Radiografia del sequestro di Maikelys Espinoza negli USA

La criminalizzazione dei migranti venezuelani raggiunge nuovi limiti

Misión Verdad

Il caso della bambina venezuelana Maikelys Antonella Espinoza Bernal, separata dai genitori nel 2024 e successivamente trattenuta dal governo del presidente USA Donald Trump, è un esempio eloquente delle accuse mosse contro i migranti venezuelani con il pretesto che apparterrebbero alla banda del Tren de Aragua (TdA).

La bambina rimane sotto custodia e ospitata in famiglie affidatarie negli USA dopo che i suoi familiari sono stati deportati.

L’apparato politico che governa da Washington ha l’abitudine di coinvolgere minori nei suoi conflitti bellici o geopolitici per esercitare pressioni sui Paesi considerati rivali.

Questo modus operandi ha avuto maggiore o minore risonanza mediatica a seconda dei casi. Tuttavia, la gravità del caso della bambina di due anni risiede nel fatto che, a fronte dell’accusa fondata di sequestro avanzata dal governo venezuelano, il Dipartimento della Sicurezza Interna (DHS) ha giustificato l’accaduto basandosi — ancora una volta — su false accuse contro i genitori, affermando che “interviene per proteggere”.

Incremento della criminalizzazione della migrazione

A causa della sua permanenza illegale sul territorio USA, la madre della bambina, Yorely Escarleth Bernal Inciarte, è rimasta detenuta per quasi dieci mesi ed è stata deportata la scorsa settimana in Venezuela senza la figlia, mentre il suo compagno, Maiker Espinoza Escalona, è stato trasferito illegalmente, nel marzo scorso, nel mega-carcere denominato Centro de Confinamiento del Terrorismo (Cecot), in El Salvador.

Entrambi i genitori avevano ottenuto il diritto di visita alla minore tra ottobre e marzo, ma con l’arrivo al potere di Trump sono stati accusati di appartenere alla banda criminale, ormai estinta in Venezuela.

Questo nuovo episodio dimostra l’espansione accelerata dell’impunità generata dalla campagna di criminalizzazione contro i migranti e le minacce da parte del governo USA. Con la ritenzione di una bambina venezuelana, figlia di venezuelani, Trump intensifica l’arbitrarietà dopo la deportazione massiccia di venezuelani verso il Cecot. Va ricordato che tale deportazione è avvenuta illegalmente e basata su prove futili come tatuaggi e abbigliamento, collegando più di 200 migranti al TdA.

Lo stesso comunicato che giustifica le azioni accusa entrambi i venezuelani di omicidio, narcotraffico, sequestro, estorsione, tratta sessuale e persino di dirigere una casa di tortura. Tuttavia, una revisione dei registri federali e di contea negli USA, effettuata da ABC News, non ha trovato casi legati a Escalona (padre di Maikelys), ma solo un procedimento penale federale contro Bernal (madre di Maikelys) per ingresso illecito nel Paese nel 2024. Secondo i documenti, si è dichiarata colpevole ed è stata condannata a una pena pari al tempo già trascorso in custodia e a un giorno aggiuntivo.

Il DHS ha comunicato che la bambina è “sotto la cura e la custodia dell’Ufficio per il Ricollocamento dei Rifugiati, attualmente affidata a una famiglia adottiva”. Tuttavia, lo Stato venezuelano sta portando avanti rilevanti azioni legali.

Lo scorso venerdì 2 maggio, una relazione congiunta della Sala Costituzionale Politico-Amministrativa ed Elettorale del Tribunale Supremo di Giustizia (TSJ) ha ordinato all’Ufficio delle Relazioni Consolari del Ministero degli Esteri il ritorno immediato della bambina. Allo stesso tempo, si stabilisce che deve essere garantito il suo ritorno sicuro e in salute in Venezuela.

Un’analisi dell’avvocata e scrittrice Ana Cristina Bracho afferma che “in questo caso, come in tutte le azioni che gli USA stanno intraprendendo contro cittadini venezuelani, Caracas denuncia la mancata individualizzazione e la mancanza di procedimenti giudiziari dei singoli casi”. In altre parole, l’amministrazione Trump agisce al di fuori del quadro legale e viola i diritti dei migranti.

Trump in aperto disconoscimento del Diritto internazionale

La misura adottata dal governo USA viola il diritto alla famiglia delle persone coinvolte. L’analisi di Bracho si basa su diversi strumenti giuridici che garantiscono tale diritto

La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (1948), che al comma terzo dell’articolo 16 afferma che “la famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto alla protezione della società e dello Stato”.

