Cubainformacion: protesta indotta

Cuba: Protesta indotta, Repressione inventata

 

Cubainformación – Dopo l’ultimo blackout nazionale a Cuba, nella località di Gibara, a Holguín, ci sono state proteste, frutto della disperazione di molta gente, che non sopporta più tante privazioni. È logico e normale.

Ora, cosa fa la stampa “di tematica cubana”, la stessa che appoggia il blocco USA, causa strutturale di blackout e carenze? Titola in maniera propagandistica che “si scatena una protesta massiccia”, che il popolo “scende in strada” o che “esplodono” le proteste. Proteste pacifiche, peraltro, senza repressione, senza manganelli, senza violenza, alle quali le autorità hanno dato una risposta degna di una Rivoluzione sostenuta dalla maggioranza. Si sono avvicinate alla protesta e hanno dialogato con la popolazione, per spiegare loro cosa si sta cercando di fare per risolvere i problemi e come il paese è sottoposto a una guerra economica genocida. Che differenza con quello che vediamo in tanti paesi, dove la forza pubblica si scaglia con brutalità contro chi protesta!

In uno dei mezzi mercenari si leggeva che “la mancanza di alimenti, la scarsità di servizi di base e i blackout ricorrenti restano le principali lamentele che spingono le proteste in tutto il paese, riflettendo il malcontento di un popolo stanco della situazione”. Ma non erano proteste per la libertà, perché cadesse il “sistema”, contro il “comunismo”? È evidente che si tratta di proteste indotte da una politica di asfissia economica contro il paese. E questi pseudomedia pagati dalla Casa Bianca non possono fare a meno di riconoscerlo.

Ma non riescono a rinunciare al cinismo: “questo atto di disobbedienza riflette un malcontento generalizzato verso un governo che, lungi dal dare soluzioni ai problemi che affliggono la popolazione, continua a gestire le politiche in modo inefficace”. Vale a dire: i media che applaudono ogni sanzione economica contro Cuba, che fanno propaganda alla politica degli USA contro l’isola, ora ci dicono che i problemi causati da quella politica che essi stessi appoggiano non vengono risolti dal governo cubano con “efficacia”.

A proposito, parleremo anche dei blackout nella Repubblica Dominicana (scommetto che non avete letto una sola parola su questo), della minaccia di un’invasione in Venezuela – di fronte alle cui coste il governo yankee cerca di creare un casus belli per l’intervento –, così come dell’ultima campagna dell’organizzazione mercenaria Prisoners Defenders, legata al Dipartimento di Stato USA.

E chiudiamo leggendo frammenti di un brillante articolo di Oscar Domingo su Cubainformación, intitolato “Cosa ho visto a Cuba?”. Ci dice: “Cosa ho visto nel mio ultimo viaggio? Ho visto problemi accentuati, ho visto molte privazioni, ho visto tante necessità e, attraverso i miei cari là, conosco ogni giorno e in tempo reale i problemi che vive la popolazione, ma ho visto anche persone che costruiscono, che contribuiscono dal loro piccolo spazio affinché il paese avanzi. Ci sono persone che vedono l’accumulo di spazzatura per strada e si limitano a fare foto per caricarle sui social e criticare, e altre persone che si organizzano con compagni e vicine e puliscono la loro zona. Ci sono persone che si dedicano a criticare e insultare chi viaggia a Cuba, criticano gli hotel, le carenze…, e altre persone che, soffrendo gli stessi blackout e le stesse privazioni degli altri, si dedicano dal proprio posto di lavoro, dal loro piccolo spazio, a contribuire, a cercare di aiutare il proprio paese nella piccola sfera che gli compete. (…) Ogni nave che scarica riso o combustibile nei porti cubani ha rappresentato una lotta titanica per ottenere denaro contante, perché ricordiamo che l’isola non ha accesso ai mercati finanziari come invece ha il resto del pianeta, a causa della guerra economica degli USA contro Cuba. Solo qualcuno molto bugiardo o stipendiato dal nemico potrebbe ignorarlo. Ogni grammo di riso, ogni Kw di energia, rappresenta uno sforzo brutale del governo cubano, che ogni giorno deve scegliere dove dare priorità alle scarse risorse disponibili”.

