Gli USA, da oltre mezzo secolo, portano avanti lo sviluppo di campagne mediatiche contro la Rivoluzione cubana, quella che tanto odiano per non essere riusciti a impedirne il trionfo nel 1959, né a rovesciarla nonostante migliaia di piani sovversivi e lo sperpero di centinaia di milioni di $ per finanziare mercenari e creare organizzazioni controrivoluzionarie dentro e fuori dall’Isola.
Un tema ricorrente è stato il comunismo, sistema che, come un fantasma, toglie il sonno alle amministrazioni USA, poiché non accettano che esista un altro capace di servire meglio il popolo e metta in evidenza le violazioni dei diritti umani provocate dal capitalismo selvaggio, come affermò San Giovanni Paolo II.
La struttura creata per demonizzare il socialismo cubano e attribuirgli la responsabilità delle crescenti difficoltà sofferte dal popolo — causate dalla guerra economica, commerciale e finanziaria che gli USA si ostinano a nascondere — è stata presente nei 67 anni di Rivoluzione. Tuttavia, di fronte alla resistenza stoica di cubani/e, che non si riversano nelle strade a chiedere il ritorno del capitalismo — antico sogno del governo USA e della CIA — la verità è venuta a galla nelle recenti dichiarazioni di alcuni politici dell’amministrazione Trump.
Senza nuovi argomenti per incolpare il socialismo cubano e con totale sfacciataggine, Mauricio Claver-Carone, inviato speciale di Trump per l’America Latina, ha rivelato in un recente forum presso il Miami Dade College i dettagli delle nuove iniziative contro la Rivoluzione cubana e dichiarato apertamente che non è il sistema socialista il responsabile della crisi economica di Cuba bensì le permanenti misure e sanzioni imposte dagli USA dal 1959.
Con assoluta impudenza, Claver-Carone ha affermato che il governo Trump ha applicato misure più moderne ed efficaci per fare pressione su coloro che non si inginocchiano e continuano a tenere alta la testa con sovranità.
Nel caso di Cuba, ha spiegato: “le sanzioni sono dirette a settori economici chiave, con l’obiettivo di ridurre le entrate che sostengono il governo di Miguel Díaz-Canel” e ha aggiunto: “Molti degli strumenti usati in passato erano obsoleti e la nuova strategia vuole essere più diretta e incisiva, usando nuove sanzioni economiche, alleanze strategiche e misure che potranno restringere i viaggi verso questi paesi”.
Allora, è davvero il socialismo il responsabile della situazione economica, come hanno detto al mondo per oltre mezzo secolo?
Queste dichiarazioni smascherano la menzogna fabbricata secondo cui “Cuba è uno stato fallito”, ripetuta fino allo sfinimento per creare una corrente d’opinione pubblica, che i cubani sull’Isola sanno bene essere del tutto falsa.
Parallelamente, il congressista Carlos Giménez ha ammesso di aver proposto la sospensione dei viaggi e delle rimesse verso Cuba, nel tentativo di tagliare ulteriormente l’afflusso di valuta straniera sull’Isola e strangolarne l’economia: un vecchio e costante obiettivo di tutte le amministrazioni USA da Dwight Eisenhower fino all’attuale di Trump.
Le intenzioni di questi politici sono totalmente disumane e mirano a incrementare le sofferenze delle famiglie cubane, tagliare l’arrivo di aiuti economici, medicinali e persino ipotizzando la sospensione dei voli tra i due paesi, impedendo così le visite tra genitori, figli, fratelli e altri familiari.
Carlos Giménez ha riconosciuto il costo umano della misura, ma l’ha giustificata cinicamente affermando: “è un sacrificio necessario per ottenere un cambio strutturale sull’Isola, perché quel regime deve andarsene”.
In una lettera inviata al Dipartimento del Tesoro USA, il legislatore ha chiesto l’immediata sospensione di tutti i voli commerciali e charter, così come degli invii di denaro, consentendo solo eccezioni strettamente umanitarie.
