Marchemos contra el bloqueo y el fascismo que regresa. Contra el genocidio en #Gaza y los genocidios silenciosos que provoca el mar de injusticias que amenaza a nuestra especie.
Marchemos por ese mundo mejor posible que #Cuba quiere y merece.
¡Nos vemos el #1Mayo! pic.twitter.com/hkz21U9juo
— Miguel Díaz-Canel Bermúdez (@DiazCanelB) April 29, 2025
Alle sette di questa bella mattina di maggio si sono sentite le note del nostro inno nazionale. Il concetto di Rivoluzione è risuonato ancora una volta nella Plaza de la Revolución José Martí, 25 anni dopo che il Comandante in Capo ci ha invitato a emanciparci, a sfidare le forze dominanti all’interno e all’esterno della sfera nazionale; a combattere con coraggio.
Gli slogan: Abbasso il blocco
La Patria ha chiamato, e nelle piazze e nei viali il popolo è lì a festeggiare. Nella capitale, dalla storica tribuna, i massimi dirigenti del Partito, del Governo, della Centrale dei Lavoratori di Cuba, le organizzazioni politiche e di massa, gli ospiti stranieri in rappresentanza di 269 organizzazioni di solidarietà di 39 Paesi, gli spedizionieri dello yacht Granma, gli Eroi e le Eroine del Lavoro, sono tutti riuniti per celebrare l’anniversario.
Il Generale dell’Esercito Raúl Castro Ruz, leader della Rivoluzione, e Miguel Díaz/Canel Bermúdez, Primo Segretario del Partito Comunista di Cuba e Presidente della Repubblica, hanno presieduto la cerimonia.
Il corteo è stato preceduto dal discorso di Ulises Guilarte De Nacimiento, membro dell’Ufficio Politico e Segretario Generale della CTC, che ha affermato: “Continueremo senza esitazione la battaglia che stiamo combattendo per il consolidamento della nostra libertà, indipendenza e giustizia sociale; lo conferma il mare di persone che inonda le piazze di tutto il Paese con lo slogan Por Cuba juntos creamos, il cui contenuto ratifica la convinzione che l’unità è la garanzia della vittoria”.
Un mar de pueblo
Per quanto il nemico ci provi, non potrà nascondere questa celebrazione della Giornata Internazionale dei Lavoratori a Cuba, dove con la partecipazione e l’impegno di tutti si cercano ogni giorno soluzioni alle enormi sfide imposte dalla battaglia economica che stiamo combattendo con le nostre forze”, ha dichiarato Ulises Guilarte De Nacimiento, membro dell’Ufficio Politico e segretario generale della Centrale dei Lavoratori di Cuba, nel suo discorso prima dell’inizio delle sfilate del Primo Maggio.
Nelle sue parole si è rivolto in particolare agli “amici di tutto il mondo, che come i cubani non vivono di minacce o ricatti, ed è per questo che oggi sono qui, insieme a noi, con il nostro popolo, e in questa storica Plaza de la Revolución, José Martí, dove 25 anni fa il Comandante in Capo Fidel Castro Ruz ci ha lasciato in eredità il concetto più integrale del significato di rivoluzione, che milioni di cubani sottoscrivono”.
Ha sottolineato che stiamo celebrando la festa del proletariato mondiale nel mezzo di uno scenario internazionale complicato, poiché c’è “una rinnovata e pericolosa offensiva imperialista, con espressioni neofasciste che cercano di ridisegnare il sistema internazionale, di disconoscere i principi della coesistenza pacifica e dell’uguaglianza sovrana tra gli Stati, nonché di far regredire le conquiste di giustizia e dignità umana ottenute dai popoli”.
In questo contesto”, ha sottolineato, ‘la Grande Antille manterrà la sua incrollabile decisione di essere fedele ai nostri eroi e di preservare la patria, ottenuta a costo di enormi sacrifici e del sangue dei suoi migliori figli e figlie’.
“Perseguiremo incessantemente l’indipendenza e la giustizia sociale. Lo conferma il mare di gente che oggi inonda le piazze di tutto il Paese, con lo slogan “Insieme creiamo Cuba”, il cui contenuto ratifica la convinzione che la principale e decisiva garanzia di vittoria è l’unità e la capacità di lavorare, innovare e fare le cose in modo diverso”, ha detto il leader sindacale.
Il nostro impegno è per un futuro pacifico, prospero e giusto, capace di superare le sfide attuali. Un futuro di ottimismo e progresso per le nuove generazioni, basato sul lavoro dignitoso e sulla solidarietà.
