Il 26 giugno 2024, il Governo boliviano ha sofferto un tentativo di colpo di Stato militare organizzato e orchestrato da membri dissidenti dell’Esercito che utilizzando carri armati e altri veicoli da combattimento, sono entrati con la forza nel Palazzo Quemado, posizionandosi in luoghi strategici di Plaza Murillo, in una chiara azione golpista contro il governo democratico di Luis Arce Catacora.
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Luis Arce a RT: “Ci sono sempre interessi esterni dietro i colpi di Stato”
Dopo il tentativo di colpo di Stato avvenuto mercoledì scorso in Bolivia, il presidente della nazione, Luis Arce, ha rilasciato un’intervista esclusiva all’emittente RT nella giornata di giovedì, analizzando e approfondendo l’accaduto. Durante la conversazione con la corrispondente Camila Lozano, Arce ha discusso della possibile ingerenza esterna, suggerendo che alcuni attori stranieri potrebbero essere coinvolti nel tentativo di golpe.
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Gli USA inscenano un golpe in Bolivia per impadronirsi delle riserve di litio
L’ammutinamento in Bolivia è durato solo tre ore, perché ha avuto scarso sostegno sia nelle forze armate che in quelle di sicurezza. Nemmeno la popolazione l’ha appoggiato: la gente è scesa in strada per proteggere la democrazia.
Bisogna dare credito alle autorità: ci sono stati momenti di panico a La Paz, quando la gente correva verso le scuole, i bancomat e i supermercati, guardando i carri armati che circolavano per le strade, ma la situazione è stata presto riportata sotto controllo.
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In Bolivia, tornano i carri armati. Ma è stato un tentativo di golpe vero?
di Geraldina Colotti
Autogolpe o tentativo di colpo di stato vero? In Bolivia il dibattito divampa, dopo l’irruzione di alcuni carri armati in piazza Murillo, nella capitale La Paz. Uno di questi ha sfondato il portone del Palazzo di governo, dov’era riunito il gabinetto politico, guidato dal presidente Luis Arce e dal suo vice David Choquehuanca. Poco prima, con un messaggio in rete, il governo aveva allertato circa movimenti di truppe irregolari e della possibilità di un colpo di stato contro la democrazia. A guidare l’assalto, il comandante dell’Esercito, Juan José Zúñiga, poc’anzi destituito a causa di dichiarazioni incendiarie, decisamente incongrue per la sua funzione.
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Forte condanna globale contro il tentativo di colpo di Stato in Bolivia
Golpisti si nasce
Bolivia: no al golpe!
Saludamos retiro de las tropas golpistas de la Plaza Murillo de #LaPaz. Otro golpe militar en #Bolivia sería una nueva afrenta a la #AméricaLatinaZonaDePaz.
Todo nuestro respaldo al legítimo gobierno de @LuchoXBolivia pic.twitter.com/6p4ukRppQV
— Miguel Díaz-Canel Bermúdez (@DiazCanelB) June 26, 2024
27.06 – Il presidente, Luis Arce, ha chiesto a Zúñiga di ritirare il suo atteggiamento golpista e di inviare i militari ai loro posti, ma Zúñiga si è rifiutato. Fonte: EFE.
A seguito di un mandato e dell’apertura di un’indagine, emessi dalla Procura della Repubblica, Zúñiga è stato arrestato e messo a disposizione delle autorità.
Il tradimento come ultimo capitolo dell’Operazione Gedeon
Tarek El Aissami sapeva dell’operazione mercenaria
La mattina del 3 maggio 2020, il Venezuela è stato testimone di un tentativo di invasione effettuato da parte di un gruppo di mercenari addestrati in Colombia e sponsorizzati dall’amministrazione di Donald Trump, che aveva l’obiettivo di infiltrarsi nel territorio attraverso le coste degli stati di Aragua e La Guaira, allo scopo di assassinare membri del Governo bolivariano, iniziando dal presidente Nicolás Maduro, e creare una situazione di violenza e destabilizzazione nel paese che permettesse l’occupazione straniera del territorio venezuelano e la definitiva presa del potere da parte di Juan Guaidó.
