Nel «cimitero della roba» nel deserto di Atacama, in Cile, terminano l cammini del consumo senza freni, gli scarti dell’industria della moda, il non venduto nel commercio, prodotti nuovi e usati che Giungono alla regione da diverse parti del mondo per terminare nelle discariche o in micro depositi di rifiuti.
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Come ha vinto la sinistra del Cile?
Francisco Dominguez, Orinoco Tribune 23 dicembre 2021
La vittoria di Gabriel Boric in Cile è la rivendicazione del movimento di massa sceso in piazza nel 2019 e indica un Paese pronto a seppellire per sempre l’eredità di Pinochet. Poche settimane fa, quando il candidato neofascista José Antonio Kast stava vincendo al primo turno delle elezioni presidenziali del Paese, la ribellione del Cile del 2019, volta a seppellire il neoliberismo, sembrava essere alla fine. Ma fu rinvigorita dalla vittoria schiacciante del candidato Apruebo Dignidad (“I Vote For Dignity”) Gabriel Boric Font, che otteneva il 56 percento dei voti al secondo turno, quasi cinque milioni di voti e la più grande maggioranza nella storia del Paese.
Cubainformacion: realtà e propaganda
Qual era il paese meglio preparato per una pandemia?
José Manzaneda, coordinatore di Cubainformacion
Il Parlamento Europeo ha approvato, in tre anni, quattro risoluzioni contro il governo cubano per presunte violazioni dei diritti umani, accompagnate dal successivo bombardamento mediatico (1).
Neppure una contro il governo della Colombia dove, solo quest’anno, ci sono stati 92 massacri e l’assassinio di 168 dirigenti sociali (2). Un recente rapporto delle Nazioni Unite denuncia 63 morti e 60 casi di violenza sessuale, la maggior parte per mano della forza pubblica, nelle proteste di aprile in Colombia (3). Paese dove “554000 bambini sotto i cinque anni soffrono di denutrizione cronica” (4). Ma è Cuba, libera da massacri, da violenza estrema della polizia e – secondo l’Unicef - unica nazione dell’America Latina senza grave denutrizione infantile, quella segnalata dal Parlamento Europeo (5).
Cile: sondaggi e notizie fake
Rete Solidarietà Rivoluzione Bolivariana
Quattro giorni dopo le elezioni presidenziali, che si sono concluse con la vittoria schiacciante del candidato delle sinistre Boric con quasi 12 punti di differenza, è necessario evidenziare la grande menzogna installata dalle società di sondaggi unite in coro con i grandi media sia cileni che internazionali.
Cubainformacion: armi selettive
Cuba e le armi selettive
José Manzaneda, coordinatore di Cubainformación
Un reportage del quotidiano “El País” sulle “esportazioni spagnole di armi” pone come selezione principale la “vendita di materiale antisommossa a Cuba -leggiamo- prima della repressione delle manifestazioni di luglio” (1).
Questa presunta vendita e “le consegne di munizioni all’Arabia Saudita” sarebbero “le operazioni più controverse”.
Saluti al nuovo presidente del Cile
Rete Solidarietà Rivoluzione Bolivariana
Dopo la vittoria del candidato delle sinistre Gabriel Boric alle elezioni presidenziali, non hanno tardato ad arrivare i calorosi messaggi di felicitazioni di tutti i leader politici di sinistra del continente.
Dal Venezuela al Cile, da Caldera a Boric
Sergio Rodríguez Gelfenstein, Mision Verdad, 15 dicembre 2021
La situazione attuale in Cile è sempre più sorprendentemente simile a quella dei primi anni ’90 in Venezuela. Al momento, come oggi in Cile, c’erano stati 30 anni di post-dittatura. I due Paesi all’epoca si presentavano come “modello di democrazia da seguire” ed “esempio per il mondo” basato sul “successo” del sistema di democrazia rappresentativa bipartisan in cui l’economia era messa al servizio di una minoranza della popolazione.
