Una volta chiamarono Nicolás Maduro “dittatore radicale” quando minacciò di interrompere i rapporti con WhatsApp, dopo che la piattaforma era stata utilizzata per promuovere atti di destabilizzazione interna in Venezuela. Poi criticarono l’Iran quando invitò a disinstallare l’applicazione (a causa della fuga di dati degli utenti, utilizzati in omicidi mirati), occasione in cui molti media colsero l’opportunità per rilanciare la risposta della società, che ribadiva la propria “sicurezza” contro tali accuse. Tuttavia, sorpresa! Secondo un rapporto dell’agenzia Axios — che somiglia più a un “mea culpa” pubblico — il direttore amministrativo della Camera dei Rappresentanti USA ha informato lunedì il personale del Congresso che l’app di messaggistica WhatsApp è vietata su tutti i dispositivi governativi, citando “preoccupazioni” relative alla sicurezza dei dati.
La misura, che dovrebbe servire a proteggere le informazioni del personale, rientra in una serie di restrizioni tecnologiche imposte dallo stesso direttore amministrativo. Negli ultimi anni sono stati adottati divieti parziali su strumenti come DeepSeek, applicazioni di ByteDance e Microsoft Copilot, oltre a limitare l’uso di ChatGPT alla sua versione a pagamento, ChatGPT Plus. Improvvisamente, la spia globale si sente spiata, con il precedente più evidente rappresentato dallo scandalo “Pegasus”, il programma attraverso il quale la società israeliana di sorveglianza cibernetica NSO Group si è infiltrata nei telefoni mobili di diversi funzionari USA e di “paesi alleati”.
In un’email ottenuta da Axios, il direttore amministrativo ha spiegato: “L’Ufficio per la cybersicurezza ha ritenuto che WhatsApp rappresenti un rischio elevato per gli utenti a causa della mancanza di trasparenza su come protegge i dati, dell’assenza di crittografia dei dati archiviati e dei potenziali rischi di sicurezza associati al suo utilizzo”. Il messaggio istruisce il personale a non scaricare né mantenere WhatsApp sui dispositivi ufficiali, compresi cellulari, computer o versioni web, e avverte che coloro che hanno già installato l’app saranno contattati per rimuoverla.
Dal canto suo, il portavoce di Meta, società madre di WhatsApp, come in molte altre occasioni è intervenuto sulla questione con la consueta linea difensiva: “Contestiamo fermamente la caratterizzazione fatta dal Direttore Amministrativo della Camera”. Stone ha difeso la sicurezza di WhatsApp, sottolineando che “i messaggi sono crittografati end-to-end per impostazione predefinita, il che significa che solo i destinatari — nemmeno WhatsApp — possono leggerli”, un livello di protezione che, secondo lui, supera quello di molte applicazioni approvate.
Il direttore amministrativo ha raccomandato alternative sicure come Microsoft Teams, Wickr, Signal, iMessage e FaceTime, e ha avvisato il personale riguardo a possibili tentativi di phishing (attacchi che cercano di rubare denaro o identità inducendo a divulgare informazioni personali come numeri di carte di credito, dati bancari o password) e a messaggi provenienti da numeri sconosciuti.
Questo divieto riflette non solo un boomerang per il governo che mantiene programmi di sorveglianza a livello globale e che ora si trova potenzialmente soggetto a fughe di notizie, ma anche l’evidente manifestazione di una contraddizione spesso dibattuta — e raramente coperta dai grandi media — su come le grandi società tecnologiche agiscano al di sopra dei governi, vendendo i dati degli utenti come principale risorsa al miglior offerente.
Prohíben WhatsApp en dispositivos del Congreso de EE.UU
cubaporsiempre
Una vez llamaron “dictador radical” a Nicolás Maduro cuando habló de romper relaciones con WhatsApp tras el uso de la plataforma para promover actos de desestabilización internos en Venezuela. Luego criticaron a Irán que llamó a desinstalar la aplicación (por la filtración de datos de los usuarios que habían sido utilizados en asesinatos selectivos), momento en que muchos medios aprovecharon para difundir la respuesta de la empresa que reafirmaba su “seguridad” por sobre estas acusaciones. Sin embargo, ¡sorpresa! según un reporte de la agencia Axios, más parecido a un “mea culpa” público, el director administrativo de la Cámara de Representantes de Estados Unidos informó el lunes al personal del Congreso que la aplicación de mensajería WhatsApp está prohibida en todos los dispositivos gubernamentales, citando “preocupaciones” sobre la seguridad de los datos.
La medida, que supuestamente busca proteger la información del personal, se enmarca en una serie de restricciones tecnológicas impuestas por el director administrativo. En los últimos años, se han aplicado prohibiciones parciales a herramientas como DeepSeek, aplicaciones de ByteDance y Microsoft Copilot, además de limitar el uso de ChatGPT a su versión de pago, ChatGPT Plus. De pronto el espía mundial se sienta espiado, con el más claro antecedente en el escándalo de “Pegasus”, un programa a través del cual la empresa israelí de vigilancia cibernética NSO Group se infiltró en los teléfonos móviles de varios funcionarios de EE.UU y “países aliados”.
En un correo electrónico obtenido por Axios, el director administrativo explicó: “La Oficina de Ciberseguridad ha considerado que WhatsApp representa un alto riesgo para los usuarios debido a la falta de transparencia sobre cómo protege los datos, la ausencia de cifrado de datos almacenados y los riesgos de seguridad potenciales asociados con su uso”. El mensaje instruye al personal a no descargar ni mantener WhatsApp en dispositivos oficiales, incluyendo móviles, computadoras o versiones web, y advierte que quienes tengan la aplicación instalada serán contactados para eliminarla.
Por su parte, el portavoz de Meta, empresa matriz de WhatsApp, nuevamente como otras tantas veces salió a responder sobre el tema con el mismo discurso de siempre: “Discrepamos enérgicamente de la caracterización hecha por el Director Administrativo de la Cámara”. Stone defendió la seguridad de WhatsApp, destacando que “los mensajes están cifrados de extremo a extremo por defecto, lo que significa que solo los destinatarios —ni siquiera WhatsApp— pueden verlos”, un nivel de protección que, según él, supera al de muchas aplicaciones aprobadas.
El director administrativo recomendó alternativas seguras como Microsoft Teams, Wickr, Signal, iMessage y FaceTime, y alertó al personal sobre posibles intentos de phishing (ataque que intenta robar su dinero o su identidad, haciendo que divulgue información personal como números de tarjeta de crédito, información bancaria o contraseñas) y mensajes de números desconocidos.
Esta prohibición refleja no solo un tiro por la culata para el gobierno que mantiene programas de vigilancia a nivel global y que ahora se ve posiblemente sujeto filtraciones, sino también la manifestación de una disyuntiva ampliamente debatida muchas veces sin la cobertura de los principales medios, sobre como las grandes tecnológicas están actuando por sobre los gobiernos vendiendo los datos de los usuarios como principal activo al mejor postor.