I cayos del nord di Ciego de Ávila, una zona idilliaca e unica, sono valutati mondialmente in tutti i rankings e classificazioni
Quando Evelio Capote, il capo di quel gruppo di audaci vide come l’acqua trangugiava il carico dei primi camion, essendo sempre nel bordo stesso della costa, provò l’impressione che irrimediabilmente stava arando, arando nel mare e presagiva che il progetto ideato dal
Comandante in Capo, Fidel Castro Ruz, sarebbe stato l’avventura più difficile della sua vita, come ha confessato in alcune occasioni.
«Qui quello che va fatto è tirare pietre senza guardare davanti», gli raccomandò Fidel a Capote e alla sua truppa, il 13 marzo del 1987, rivedendo la strategia, quasi un’utopia, di vincolare l’Isola di Turiguanó, a nord di Morón, con Cayo Coco, un isolotto benedetto dalla natura a 22 chilometri dal litorale.
Questo passo previo e inevitabile di quell’avventura mare al largo, condusse il destino ad avere oggi 28 installazioni alberghiere e più di 10 000 abitazioni, con le porte aperte al turismo nazionale e internazionale, fondamentalmente a segmenti di Canadà, Argentina e, più recentemente, Russia, il primo paese che è giunto in questa destinazione dopo la pandemia della COVID-19.
Sedici mesi dopo il terrapieno era storia e il 12 novembre 1993 nasceva il Guitart-Cayo Coco, il primo hotel dell’incipiente polo, che alla svolta di più di 30 anni somma già circa 10000 abitazioni, con la prospettiva di moltiplicarsi varie volte nel prossimo quinquennio.
Si potrebbe parlare di un paese nei Jardines del Rey: i milioni di pesos investiti nei cayos del nord avilegno hanno permesso il fomento di un’infrastruttura generale che, senza esagerare, si potrebbe paragonare molto bene oggi con qualcuna delle isole dell’area dei Caraibi.
Più di 300 chilometri di viali principali e regionales, la maggioranza di questi con asfalto, 28 hotels amministrati da differenti catene, un aeroporto internazionale con più di 50 voli settimanali –molti di questi dall’Europa, attività nautiche, reti di trasmissione d’energia elettrica, la comunicazione affidabile, basi di trasporto, immagazzinaggio e logistica, assicurano l’operazione del turismo nella regione, tutto a carico di migliaia di lavoratori formati totalmente nello stesso territorio.
L’interconnessione delle strade dei cayos Coco, Guillermo, Romano e Paredón Grande, e l’esistenza di 22 chilometri di spiaggia, molti ancora vergini, garantiscono la crescita in prospettiva di un impianto alberghiero che potrebbe contare su 24000 abitazioni, stando al Piano dirigente di sviluppo.
A questo si uniscono i progetti di preservazione dell’ecosistema, come quelli del Centro delle Investigazioni dei Bioalimenti (CIBA), che ne potenzia uno incamminato alla riproduzione delle piante native negli ecosistemi delle dune e la giardineria alberghiera, per ristabilire la vegetazione autoctona.
Le azioni per la protezione delle dune sono precisate nel Piano dello Stato cubano per lo scontro al cambio climatico e nel caso particolare dei Giardini del Re rispondono all’impegno a carico di migliaia di lavoratori formati nella loro totalità nell’interesse per ottenere uno sviluppo sostenibile dell’industria dell’ozio.
Con la partecipazione di catene famose come Meliá, Iberostar, Pullman, NH, Kempinski e Muthu, un índice di ripetizione che va in crescendo dopo la COVID-19, grazie alla professionalità del gruppo di lavoro che ha seguito i protocolli sviluppati dalle autorità sanitarie del paese, il privilegiato mercato delle spiagge di sabbia sottile è rimasto aperto durante la pandemia con un servizio sicuro e adattato alle necessità attuali.
Nel 2021, il multi premiato hotel Meliá Cayo Coco ha meritato il premio Travellers’ Choice Best of the Best (Il meglio del meglio), considerato tra i più alti onori concessi da TripAdvisor, la web dei viaggi più grande del mondo.
Un anno dopo l’hotel Grand Muthu Cayo Guillermo, appartenente alla destinazione turística Jardines del Rey, nella provincia di Ciego de Ávila, ha ottenuto la stessa distinzione.
Le spìagge degli hotels Tryp Cayo Coco (Playa Larga), Star Fish Cayo Guillermo (Playa El Paso), Melía Jardines del Rey e Meliá Flamenco (Playa Flamenco) hanno vinto la condizione per l’uso sostenibile dell’area da bagno e per le condizioni fisiche, chimiche e batteriologiche dell’acqua, importante riconoscimento ambientale.
Sempre in costante decollo, nel 2022 quattro installazioni alberghiere di questa zona, la succursale Marina Marlin di Cayo Guillermo, l’aeroporto internazionale Jardines del Rey e gli hotels Pullman e Meliá Cayo Coco, sono stati distinti come «il meglio» per «i loro risultati economici, lavorativi, d’efficienza e qualità nella loro gestione».
Senza dubbio dirigente e lavoratori preferiscono iscriversi nel bando degli insoddisfatto quando si guardano attorno e scoprono concorrenti molto vicini: Cancún (Messico) Punta Cana (Repubblica Dominicana), Giamaica e anche i loro vicini di Cayo Santa María, della provincia di Villa Clara.
Assicurano che «l’impegno fondamentale è riuscire ad ottenere una posizione superiore con un commercio migliore e una concorrenza in generale del prodotto turistico, è la necessità di rinnovare parte della pianta già invecchiata e sfruttare piu saggiamente l’ambiente naturale, un privilegio che altri invidierebbero.
Gli specialisti incaricati d’assicurare la crescita turistica della regione camminano con cautela e soprattutto cercano di non schiacciare un eco sistema che senza dubbio costituisce la maggior attrazione del polo.
Anche se le migliori esperienze al rispetto in Ciego de Ávila si riuniscono nei Jardines de la Reina, a sud della provincia, e anche nei cayos del nord più intensamente sfruttati si promuovono azioni di recupero delle spiagge, fomento di serre per lo sviluppo della flora autoctona, specializzazione del personale, collocamento di recinzioni medio ambientali e certificazione di quelle installazioni che realizzano i più esigenti fabbisogni, per compiere così l’idea di Fidel di sviluppare un turismo sostenibile che danneggi il meno possibile l’ambiente..Varrebbe poco investire denaro se non si educano conseguentemente i lavoratori e i visitatori della necessità assoluta di preservare l’ambiente.