–  Il comma primo dell’articolo 10 del Patto Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali (1966) ribadisce questa idea indicando che “alla famiglia, in quanto nucleo naturale e fondamentale della società, deve essere concessa la più ampia protezione e assistenza possibile”.

La Convenzione sui Diritti dell’Infanzia, non ratificata dagli USA, stabilisce che ogni bambino/a ha il diritto di vivere con la propria famiglia, salvo situazioni eccezionali e giustificate.

I bambini/e venezuelani, in virtù di queste norme, hanno diritto a essere cresciuti e protetti dalla propria famiglia naturale. La giurista afferma che, per garantire tale diritto, è stata sviluppata la figura del ricongiungimento familiare nelle varie legislazioni, la quale permette a un migrante di far venire con sé i suoi familiari.

Aggiunge Bracho che, “in questo caso, tale vincolo di protezione nazionale non è a favore degli USA bensì del Venezuela; pertanto, siamo di fronte a una situazione ancora più grave di quella che già si ritiene una violazione dei diritti umani”.

Separazione e confinamento delle famiglie come tradizione di Stato

Come già menzionato, la separazione delle famiglie, inclusa la detenzione di minori, è una tradizione di Stato nell’istituzionalità USA. Fa parte della sua strategia di propaganda e scontro.

Ecco alcuni casi esemplificativi:

-Dopo l’attacco giapponese a Pearl Harbor nel 1941, in cui morirono 2400 militari USA, 110000 uomini, donne e bambini giapponesi — così come italiani e tedeschi — furono segregati e portati in dieci campi di concentramento come “nemici pericolosi”. Il 25% dei prigionieri era minorenne.

-L’Operazione Babylift, un’evacuazione di massa durante la ritirata delle sconfitte forze armate USA alla fine della guerra del Vietnam, coinvolse oltre 3300 bambini dichiarati “orfani”, sebbene molti avessero ancora genitori in Vietnam. Il primo volo dell’operazione si schiantò nel fiume Saigon, causando la morte di oltre 70 bambini; i sopravvissuti e gli evacuati successivi furono assegnati a famiglie adottive negli USA e in Canada.

-L’Operazione Peter Pan, condotta tra il 1960 e il 1962 dal sacerdote Bryan O. Walsh dell’Ufficio Cattolico per il Benessere, fu un esodo clandestino di oltre 14000 minori cubani non accompagnati, di età compresa tra i 6 e i 18 anni, verso gli USA. Con il beneplacito di Washington, furono inviati da genitori indotti dalla propaganda anticomunista a credere che il governo rivoluzionario cubano volesse privarli dei diritti genitoriali e rinchiudere i figli in centri di indottrinamento comunista.

-Il caso di Elián González, un bambino di sei anni che perse la madre nel naufragio di un’imbarcazione diretta verso le coste USA nel 2000. A causa della migrazione irregolare incentivata dalla Legge di Aggiustamento Cubano, fu sequestrato a Miami da lontani parenti che, con la complicità della mafia cubano-americana, tentarono di ottenere asilo politico per il minore. Fu restituito al padre dopo una sentenza della Corte Suprema USA, in un clima di silenzio da parte del governo.

Nel suo ritorno alle pratiche di “massima pressione” contro il Venezuela, l’amministrazione Trump ricorre a un meccanismo tanto antico quanto illegale, che consiste nell’arrogarsi il diritto di violare convenzioni e diritti dei minori. Coinvolgendo le famiglie, cerca di dimostrare un potere illimitato, in modo scenografico, con l’obiettivo di intimidire la società venezuelana e le sue autorità governative.

Parallelamente, le misure punitive contro i migranti venezuelani da parte dei governi di USA e di El Salvador, adottate senza prove né processi, sono state qualificate come crimini contro l’umanità, per l’occultamento di dati sicuri ed ufficiali e della situazione attuale delle persone ingiustamente trattenute.

Tali operazioni hanno avuto l’obiettivo di piegare i Paesi che non si allineano agli interessi globali USA, con il sostegno di alleati come l’opposizione estremista guidata da María Corina Machado, la cui agenda punta a legittimare le violazioni dei diritti umani e presentarle come parte di una “strategia coordinata” con gli USA. È evidente che si tratta di una strategia volta a promuovere un’intervento straniero in Venezuela, indipendentemente dai costi umani che ciò comporta.

Nel frattempo, continuano e si intensificano le azioni del governo venezuelano per rimpatriare e reinserire i migranti, contrastare gli effetti di questa situazione e stabilire precedenti internazionali contro la criminalizzazione delle persone in base al loro Paese di origine.

