Smontando le menzogne del New York Times sui medici cubani:

una risposta necessaria

RC

In un recente articolo, The New York Times cerca di delegittimare la collaborazione medica cubana in America Latina attraverso accuse infondate, che mirano a screditare una delle più grandi espressioni di solidarietà internazionale di Cuba. Si torna alla retorica di catalogarla come “tratta di persone e lavoro forzato”, agendo, ancora una volta, come punta di lancia dell’ostilità del governo USA contro l’Isola.

Parlare di “schiavitù moderna” è privo di fondamento e risponde a una campagna politica degli USA per screditare la cooperazione medica cubana, che ha beneficiato milioni di persone in tutto il mondo.

La collaborazione internazionalista è un programma volontario e solidale che si conforma agli schemi internazionali di cooperazione Sud-Sud, dove Cuba apporta risorse umane altamente qualificate per sostenere paesi con necessità in ambito di salute pubblica. Parte dei proventi generati è destinata ai medici e un’altra parte al sistema di salute pubblica cubano, il che consente di sostenere e rafforzare il sistema sanitario nazionale a Cuba, riconosciuto a livello mondiale per la sua qualità ed efficienza.

D’altra parte, nessun paese ha abbandonato le missioni mediche cubane; al contrario, vari governi difendono e apprezzano la collaborazione, riconoscendo che le condizioni lavorative rispettano gli standard internazionali. La cooperazione medica cubana non solo salva vite, ma rafforza anche i sistemi sanitari dei paesi riceventi, contribuendo all’integrazione regionale e allo sviluppo sociale, in linea con i principi etici e umanitari che ispirano Cuba da oltre sei decenni.

Perché le missioni mediche cubane non costituiscono tratta di persone

 

Le dichiarazioni di Johana Tablada, vicedirettrice generale per gli USA del Ministero degli Affari Esteri di Cuba, sono categoriche nell’affermare che non esistono le condizioni che configurerebbero un’operazione di tratta di persone in questi programmi.

Volontarietà e consenso: i professionisti della salute cubani decidono volontariamente di partecipare alle missioni, senza coercizione né inganno.

Retribuzione giusta: ricevono uno stipendio per il loro lavoro, parte del quale è destinata al sistema sanitario cubano per sostenere il modello pubblico, e un’altra parte viene consegnata ai medici.

Libertà di movimento: non sono reclusi né privati della loro libertà personale durante le missioni.

Cooperazione internazionale legittima: i programmi si adeguano agli schemi di cooperazione Sud-Sud riconosciuti dalle Nazioni Unite, basati sulla solidarietà e sullo scambio equo tra paesi.

Riconoscimento internazionale: organismi come l’OMS e governi dei paesi riceventi apprezzano e difendono la collaborazione medica cubana come un apporto umanitario e professionale.

Inoltre, Tablada ha sottolineato che è contraddittorio che gli USA critichino la collaborazione medica cubana mentre mantengono politiche aggressive che colpiscono la salute pubblica a Cuba e nella regione.

La campagna mediatica che cerca di presentare la collaborazione medica cubana come uno schema di sfruttamento e tratta di persone è una manipolazione politica priva di fondamento reale. La verità è che Cuba offre un esempio di solidarietà internazionale, etica professionale e impegno umanitario che ha salvato milioni di vite e rafforzato la salute pubblica in numerosi paesi, specialmente in America Latina e nei Caraibi.

Trump e l’inasprimento della politica contro Cuba

 

La campagna degli USA contro le missioni mediche cubane fa parte di un apparato più ampio di inasprimento della politica di massima pressione e blocco contro Cuba, che mira ad asfissiare economicamente e politicamente l’isola per forzare un cambio del sistema sociopolitico. Questa offensiva include la recente reinclusione di Cuba nella lista dei paesi patrocinatori del terrorismo, una misura arbitraria e priva di fondamento che cerca di isolare ulteriormente il paese a livello internazionale.

Il 25 febbraio, il segretario di Stato USA, Marco Rubio, ha annunciato l’ampliamento delle restrizioni sui visti per persone legate al sistema di salute pubblica della Maggiore delle Antille, in particolare contro funzionari cubani e altri legati alle missioni mediche internazionali. Questa politica, promossa inizialmente da Rubio e dall’ex senatore, corrotto, Bob Menéndez, è un sopruso che intende danneggiare la reputazione e il funzionamento della cooperazione medica cubana, che ha salvato milioni di vite nel mondo.

