Cubainformación – Apriamo il programma con una domanda, rivolta a cubane/i dell’Isola: l’Assemblea Nazionale di Cuba dovrebbe approvare una legge che punisca il negazionismo (del blocco genocida USA)? Anche se questa legge non rimetterebbe a posto tanti cervelli mono-neuronali auto-fusi, non credete che servirebbe almeno a fermare un po’ certi collaborazionisti? Collaborazionisti con un nemico di guerra brutale, per inciso, quanto lo furono i collaborazionisti francesi di Vichy. In Germania, ricordiamo, esiste una legge simile. Che ne pensate?
Leggiamo un passaggio da un brillante articolo pubblicato da Tatiana Coll sul quotidiano messicano La Jornada, intitolato “Contro Cuba, ossessione fetida, arbitraria e dispotica”. L’autrice racconta: “Nel porto dell’Avana si trova una nave carica di tonnellate di riso, ancorata in attesa di scaricare. Forse non lo farà mai, perché per poterlo fare deve ricevere un segnale dalla centrale commerciale che l’ha ingaggiata, confermando l’avvenuto pagamento di 60000 $. Perché quei 60000 $ arrivino, L’Avana deve compiere operazioni quasi clandestine attraverso una serie di manovre camuffate, per non essere intercettata dai sistemi USA di sorveglianza sulle transazioni cubane. Se i 60000 $ riescono nell’impresa e arrivano sul conto dell’azienda, la nave scaricherà il riso; altrimenti farà dietrofront. Il carico potrebbe essere anche farina di grano, petrolio, pezzi di ricambio, forniture per la produzione di farmaci, ecc. Il pagamento deve avvenire sempre così, per eludere i cani da fiuto finanziari internazionali che gli yankee hanno piazzato da molti anni per il controllo dei flussi finanziari”.
Nel testo, l’autrice si chiede: “Che altro si inventeranno? Quale nuova misura verrà fuori?” Ebbene, Donald Trump ha risposto a questa domanda approvando un nuovo memorandum che rafforza il blocco contro Cuba e introduce misure per vigilare che nessun cittadino statunitense possa fare turismo nell’Isola. Un divieto, precisiamo, che non è nuovo, ma che accompagna la politica di blocco da decenni.
Parliamo poi della stoccata dell’attivista cubana Tere Felipe al cantante andaluso Pitingo, residente negli USA, che in un atto di ignoranza e complicità con la politica ostile di Washington ha dichiarato che “Cuba non è sotto blocco” e che “a soffocarla non è l’America, è il comunismo”. Tere Felipe, collaboratrice di media come Diario Red e nota per la sua ferma difesa della sovranità cubana, ha risposto così: “C’è gente che non ha paura di rendersi ridicola. Per sua informazione, visto che ne è chiaramente privo: ogni anno l’ONU vota una risoluzione contro il blocco economico a Cuba. Solo due stati vi si oppongono sistematicamente: USA e Israele, paesi le cui politiche genocidarie e pratiche fasciste sono ampiamente documentate. Invece di calunniare su ciò che non comprende, si occupi dei problemi del suo Paese. Noi cubani siamo sovrani nel decidere il nostro destino. Patetico”.
Analizziamo anche la nuova mossa USA contro Cuba nell’ambito dell’OSA (Organizzazione degli Stati Americani). Attraverso pressioni e minacce a diversi governi, la Casa Bianca è riuscita a imporre la nomina di Rosa María Payá come membro della Commissione Interamericana per i Diritti Umani. Il suo obiettivo è molto chiaro: ottenere, tramite ricatti economici, che i governi che oggi mantengono forme di cooperazione medica retribuita con Cuba, le interrompano. Perché? Per distruggere del tutto l’ingresso di valuta estera nel sistema sanitario cubano, cronicizzando la crisi di medicinali e forniture mediche che oggi colpisce la popolazione dell’Isola. E così, assieme al resto delle privazioni imposte, spingerla alla disperazione e ad una ipotetica insurrezione.
Passiamo alla Palestina. Un nuovo studio diretto dal professor Michael Spagat, dell’Università di Londra, e dal politologo palestinese Jalil Shikaki, segnala che le vittime mortali provocate dall’entità nazi-sionista di Tel Aviv contro il popolo palestinese sarebbero il doppio di quanto riportato dalle cifre ufficiali: quasi centomila. Il tasso di mortalità rispetto alla popolazione è del 4%, e il 56% dei morti sono bambine, bambini (fino a 18 anni) e donne. Le Nazioni Unite avvertono che 2,1 milioni di persone soffrono di insicurezza alimentare e sono a un passo dalla carestia.
E nel mezzo di questo orrore, veniamo a sapere che gli USA hanno revocato il visto alla band britannica Bob Vylan, per il suo attivismo a favore della Palestina e la sua resistenza. Tere Felipe commenta: “Gli USA, autoproclamatisi Paese della libertà e della democrazia, hanno appena revocato il visto a Bob Vylan per il suo sostegno alla Palestina. Risultato: 26 concerti cancellati, un artista messo a tacere e un messaggio chiaro di repressione per chi alza la voce contro l’ingiustizia. Dov’è finita la libertà d’espressione di cui tanto si vantano?” E allora ascoltiamo, divulghiamo e promuoviamo Bob Vylan! E sosteniamo la resistenza del popolo palestinese, in tutte le sue forme!
