Opportunità per avanzare nella diversificazione
Il Venezuela è stato sottoposto a una guerra economica senza precedenti da oltre un decennio, con un progressivo inasprimento delle sanzioni internazionali guidate dagli USA. Queste 1028 misure non solo hanno colpito il settore energetico — principale fonte di ingresso del Paese — ma anche l’accesso ai mercati internazionali, ai finanziamenti esterni, alle tecnologie essenziali e ai beni strategici per la produzione nazionale.
Secondo l’istituto di sondaggi Hinterlaces, l’89% dei venezuelani respinge queste misure imposte illegalmente, a testimonianza dell’impatto negativo che esse hanno sulla popolazione civile.
La vicepresidente esecutiva della Repubblica, Delcy Rodríguez, ha ribadito che “l’obiettivo delle sanzioni è impadronirsi del settore energetico venezuelano”, denunciando, al contempo, la chiara intenzione da parte della corporatocrazia USA di destabilizzare l’economia per indebolire lo Stato venezuelano.
Di fronte a questo scenario, il governo venezuelano ha dato priorità a 13 motori produttivi, una rete di politiche volte a costruire resilienza economica attraverso la sostituzione delle importazioni e il rafforzamento delle catene produttive nazionali. A tal fine sono stati attivati tavoli di lavoro in diversi settori industriali per coordinare i fattori locali e garantire la continuità produttiva, anche in presenza di blocchi esterni.
Il ministro dell’Industria e del Commercio, Álex Saab, ha guidato iniziative chiave come il rafforzamento di questi settori attraverso tavoli di integrazione produttiva per consolidare alleanze globali e promuovere l’integrazione regionale. Inoltre, da marzo, è stato attivato il Comitato per il Commercio Estero con l’obiettivo di promuovere l’industria nazionale, facilitare l’accesso a input critici e incentivare l’esportazione di prodotti finiti.
La costruzione di un modello economico diversificato e sostenibile si configura come una risposta sovrana all’aggressione multiforme e al rentismo (rendita); in questo processo, la catena del valore gioca un ruolo centrale nella costituzione di un tessuto industriale competitivo.
Alla ricerca della diversificazione economica
Per catena del valore o integrazione produttiva si intende l’integrazione di diversi attori economici — dai fornitori di materie prime fino ai distributori — in un processo di produzione coordinato ed efficiente.
L’implementazione di questo concetto consente di aumentare la competitività di un settore riducendo i costi, migliorando la qualità e generando valore aggiunto a livello locale.
In termini tecnici, si tratta di stabilire relazioni verticali tra imprese che producono beni intermedi e quelle che li trasformano in prodotti finali.
Se, ad esempio, le imprese nazionali si riforniscono di input tecnologici, ricambi, conoscenze o materie prime da altre imprese, grandi o piccole, ciò renderebbe meno costosa la produzione manifatturiera. Questa dinamica stimola l’innovazione, migliora la produttività e riduce la dipendenza esterna, elementi fondamentali per qualsiasi processo di sviluppo economico autonomo.
Per il Venezuela, colpito da decenni di monocoltura petrolifera e dai recenti blocchi finanziari, l’articolazione produttiva rappresenta uno strumento strategico per avanzare verso un’economia diversificata. Incorporando valore all’interno del territorio nazionale si evitano fughe di capitali, si stimola l’occupazione qualificata, il reinvestimento e l’autonomia tecnologica.
Unificare potenzialità e forze produttive non solo rafforza settori strategici ma permette anche di conquistare nuovi mercati regionali ed internazionali, un elemento cruciale per un Paese come il Venezuela che cerca di rompere l’isolamento commerciale.
Uno Stato che promuove opportunità
In mezzo alle avversità, il Venezuela sta attuando azioni concrete che riflettono l’impegno statale nello sviluppo produttivo interno. Tra le iniziative principali:
-Attivazione del Comitato per il Commercio Estero: per rivitalizzare le esportazioni, le importazioni strategiche e facilitare l’accesso a mercati alleati come Cina, Russia, Turchia e Iran, oltre a garantire l’arrivo di componenti essenziali per la produzione nazionale.
