva, aunque se puede argumentar que estos incrementos no compensaron el aumento del Índice de Precios al Consumidor, que –como promedio– alcanzaba, al cierre del primer semestre de 2023, un incremento de alrededor del 45 % sobre igual periodo del año precedente, evidenciando un mayor deterioro en el poder de compra del salario.

Por otro lado, también se observaron modestos avances en indicadores de gestión de las empresas estatales, tales como un incremento del 8 % en las ventas netas, y del 25 % de las utilidades, lográndose una rentabilidad por peso de venta de 16 centavos, sobre 14 en 2022.

En el contexto nacional, las llamadas formas de gestión no estatal computan algo más del 15 % en la creación del Producto Interno Bruto (PIB), y cubren alrededor del 35 % del empleo del país.

NUEVOS RETOS

Al mismo tiempo, se registraron 685 micro, pequeñas y medianas empresas (mipymes) con pérdidas en su gestión, lo que representó, al cierre del año, un 7,2 % del total.

Estos llamados nuevos actores económicos, que incluyen el sector privado, cooperativo y mixto, tuvieron una significativa expansión en 2023, cuando llegaron a una cifra superior a 10 000 emprendimientos solamente en el caso de las mipymes, a las que se añadió un número menor de cooperativas no agropecuarias.

Estos actores desarrollan sus actividades, principalmente, en gastronomía y alojamiento (22,1 %), los que –según algunos estudios– muestran la mayor rentabilidad; la construcción (19,5 %); la industria manufacturera (18,4 %) y la producción industrial de alimentos y bebidas (12,7 %).

También han desarrollado actividades de comercio exterior, y en 2023 realizaron importaciones por encima de mil millones de dólares, pero no se han desarrollado con la misma fuerza las exportaciones, que no llegaron a 200 millones, un 0,2 % del total exportado por el país el pasado año.

Muchas de estas empresas desarrollan también una actividad comercial, lo que permite una rotación más rápida del capital invertido, con menos dificultades operativas.

Además, cuentan –buena parte de ellas– con financiamiento externo por la vía de las remesas, y compiten ventajosamente con el Estado en segmentos del mercado en los que la empresa estatal no está presente.

Igualmente, se estima que han creado unos 183 000 nuevos empleos con una remuneración –en general– superior al sector estatal, lo que está incidiendo en la emigración de la fuerza de trabajo hacia el segmento no estatal de la economía.

Los resultados de la actuación de los nuevos actores económicos, hasta el momento, no se han apreciado favorablemente por una parte de la población, que, si bien observa una elevación de la oferta de bienes y servicios, estos se venden a precios superiores a la capacidad de compra de la mayoría.

El posible encadenamiento productivo con el sector estatal, para lograr un impacto directo en la producción de alimentos y otros bienes de consumo, está por lograrse aún, y dependerá en buena medida de las acciones que se implementen por el Estado para incentivar, adecuadamente, a las empresas estatales y al sector privado y cooperativo –que incluye actualmente también a unos 596 000 trabajadores por cuenta propia–, con vistas a satisfacer nuestras necesidades.

En una mirada al potencial de desarrollo del país, destacan las inversiones. Si se examina su volumen en los últimos años, se observa que el esfuerzo inversionista se ubica en una proporción algo menor del 10 % del PIB, cuando los análisis, a mediados del pasado decenio, planteaban que, para alcanzar un crecimiento del 5 % anual, era preciso invertir el 25 %, con un volumen de inversión extranjera directa de unos 2 000 a 2 500 millones de dólares anualmente.

En la actual coyuntura resulta clave la orientación de la política inversionista hacia sectores o actividades que determinan en lo inmediato la recuperación de la economía. En tal sentido, entre enero y septiembre de 2023, sectores como la agricultura absorbieron solamente el 2,8 % del total invertido, mientras que la industria azucarera recibió el 0,5 %. Esta desproporción es preciso eliminarla, si se quiere avanzar en la producción de alimentos y en la del azúcar.

De igual modo, parece indispensable incrementar las inversiones referidas al suministro de electricidad, gas y agua –que recibió un 10,8 % del total invertido–, especialmente como parte de la necesaria estabilidad energética que el país demanda.

En la última sesión de la Asamblea Nacional del Poder Popular fue informado el nivel de afectación que sufrió la economía por falta de insumos indispensables, tales como el combustible diésel, que solo alcanzó el 34 % de la demanda, lo cual afectó fuertemente a sectores como la agricultura, la industria azucarera, el transporte y la generación eléctrica en el país.

De este modo, en 2023 se reportaron descensos continuados en sectores claves como la producción de alimentos, incluyendo viandas, maíz, carne de cerdo, leche y huevos.

Vale destacar que –con relación a 2019– se acumularon descensos del 81 % en la producción de arroz, 61 % en la producción de huevos y 49 % en la de leche, entre los productos que sufrieron los mayores impactos.

Corresponderá ahora evaluar cuáles serán las direcciones principales en las que debemos concentrar los recursos, y qué decisiones resultarán más efectivas para enfrentar el año 2024.

III

La política dirigida a subsidiar a las personas y no a los productos, debe facilitar una mejor cobertura de las necesidades elementales de la población que lo requiere

El análisis de algunos elementos esenciales de la compleja situación socioeconómica del país el pasado año, puso de manifiesto la magnitud de la crisis que enfrentamos, en la que están presentes factores externos y también insuficiencias de las medidas que se han venido adoptando, para alcanzar los resultados que demanda nuestro proceso de desarrollo.