Nel suo discorso ha riconosciuto che “siamo consapevoli che c’è ancora molto da fare, processi da organizzare e tendenze negative da sradicare, compresi molti atteggiamenti burocratici, metodi e stili di lavoro da perfezionare con disciplina, sforzo, creatività, scienza e conoscenza”. Per questo ha riflettuto che in questo percorso è necessario massimizzare le ricette produttive esistenti in ogni settore e lavoro, consolidare i poteri concessi alla nostra impresa statale socialista e il suo corretto collegamento con il settore non statale, in modo che contribuisca a una maggiore e diversificata fornitura di beni e servizi alla crescita dei guadagni convertibili in valuta estera.
È fondamentale, ha detto, aumentare la produzione alimentare per diventare il più possibile autosufficienti e ridurre così le importazioni di cibo a prezzi sempre più proibitivi.
Il segretario generale della CTC ha affermato che “consapevoli che la verità, la ragione e la giustizia sono dalla nostra parte, continuiamo a chiedere la revoca del disumano blocco economico, commerciale e finanziario del governo degli Stati Uniti contro Cuba, ora intensificato con nuove misure coercitive, i cui effetti negativi per il popolo sono aggravati dalla reincorporazione arbitraria del nostro Paese, lo scorso 20 gennaio, nell’infame e unilaterale lista dei presunti sponsor di Stato del terrorismo. L’obiettivo è provocare penuria, destabilizzare il Paese e realizzare il loro sogno fallito di dominare Cuba”. Ha inoltre denunciato la perversa campagna del governo statunitense contro i programmi di collaborazione medica che il nostro Paese offre in più di 50 nazioni, in quello che ha definito “un autentico esempio di umanesimo, solidarietà e cooperazione”.
“Allo stesso modo, ratifichiamo il nostro assoluto rifiuto della guerra genocida condotta dal governo israeliano contro i bambini della terra palestinese. Alziamo la bandiera della solidarietà con il movimento sindacale internazionale e con i lavoratori del mondo che soffrono di sfruttamento a causa della crisi multidimensionale del capitalismo e delle sue politiche neoliberali”.
E ha concluso il suo discorso affermando che siamo “pienamente convinti che, come ha detto il leader della rivoluzione, il generale dell’Esercito Raúl Castro Ruz, durante il 65° anniversario della Rivoluzione, sì, potremmo, sì, possiamo e sì, saremo in grado di farlo”.
Fonte: Trabajadores
Traduzione: italiacuba.it
Nostra!
Più di 600000 persone hanno sfilato in Piazza della Rivoluzione José Martí, e circa 5,3 milioni in tutta Cuba
La Piazza ha cominciato a farsi sentire con il mormorio di quelli che arrivavano con l’aurora nascente e si sdraiavano sull’erba per riposare il poco o nessun sonno, e di quelli che sono arrivati poi affluendo tranquillamente, ma con decisione.
Poco a poco il mormorio si è trasformato in migliaia di voci che commentavano la quotidianità, le peripezie, il 1º Maggio di quell’altro anno… e così si è riempito il lungo sentiero che porta alla Piazza, perché la Piazza non è solo la spianata che Martí guarda dall’alto, ma è, soprattutto, i cammini che vi sboccano.
Il cielo si rischiara e gli occhi guardano verso quel punto lontano che si deve raggiungere e non c’è niente di più bello dell’ora che precede l’inizio di tutto.
Si sta formando un fiume verso il cuore della Piazza e allora lei ritorna a quei «hai visto che si riempiva», «stringetevi al bordo che poi perdiamo la formazione», «non ero mai stato a una sfilata qui», «quell’unica volta in cui vidi Fidel…», «questo è impressionante»…
Si suona l’Inno moltiplicato da ogni voce, si ode il discorso, il fiume avanza immenso e la Piazza è già una cosa viva dove uno dice piano: «qui non si arrende nessuno», e poi lo grida, e la voce si commuove nel «viva Cuba», e una straniera piange, perché non crede a quello che vede e così d’immediato diventa cubanissima.
La Piazza è la conga, il «nessuno se la gode come me, nessuno balla come me», e «immaginate la mia Cuba senza blocco», e il «io sono il punto cubano che viveva nella Manigua quando il mambí si batteva con il machete nella mano».
Ed è così che avanza lentamente ma con molta allegria, dove si mescola il cartello di un’impresa con quello di un’altra e questo gruppo con quello e tutti sono «qui» quando si chiamano, perché non c’è nessuno che non sia la stessa cosa, né ìl giovane nordamericano, né il meccanico, né la giornalista.
