Sotto tiro

L’ex dittatore filo statunitense Anastasio Somoza era stato costretto alla fuga dal Nicaragua il 17 luglio 1979 dalla rivoluzione Sandinista e si era rivolto ad un altro sanguinario despota e amico: Alfredo Stroessner che lo accolse volentieri in Paraguay.

Somoza fu giustiziato da un comando dell’Esercito Rivoluzionario Popolare (ERP), ad Asunción, Paraguay.

Il commando della “Operazione Rettile” era guidato dal rivoluzionario argentino Enrique Gorriaran Merlo (Ramon).

Dopo le 10:35 del mattino, il 17 settembre 1980, il commando argentino intercettò la Mercedes Benz bianca che trasportava Somoza, sull’Avenida España (già ‘Generalísimo Franco’, in onore del dittatore spagnolo),  dove era il bersaglio del gruppo armato.

Per eseguire questo colpo mortale furono utilizzati una mitragliatrice M-16, un bazooka e sette combattenti che hanno svolto anche il lavoro di intelligence (tre donne e quattro uomini), tutti guidati dal guerrigliero ‘Ramón’, che era attivo nelle file dell’Esercito Rivoluzionario Popolare (PRT-ERP), braccio armato del Partito Rivoluzionario dei Lavoratori, che ha combattuto in Argentina negli anni ’70.

Solo un membro del gruppo di fuoco, Hugo Irurzun (Comandante Santiago), fu catturato e giustiziato.

Fu lui che dichiarò “non era tollerabile lasciare che un miliardario playboy se la spassasse mentre milioni di persone morivano di fame in America Latina”.

Il patrimonio stimato della famiglia Somoza era all’epoca tra i 2 e i 4 miliardi di $ di cui un miliardo quello personale di Anastasio, patrimonio che era frutto della corruzione, del furto e della posizione economica di privilegio in Nicaragua.

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