Tag Archives: media

L’era della post-verità o della moltiplicazione delle stesse menzogne?

Campagne mediatiche contro i processi progressisti latinoamericani

Randy Alonso Falcón http://www.cubadebate.cu

I parte

Viviamo tempi d’intensa battaglia di idee, come, già da tempo, Fidel ci ha indicato (1). Se alla fine del secolo scorso ci hanno venduto la ricetta del postmodernismo, come un appello al quietismo, al feroce individualismo, alla fine delle utopie; ora, convertono in termine alla moda la post-verità* (2). I media lo usano ripetutamente e un gruppo di teorici ne discute, ardentemente, il significato e la portata. Il dizionario di Oxford lo ha proclamato come il termine inglese (post-truth) più utilizzato nel 2016. La Reale Accademia di Spagna lo ha santificato nel 2017. Dietro la valanga, si pretende sequestrare, ancora una volta, la vittima più frequente di tutti i conflitti: LA VERITÀ.

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Cubainformacion: linciaggio mediatico

La Sexta e La Razón: lo stesso cane contro Willy Toledo e contro Cuba

José Manzaneda, coordinatore di Cubainformacion

“Mi piacerebbe che questo signore (…) qualche volta condannasse l’omicidio di omosessuali a Cuba per il fatto di essere omosessuali” (Eduardo Inda, opinionista e direttore dei OK diario).

“A Cuba ci sono ancora omosessuali nelle carceri” (Javier Sardá, showman ed opinionista).

Omosessuali imprigionati, assassinati a Cuba? Vi sembra se ascoltiamo le “vittime”? “La società cubana ha ancora molto da cambiare, ma con riguardo a noi gli omosessuali ed i travestiti, ci sono stati sufficienti progressi e di ciò ringraziamo, prima di tutto, la Rivoluzione, perché ci ha dato il nostro spazio” (1). “È il meglio, perché ci ha dato questa libertà e continuerà a darci la libertà, speriamo”. “Posso solo dire che sono molto felice che nel mio paese si facciano galà (contro l’omofobia) come questo e che si sostenga la gioventù gay” (2). Sono opinioni raccolte da Cubainformación TV, lo scorso maggio, per le strade dell’isola.

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Laboratori di guerra sporca

Gustavo Borges http://misionverdad.com/columnistas

Un milione di persone raggiunte con una falsa informazione e si presta, nella sua dissociazione, a farla correre, diffondere, è un esercito ancora più pericoloso e devastante di quelli addestrati ad invadere i paesi. I suoi alleati più potenti: televisione, radio, stampa, social network, voci, mezze verità, diffamazione, laboratori di guerra sporca e psicologica … e smettiamo qui.

In questa guerra di quarta generazione, il combattimento corpo a corpo è finito per occupare posti secondari quando si tratta di sparare. In questo moderno scontro per rovesciare governi, per strappare, per garantirsi, per appropriarsi delle risorse naturali ed energetiche di altri paesi, queste armi invisibili sono generalmente utilizzate per demoralizzare una popolazione e così smobilitarla per poi avanza su di essa. Se non credi, ‘ti sei arreso. Solo manca che vengano da te e ti prendano a calci in culo.

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Breve ed incompleta cronologia di un fallimento

Iroel Sánchez https://lapupilainsomne.wordpress.com

I PARTE (2008-2015)

Sono passati dieci anni da quando Fidel ha annunciato che non avrebbe accettato di essere rieletto a capo del governo cubano. Quanti soldi saranno stati investiti, dagli USA e dall’Europa, per cercare di approfittare di questo scenario? Quanti eventi sono stati realizzati, quante pubblicazioni sono sorte con questo obiettivo? Qui si tenta una cronologia -frettolosamente e sicuramente incompleta- che copre alcuni fatti ad essa collegati a partire dalle informazioni pubbliche disponibili sul world wide web.

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Cuba nei media: consenso informativo ed interessi di classe

José Manzaneda http://www.cubasocialista.cu

Coordinatore di Cubainformacion TV. Responsabile dei media dell’Associazione di Amicizia Euskadi-Cuba

Il consenso informativo su Cuba

L’industria dell’informazione e della comunicazione è il motore ideologico per la fabbricazione dell’imprescindibile consenso nella legittimazione del sistema capitalista globale (1). Le principali reti televisive, le produzioni di cinema commerciale, le stazioni radio, i giornali di grande tiratura e le altre grandi imprese del settore delle comunicazioni di massa realizzano una gestione privata di un servizio pubblico trascendentale per la sua influenza politica e sociale: la selezione delle agende informative rilevanti per la cittadinanza, delle opinioni di esperti che quella deve considerare per forgiare le sue opinioni, delle tendenze, valori, stili di vita e modelli di consumo da imitare e, naturalmente, dei modelli di condotta politica che è necessario escludere o condannare.

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Così rompiamo il cappio mediatico

e combattiamo il nuovo Piano Condor

di Geraldina Colotti

Dall’Europa all’America Latina, un’agenda comune contro la guerra mediatica e la censura. Questo il proposito del “Foro itinerante por la comunición y el dialogo intercultural entre UE y América Latina” che ha preso avvio presso il Parlamento Europeo a Bruxelles, è proseguito poi verso Londra, Stoccolma, Berlino ed è arrivato nella città di Cremona, prima di far tappa a Milano e concludere il giro a Parigi.

