La fondazione del quotidiano Granma avvenne il 3 ottobre 1965, 59 anni fa.
«Le nostre armi sono le idee». Questa sentenza divenne un faro per la Rivoluzione Cubana che, un giorno, caricò le sue convinzioni e le sue realtà su una nave per raggiungere i porti del mondo con l’aurora della verità, nella perpetua lotta con le nebbie della menzogna e della manipolazione mediatica.
Un Granma di carta cominciò a navigare per i mari agitati dell’informazione, così come lo yacht con gli 82 ribelli salpò dal Messico quasi nove anni prima. La missione risultò la stessa: «Arrivare, entrare e trionfare», ma stavolta nella coscienza dei lettori nazionali e di qualsiasi luogo del pianeta.
Il 3 ottobre del 1965, nell’oggi Teatro Karl Marx, quando l’organizzazione dell’avanguardia politica della società ricevette il nome di Partito Comunista di Cuba, si presentarono i primi membri del Comitato Centrale, si lesse nella voce di Fidel, la Carta di commiato del Che, e si decise di creare il giornale Granma.
La creazione del giornale era vincolata al processo d’unità tra tutte le forze rivoluzionarie.
Nacque dalla fusione tra i suoi precedenti Hoy, del Partito Socialista Popolare, e Revolución, del Movimento 26 de Luglio.
In accordo con il Comandante in Capo, in quelle circostanze esisteva la necessità di «concentrare le risorse umane, unire tutte queste risorse e fare un nuovo giornale che si sarebbe chiamato Granma».
Questa pubblicazione ha l’incarico di diffondere l’opera della Rivoluzione, i suoi principi e le conquiste, oltre all’integrità e la coesione popolare con il Partito e i suoi più alti rappresentanti.
Il quotidiano aiutò a fare dell’Isola grande delle Antille un esempio internazionale per i movimenti determinati ad affrontare l’avanzata dell’onda dell’imperialismo, che neutralizza i focus di resistenza, schiacciando i valori, le identità e le ragioni per lottare di ogni cultura.
Ogni epoca precisa un discorso differente per avvicinare di più le pagine stampate e digitali alla realtà che ci circonda e ai suoi protagonisti/lettori. Senza dubbio è già marcata la rotta marittima da quasi sei decenni: criticare, innalzare, informare, chiarire, però sempre dal centro dell’anima della Rivoluzione.
La comunicazione sociale deve consolidarsi come pilastro fondamentale nella gestione del Partito e del Governo
È iniziato il seminario di formazione La comunicazione sociale in Cuba: Le sfide nel contesto attuale
Con la partecipazione di dirigenti dei media di comunicazione e altre autorità si sta svolgendo nell’ Università del Partito Comunista di Cuba (PCC) Ñico López, il seminario di formazione /La comunicazione sociale in Cuba: sfide nel contesto attuale/, ha informato la ACN.
Marydé Fernández López, vice capo del Dipartimento Ideologico del Comitato Centrale del Partito, ha detto che l’incontro, che somma la preparazione dei dirigenti dei media di comunicazione, si realizza in un momento trascendentale, dato che si compiono 120 giorni dall’approvazione della Legge di Comunicazione Sociale nel paese, che quindi entra in vigore venerdì 4 ottobre..
La battaglia ideologica, la lotta per la pace, l’unità e la fermezza ideologica, sono le quattro missioni principali del Partito che si «situano in un contesto caratterizzato dalla crisi globale dopo la pandemia, dalla piattaforma di restauro capitalista e neoliberale, dall’acuirsi dei problemi provocati dal blocco imposto dal Governo statunitense e dalla complessità del processo d’attualizzazione del modello socialista».
Nonostante queste difficoltà, Fernández López ha riconosciuto la qualità del popolo cubano, la sua cultura politica e la sua capacità di resistenza come forze fondamentali. Ha, inoltre, segnalato che la comunicazione sociale si deve consolidare come un pilastro fondamentale della gestione del Partito e del Governo.