Nel giugno del 1960, il Comandante in Capo Fidel Castro Ruz parlò davanti alle telecamere della Televisione Cubana per informare il popolo che, per Orientamento del Governo USA, si profilava il proposito delle compagnie straniere di boicottare la raffinazione del petrolio.
Questa minaccia divenne realtà quando il monopolio formato dalle raffinerie Esso, Texaco e Shell rifiutarono di raffinare il petrolio che l’Isola aveva comprato nella URSS.
Due mesi prima, nell’aprile del 1960, Lester D. Mallory, vice segretario di Stato, aveva pubblicato un memorandum che doveva servire come base della guerra economica contro Cuba.
Pochi giorni dopo il Consiglio di Sicurezza Nazionale aveva ricordato la questione cubana e Allen Dulles disse: «L’unica soluzione possibile è l’applicazione di sanzioni economiche severe, per far sì che la vita quotidiana dei cubani divenga insostenibile».
La spirale della guerra crebbe sino a toccare il fondo nel febbraio del 1962, quando entrò in vigore l’Ordine Esecutivo 3447, del presidente John F. Kennedy, che diede inizio al blocco contro Cuba.
Ma non si fermò lì: quello era solo l’inizio.
Per la stampa corporativa egemonica al servizio della Casa Bianca e per i suoi servitori locali, il problema fondamentale dell’economia cubana è la sua inefficienza, prodotta, tra le altre cose, dal detto «blocco interno» e dalla «enorme burocrazia» del Governo.
Senza dubbio la verità è che il danno totale provocato dal blocco si aggiusta alla svalutazione del dollaro di fronte all’oro, ascende a circa 1,3 bilioni di $, e questo riflette il costo reale che ha avuto per lo sviluppo dell’Isola.
Da aprile del 2019, il Governo degli USA ha implementato una politica attiva di persecuzione e sanzioni contro navi e compagnie navali che trasportano petrolio a Cuba, soprattutto dal Venezuela.
Queste misure hanno colpito 90 imbarcazioni e varie imprese della lista nera dell’Ufficio di Controllo degli Attivi Stranieri (OFAC), proibendo transazioni con entità statunitensi e bloccando attivi relazionati.
Solo tra marzo del 2023 e febbraio del 2024, i danni al settore dell’energia e le miniere hanno sommato 388 milioni di $, principalmente per la persecuzione alle navi, alle assicurazioni e alle banche, impedendo l’arrivo del petrolio all’Isola.
Non è cambiato niente dal 1960. La piratesca persecuzione scatenata dal Governo degli USA è stata disegnata per spezzare l’anima della nazione, per far sì che mossi dalla disperazione rinunceremo ai nostri sogni di libertà e giustizia per tutti.