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Il messaggio di Chávez e la lealtà di un soldato
Il Presidente cubano ha ricordato che l’Ambasciata di Cuba fu aggredita dalla destra fascista.
Caracas, Venezuela.–«Turiamo, 13 aprile 2002. A lle 14:45. Al popolo venezuelano… (e a chi possa interessare)»…
Mentre un governo di fatto cambia il nome della Repubblica Bolivariana del Venezuela e cancella con una riga la democrazia stabilita, una lettera del presidente costituzionale, Hugo Chávez, viaggia – di nascosto – con l’identità del primo sergente della Guardia Nazionale, Juan Bautista Rodríguez.
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Cile: i segreti che il governo USA continua ad occultare
Cinquant’anni dopo il golpe militare che rovesciò Salvador Allende e instaurò la dittatura di Pinochet, esistono ancora documenti top secret sul ruolo degli USA che devono essere declassificati.
Il 25 agosto, la CIA ha pubblicato, discretamente, sul suo sito web due documenti sul golpe militare in Cile, tenuti segreti per mezzo secolo: il President’s Daily Brief (PDB – rapporto quotidiano del presidente) della mattina dell’11 settembre 1973 (il giorno del golpe) e dell’8 settembre 1973, quando l’esercito cileno stava finalizzando i suoi piani per rovesciare il governo democraticamente eletto di Salvador Allende.
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Cile: 11 settembre 1973
11 settembre 1973, discorso del Presidente Salvador Allende alla radio
7.55 A.M., Radio Corporación
Parla il Presidente della Repubblica da La Moneda, residenza ufficiale del Presidente della Repubblica del Cile.
“Viene segnalato da informazioni certe che un settore della Marina avrebbe isolato Valparaiso e che la città sarebbe stata occupata. Ciò rappresenta una sollevazione contro il Governo, Governo legittimamente costituito, Governo sostenuto dalla legge e dalla volontà del cittadino.
Cile, 50 anni dopo. Francisco Marín: “Così hanno ammazzato Allende
di Geraldina Colotti*
Per i cinquant’anni dal golpe in Cile contro l’allora presidente, Salvador Allende, l’11 settembre 1973, fioriscono analisi e pubblicazioni. Tra queste, l’inchiesta giornalistica di Francisco Marín Castro (sociologo, scrittore e direttore del quotidiano El Ciudadano) e Luis Ravanal Zepeda (medico forense), Allende, autopsia de un crimen, appena pubblicata in Cile da Ceibo. Un lavoro rigoroso, dal punto di vista storico e simbolico, sugli ultimi momenti di Allende e del governo di Unidad Popular. Ne abbiamo parlato con Francisco Marín Castro.
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I tre golpe contro Salvador Allende
Nei giorni scorsi è circolata la notizia della parziale declassificazione da parte della Central Intelligence Agency (CIA) statunitense di due Presidential Daily Briefings (PDB), preparati per essere letti da Richard Nixon. Il primo è datato 8 settembre e il secondo 11 settembre, durante il colpo di Stato del 1973 contro il presidente cileno Salvador Allende.
Dina: NO al popolo, SI all’Impero
Il sindaco di Lima non ha esitato a sostenere Dina Boluarte e ha assicurato che il suo gabinetto è “uno dei migliori che abbia mai visto”.
La crisi politica e sociale del Perù continua ad aggravarsi con un presidente imposto e sostenuto finora dall’oligarchia locale e dall’imperialismo, con un Congresso screditato e controllato dalla destra, riluttante ad anticipare le elezioni che lo farebbero sparire, pur di mantenere il suo mandato fino al 2026.
Brasile: la lotta della memoria contro l’oblio
La lotta politica è anche la lotta della verità contro la menzogna, la lotta della memoria contro l’oblio. La disputa per l’interpretazione predominante in una società passa attraverso la visione della storia, la selezione del fondamentale e l’eliminazione del negativo.
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