I media cubani finanziati dagli USA e la chiusura di USAID: un’analisi necessaria

In un ironico scherzo del destino, i lavoratori “dipendenti” dei media si trovano oggi a dover affrontare una crisi di finanziamenti in seguito alla decisione dell’ex presidente Trump di smantellare l’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USAID).

Le linee guida del Dipartimento di Stato americano, attualmente sottoposte a revisione giudiziaria, hanno congelato la maggior parte degli aiuti esteri, compresi i fondi destinati alle piattaforme mediatiche sovversive all’interno di Cuba. Una decisione che, secondo Trump, cerca di allineare l’assistenza internazionale alla sua politica “America First”. Ma cosa succede quando il benefattore sembra diventare il cattivo in questa narrazione?

Gli Stati Uniti non rinunceranno a utilizzare tutti i mezzi per cambiare il sistema socio-politico delle Grandi Antille. Questo è chiaro. Vediamo come cambiano i metodi, in un contesto di crescente ostilità.

Alcuni fatti sulla sovversione contro Cuba

Solo nell’anno fiscale 2024, il governo statunitense ha approvato più di 50 milioni di dollari per finanziare programmi sovversivi contro il nostro Paese. Una parte consistente di questi fondi viene convogliata attraverso l’USAID e il National Endowment for Democracy (NED).

Ad esempio, CubaNet, un organo di informazione anticubano con sede a Miami, ha ricevuto 500.000 dollari dall’USAID nel 2024, secondo le agenzie di stampa. Ora ha lanciato un appello ai suoi lettori per ottenere donazioni a causa della sospensione dei finanziamenti tradizionali. In un editoriale carico di disperazione, si legge: “Stiamo affrontando una sfida inaspettata… Se apprezzate il nostro lavoro e credete nel mantenimento della verità, chiediamo il vostro sostegno”.

Allo stesso modo, anche il Diario de Cuba, con sede a Madrid, ha lanciato un appello per ottenere fondi, sottolineando che la sospensione dell’assistenza governativa statunitense rende il suo lavoro ancora più difficile. Ma ancora una volta sorge una domanda: cosa significa veramente essere un media indipendente quando si dipende da finanziamenti stranieri?

La decisione di tagliare questi fondi sembra contraddire una più ampia politica del governo statunitense nei confronti di Cuba. Il governo delle Indie occidentali ha criticato duramente questi tentativi, accusando gli Stati Uniti di finanziare media che agiscono come strumenti della loro politica estera. Il viceministro degli Esteri Carlos Fernández de Cossío non ha esitato a descrivere questi media come “dipendenti dal loro padrone”, rivelando una scomoda verità sulla loro presunta indipendenza.

USAID: uno strumento di destabilizzazione sociale

Per decenni, USAID è stato un attore chiave nella proiezione dell’influenza statunitense nel mondo. Sebbene la sua missione ufficiale sia quella di promuovere lo sviluppo economico e sociale, il suo vero ruolo è quello di seminare sovversione e destabilizzazione politica nei Paesi percepiti come avversari degli interessi statunitensi. Cuba, in particolare, è diventata una vivida illustrazione dei tentativi di USAID di sovvertire l’ordine socio-politico.

Fin dalla sua creazione, è stata coinvolta in una serie di programmi volti a rafforzare la controrivoluzione. Nel caso di Cuba, ciò ha incluso il finanziamento di piattaforme “indipendenti” e organizzazioni non governative.

Uno degli aspetti più evidenti è la creazione di una narrativa favorevole agli interessi statunitensi. Attraverso i finanziamenti alle piattaforme digitali, l’USAID ha cercato di manipolare la narrazione del governo, presentando una versione ipercritica della realtà.

Offrono programmi di formazione e risorse a potenziali operatori politici. Li presentano come iniziative di sviluppo, quando il loro vero scopo è creare gruppi di contestazione al servizio della potenza straniera.

Per citare un solo esempio, nel 2014 è scoppiato uno scandalo sul programma ZunZuneo, una piattaforma di messaggistica progettata per mobilitare i giovani cubani senza che questi sapessero che era finanziata dal governo statunitense. Questi interventi fanno parte di una più ampia strategia di destabilizzazione del Paese.

Mentre il mondo osserva, è chiaro che le azioni di USAID e NED hanno profonde ripercussioni non solo sulla politica interna di Cuba, ma anche sulle relazioni internazionali e sull’espressione globale dell’interventismo statunitense.

Fonte: Razones de Cuba

Traduzione: italiacuba.it

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