È vergognoso constatare come l’Europa si sia lasciata sottrarre la propria politica estera dagli USA, che da alcuni anni impongono la linea d’azione che i paesi europei devono seguire, incluso il proprio Parlamento.
È il Dipartimento di Stato yankee che detta gli ordini che, come mansueti agnelli, i paesi europei eseguono alla lettera, esattamente come storicamente hanno fatto i latinoamericani, considerati il cortile di casa degli USA, con numerosi esempi a sostegno.
Per eseguire i dettami di Washington, oggi paesi come Germania, Francia, Regno Unito, Italia e altri di quel blocco europeo, soffrono la caduta del loro prodotto interno lordo, l’aumento dei prezzi, un incremento della disoccupazione e la perdita del tenore di vita che godevano fino a qualche anno fa.
Le sanzioni imposte dagli USA alla Russia per il conflitto provocato dall’Ucraina, come parte del piano yankee per avvicinare la NATO alle frontiere russe, hanno affondato l’Europa in una grave crisi economica a causa dell’interruzione forzata del gas russo, dell’acquisto di armi dagli USA, del dover consegnare a Kiev un’alta quantità delle loro riserve sotto la pressione yankee, così come dell’acquisto di gas a prezzi più alti che Washington “generosamente” offre, insieme ai miliardi di euro inviati all’Ucraina, senza una ripresa a breve o medio termine.
Il risultato si riflette nelle dichiarazioni di luglio del cancelliere Rachel Reeves, che ha affermato che la situazione economica del Regno Unito è la peggiore dalla II Guerra Mondiale.
Il debito nazionale del Regno Unito, nell’agosto 2024, ha raggiunto il 100% del prodotto interno lordo (PIL), secondo i dati del suo Ufficio di Statistica Nazionale, situazione non registrata dalla fine degli anni Sessanta del XX secolo. Il debito del settore pubblico è salito a 13,7 miliardi di sterline, circa 3,3 miliardi di sterline in più rispetto ad agosto 2023.
L’organizzazione benefica Buttle UK ha riferito che nelle famiglie a basso reddito spesso manca il cibo e molti genitori cedono il letto ai loro figli affinché non dormano sul pavimento.
In Germania, per la prima volta dalla formazione dell’Unione Europea, i livelli della produzione industriale sono diminuiti per il terzo anno consecutivo, secondo i rapporti di Eurostat e FMI. Le cause risiedono nella politica servile del governo tedesco verso Washington, nell’adozione delle sanzioni anti-russe dettate dal Dipartimento di Stato e nella consegna di miliardi di euro e di armi a Kiev.
Questo ha portato a un impatto negativo sui livelli di vita dei tedeschi, poiché l’interruzione del gas russo, causata dall’esplosione del gasdotto, ha aumentato i prezzi al consumo e ridotto tutto ciò che riguarda l’uso di quel combustibile.
Un altro esempio della connessione della politica estera europea a Washington si riflette nelle azioni contro Cuba da parte della Norvegia, paese che ha recentemente assegnato il premio Rafto al controrivoluzionario Luis Manuel Otero Alcántara, trasformato in artista dalla propaganda yankee, situazione simile a quella avvenuta qualche anno fa con il cosiddetto “graffitaro” El Sexto, che dopo essere arrivato a Miami hanno smesso di chiamarlo artista.
Otero Alcántara sta scontando una pena a Cuba per reati come oltraggio ai simboli patri e disordini pubblici, ma il Dipartimento di Stato insiste nel trasformarlo in dissidente e costringe altri paesi a seguire quella linea, per creare l’opinione che sia un “combattente per i diritti umani, la libertà di espressione e contro l’autoritarismo tramite l’arte”.
Un artista senza opere non è un artista, ma gli yankee costruiscono le linee narrative per trasformarlo, per magia, ed è per questo che la Fondazione Rafto lo ha premiato con 20000 $, come pagamento per le sue provocazioni tra il 2018 e il 2020, che hanno sempre avuto il sostegno materiale e morale dell’ambasciata USA a L’Avana, il che dimostra realmente chi lo dirige.