Il ministro degli Esteri cubano, Bruno Rodríguez Parrilla, ha denunciato che questa decisione si basa su falsità e mira a favorire gruppi di interesse negli USA, mentre si ignorano i diritti e i bisogni del popolo cubano.

Inoltre, si considerano altre misure di pressione come la sospensione di viaggi e rimesse, che colpirebbero direttamente le famiglie cubane e l’economia nazionale. Mauricio Claver-Carone, inviato speciale della Casa Bianca per l’America Latina, e il deputato anticubano Carlos Giménez hanno espresso pubblicamente il loro sostegno a queste politiche coercitive, evidenziando la continuità di un’agenda ostile che non cessa nonostante gli appelli internazionali alla normalizzazione dei rapporti.

In risposta, il presidente Miguel Díaz-Canel Bermúdez ha respinto energicamente queste azioni, definendole ingiuste, arbitrarie e parte di una guerra economica e mediatica contro Cuba.

“È illusorio pensare che il governo USA, invece di soldati e armi, possa inviare medici alle stesse condizioni solidali e preferenziali con cui lo fa Cuba”, ha affermato il presidente cubano.

Hanno riaffermato l’impegno del paese con la solidarietà internazionale e la cooperazione medica, pilastri fondamentali della politica estera cubana e genuina espressione del suo umanesimo.

Questo apparato repressivo non è un fatto isolato, bensì la manifestazione di una politica sistematica di blocco e assedio che cerca di indebolire Cuba mediante la pressione economica, diplomatica e mediatica. Tuttavia, il popolo cubano e il suo governo mantengono ferma la loro resistenza contro l’imperialismo, difendendo la propria sovranità, dignità e diritto a costruire un progetto sociale proprio, basato sulla giustizia sociale e la solidarietà internazionale.

La campagna contro i medici cubani è, in definitiva, un capitolo in più dell’aggressione USA che Cuba affronterà con la stessa fermezza e unità che ha dimostrato per oltre sei decenni. La cooperazione medica continuerà ad essere un esempio di altruismo e impegno con l’umanità, di fronte alle manovre di chi pretende usare la menzogna e la coercizione per piegare un popolo libero.


Desmontando las mentiras del New York Times sobre los médicos cubanos: Una respuesta necesaria

 

En reciente artículo, The New York Times intenta deslegitimar la colaboración médica cubana en América Latina mediante acusaciones infundadas, que buscan empañar una de las mayores expresiones de solidaridad internacional de Cuba. Vuelven a la retórica de catalogarlas como “trata de personas y trabajo forzado”, actuando, una vez más, como punta de lanza de la hostilidad del gobierno estadounidense contra la Isla.

Hablar de “esclavitud moderna” carece de fundamento y responde a una campaña política de Estados Unidos para desacreditar la cooperación médica cubana, que ha beneficiado a millones de personas en todo el mundo.

La colaboración internacionalista es un programa voluntario y solidario que se ajusta a los esquemas internacionales de cooperación sur-sur, donde Cuba aporta recursos humanos altamente calificados para apoyar a países con necesidades en salud pública. Parte de los ingresos generados se destinan a los médicos y otra parte al sistema de salud pública cubano, lo que permite sostener y fortalecer el sistema nacional de salud en Cuba, reconocido mundialmente por su calidad y eficiencia.

Por otro lado, ningún país ha abandonado las misiones médicas cubanas; al contrario, varios gobiernos defienden y valoran la colaboración, reconociendo que las condiciones laborales cumplen con estándares internacionales. La cooperación médica cubana no solo salva vidas, sino que también fortalece los sistemas de salud de los países receptores, contribuyendo a la integración regional y al desarrollo social, en línea con los principios éticos y humanitarios que inspiran a Cuba desde hace más de seis décadas.

Por qué las misiones médicas cubanas no constituyen trata de personas

Las declaraciones de Johana Tablada, subdirectora General de Estados Unidos en el Ministerio de Relaciones Exteriores de Cuba, son contundentes al señalar que no existen las condiciones que tipificarían una operación de trata de personas en estos programas.

Voluntariedad y consentimiento: Los profesionales de la salud cubanos deciden voluntariamente participar en las misiones, sin coerción ni engaño.