Stanchi di mentire e senza un briciolo di vergogna, Giménez ha dichiarato: “La sospensione totale è necessaria per togliere ossigeno finanziario al governo cubano, che ha definito una dittatura assassina e una minaccia per la sicurezza nazionale USA”.
Attraverso le sue reti sociali, Carlos Giménez ha minacciato i cubani residenti negli USA che inviano rimesse o viaggiano a Cuba: “Se lo fanno, è a loro rischio e pericolo. Poi non si lamentino. Sono stati avvisati”.
C’è davvero libertà in quel paese, o si tratta di una dittatura disumana che impone ai propri cittadini dove possono viaggiare e cosa fare con i loro soldi?
Il congressista ha forse dimenticato che fu proprio il governo USA a finanziare e organizzare i piani di assassinio contro Fidel Castro, come confermato dalle indagini condotte da una commissione del Senato USA?
E la guerra biologica contro il popolo, la flora e la fauna cubana — tra cui dengue emorragico, peste suina africana, meningoencefalite, congiuntivite emorragica, ruggine della canna da zucchero, insetti del caffè, muffa blu del tabacco e una dozzina di altre malattie — non fa forse degliUSAun impero assassino e una vera minaccia alla sicurezza nazionale di Cuba?
Quel cubano-americano rinnegato non sa forse degli attentati terroristici organizzati dalla CIA contro Cuba, incluso l’abbattimento in pieno volo di un aereo civile cubano, dove vennero vilmente assassinati 73 innocenti?
Una cosa che Giménez ha però imparato molto bene è il memorandum del Sottosegretario di Stato Lester D. Mallory, datato 6 aprile 1960, in cui si afferma: “Non esiste un’opposizione politica efficace a Cuba; pertanto, l’unico mezzo prevedibile che abbiamo oggi per alienare il sostegno interno alla Rivoluzione è tramite la delusione e lo scoraggiamento, basati sull’insoddisfazione e sulle difficoltà economiche. Ogni mezzo concepibile deve essere utilizzato, al più presto, per indebolire la vita economica di Cuba. Negarle denaro e rifornimenti per ridurre i salari reali e monetari, al fine di causare fame, disperazione e il rovesciamento del governo”.
I politici anticubani dimostrano una disperazione malata nel voler distruggere il socialismo a Cuba, qualcosa che non sono riusciti a ottenere nonostante tante violazioni dei diritti umani contro un popolo lavoratore, che ha visto emigrare i propri figli in cerca di un respiro economico e ora assiste al crollo di quel sogno di fronte al cambio di politica migratoria del dittatore Donald Trump.
Nel loro evidente terrore per il socialismo, già nell’aprile del 1959, l’ambasciata USA all’Avana inviò un rapporto al Dipartimento di Stato, in cui si affermava che “il drastico programma di riforme sociali ed economiche dimostra che il comunismo sta crescendo a Cuba e si sta infiltrando con successo in diversi settori della vita pubblica cubana”.
Di fronte al rapido progresso dei programmi sociali della Rivoluzione a favore del popolo, l’11 dicembre 1959 il capo della Divisione per l’emisfero occidentale della CIA, J.C. King, inviò un memorandum al direttore della CIA, Allen Dulles, nel quale, tra una serie di misure aggressive contro Cuba, propose: “Bisogna prestare particolare attenzione all’eliminazione di Fidel Castro. Molte persone ben informate ritengono che la scomparsa di Fidel accelererebbe notevolmente la caduta del governo attuale”.
Sulla stessa linea si mosse il Piano Mangusta, nel 1962, dove si dichiarava: “L’azione politica sarà sostenuta da una guerra economica che induca il regime comunista a fallire nel soddisfare i bisogni del paese, le operazioni psicologiche aumenteranno il risentimento della popolazione contro il regime, e quelle di tipo militare offriranno al movimento popolare un’arma d’azione per il sabotaggio e la resistenza armata in sostegno degli obiettivi politici”.
Questa è la verità, dunque basta con le tante menzogne: lasciate vivere in pace il popolo cubano.