-Expo Metal 2025 (Motore della Mineria e Industrie di Base): ha favorito lo scambio commerciale e l’integrazione produttiva tra le imprese di base, oltre 850 aziende e 30 Paesi, attraverso tavoli di negoziazione e alleanze strategiche in settori come il minerario, il ferro, l’alluminio e il dragaggio del fiume Orinoco.
-Tavolo nel settore edilizio: è stato istituito un tavolo tecnico per identificare i punti critici nella catena di approvvigionamento e promuovere la produzione nazionale di materiali di base come cemento, acciaio e legname trattato.
-Integrazione nei settori ceramico, del vetro e dei refrattari: è stata promossa un’agenda integrata con fornitori locali di argille refrattarie, forni e tecnologie correlate, con l’obiettivo di ridurre la dipendenza da input importati e aumentare la capacità di esportazione di prodotti finiti.
-Fiera “Hecho en Venezuela” in Turchia: con la partecipazione di oltre 200 imprese, si è promossa l’esportazione venezuelana, la qualità e la diversità della produzione nazionale verso il mercato euroasiatico, creando nuove opportunità di investimento e scambi bilaterali.
-Incentivo al settore forestale: è in via di sviluppo una politica forestale sostenibile che coinvolge comunità indigene, cooperative locali e imprese di trasformazione, per sfruttare razionalmente le risorse boschive e generare occupazione nelle aree rurali.
Queste azioni rappresentano un passo significativo verso un’economia meno vulnerabile agli shock esterni. Attraverso l’integrazione produttiva, il Venezuela sta costruendo un nuovo modello che dà priorità alla sovranità alimentare, energetica e industriale.
“Oggi, più che mai, è l’economia”
Secondo dati ufficiali, il Paese prevede una crescita industriale dell’11% nel 2025, un traguardo significativo se si consolida il modello economico diversificato annunciato dall’Esecutivo. Le prospettive dell’integrazione produttiva in Venezuela richiedono uno sforzo sostenuto in termini di investimento, pianificazione strategica e governance istituzionale, e il governo ha investito risorse in tal senso.
Nel giugno scorso, il presidente Nicolás Maduro ha chiesto a governatori e deputati eletti di rafforzare l’economia e la ripresa delle industrie e dei campi, offrendo sostegno ai produttori di carne, latte, formaggio, caffè, al settore suinicolo e agli agricoltori. Ha affermato che è cruciale sostenere gli imprenditori in questo contesto: “Oggi, più che mai, è l’economia.”
Da parte sua, la vicepresidente Rodríguez ha sottolineato che il Venezuela “continua a consolidare un modello economico diversificato e sostenibile”, il che implica superare il rentismo (rendita) petrolifero e puntare su industria, agricoltura e turismo come motori di sviluppo. Questa visione si allinea alla necessità di costruire una solida base produttiva capace di resistere a nuove aggressioni esterne.
Persistono però sfide importanti, come la modernizzazione del parco industriale, la formazione tecnica della forza lavoro e l’attrazione di investimenti affidabili. Inoltre, l’accesso limitato a tecnologie avanzate e macchinari specializzati resta un ostacolo da superare per innalzare la produttività a livelli competitivi.
Tuttavia, l’avanzamento nella catena del valore dimostra che è possibile costruire un’economia più resiliente e giusta, anche in condizioni estremamente avverse. Il successo di questa strategia dipenderà non solo dalla volontà politica, ma anche dalla partecipazione attiva di lavoratori, imprenditori e comunità organizzate intorno alla ripresa produttiva del Venezuela.
L’integrazione produttiva non è solo una misura contingente contro le sanzioni, ma anche uno strumento strategico per costruire un’economia diversificata e sovrana. In un contesto segnato dall’ostilità internazionale e dalla guerra economica, il Venezuela punta a ripensare il proprio modello produttivo dal livello locale, integrando settori chiave e generando valore in ogni anello della catena.