Di tutto questo, e molto di più – incluso il 25° anniversario del salvataggio di Elián González (vi ricordate del “bambino balsero”?) – parliamo oggi a El Batazo.
Pitingo, Bob Vylan y la “Sio-Gusanera”
Cubainformación – Abrimos el programa con una pregunta, dirigida a cubanas y cubanos de la Isla: ¿debería la Asamblea Nacional de Cuba aprobar una ley que castigue el negacionismo (del bloqueo genocida de EEUU)? Aunque esta ley no arregle tanto cerebro mono-neuronal auto-fundido, ¿no creen que pararía un poco los pies a ciertos colaboracionistas? Tan colaboracionistas con un brutal enemigo de guerra, por cierto, como lo fueron los colaboracionistas franceses de Vichy. En Alemania, recordemos, existe una ley similar. ¿Qué opinan?
Leemos un pasaje de un brillante artículo, publicado por Tatiana Coll en el diario mexicano “La Jornada”, titulado “Contra Cuba, obsesión fétida, arbitraria y despótica”. Nos dice: “En el puerto de La Habana está un barco con toneladas de arroz, fondeado y esperando a descargar. Tal vez no llegue a descargar, porque para hacerlo debe recibir una señal de la central comercial que lo contrató, de que ha recibido en pago 60 mil dólares. Para que los 60 mil dólares lleguen, La Habana tiene que realizar operaciones casi clandestinas a través de una serie de movimientos camuflados, para no ser detectados por los sistemas estadunidenses de vigilancia de las transacciones cubanas. Si los 60 mil dólares logran dicha hazaña y llegan a la cuenta de la empresa, el barco descargará el arroz; si no, dará media vuelta y se irá. El cargamento puede ser también de harina de trigo, de petróleo, de repuestos, de insumos para fabricar medicamentos, etc. El pago se tiene que efectuar siempre así para evadir a los perros fiscales internacionales que los yanquis han desplegado desde hace muchos años para el control financiero”.
En el texto, la autora se pregunta: “¿Qué más van a inventar? ¿Qué otra medida aparecerá?” Pues Donald Trump ha contestado a esta pregunta, aprobando un nuevo memorando que refuerza el bloqueo contra Cuba e introduce medidas para fiscalizar que nadie de EEUU pueda hacer turismo en la Isla. Una prohibición, aclaremos, que no es nueva, sino que acompaña la política de bloqueo desde hace décadas.
Hablamos del zasca de la activista cubana Tere Felipe al cantante andaluz Pitingo, residente en EEUU, quien en un acto de ignorancia y complicidad con la política hostil de Washington, afirmó que “Cuba no tiene bloqueo” y que “lo que la asfixia no es EE.UU., es el comunismo”. Felipe, colaboradora en medios como Diario Red, conocida por su firme defensa de la soberanía cubana, señaló: “Hay gente que no tiene miedo a hacer el ridículo. Para su información, ya que veo que carece de ella; cada año la ONU vota una resolución contra el bloqueo económico a Cuba. Solo dos estados se oponen sistemáticamente: Estados Unidos e Israel, naciones cuyas políticas genocidas y prácticas fascistas están ampliamente documentadas. En lugar de difamar sobre lo que no comprende, ocúpese de los problemas de su propio país. Los cubanos somos soberanos para decidir nuestro destino. Patético”
También analizaremos el nuevo movimiento de fichas de EEUU contra Cuba en la OEA. Allí, mediante advertencias y amenazas a diversos gobiernos, la Casa Blanca ha conseguido imponer el nombramiento de Rosa María Payá como miembro de la Comisión Interamericana de Derechos Humanos. Su meta es muy precisa: conseguir, mediante el chantaje económico, que los gobiernos que hoy mantienen cooperación médica remunerada con la Isla, la abandonen. ¿Para qué? Para destruir por completo la entrada de divisas al sistema de salud de Cuba, cronificando la actual crisis de medicamentos e insumos sanitarios que padece el pueblo cubano. Y así, junto al resto de carencias que sufre, llevarlo a la desesperación y a una hipotética insurrección.
Nos vamos a Palestina. Un nuevo estudio, dirigido por el profesor de la Universidad de Londres, Michael Spagat, y el politólogo palestino Jalil Shikaki, señala que las víctimas mortales por parte del ente sionista-nazi de Tel Aviv contra el pueblo palestino serían el doble que las que señala el indicador oficial: casi cien mil. La proporción de muertes en relación con la población ronda el 4%, y el 56% de las personas fallecidas son niñas y niños de hasta 18 años y mujeres. La ONU alerta de que 2,1 millones de personas sufren inseguridad alimentaria y están al borde de la hambruna.
Y en medio de este horror, nos enteramos que EEUU revocó las visas a la banda británica Bob Vylan, por su activismo en favor de Palestina y su resistencia. “EEUU, el autoproclamado país de la libertad y la democracia´, acaba de revocar la visa de Bob Vylan por su apoyo a Palestina”, nos dice Tere Felipe, que añade: “Resultado: 26 conciertos cancelados, un artista silenciado y un claro mensaje de represión a quienes alzan la voz contra la injusticia. ¿Dónde queda la libertad de expresión que tanto predican?” ¡Pues habrá que escuchar, divulgar y promocionar a Bob Vylan! ¡Y apoyar la resistencia del pueblo palestino, en todas sus formas!
De todo esto y de mucho más, incluido de los 25 años del rescate de Elián González (¿se acuerdan del que llamaron el “niño balsero”?), hablamos hoy en El Batazo.