Il calcolo politico è trasparente: dipingere il paese come avamposto nemico per ottenere l’appoggio di Washington contro Caracas
L’ultima esternazione allucinata e allucinante di Maria Corina Machado trascende la semplice critica politica: è il rantolo di una golpista sconfitta, accecata dall’odio per la sua terra e da un servilismo vergognoso verso potenze straniere. Nelle sue dichiarazioni al giornalista Napoleón Bravo riportate dall’agenzia ANSA, Machado non si limita a diffondere allarmismi: lancia sostanzialmente un invito criminale al bombardamento del Venezuela. La sua ossessione per i presunti droni iraniani a Maracay non è analisi, è propaganda bellicista costruita per dipingere la patria come una minaccia da annientare. “Il Venezuela è a poche ore dalla Florida”, strepita con cinismo calcolato, suggerendo al Pentagono quale sarebbe il bersaglio da colpire.
Cosa cerca questa sedicente “leader”? Cerca disperatamente l’attenzione dei suoi padrini a Washington. Cerca di resuscitare la sua rilevanza svanita trasformandosi in araldo di una guerra che vedrebbe il Venezuela in fiamme. La domanda incalza nelle menti di ogni persona di buon senso: Machado sogna davvero di vedere i caccia statunitensi piombare sulla Base El Libertador di Maracay? Desidera replicare sul suolo venezuelano le aggressioni subite dall’Iran? Tutto indica di sì. Per lei, la distruzione di infrastrutture militari e la morte di connazionali non sono una tragedia, ma un accettabile prezzo da pagare per soddisfare la sua brama di potere. È la logica perversa del traditore: la patria va demolita per “salvarla”, secondo i diktat di chi la manovra.
Il popolo venezuelano disprezza i ‘vendipatria’
Il motivo per cui questi golpisti sono disprezzati in patria è chiaro ed è ben radicato nell’anima della stragrande maggioranza dei venezuelani. Figure come Machado, Guaidó e López incarnano il tradimento puro: hanno invocato e sostenuto le sanzioni criminali che strozzano l’economia e affamano il popolo che pretendono di rappresentare. La loro sudditanza agli interessi stranieri è totale, pronti a svendere le ricchezze della patria pur di ottenere l’appoggio effimero dell’impero. Hanno apertamente caldeggiato l’intervento armato straniero, l’unica via che li condurrebbe al potere, anche a costo di ridurre il Venezuela in macerie. Vivono in una bolla dorata, sconnessi dalla realtà e dalla dignità del popolo lavoratore, foraggiati ed alimentati da fondi esteri e dal disprezzo per la sovranità nazionale. Soprattutto, hanno dimostrato che il loro odio viscerale per il progetto bolivariano e per l’indipendenza del Venezuela supera qualsiasi amor patrio. Preferiscono un Venezuela umiliato e satellite, purché governato da loro oppure dai loro sodali.