Sulla stessa linea di sottomissione europea si trova l’attuale campagna a favore di José Daniel Ferrer, controrivoluzionario e fedele esecutore degli ordini yankee che, nel 2011, seguendo le loro indicazioni, ha fondato un nuovo gruppo chiamato Unión Patriótica de Cuba, con il sogno di creare un movimento di opposizione a Santiago de Cuba. Da allora ha continuato a compiere azioni per attirare l’attenzione della stampa internazionale, con il totale sostegno dei diplomatici dell’ambasciata USA a L’Avana e della Fondazione Nazionale Cubano Americana a Miami.
In questo senso, il Parlamento Europeo ha recentemente approvato una risoluzione che: “esorta il governo cubano a liberare immediatamente e senza condizioni il capo oppositore José Daniel Ferrer, insieme ad altri detenuti per aver esercitato il loro diritto alla libertà di espressione e di riunione pacifica”.
La risoluzione esorta inoltre l’Unione Europea a imporre sanzioni contro i responsabili delle violazioni dei diritti umani a Cuba e contempla la possibilità di sospendere l’Accordo di Dialogo Politico e Cooperazione tra l’UE e Cuba, in vigore dal 2017, vero obiettivo perseguito dagli USA come parte della propria criminale e rafforzata guerra economica per tagliare ogni ingresso di denaro all’Isola.
L’eurodeputato Jorge Martín Frías, del partito spagnolo di estrema destra VOX, si è distinto nella richiesta di sanzioni contro Cuba, noto per i suoi legami con funzionari nordamericani presso l’ambasciata. Lo hanno seguito sulla stessa linea l’eurodeputata Raquel García, del Gruppo Renew Europe, e Gabriel Mato, eurodeputato del Partito Popolare, che hanno recitato il copione scritto a Washington con lo stesso ritornello sugli “abusi dei diritti umani e la crudeltà del regime”.
Anche l’eurodeputato spagnolo Francisco Millán Mon si è unito alla richiesta di sanzioni per i responsabili delle “violazioni dei diritti umani nell’Isola”, aggiungendo che la situazione a Cuba non è migliorata, mancano cibo, medicinali, luce, acqua, e “i diritti umani continuano a non essere rispettati”, ma ha omesso di spiegare le cause: la crudele guerra economica, commerciale e finanziaria che il governo USA impone da 65 anni per cercare di uccidere i cubani per fame e malattie.
La miglior prova di chi comanda e dirige la politica europea l’ha data Brian A. Nichols, segretario aggiunto per gli Affari dell’emisfero occidentale del Dipartimento di Stato, partecipando allo spettacolo mediatico a favore di José Daniel Ferrer, vecchio collaboratore degli yankee.
È importante scoprire chi sono i lacchè degli USA nel Parlamento Europeo, che si rivelano in queste crociate contro Cuba, oltre all’Istituto sulla Razza, Uguaglianza e Diritti Umani con sede a Washington e l’organizzazione terroristica Fundación Nacional Cubano Americana (FNCA), che ha emesso un comunicato a sostegno della risoluzione del Parlamento Europeo.
Nel comunicato della FNCA è ben specificato che il vero obiettivo perseguito dagli USA non è José Daniel Ferrer, ma ottenere la sospensione dell’Accordo di Dialogo Politico e Cooperazione tra l’UE e Cuba, ripetendo le stesse parole dei parlamentari pro-yankee: “Esortiamo l’Unione Europea ad applicare sanzioni contro i responsabili di queste violazioni e a considerare la sospensione dell’Accordo di Dialogo Politico e Cooperazione, dato il continuo deterioramento della situazione dei diritti umani sull’Isola”.
Tuttavia, né gli USA né tanto meno il Parlamento Europeo con i suoi parlamentari “preoccupati” per i diritti umani a Cuba, hanno condannato le 41118 vittime dell’assedio di Israele contro i palestinesi e i 95125 feriti e mutilati, che da quasi un anno subiscono bombardamenti spietati.
Non hanno nemmeno fatto una sola risoluzione di condanna per la recente esplosione di dispositivi di comunicazione in Libano, dove Israele ha ucciso almeno 8 persone e ferito gravemente 2750 con un’esplosione in tutto il paese; attacco che viola il diritto internazionale e costituisce un crimine di guerra, come denunciato da Volker Türk, alto commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani.
Doppia morale di quelli che dicono di preoccuparsi per i diritti umani.
