Oggi godiamo di due vittorie: una, il successo del primo dei colloqui, quello di Madrid, nel tour che la giovane comunicatrice cubana Gabriela Fernández, sceneggiatrice e conduttrice del popolare programma televisivo cubano “Con Filo”, ha iniziato in Spagna, con il titolo “La gioventù cubana ai tempi di Trump”; l’altra, la festa popolare del Primo Maggio a Cuba, un vero e proprio pugno sulla mascella agli odiatori di Miami e al Segretario di Stato americano, il neofascista Marco Rubio.
La conferenza di Gabriela Fernández a Madrid è stata la prima in dodici città, insieme al Movimiento Estatal de Solidaridad con Cuba (MESC). Questa storica e giornalista cubana era stata perseguitata sui social network da estremisti anticubani favorevoli al blocco statunitense contro il suo Paese d’origine. Hanno cercato di boicottare l’evento, ma sono riusciti solo ad attirare più persone. E ancora una volta, questo gruppetto di trumpisti e filo-sionisti ha fatto la solita figuraccia.
E che dire del Primo Maggio a Cuba? Non trovate incredibile che, con la situazione critica dell’economia del Paese, ci sia un popolo così consapevole del proprio ruolo storico e che deve “affrontare il nemico”, come dice la canzone di Silvio? El Necio ci racconta in rete: “Sì, è vero, questo è uno dei momenti più difficili per Cuba; le carenze si percepiscono, c’è malcontento sociale, c’è crisi, i servizi pubblici hanno sofferto, la povertà è aumentata e ci sono anche decisioni politiche che non sono andate bene; ma c’è ancora una volta un popolo che porta la DIGNITÀ NEL PETTO e la gioia nelle gambe; un mare di persone consapevoli del BLOCCO che ci impongono. Sono in piazza per i sogni di Fidel, di Che Guevara, per la loro Rivoluzione, per il SOCIALISMO e per tutto ciò che ci hanno impedito di fare con la più lunga guerra economica della storia dell’umanità. BASTA CON IL BLOCCO: il pepe de timbales non ci spezzerà mai. LUNGA VITA A CUBA LIBERA”.
Ernesto MJ scrive: “Blackout, crisi economica, blocco intensificato, problemi di trasporto, problemi di vita quotidiana, situazioni con il paniere alimentare di base, tutto questo e molto altro ancora sotto un’aggressione mediatica permanente, una guerra cognitiva …. Y…. La risposta del popolo cubano è degna di Fidel e di coloro che hanno combattuto come lui! Qui non c’è paura, qui c’è gioia, danza, risate, qui aspettiamo il sole, uniti nella causa comune, e il nostro popolo sta dimostrando ancora una volta al mondo cos’è la Rivoluzione, cos’è il Socialismo e cos’è la Patria, e come si ama e si difende a vicenda.
Infine, abbiamo scelto anche le parole della diplomatica cubana Isabel Allende Karan: “Quale sarà l’analisi dei grandi centri di potere imperiale in questo Primo Maggio a Cuba? Che siamo obbligati, che siamo agnelli, che c’è paura. Credo che dovranno andare un po’ più a fondo perché la lezione non è stata imparata. Non siamo idioti, non siamo agnelli, non siamo persone senza pensiero e l’unica paura che abbiamo è quella di distruggere noi stessi la Rivoluzione. Non confondete la critica di ciò che è andato storto, l’insoddisfazione per l’incompetenza di alcuni o la burocrazia di altri, non confondete la logica rabbia per le difficoltà che stiamo vivendo con una rinuncia alla Rivoluzione. Non confondete l’attuale esodo migratorio incoraggiato da questo crudele blocco con la possibilità di creare le condizioni per trasformarli in nemici della patria o in mercenari. La Rivoluzione è qualcosa di molto più profondo e forse molto difficile da capire per chi vede il mondo solo in cifre o in tecnologia. Non è possibile mobilitare migliaia di persone e farle ridere e ballare, con metodi abusivi, non è possibile farlo con la maggioranza del popolo.
Parleremo anche delle misure mafiose del governo statunitense contro gli atleti cubani, in particolare contro i giocatori di baseball che vogliono giocare nelle Major Leagues. Il governo cubano glielo impedisce? No! In base al Cuban Assets Control Regulations (CACR), i giocatori di baseball cubani che vogliono giocare nelle Major Leagues statunitensi sono obbligati dalla Casa Bianca (non dall’Avana!) a firmare una “Declaration of Residency”, una “Dichiarazione di residenza”, che devono firmare per poter giocare nelle Major Leagues. ) di firmare una “Declaration of Permanent Residence outside Cuba”, un documento umiliante, tipico dei regimi totalitari (come gli Stati Uniti), che impone loro di: rinunciare a vivere, anche temporaneamente, in patria, dichiarando di “assumere la residenza permanente fuori da Cuba” e di “non avere intenzione di tornare”; di autoesiliarsi politicamente, giurando di non essere “funzionari del governo cubano” o “membri del Partito Comunista”; e di mentire sotto costrizione, affermando di farlo “di propria volontà, senza coercizione”, quando in realtà, se non firmano, non possono accettare di firmare o giocare.
Infine, parleremo della Palestina e della solidarietà di Cuba con questo popolo sottoposto a un aperto genocidio.
Questo e molto altro oggi su El Batazo.