Questo processo, seppur complesso e graduale, rappresenta un’alternativa reale di sviluppo economico per il Paese. Anche se le sanzioni restano un ostacolo rilevante, la scelta di puntare sulla creazione di valore aggiunto dimostra che il Venezuela può costruire il proprio futuro dall’interno, con l’obiettivo di inserirsi in modo più equo nell’economia globale.
Oportunidades para avanzar en la diversificación
La cadena de valor está transformando la economía venezolana
Venezuela ha sido sometida a una guerra económica sin precedentes desde hace más de una década, con un endurecimiento progresivo de sanciones internacionales lideradas por Estados Unidos. Estas 1 mil 28 medidas no solo han afectado el sector energético, principal fuente de ingresos del país, sino también el acceso a mercados internacionales, financiamiento externo, tecnologías esenciales y bienes estratégicos para la producción nacional.
89% de los venezolanos rechaza estas medidas impuestas ilegalmente, según la encuestadora Hinterlaces, lo que evidencia el impacto negativo que ellas tienen sobre la población civil.
La vicepresidenta ejecutiva de la República, Delcy Rodríguez, ha insistido en que “el objetivo de las sanciones es apoderarse del sector energético venezolano”, a la vez que ha denunciado la clara intención por parte de la corporatocracia estadounidense de desestabilizar la economía para debilitar al Estado venezolano.
Frente a este contexto, el gobierno venezolano ha priorizado 13 motores productivos, una red de políticas orientadas a construir resiliencia económica mediante la sustitución de importaciones y el fortalecimiento de cadenas productivas nacionales. Para ello se han activado mesas de trabajo en diversos sectores industriales con el objetivo de articular factores locales y garantizar la continuidad productiva, aun bajo bloqueos externos.
El ministro de Industrias y Comercio, Álex Saab, ha liderado iniciativas claves como el fortalecimiento de estos sectores mediante mesas de encadenamiento productivo para consolidar alianzas globales y promover la integración regional. Asimismo, desde marzo pasado se activó el Comité de Comercio Exterior para impulsar la industria nacional, hecho que ha facilitado el acceso a insumos críticos y ha fomentado la exportación de productos terminados.
La consolidación de un modelo económico diversificado y sostenible se presenta como una respuesta soberana ante la agresión multiforme y el rentismo; para ello, la cadena de valor juega un papel central en la conformación de un tejido industrial competitivo.
En busca de la diversificación económica
El encadenamiento productivo se define como la integración de diferentes actores económicos —desde proveedores de materias primas hasta distribuidores— en un proceso de producción coordinado y eficiente.
La implementación de este concepto permite incrementar la competitividad de un sector al reducir costos, mejorar la calidad y generar valor agregado local.
En términos técnicos, se trata de establecer relaciones verticales entre empresas que producen bienes intermedios y aquellas que los transforman en productos finales.
Si, por ejemplo, las empresas nacionales se alimentan de insumos tecnológicos, repuestos, conocimientos o materias primas de otras, mayores o menores, esto haría menos costosa la producción manufacturera. Esta dinámica impulsa la innovación, mejora la productividad y reduce la dependencia externa, elementos fundamentales para cualquier proceso de desarrollo económico autónomo.
Para Venezuela, golpeada por décadas de monocultura petrolera y recientes bloqueos financieros, la articulación productiva representa una herramienta estratégica para avanzar hacia una economía diversificada. Al incorporar valor dentro del territorio nacional, se evita la fuga de divisas y se estimula el empleo calificado, la reinversión y la autonomía tecnológica.
Unificar potencialidades y fuerzas productivas no solo fortalece sectores estratégicos sino que también posibilita la conquista de nuevos mercados regionales e internacionales, algo crucial para un país como Venezuela, que busca romper su aislamiento comercial.
Un Estado propiciando oportunidades
En medio de las adversidades Venezuela viene implementando acciones concretas que reflejan el compromiso estatal con el desarrollo productivo interno. Entre otras destacan:
Activación del Comité de Comercio Exterior. Con el objetivo de revitalizar las exportaciones, importaciones estratégicas y facilitar el acceso a mercados aliados como China, Rusia, Türkiye e Irán, además de asegurar la llegada de componentes necesarios para la producción nacional.