Preciso fu José Martí nel segnalare: “È vano chiedere che la memoria cancelli da sé ciò che l’indigna”.
La política exterior de Europa está encadenada a Washington
Por Arthur González
Resulta vergonzoso constatar cómo Europa se ha dejado arrebatar su política exterior por los Estados Unidos, quien desde hace algunos años impone la línea de acción que los países europeos deben ejecutar, incluido su Parlamento.
Es el Departamento de Estado yanqui quien dicta las órdenes que como mansas ovejas cumplen al pie de la letra países europeos, tal como históricamente hicieron los latinoamericanos considerados el patio trasero de Estados Unidos y ejemplos sobran.
Por cumplir los dictados de Washington hoy países como Alemania, Francia, el Reino Unido de Gran Bretaña, Italia y otros de ese bloque europeo, sufren la caída de su producto interno bruto, el alza de los precios, un incremento del desempleo y la pérdida del nivel de vida que disfrutaban hasta hace unos años.
Las sanciones impuestas por Estados Unidos a Rusia por el conflicto provocado por Ucrania, como parte del plan yanqui para acercar a la OTAN a las fronteras rusas, ha hundido a Europa en una grave crisis económica debido al corte obligado del gas ruso, la compra de armas a Estados Unidos, al tener que entregar a Kiev un alto volumen de sus reservas por presiones yanquis, así como adquirir a precios más altos el gas que “bondadosamente” Washington ofrece, unido a los miles de millones de euros que le envían a Ucrania, sin una recuperación a corto o mediano plazo.
El resultado se comprueba en las declaraciones en el mes de julio de la canciller Rachel Reeves, quien aseveró que la situación económica del Reino Unido es la peor desde la Segunda Guerra Mundial.
La deuda nacional del Reino Unido en agosto de este 2024, alcanzó el 100% del producto interno bruto (PIB), según datos de su Oficina de Estadísticas Nacionales, situación no registrada desde la década de los años sesenta del siglo XX. La deuda del sector público ascendió a 13,700 millones de libras, unos 3,300 millones de libras más que en agosto del 2023.
La organización benéfica Buttle UK informó que en las familias con bajos ingresos suele faltar la comida y muchos padres le ceden la cama a sus hijos para que ellos no duerman en el suelo.
En Alemania, por primera vez desde la formación de la Unión Europea, los niveles de su producción industrial descendieron por tercer año consecutivo, según informes de Eurostat y el FMI. Las causas están en la política servil del actual gobierno alemán hacia Washington, al tener que adoptar las sanciones anti rusas dictadas por el Departamento de Estado, unido a la entrega de miles de millones de euros a Kiev y de armamento.
Esto trae aparejado una afectación en los niveles de vida de los alemanes porque el corte del gas ruso, provocado por la voladura del gasoducto, ha elevado los precios al consumidor y un recorte de todo lo relacionado al uso de ese combustible.
Otro ejemplo de la conexión de la política exterior europea a Washington, se refleja en las acciones contra Cuba por parte de Noruega, país que acaba de entregar el premio Rafto, al contrarrevolucionario Luis Manuel Otero Alcántara, convertido en artista por la propaganda yanqui, situación similar a lo que hicieron hace unos años con el denominado “grafitero” El Sexto, quien después de llegar a Miami dejaron de llamarlo artista.
Otero Alcántara cumple sanción en Cuba por delitos como ultraje a los símbolos patrios y desórdenes públicos, pero el Departamento de Estado insiste en convertirlo en disidente y obliga a otros países a seguir esa línea, para crea la matriz de opinión de que es un “luchador por los derechos humanos, la libertad de expresión y contra el autoritarismo mediante el arte”.
Un artista sin obra no es artista, pero los yanquis fabrican las líneas de mensaje para convertirlo por arte de magia, por eso la Fundación Rafto lo premió con 20,000 dólares, como pago a sus provocaciones durante 2018 y 2020, que siempre contaron con el respaldo material y moral de la embajada de Estados Unidos en La Habana, lo que dice realmente quien lo dirige.