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Cubainformacion: ‘libertà’ di stampa alla brasiliana


Brasile e Cuba: media, capitale privato ​​e libertà di stampa

L’associazione dei giornalisti a Cuba lavora per migliorare i suoi media pubblici. E anche per rendere più autonoma ed incisiva la sua informazione, superando la segretezza, il trionfalismo e altri riconosciuti mali della stampa cubana.

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Di nuovo la fallita ricerca del Gorbaciov cubano

Iroel Sánchez  https://lapupilainsomne.wordpress.com

All’inizio del mandato del Generale dell’Esercito Raúl Castro come Presidente del Consiglio di Stato, ed alla vigilia della sua elezione a Primo Segretario del Partito Comunista, la stampa capitalista cercava di dipingere Raul come una sorta di Gorbaciov cubano che avrebbe aperto la strada alla fine del socialismo sull’isola. Allora io dicevo in un post intitolato “Alla ricerca del Gorbachov cubano”: “Solo lanciano i loro ami alla ricerca del Gorbaciov cubano. Suppongono nella direzione rivoluzionaria un’ingenuità incompatibile con più di cinquanta anni di vittorioso scontro con il paese più potente del pianeta.”

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Cubainformacion: doppio standard mediatico

Supermercati assaltati: a Caracas o Bogotà? Arte censurata: a L’Avana o Madrid?

José Manzaneda, coordinatore di Cubainformacion

Pochi giorni fa, centinaia di persone saccheggiavano supermercati a Bogotà e in tre dipartimenti della Colombia (1). Il governo ha imposto il coprifuoco (2). La notizia non l’abbiamo letta nella grande stampa spagnola. La stessa che, appena un mese fa, titolava che “i militari controllano i supermercati dopo i saccheggi in Venezuela” e lanciava una “allerta internazionale” a causa della “grave crisi economica e sociale” di quel paese (3).

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Giovani cubani reclamano restituzione di Guantánamo

Dalle reti sociali, venerdì 23 i giovani cubani hanno reclamato la restituzione all’Isola del territorio occupato  dagli Stati Uniti nella provincia di Guantánamo, dove Washington mantiene una base navale e una prigione denunciata internazionalmente come centro di torture,  ha informato Prensa Latina.

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Comunicazioni in Rivoluzione compiono 60 anni

Omar Pérez Salomón https://lapupilainsomne.wordpress.com

Questo 24 febbraio si celebra nel nostro paese il giorno del comunicatore, in coincidenza con il 60° anniversario di Radio Rebelde.

Da quando iniziarono i preparativi per la spedizione che viaggiò nel Granma, dal Messico, Fidel Castro diede grande importanza alle radiocomunicazioni. Tanto che impartì istruzioni per acquisire una stazione radio e altre apparecchiature radio che sarebbero andate, a Cuba, insieme ai membri della spedizione. Già nello sbarco alle Colorades, il 2 dicembre 1956, Raul Castro ed altri combattenti fecero un enorme sforzo per trasferire con loro le apparecchiature; ma gli fu impossibile a causa della complessità del terreno e della situazione creata dopo lo sbarco.

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Agenzie di “notizie”?

Fernando Buen Abad http://www.cubadebate.cu

Tutte le aberrazioni immaginabili per distorcere la realtà e linciare mediaticamente le lotte sociali, hanno una generosa fonte nelle “Agenzie Internazionali di Notizie”. Si chiamino come si chiamino. Sebbene abbiano facciate mercantili differenti, il loro dispositivo ideologico (falsa coscienza) è esattamente lo stesso. Operano con premeditazione, slealtà, vantaggio e pubblica impunità transnazionale. Con la dittatura del business informativo e la concentrazione dell’informazione, le società si sono convertite in un oligopolio con il 90% del mercato dominato principalmente da 6 aziende: Bertelsmann, Disney, General Electric, News Corporation, Time Warner e Viacom.

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Lula, la speranza del Brasile

Lunedì 28 è nata una nuova sezione del quotidiano Granma dedicata a riflettere il pensiero progressista e rivoluzionario a livello globale.

Sorge con la convinzione che in un mondo minacciato dal militarismo, la xenofobia e la profonda disuguaglianza promossa dal sistema capitalista, le soluzioni si possono trovare solo “dalla sinistra”.

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Washington crea una nuova Task Force in Internet

 x la sovversione a Cuba

http://www.granma.cu

 

Il governo USA ha annunciato, questo martedì, la creazione di una nuova Task Force in Internet dedicata a sovvertire l’ordine interno a Cuba.

“Il Dipartimento di Stato convoca una Task Force in Internet per Cuba composta da funzionari governativi e non governativi con l’obiettivo di promuovere il libero flusso di informazioni a Cuba”, riferisce un comunicato pubblicato sul suo sito ufficiale.

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Una si domanda

Sara Rosenberg https://lapupilainsomne.wordpress.com

Una si domanda, chiedere è il massimo diritto che una persona ha. Una si chiede. Gli amici non vogliono sentire risposte, perché in generale una non è capace di dare e risolvere tutti i temi e adattarli o almeno contrastare ciò che la cosiddetta “informazione” ha lasciato come crosta -già indurita- sulla superficie della nostra pelle.

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