La experiencia de los años del periodo especial demuestra que la estrategia para la salida de situaciones críticas, requiere ordenar las proyecciones de 2024 en un plan que se concentre en lo más esencial, y cuya secuencia permita balancear las tareas urgentes en el contexto de lo más importante, conscientes de que no todos los problemas tendrán una solución completa a corto plazo, pero que sí es posible avanzar y obtener, gradualmente, los resultados que se requieren, con un modesto crecimiento del 2 % este año.

Con ese propósito, los objetivos del Plan de la Economía 2024 –aprobado en la Asamblea Nacional– se plantean ante todo avanzar en la aplicación del Programa de Estabilización Macroeconómica (PEM), que es el elemento básico para corregir errores y distorsiones en el funcionamiento de la economía. Para ello se demanda –entre múltiples aspectos que abarca el –PEM- implementar con urgencia medidas para frenar el crecimiento de la tasa de inflación, mediante el incremento de la oferta de bienes y servicios; la reducción del déficit del Presupuesto del Estado, con la disminución de gastos y reduciendo la emisión de dinero sin respaldo productivo para cubrirlo, así como aumentando gradual y selectivamente los ingresos públicos y estimulando el ahorro con la elevación de las tasas de interés. Todo lo anterior debe acompañarse de una reestructuración progresiva del mercado cambiario, hasta llegar a una tasa de cambio única para toda la economía nacional.

El PEM requiere recursos en divisas y moneda nacional, como igualmente lo demanda el crecimiento de las exportaciones de bienes y servicios, que deben alcanzar unos 9 700 millones de dólares este año. Para ello, también es indispensable cubrir otro de los objetivos del Plan 2024, que consiste en incrementar y diversificar los ingresos externos del país.

Con ese fin, y para destrabar los créditos que nuestra economía demanda, se precisa una renegociación flexible para el pago de nuestra deuda externa, que el país no ha podido servir adecuadamente desde el año 2019. Para alcanzar ese objetivo con un mínimo de liquidez, deben aplicarse fórmulas que ya se ensayaron en el periodo especial, tales como el empleo (SWAP) de inversiones para el pago de los adeudos; la recompra de deudas con descuento; la emisión de bonos de deuda pública; la conversión de la deuda en moneda nacional, y el pago de deudas vinculado a exportaciones de bienes y servicios, entre otras modalidades.

Adicionalmente, se requiere incrementar, flexiblemente, la inversión extranjera directa, teniendo en cuenta el riesgo del inversor foráneo que acude a nuestro país, enfrentando el bloqueo de ee. uu. contra Cuba. También es necesario impulsar el envío de remesas al país, mediante la creación de un fondo de inversiones que las viabilice y estimule.

Otro elemento prioritario en el Plan de este año, junto al abastecimiento indispensable de medicamentos, consiste en el desarrollo de la producción de alimentos, utilizando un mecanismo financiero que permita al sector retener ingresos generados por sus exportaciones, para su propia sostenibilidad. A esto debe añadirse la política de autoabastecimiento alimentario municipal, y prácticas más eficientes en el uso de la tierra, aplicando la ciencia y la tecnología para ello.

Lo anterior supone un reordenamiento de las inversiones que permita priorizar las necesidades más urgentes, como es –precisamente– el caso de la producción de alimentos.

De igual modo, resulta indispensable asegurar el abastecimiento mínimo de combustible y la estabilización de la generación eléctrica, que es un elemento con impactos transversales en todos los sectores y en la población. Al respecto, una meta esencial consiste en asegurar los ocho millones de toneladas de petróleo equivalente que el país demanda en un año, teniendo en cuenta una producción nacional de unos tres millones de toneladas.

Un elemento clave para el funcionamiento eficiente de nuestra economía –igualmente incluido en el Plan 2024– se centra en el desarrollo del sistema empresarial del país –con énfasis en la necesidad de una mayor eficiencia de la empresa estatal socialista, mediante la descentralización indispensable de su gestión– y la adecuada integración de todos los actores económicos, en función de elevar la producción de los sectores agropecuario e industrial. Todo ello debe venir acompañado del adecuado encadenamiento productivo y una racionalización del sistema de dirección y control del sistema empresarial, así como del gradual redimensionamiento del sector presupuestado, todo ello para propiciar una elevación de la productividad del trabajo.

En las actuales circunstancias, se impone también un perfeccionamiento de los mecanismos de protección social, en particular de la población que requiere asistencia social, los jubilados y el segmento de aquellos que se encuentran en situación de vulnerabilidad económica. En este orden, la política dirigida a subsidiar a las personas y no a los productos, debe facilitar una mejor cobertura de las necesidades elementales de la población que lo requiere.

Todo lo que se plantea en esta estrategia de soluciones posibles –no fáciles ni exentas de riesgos– debe discutirse con nuestra población para lograr su enriquecimiento y el consenso de apoyo indispensable que esta supone. Todas las opiniones cuentan, y hay que escuchar a todos, conscientes de que no hay soluciones mágicas, pero es posible recuperarnos.

Sin duda, los objetivos que se deben priorizar en el presente año no cubren un sinnúmero de necesidades que no podemos satisfacer de inmediato, y que hoy impactan en el nivel de vida de nuestro pueblo. Debemos lograr que este 2024 marque un cambio sustancial en elementos básicos de nuestro proceso de desarrollo, y que todos sintamos que no fue en vano el esfuerzo.

Tenemos con qué hacerlo y sabremos cómo hacerlo si nos concentramos en lo más urgente y prioritario, trabajando mejor.

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