Il caso di Maikelys Espinoza ha suscitato una profonda indignazione nazionale che né l’amministrazione Trump né María Corina Machado sembrano considerare appieno, accecate dal desiderio di realizzare il cambio di regime.


La criminalización de migrantes venezolanos alcanza nuevos límites

Radiografía del secuestro de Maikelys Espinoza en EE.UU.

El caso de la niña venezolana Maikelys Antonella Espinoza Bernal, separada de sus padres en 2024 y retenida luego por el gobierno del presidente estadounidense Donald Trump, es una muestra elocuente de las acusaciones efectuadas sobre migrantes venezolanos debido a que, supuestamente, pertenecen al Tren de Aragua (TdA).

La niña permanece bajo custodia y en hogares de acogida en el país norteamericano una vez que sus familiares fueron deportados.

El estamento político que gobierna desde Washington tiene como costumbre involucrar a menores de edad en sus confrontaciones bélicas o geopolíticas para coaccionar a los países que considera sus rivales.

Este modo de proceder ha tenido mayor o menor difusión mediática, según sea el caso. Sin embargo, la gravedad del caso de la niña de dos años radica en que, ante la acusación fundamentada de secuestro realizada por el gobierno venezolano, el Departamento de Seguridad Nacional (DHS) justificó el hecho basado —de nuevo— en argumentaciones falsas contra sus padres y afirmando que “interviene para proteger”.

Incremento de la criminalización contra la migración

Debido a su permanencia ilegal en territorio estadounidense, la madre de la niña, Yorely Escarleth Bernal Inciarte, permaneció casi 10 meses detenida y fue deportada la semana pasada a Venezuela sin su hija, mientras su pareja, Maiker Espinoza Escalona, fue enviado ilegalmente en marzo pasado a la megacárcel llamada Centro de Confinamiento del Terrorismo (Cecot) en El Salvador.

Ambos padres obtuvieron el derecho a visitas para ver a la menor entre octubre y marzo, pero con la llegada de Trump al poder se les acusó de pertenecer a la banda delictiva extinta en Venezuela.

El nuevo episodio demuestra la acelerada expansión de la impunidad creada por la campaña de criminalización contra la migración, y las amenazas por parte del gobierno estadounidense. Con la retención de una niña venezolana, hija de venezolanos, Trump escala en la arbitrariedad luego de la deportación masiva de venezolanos al Cecot. Cabe recordar que esta se realizó de manera ilegal y con base en pruebas fútiles como tatuajes y vestuario, que involucran a más de 200 migrantes con el TdA.

El mismo comunicado que justifica las acciones acusa a ambos venezolanos de homicidio, narcotráfico, secuestro, extorsión, tráfico sexual y hasta de dirigir una casa de tortura. Sin embargo, una revisión de los registros federales y del condado en Estados Unidos hecha por ABC News no encontró casos relacionados con Escalona (padre de Maikelys), solo una causa penal federal contra Bernal (madre de Maikelys) por entrada indebida al país en 2024. Según los documentos, esta se declaró culpable y fue sentenciada a tiempo cumplido y un día hábil.

El DHS informó que la niña permanece “bajo el cuidado y la custodia de la Oficina de Reubicación de Refugiados, y actualmente se encuentra con una familia de acogida”. Sin embargo, el Estado venezolano adelanta acciones jurídicas de peso.

El pasado viernes 2 de mayo una ponencia conjunta de la Sala Constitucional Político-Administrativa y Electoral del Tribunal Supremo de Justicia (TSJ) ordenó a la Oficina de Relaciones Consulares del Ministerio de Relaciones Exteriores el retorno inmediato de la niña. Asimismo establece que se debe garantizar su retorno seguro y sano a Venezuela.

Un análisis de la abogada y escritora Ana Cristina Bracho afirma que “en este caso, como en todas las acciones que viene desarrollando Estados Unidos sobre venezolanos, Caracas denuncia la no individualización ni judicialización de los casos”. Es decir, la administración Trump actúa fuera del marco legal y viola los derechos de los migrantes.

trump en abierto desconocimiento al Derecho internacional

La medida aplicada por el gobierno de Estados Unidos viola el derecho a la familia de los involucrados. El análisis de Bracho se basa en varios instrumentos legales que lo garantizan:

La Declaración Universal de Derechos Humanos (1948), que en el numeral tercero de su artículo 16 dice que “la familia es el elemento natural y fundamental de la sociedad y tiene derecho a la protección de la sociedad y del Estado”.