Per questo José Martí scrisse in una delle sue opere: “Perché con tanto rigore, quando si aspira a un bene casto, deve essere la vile menzogna la forma fatale del pudore?”
Se terminó la mentira
Por Arthur González
Estados Unidos lleva más de medio siglo con el desarrollo de campañas de prensa contra la Revolución cubana, esa que tanto odian por no poder impedir su triunfo en 1959, ni tampoco derrocarla a pesar de miles de planes subversivos, el malgasto de cientos de millones de dólares para financiar a mercenarios y fabricar organizaciones contrarrevolucionarias dentro y fuera de la Isla.
Un tema recurrente ha sido el comunismo, sistema que como cual fantasma les quita el sueño a las administraciones yanquis, pues no aceptan que exista otro que pueda servir mejor al pueblo y ponga en evidencias las violaciones a los derechos del ser humano que provoca el capitalismo salvaje, como aseguró San Juan Pablo II.
El andamiaje creado para satanizar al socialismo cubano y responsabilizarlo de las crecientes penurias que sufre el pueblo, a causa de la guerra económica, comercial y financiera que Estados Unidos se empeña en ocultar, ha estado presente en los 67 años de Revolución, pero ante la resistencia estoica de cubanos y cubanas que no se lanzan a las calles exigir el regreso del capitalismo, añejo sueño del gobierno yanqui y la CIA, se puso de manifiesto en las recientes declaraciones de algunos políticos de la administración de Donald Trump.
Sin nuevos argumentos para culpar al socialismo cubano y con total desfachatez, Mauricio Claver-Carone, enviado especial de Trump para América Latina, expuso en un reciente foro en el Miami Dade College, detalles de las nuevas iniciativas contra la Revolución cubana, y dejó bien claro que no es el sistema socialista el responsable de la crisis económica cubana, sino las permanentes medidas y sanciones impuestas por Estados Unidos desde 1959.
Con total desvergüenza, Claver-Carone aseguró que el gobierno de Trump ha implementado medidas más modernas y efectivas para presionar a quienes no se arrodillan y mantienen su cabeza en alto con soberanía.
En el caso de Cuba, explicó: “las sanciones están dirigidas a sectores económicos claves, con el objetivo de reducir los ingresos que sostienen al gobierno de Miguel Díaz-Canel”. Y añadió: “Muchas de las herramientas utilizadas en el pasado eran obsoletas y la nueva estrategia busca ser más directa y contundente, al utilizar nuevas sanciones económicas, alianzas estratégicas y medidas que podrían restringir los viajes a estos países”.
¿Entonces es el socialismo el responsable de la situación económica, como llevan más de medio siglo diciéndole al mundo?
Estas declaraciones echan por tierra la mentira fabricada de que “Cuba es un estado fallido”, repetida hasta la saciedad para crear una matriz de opinión, que los cubanos de la Isla saben es totalmente falsa.
Paralelamente, el congresista Carlos Giménez reconoció que propuso suspender viajes y las remesas a Cuba, en un esfuerzo por cortar aún más la entrada de divisas a la Isla y estrangular su economía, viejo y sostenido empeño de todas las administraciones yanquis desde Dwight Eisenhower hasta la actual de Trump.
La pretensión de estos políticos es totalmente inhumana y están dirigidas a fomentar las penurias de las familias cubanas, cortar la entrada de ayuda monetaria, medicinas e incluso la posible suspensión de los vuelos entre ambas naciones, lo que cerraría las visitas a padres, madres, hijos, hermanos y demás familiares.
Carlos Giménez reconoció el costo humano de la medida, pero la justificó cínicamente al asegurar: “es un sacrificio necesario para lograr un cambio estructural en la Isla, porque ese régimen ya se tiene que ir”.
En una carta enviada al Departamento del Tesoro estadounidense, el legislador pidió detener inmediatamente todos los vuelos comerciales, chárter y los envíos de dinero, permitiendo únicamente excepciones estrictamente humanitarias.