En esa misma línea de sometimiento europeo está la actual campaña a favor de José Daniel Ferrer, contrarrevolucionario y fiel seguidor de las órdenes yanquis, quien en el año 2011 conformó por sus indicaciones un nuevo grupúsculo bajo el nombre de Unión Patriótica de Cuba, con el sueño de crear un movimiento opositor en Santiago de Cuba. Desde entonces no cesó de hacer acciones para llamar la atención de la prensa internacional, con total apoyo de diplomáticos de la embajada en La Habana y la Fundación Nacional Cubano Americana en Miami
En ese sentido, el Parlamento Europeo aprobó recientemente una resolución que: “insta al gobierno cubano a liberar de forma inmediata e incondicional al líder opositor José Daniel Ferrer, junto a otros detenidos por ejercer su derecho a la libertad de expresión y reunión pacífica”.
La resolución también exhorta a la Unión Europea a imponer sanciones contra aquellos responsables de las violaciones de derechos humanos en Cuba, y la posibilidad de suspender el Acuerdo de Diálogo Político y de Cooperación entre la UE y Cuba, vigente desde 2017, verdadero objetivo que persigue Estados Unidos como parte de su criminal y reforzada guerra económica para cortar todo ingreso de dinero a la Isla.
El eurodiputado Jorge Martín Frías, del partido español de ultraderecha VOX, se destacó en la solicitud de sanciones contra Cuba, pues se conocen sus relaciones con oficiales norteamericanos destacados en la embajada. Le siguieron en esa línea la eurodiputada Raquel García, del Grupo Renew Europa y Gabriel Mato, eurodiputado del Partido Popular, quienes desarrollaron el guión escrito en Washington con la misma seguidilla de “los abusos de derechos humanos y la crueldad del régimen”.
El eurodiputado español Francisco Millán Mon, también se sumó a la petición de sanciones para los responsables de “violaciones de derechos humanos en la Isla” y añadió que la situación en Cuba no ha mejorado, existen grandes carencias de alimentos, medicamentos, luz, agua, y siguen “sin respetarse los derechos humanos”, pero omitió explicar las causas: la cruel guerra económica, comercial y financiera que desde hace 65 años impone el gobierno de Estados Unidos, para tratar de matar por hambre y enfermedades a los cubanos.
La mejor evidencia de quién ordena y manda en la política europea la dio Brian A. Nichols, secretario adjunto para Asuntos del hemisferio occidental del Departamento de Estado, al sumarse al show mediático fabricado a favor de José Daniel Ferrer, viejo colaborador de los yanquis.
Importante resulta descubrir quienes son los lacayos de Estados Unidos en el Europarlamento, que se revelan en estas cruzadas contra Cuba, además del Instituto sobre Raza, Igualdad y Derechos Humanos (Raza e Igualdad) con sede en Washington y la organización terrorista Fundación Nacional Cubano Americana (FNCA), al emitir un comunicado en apoyo a la resolución del Parlamento Europeo.
En el comunicado de la FNCA queda bien especificado que el verdadero fin que persigue Estados Unidos no es José Daniel Ferrer, sino lograr la suspensión del Acuerdo de Diálogo Político y Cooperación entre la UE y Cuba, al repetir las mismas palabras que los parlamentarios proyanquis: “Exhortamos a la Unión Europea a aplicar sanciones contra los responsables de estas violaciones y a considerar la suspensión del Acuerdo de Diálogo Político y Cooperación, dado el continuo deterioro de la situación de derechos humanos en la isla”.
Sin embargo, ni Estados Unidos y menos el Parlamento Europeo con sus parlamentarios “preocupados” por los derechos humanos en Cuba, han condenado las 41,118 víctimas mortales en el asedio de Israel contra los palestinos y los 95,125 heridos y mutilados, que desde hace casi un año sufren bombardeos despiadados.
Tampoco han hecho una sola resolución de condena por la reciente detonación de dispositivos de comunicación en el Líbano, donde Israel asesinó al menos ocho personas y 2,750 resultaron gravemente heridas por la explosión en todo el país, ataque que viola el derecho internacional y constituye un crimen de guerra, hecho que denunció Volker Türk, alto comisionado de las Naciones Unidas para los Derechos Humanos.
Doble moral de esos que dicen preocuparse por los derechos humanos.
Preciso fue José Martí al señalar: “Es en vano pedir que la memoria arranque de sí lo que la indigna”.