El numeral primero del artículo 10 del Pacto Internacional de Derechos Económicos, Sociales y Culturales (1966) refuerza esta idea instruyendo que “se debe conceder a la familia, que es el núcleo natural y fundamental de la sociedad, la más amplia protección y asistencia posibles”.

La Convención sobre Derechos del Niño, no ratificada por Estados Unidos, establece como un derecho de todos los niños y niñas que deben permanecer, salvo situaciones excepcionales y justificadas, con sus familiares.

Los niños y niñas venezolanas, en virtud de estas normas, tienen derecho a ser criados y protegidos por su familia natural. La jurista afirma que, para garantizar este derecho, se ha desarrollado la figura de la reagrupación o la reunificación familiar en las distintas legislaciones, la cual permite a un migrante atraer hacia sí a sus familiares.

Agrega Bracho que, “en este caso, ese vínculo de protección nacional no está a favor de Estados Unidos sino de Venezuela, así que vemos una situación más grave que la que ya se estima viola derechos humanos”.

Separación y confinamiento de familias como tradición de Estado

Como se ha mencionado, la separación de familias, incluida la retención de menores de edad, es tradición de Estado por parte de la institucionalidad estadounidense. Forma parte de su despliegue de propaganda y confrontación.

A continuación algunos casos:

Luego del ataque japonés a Pearl Harbor en 1941, en el que fallecieron 2 400 militares norteamericanos, 110 mil hombres, mujeres y niños japoneses —también italianos y alemanes— fueron segregados y llevados a diez campos de concentración como “enemigos peligrosos”. 25% de los prisioneros era menor de edad.

La Operación Babylift, una extracción masiva de las derrotadas fuerzas armadas estadounidenses al final de la guerra de Vietnam, incluyó la evacuación de más de 3 300 bebés y niños calificados de “huérfanos”, aunque muchos aun tenían padres en Vietnam. El primer vuelo de la operación se estrelló sobre el río Saigon y fallecieron más de 70 infantes, en tanto que los sobrevivientes y los evacuados en otros vuelos fueron asignados a familias adoptivas en Estados Unidos y Canadá.

La Operación Peter Pan, liderada entre 1960 y 1962 por el padre Bryan O. Walsh, de la Oficina Católica de Bienestar, fue un éxodo masivo clandestino de más de 14 mil menores cubanos no acompañados de entre 6 y 18 años hacia Estados Unidos. Con la anuencia de Washington fueron enviados por padres que, inducidos por la propaganda anticomunista, atendieron a rumores de que el gobierno revolucionario cubano planeaba terminar con los derechos de los padres y colocar a los menores en centros de adoctrinamiento comunista.

El caso de Elián González, un niño de seis años que perdió a su madre en el naufragio de un bote que buscaba llegar a las costas de Estados Unidos en el año 2000. Como consecuencia de la migración irregular, que estimula la Ley de Ajuste Cubano, fue secuestrado en Miami por familiares lejanos quienes, en componenda con la mafia cubano-estadounidense, intentaron tramitar asilo político para el menor. Fue devuelto luego de un dictamen del Tribunal Supremo de Estados Unidos en medio del silencio del gobierno.

En su retorno a dispositivos propios de la “máxima presión” contra Venezuela, la administración Trump se vale de un mecanismo, tan antiguo como ilegal, basado en abrogarse el derecho a violar convenciones y derechos de infantes. Involucrando a las familias intenta demostrar poder sin límites de manera efectista, con lo que buscan atemorizar a la sociedad venezolana y a sus autoridades gubernamentales.

Por otra parte, las medidas punitivas contra migrantes venezolanos por parte de los gobiernos de Estados Unidos y El Salvador, sin pruebas ni juicios, han sido calificadas de delitos de lesa humanidad debido al ocultamiento de datos ciertos y oficiales, el paradero y las condiciones actuales de esas personas injustamente retenidas.

Tales operaciones han buscado doblegar los países que no se alinean a sus intereses globales, para lo cual cuentan con aliados como la oposición extremista liderada por María Corina Machado, cuya agenda pasa por legitimar las violaciones a derechos humanos y presentarlas como parte de una “estrategia coordinada” con Estados Unidos. Es claro, la estrategia es alentar y promocionar una intervención extranjera en Venezuela, sin importar los costos humanos asociados con dicha agenda.

Entretanto, continúan y se profundizan las acciones del gobierno venezolano para repatriar y reinsertar a los migrantes, contrarrestar los efectos de esta situación y sentar precedentes internacionales contra la criminalización a las personas por su país de origen.

El caso de Maikelys Espinoza ha generado una profunda indignación nacional que ni la administración Trump ni Machado están calculando del todo, en medio de la obcecación por cristalizar el cambio de régimen.

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