Alla fine Martí. Protegge da là, dall’alto e, sotto il suo sguardo, nel petto di chi sente citare il luogo dove lavora c’è la Piazza che è il paese e la bandiera, e il sole che spinge con la fede nella mattina del sì si potrà!
Nostra la Piazza. Nostra la Rivoluzione. Nostra l’Isola. Nostra!
Gli amici del mondo ci ricordano le ragioni per sfilare
Dirigenti sindacali di vari paesi hanno approfittato i festeggiamenti del 1º Maggio per reiterare il loro appoggio alla Rivoluzione cubana
Vitor Hugo Tonin si commuove parlando della collaborazione medica cubana nel suo Brasile, indirizzata soprattutto ai più poveri, che ricorrono al Sistema Unico di Salute (SUS) in luoghi lontano dalle cupole del gigante sudamericano.
La soddisfazione popolare per il lavoro dei medici supera in molti casi il 70% e l’80% nonostante le campagne avverse, assicura l’Assessore Economico del Sindacato dei Chimici Unificati, che appartiene alla Centrale Intersindacale della Classe Lavoratrice.
Riconosce che i professionisti giunti dall’Isola, per qualità come l’assistenza, l’attenzione integrale e l’umanità, superano i loro colleghi brasiliani, salvo alcune eccezioni tra questi ultimi laureati nella Scuola Latinoamericana di Medicina radicata a L’Avana.
«La solidarietà apporta benefici in luoghi in cui la gran maggioranza degli specialisti nazionali non va, nonostante l’esistenza di concorsi pubblici per rinforzare il SUS.
Con questo manca la disposizione e molte associazioni dello stesso sindacato esprimono il loro disaccordo con le missioni dell’Isola grande delle Antille», ha precisato.
Dal 21 aprile, Hugo Tonin si trova in quest’isola, per la prima volta, come parte della Brigata Internazionale Primo Maggio, formata da esponenti di otto paesi, mobilitati a proposito dei festeggiamenti per la data.
Nel policlinico de San Agustín, ubicato nel municipio della capitale La Lisa, ha incontrato una grata sorpresa. Una dipendente di questa istituzione ha ricevuto il Titolo di Cittadina Onoraria, grazie ai suoi servizi nella località Franco da Rocha, vicina a Sao Paulo.
In questa provincia, ha precisato l’invitato, il suo Sindacato, con sede nelle città di Campinas e Osasco, rappresenta circa 50000 membri delle industrie chimiche e farmaceutiche, grazie a una lotta per la trasformazione sociale contro il capitalismo periferico. Da cinque anni sono affiliati alla Federazione Sindacale Mondiale (FSM), e nelle loro fila considerano con molta chiarezza l’importanza dell’unità proletaria per affrontare l’egemonia globale.
L’Assessore Economico ha risaltato la radice comune di Nuestra América, e gli sforzi per stabilire alleanze con i fratelli della regione.
«Tutti gli anni partecipiamo a questa manifestazione sindacale organizzata dalla FSM e dalla Centrale dei Lavoratori di Cuba (CTC), con l’obiettivo di permettere ai nostri dirigenti di conoscere un’altra realtà, apprendere lo spagnolo, portare donazioni soprattutto di medicinali. Ora li abbiamo consegnati nel Policlinico citato e nella sede della CTC», ha precisato..
Inoltre hanno presentato un progetto per favorire non solo i dirigenti, ma gli interessati a viaggiare a Cuba, ma senza possibilità economiche per farlo. Prevedono la creazione di un fondo per finanziare in maniera reciproca coloro che vogliono constatare l’attualità brasiliana.
Questi scambi sono molto importanti per smantellare falsità: «I nostri media ufficiali basano la loro strategia cercando di rendere invisibile Cuba e la citano solo per amplificare gli aspetti negativi. Prima la chiamavano la dittatura di Fidel, ma ora non sanno come chiamarla.
L’associano con una assoluta povertà e con bassi livelli di salute e d’educazione, quando al contrario risultano davvero superiori a quelli del Brasile», dichiara senza dubbi Hugo Tonin.
«Attualmente vive le difficoltà provocate in grandissima misura del blocco statunitense, ma nello stesso tempo Cuba esprime l’allegria come atteggiamento vitale per affrontare i problemi», ha aggiunto.