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Il Cile volta pagina
Fabrizio Casari www.altrenotizie.org
Scampato pericolo. Alle presidenziali cilene, 15 milioni di cileni erano chiamati a scegliere tra Josè A. Kast candidato fascista, apertamente nostalgico del dittatore Augusto Pinochet, e Gabriel Boric, candidato del centrosinistra largo. La destra uscente ha tentato in ogni modo e fino all’ultimo di spianare la strada al suo figlio prediletto, persino bloccando il sistema di trasporti pubblico per impedire alla gente di recarsi alle urne. Ma non è servito. I cileni a votare sono andati ed il verdetto è indiscutibile: sebbene si cerchino spiegazioni nella defezione dell’elettorato di Parisi, dieci punti di distanza tra il fascismo e la democrazia misurano il termometro politico cileno.
Cile vince il candidato di sinistra
E’ l’ora del Cile, in una domenica storica. La campagna è stata fortemente polarizzata con l’ex leader della protesta studentesca Gabriel Boric che sfida l’ultraconservatore José Antonio Kast, nostalgico del generale Pinochet.
Una vittoria con il 56% dei voti con una affluenza storica per il Cile, che ha visto le classi popolari respingere fermamente il candidato di estrema destra sostenuto dall’imperialismo USA e che continua a far soffiare forte il vento del cambiamento lungo tutto continente Centro e Sud Americano.
Chile: elecciones presidenciales más polarizadas y determinantes en 50 años
Né Cile né Colombia
Omar Rafael García Lazo www.cubadebate.cu
Il Cile di Pinochet è stato mostrato come la vetrina del neoliberalismo in America Latina, l’esempio da seguire. Nello sforzo si tenta di oscurare la repressione che ha accompagnato l’esperimento dei Chicago Boys.
La Colombia è stata esposta come una democrazia forte e fiorente. La guerra, il narcotraffico, il paramilitarismo, da e attraverso lo Stato, non sembrano pregiudicare la “democrazia più antica” del continente.
Fidel Castro in Cile
Maité Piñero – https://nostramerica.wordpress.com
“Fidel, il Cile ti apre il suo cuore” titola il quotidiano ‘Clarín’ del 10 novembre 1971, quando Fidel Castro atterra all’aeroporto di Antofagasta. Si tratta della sua prima visita nel continente da quando, per ingiunzione di Washington, tutti gli Stati, eccetto il Messico, hanno rotto le relazioni con Cuba.
Salvador Allende è stato eletto presidente un anno prima e la Unidad Popular (UP) ha ottenuto la maggioranza assoluta alle legislative di marzo. Un popolo vibrante di entusiasmo e di speranza riceve il rivoluzionario cubano.
11.09.73: golpe in Cile
Cile 11.09.73: x non dimenticare
LE RAGIONI PER CUI L’IMPERIALISMO USA DISTRUSSE IL GOVERNO ALLENDE
“Non vedo alcuna ragione per cui ad un paese dovrebbe essere permesso di diventare marxista soltanto perché il suo popolo è irresponsabile. La questione è troppo importante perché gli elettori cileni possano essere lasciati a decidere da soli.”
“Di tutti i capi di governo dell’America Latina, noi ritenemmo Allende il più pernicioso per gli interessi del nostro paese. Egli era palesemente pro-Castro e si opponeva agli Stati Uniti. Le sue politiche interne erano una minaccia per la democrazia cilena e per i diritti umani.”
(Henry Kissinger)
Anche prima della sua vittoria elettorale (avvenuta nel 1970), Allende attirò rapidamente su di sé il veto dell’establishment politico statunitense. A causa delle sue idee socialiste, si cominciò a temere che ben presto il Cile sarebbe diventato una nazione comunista e sarebbe entrato nella sfera d’influenza dell’Unione Sovietica. Per di più gli USA avevano cospicui interessi economici in Cile, con società come ITT, Anaconda, Kennecott ed altre. L’amministrazione Nixon, in particolare, fu la più strenua oppositrice di Allende, per il quale nutriva un’ostilità che il Presidente ammetteva apertamente.
Altra notte da incubo per la destra cilena
Rete Solidarietà Rivoluzione Bolivariana
Altra notte da incubo per la destra cilena e per la ultra destra filo Pinochet.
L’alleanza del presidente di destra filostatunitense Piñera, “Chile Vamos”, ha perso praticamente tutto al secondo turno delle elezioni regionali.
Il risultato è stato 12-1, che, sommato al 3-0 del primo turno, fa un totale di 15 regioni perse su 16.
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