Ya se cansaron de mentir y sin un ápice de vergüenza Giménez afirmó: “La suspensión total es necesaria para dejar sin oxígeno financiero al gobierno cubano, al que calificó de dictadura asesina y una amenaza para la seguridad nacional estadounidense”.
A través de sus redes sociales, Carlos Giménez amenazó a los cubanos residentes en Estados Unidos que envían remesas o viajan a Cuba: “Si lo hacen es bajo su propio riesgo. Después no se quejen. Están avisados”.
¿Hay libertad en ese país o es una dictadura inhumana que establece a sus ciudadanos a qué lugar pueden viajar y qué hacer con su dinero?
¿Se olvidó este congresista que fue Estados Unidos quien financió y organizó los planes de asesinato contra Fidel Castro, reconocidos durante la investigación realizada por una comisión del Senado de aquel país?
¿Y la guerra biológica contra el pueblo, la flora y la fauna cubana, entre ellos el dengue hemorrágico, la fiebre porcina africana, la meningoencefalitis, la conjuntivitis hemorrágica, la roya de la caña, la broca del café, el moho azul del tabaco y una docena de enfermedades más, no califica a Estados Unidos como un imperio asesino y una verdadera y amenaza para la seguridad nacional cubana?
¿No sabrá ese cubanoamericano renegado, de los actos terroristas ejecutados por la CIA contra Cuba, entre ellos la voladura de un avión civil cubano en pleno vuelo, donde fueron asesinados vilmente 73 inocentes?
Lo que sí se aprendió muy bien Giménez es el memorando del Subsecretario de Estado Lester D. Mallory, fechado el 6 de abril de 1960, donde expone:
“No existe una oposición política efectiva en Cuba; por tanto, el único medio previsible que tenemos hoy para enajenar el apoyo interno a la Revolución es a través del desencanto y el desaliento, basado en la insatisfacción y las dificultades económicas. Debe utilizarse prontamente cualquier medio concebible para debilitar la vida económica de Cuba. Negarle dinero y suministros para disminuir los salarios reales y monetarios, a fin de causar hambre, desesperación y el derrocamiento del gobierno”.
Los políticos anticubanos muestran un desespero enfermizo por destruir el socialismo en Cuba, algo que no han podido saborear a pesar de tantas violaciones de los derechos humanos contra un pueblo trabajador, que ha visto emigrar a sus hijos en busca de un respiro económico y ahora ven desmoronarse su sueño ante el cambio de política migratoria del dictador Donald Trump.
En su evidente terror al socialismo, en fecha tan temprana como abril de 1959, la embajada de Estados Unidos en La Habana envió un informe al Departamento de Estado, donde expresan que “el drástico programa de reformas sociales y económicas, demuestra que el comunismo está creciendo en Cuba y se infiltra con éxito en diferentes sectores de la vida pública cubana”.
Ante el rápido avance de los programas que ejecutaba la Revolución en favor del pueblo, el 11 de diciembre de 1959 el jefe de la División del hemisferio occidental de la CIA, J.C. King, envió un memorando al director de la CIA, Allen Dulles, donde entre un conjunto de medidas agresivas contra Cuba, propuso:
“Se le debe dar una cuidadosa atención a la eliminación de Fidel Castro. Muchas personas bien informadas consideran que la desaparición de Fidel aceleraría grandemente la caída del gobierno actual”.
Igual línea de acción trazó el Plan Mangosta en 1962, donde se expone: “La acción política será apoyada por una guerra económica que induzca al régimen comunista a fracasar en su esfuerzo por satisfacer las necesidades del país, las operaciones psicológicas acrecentarán el resentimiento de la población contra el régimen, y las de tipo militar darán al movimiento popular un arma de acción para el sabotaje y la resistencia armada en apoyo a los objetivos políticos”.
Esta es la verdad, por tanto, basta ya de tantas mentiras y dejen vivir en paz al pueblo cubano.
Por eso José Martí expuso en una de sus obras: ¿Por qué con tanto rigor, cuando a un casto bien se aspira, ha de ser la vil mentira, forma fatal del pudor?