Tra e attività realizzate nell’isola ha enumerato le lezioni sulla logica del blocco, il sistema sindacale e il funzionamento dell’economia cubana. I visitatori hanno apprezzato la vendita del paniere familiare e hanno conosciuto diversi settori economici; hanno passeggiato nel centro della capitale e sono andati nella bella spiaggia di Guanabo.
«I Chimici Unificati hanno 80 dirigenti sindacali e circa 60 lavorano in fabbriche private, in multinazionali statunitensi e europee. Quando torneranno potranno esternare le loro osservazioni per seminare la verità», ha considerato Hugo Tonin.
Il Giorno Internazionale dei Lavoratori nell’isola si vive con un sapore distinto per difendere le conquiste, mentre nel capitalismo si reclamano la riduzione della giornata di lavoro, con le imposte sul salario.
Juan Montoya Soto, dirigente della Federazione Nazionale dei Lavoratori Municipali del Cile, che appartiene all’Unione Latinoamericana dei Lavoratori Municipali e alla FSM, ha definito la manifestazione come una «soddisfacente pratica, perché l’unione fa la forza».
Il militante del Partito Comunista della sua nazione realizza il suo secondo viaggio in Cuba. La prima volta fu nel 2016, quando approfittò di una vacanza per sfilare con la sua famiglia nella Piazza e dare coscienza ai suoi figli sulle differenze del socialismo e il neoliberalismo.
«Là marciamo in forma indipendente, lottiamo con la polizia ed esigiamo più benefici. Qui vengo per andare con le masse e poi, nel pomeriggio partecipare ai festeggiamenti con allegria.
Montoya Soto ringrazia l’appoggio della Rivoluzione a Salvador Allende e contro la dittatura di Pinochet. Inoltre sostiene la sua fede: «Anche se ci saranno altri 20 anni di blocco, Cuba resterà sempre eretta».
«Presto giungeranno donazioni della fondazione Varsot, tra le quali varie macchine per l’alimentazione dei neonati», ha annunciato.
Sono tante le ragioni per adornare il 1º Maggio le strade dell’Isola.
Molte persone nel pianeta seguono la luce accesa da Cuba come un faro per completare questo impegno che si canta con i versi dell’Internazionale: «Su lottiam l’ideale/ nostro infine sarà/ l’Internazionale/ futura umanità!»

7 maggio – La matematica se si sbaglia fallisce ma almeno può «prestarsi» per confondere. È appena successo il 1º Maggio con coloro che hanno espresso “numerini” a favore di uno scarto quantitativo e anche qualitativo nell’aritmetica sociale della sfilata.
Ma comunque se qualcuno ha scommesso su questa “direzione contraria”, ha perduto la sua convinzione senza diritto a reclami, perché cercando in internet immagini di Sancti Spíritus, Las Tunas, Ciego de Ávila, Pinar, Santiago, Isola della Gioventù o L’ Avana… caspita, in tutta Cuba! nessuno potrebbe comprovare la quantità di persone che avanzavano in torrente umano verso le piazze.
Parlo di numeri. Se ci mettiamo nei cuori della sfilata.. per favore!
Non so se sarà stato uno dei quegli esempi ipotetici con i quali si suole mostrare le buone intenzioni o se è stato il risultato di cose che si pensano a voce alta. Certo è che il suggerimento del movimento operaio di Sancti Spiritus ha conquistato in un modo tale!… ogni sindacato ha marciato allineato con una conga! Non è necessario essere profeti per visualizzare l’effetto nella sua grandissima dimensione. Le macchine fotografiche, a migliaia, parlano.
Viviamo momenti veramente tesi, difficili, con molte scarsità, imperativo di maggior correlazione tra salario, potere d’acquisto e soddisfazione di necessità di base; ansie d’eliminare gli apagones con la luce che abbiamo sempre avuto per tutto… ma accidenti! Che maniera della gente di godersi la giornata, sventolare le bandiere, sollevare cartelli, portare bambini sulle spalle, far volare palloncni colorati e colombe banche (se esagero o mento fatemi tacere qui e adesso ) e di trovare non so come o dove tante magliette con i tre inseparabili e indivisibili colori della bandiera cubana…
E di blocco in blocco la spatola del muratore ha livellato una superficie che stiamo lisciando da più di sei decenni, perché nessuno inciampi, perché nessuno fermi l’avanzata, perché solamente scivoli, cada e non possa lamentarsi di nuovo un solo sinistro personaggio: questo blocco con cui l’impero pretende d’asfissiare i nostri polmoni, il battito con il quale palpita la vita del paese e le arterie, dove la sola cosa che può fluire è la ricchezza vera di una nazione: il lavoro!