Expo Metal 2025 (Motor de Minería e Industrias Básicas). Se propició el intercambio comercial y el sistema productivo integrado entre empresas básicas, más de 850 empresas y 30 países, mediante ruedas de negocios y alianzas estratégicas en minería, hierro, aluminio, dragado del río Orinoco, entre otros rubros.
Mesa en el sector constructor. Se instaló una mesa técnica para identificar puntos críticos en la cadena de suministro y promover la producción nacional de materiales básicos como cemento, acero y madera tratada.
Encadenamiento en el sector cerámico, vidrio y refractarios. Se impulsó una agenda integral que incorpora a proveedores locales de arcillas refractarias, hornos y tecnología asociada con vistas a disminuir la dependencia de insumos importados y aumentar la capacidad de exportación de productos terminados.
Feria “Hecho en Venezuela” en Türkiye. Con la participación de más de 200 empresas, se impulsaron las exportaciones venezolanas, la calidad y la diversidad de la producción nacional ante el mercado euroasiático para lograr nuevas oportunidades de inversión y comercio bilateral.
Incentivo al sector maderero. Se está desarrollando una política forestal sostenible que articula comunidades indígenas, cooperativas locales y empresas procesadoras, lo cual permite el aprovechamiento racional de los bosques y la generación de empleo rural.
Estas acciones representan un avance significativo en el camino hacia una economía menos vulnerable a los embates externos. A través de la integración productiva, Venezuela está construyendo un nuevo modelo que prioriza la soberanía alimentaria, energética e industrial.
“Hoy, más que nunca, es la economía”
De acuerdo con información oficial, el país proyecta un crecimiento industrial de 11% para 2025, lo cual sería un hito significativo si se consolida el modelo económico diversificado anunciado por el Ejecutivo. Las perspectivas del encadenamiento productivo en Venezuela requieren un esfuerzo sostenido en inversión, planificación estratégica y gobernanza institucional, por lo que el gobierno ha invertido esfuerzo para que así sea.
En junio pasado el presidente Nicolás Maduro pidió a gobernadores y diputados electos un refuerzo en la economía y la recuperación de industrias y campos, además de ofrecer respaldo a productores de carne, leche, queso, café, el sector porcino y a los agricultores. Aseguró que es crucial apoyar a los emprendedores en este contexto: “Hoy, más que nunca, es la economía”.
Por su parte, la vicepresidenta Rodríguez ha señalado que Venezuela “sigue consolidando un modelo económico diversificado y sostenible”, lo que implica superar el rentismo petrolero y apostar por la industria, la agricultura y el turismo como motores de desarrollo. Esta visión se alinea con la necesidad de construir una base productiva sólida capaz de resistir nuevas agresiones externas.
Sin embargo, persisten desafíos importantes como la modernización del parque industrial, la capacitación técnica de la fuerza laboral y la atracción de inversiones confiables. Además, el acceso limitado a tecnologías avanzadas y maquinaria especializada sigue siendo un reto a vencer para elevar la productividad a niveles competitivos.
Sin embargo, el avance en la cadena de valor muestra que es posible construir una economía más resiliente y justa, incluso bajo condiciones extremadamente adversas. El éxito de esta estrategia dependerá no solo de la voluntad gubernamental sino también de la participación activa de trabajadores, empresarios y comunidades organizadas en torno a la recuperación productiva de Venezuela.
El encadenamiento productivo no es solo una medida coyuntural frente a las sanciones, es también una herramienta estratégica para construir una economía diversificada y soberana. En un contexto marcado por la hostilidad internacional y la guerra económica, Venezuela apunta a repensar su modelo productivo desde lo local, integrando sectores claves y generando valor en cada eslabón de la cadena.
Este proceso, aunque complejo y lento, representa una alternativa real de desarrollo económico para el país. Si bien las sanciones siguen siendo un obstáculo importante, la apuesta por la creación de valor agregado demuestra que Venezuela puede construir su futuro desde dentro, con miras a una inserción más equitativa en la economía global.