Ti va di vedere El Batazo?


Cuba: Protesta inducida, Represión inventada

 

Cubainformación – Tras el último apagón nacional en Cuba, en la localidad holguinera de Gibara hubo protestas, producto de la desesperación de mucha gente, que ya no aguanta tantas carencias. Es lógico y normal.

Ahora, ¿qué hace la prensa “de temática cubana”, la misma que apoya el bloqueo de EEUU, causa estructural de apagones y carencias? Titular, de manera propagandística, que “Se desata protesta masiva”, que el pueblo “se lanza a la calle” o que “estallan” las protestas. Protestas pacíficas, por cierto, sin represión, sin palos, sin violencia, a las que las autoridades dieron una respuesta digna de una Revolución apoyada por la mayoría. Se acercaron a la protesta y dialogaron con la población, para explicarles qué se está tratando de hacer para resolver los problemas y cómo el país está sometido a una guerra económica genocida. ¡Qué distinto a lo que vemos en tantos países, donde la fuerza pública arremete con brutalidad contra quien protesta!

En uno de los medios mercenarios leíamos que “la falta de alimentos, la escasez de servicios básicos y los apagones recurrentes siguen siendo las principales quejas que impulsan las protestas en todo el país, reflejando el descontento de un pueblo cansado de la situación”. Pero ¿no eran protestas por la libertad, para que caiga el “sistema”, contra el “comunismo”? Es evidente que son protestas inducidas por una política de asfixia económica al país. Y estos pseudomedios pagados por la Casa Blanca no pueden dejar de reconocerlo.

Pero no pueden dejar el cinismo: “este acto de desobediencia refleja un descontento generalizado hacia un gobierno que, lejos de dar soluciones a los problemas que aquejan a la población, sigue manejando las políticas de manera ineficaz”. Es decir, los medios que aplauden cada sanción económica a Cuba, que hacen propaganda de la política de EEUU contra la Isla, ahora nos dicen que los problemas causados por esa política que apoyan, no son resueltos por el gobierno cubano con “eficacia”.

Por cierto, también hablaremos de apagones en la República Dominicana (¿a que no han leído ni una palabra sobre ello?), sobre la amenaza de una invasión a Venezuela, frente a cuyas costas el gobierno yanki trata de crear un casus belli para la intervención, así como de la última campaña de la organización mercenaria, ligada al Departamento de Estado de EEUU, Prisoners Defenders.

Y acabamos leyendo fragmentos de un brillante artículo de Oscar Domingo en Cubainformación, titulado “¿Qué vi en Cuba?”. Nos dice: “¿Qué he visto en mi último viaje? Vi problemas acentuados, vi muchas carencias, vi muchas necesidades y por mi gente allá, conozco a diario y en tiempo real los problemas que vive la población, pero también vi a gente que construye, que aporta desde su pequeña parcela para que el país avance. Hay gente que ve la acumulación de basura en las calles y se limita a hacer fotos para subirlas a las redes y criticar, y otras personas se organizan con sus compañeros y vecinas y limpian su zona. Hay personas que se dedican a criticar e insultar a quienes viajamos a Cuba, critican los hoteles, las carencias…, y otras personas que, padeciendo los mismos apagones y carencias que los demás, se dedican desde su centro de trabajo, desde su pequeña parcela, a aportar, a intentar ayudar a su país en la pequeña esfera que le corresponde. (…) Cada barco que descarga arroz o combustible en los puertos cubanos ha supuesto una lucha titánica para conseguir el dinero contante y sonante, porque recordemos que la isla no tiene acceso a los mercados financieros como sí lo tiene el resto del planeta gracias a la guerra económica de los EEUU contra Cuba. Solamente alguien muy embustero o a sueldo del enemigo desconocería esto. Cada gramo de arroz, cada Kw. de luz, supone un esfuerzo brutal del gobierno cubano que tiene que elegir cada día dónde priorizar los exiguos recursos existentes”.

¿Se anima a ver El Batazo?

Share Button

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.