Remuneración justa: Reciben un salario por su trabajo, parte del cual se destina al sistema de salud cubano para sostener el modelo público, y otra parte es entregada a los médicos.

Libertad de movimiento: No están recluidos ni privados de su libertad personal durante las misiones.

Cooperación internacional legítima: Los programas se ajustan a los esquemas de cooperación sur-sur reconocidos por Naciones Unidas, basados en la solidaridad y el intercambio justo entre países.

Reconocimiento internacional: Organismos como la OMS y gobiernos de países receptores valoran y defienden la colaboración médica cubana como un aporte humanitario y profesional.

Además, Tablada ha señalado que es contradictorio que Estados Unidos critique la colaboración médica cubana mientras mantiene políticas agresivas que afectan la salud pública en Cuba y la región.

La campaña mediática que intenta presentar la colaboración médica cubana como un esquema de explotación y trata de personas es una manipulación política sin sustento real. La verdad es que Cuba ofrece un ejemplo de solidaridad internacional, ética profesional y compromiso humanitario que ha salvado millones de vidas y fortalecido la salud pública en numerosos países, especialmente en América Latina y el Caribe.

Trump y el recrudecimiento de la política contra Cuba

La campaña de Estados Unidos contra las misiones médicas cubanas forma parte de un entramado más amplio de recrudecimiento de la política de máxima presión y bloqueo contra Cuba, que busca asfixiar económica y políticamente a la isla para forzar un cambio de sistema sociopolítico. Esta ofensiva incluye la reciente reincorporación de Cuba a la lista de países patrocinadores del terrorismo, una medida arbitraria y sin fundamento que busca aislar aún más al país en el ámbito internacional.

El 25 de febrero, el secretario de Estado estadounidense, Marco Rubio, anunció la ampliación de las restricciones de visas para personas vinculadas al sistema de salud pública de la Mayor de las Antillas, en particular contra funcionarios cubanos y otros relacionados con las misiones médicas internacionales. Esta política, impulsada inicialmente por Rubio y el corrupto exsenador Bob Menéndez, es un atropello que pretende dañar la reputación y el funcionamiento de la cooperación médica cubana, que ha salvado millones de vidas en el mundo.

El canciller cubano, Bruno Rodríguez Parrilla, denunció que esta decisión se basa en falsedades y busca beneficiar a grupos de interés en Estados Unidos, mientras se ignoran los derechos y necesidades del pueblo cubano.

Además, se barajan otras medidas de presión como la suspensión de viajes y remesas, que afectarían directamente a las familias cubanas y a la economía nacional. Mauricio Claver-Carone, enviado especial de la Casa Blanca para América Latina, y el congresista anticubano Carlos Giménez han expresado públicamente su apoyo a estas políticas coercitivas, evidenciando la continuidad de una agenda hostil que no cesa pese a los llamados internacionales a la normalización de relaciones.

En respuesta, el presidente Miguel Díaz-Canel Bermúdez ha rechazado enérgicamente estas acciones, calificándolas de injustas, arbitrarias y parte de una guerra económica y mediática contra Cuba.

“Es iluso pensar que el gobierno de los EE. UU., en lugar de soldados y armas, pueda enviar médicos en las mismas condiciones solidarias y preferenciales que lo hace Cuba”, afirmó el mandatario cubano.

Han reafirmado el compromiso del país con la solidaridad internacional y la cooperación médica, pilares fundamentales de la política exterior cubana y expresión genuina de su humanismo.

Este entramado represivo no es un hecho aislado, sino la manifestación de una política sistemática de bloqueo y asedio que busca debilitar a Cuba mediante la presión económica, diplomática y mediática. Sin embargo, el pueblo cubano y su gobierno mantienen firme su resistencia ante el imperialismo, defendiendo su soberanía, dignidad y derecho a construir un proyecto social propio, basado en la justicia social y la solidaridad internacional.

La campaña contra los médicos cubanos es, en definitiva, un capítulo más de la agresión estadounidense que Cuba enfrentará con la misma valentía y unidad que ha demostrado durante más de seis décadas. La cooperación médica seguirá siendo un ejemplo de altruismo y compromiso con la humanidad, frente a las maniobras de quienes pretenden usar la mentira y la coerción para doblegar a un pueblo libre.

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