Tag Archives: José Martí

Non c’è nulla di più sublime della Patria

El Diablo Cojuelo  – (Il diavolo zoppicante)  che nacque per mostrare agli studenti de L’Avana la corruzione imposta dal regime coloniale in Cuba, come il personaggio che gli dà il titolo aveva fatto rispetto alla stessa metropoli,  guidando uno studente nel romanzo omonimo di  de Luis Vélez de Guevara– apparve in data  19 gennaio del 1869.

Quattro giorni dopo circolò La  Patria  Libre,  il cui  sottotitolo -Settimanale  Democratico Cosmopolita –  rifletteva l’ambiente in cui si muoveva  Martí.

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Guáimaro e lo spirito costituzionale che perdura

Sei mesi esatti dopo il grido libertario di  Carlos Manuel de Céspedes nello zuccherificio  la Demajagua, i patrioti alzati in armi contro il colonialismo spagnolo diedero a Cuba e al mondo una nuova e rilevante lezione di  unità  e civismo.

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La Repubblica cubana, passione per il decoro

José Martì

«Perché se nelle cose della  mia  patria  mi  fosse dato di  preferire un  bene  a  tutti gli altri, un bene fondamentale che di tutti quelli del paese fosse la base e il principio e senza il quale gli altri beni sarebbero fallaci e insicuri, questo sarebbe il bene che io preferirei:  io vorrei che la prima legge della nostra Repubblica sia il culto dei cubani alla dignità piena dell’uomo.

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Cuba: il frutto che maturò? (I)

Haroldo Miguel Luis Castro –  www.cubahora.cu

Il 18 maggio 1898, nella lettera inconclusa a Manuel Mercado, José Martí avvertì sulle intenzioni espansioniste USA su Cuba e la regione. Solo tre anni dopo, l’esercito USA conseguiva intervenire senza grandi complicazioni nel conflitto con la Spagna. Com’è stato possibile?

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Con chi si accordarono gli imperialisti durante l’intervento?

Fidel Castro https://lapupilainsomne.wordpress.com

Non abbiamo il minor dubbio che Martí è stato il più grande pensatore politico e rivoluzionario di questo continente. Non è necessario fare confronti storici. Ma se analizziamo le circostanze straordinariamente difficili in cui si sviluppa l’azione di Martí: dall’emigrazione lottando senza alcuna risorsa contro il potere della colonia dopo una sconfitta militare, contro quei settori che disponevano alla stampa e disponevano selle risorse economiche per combattere le idee rivoluzionarie; se consideriamo che Martí sviluppava tale azione per liberare un piccolo paese dominato da centinaia di migliaia di soldati armati fino ai denti, paese su cui incombeva non solo quella dominazione, ma un pericolo molto più grande ancora; il pericolo di assorbimento da parte di un potente vicino, le cui guerre imperialiste cominciavano a svilupparsi visibilmente; e che Martí da lì, con la sua penna, la sua parola, mentre cercava di ispirare i cubani e formare la loro coscienza per superare le discordie e gli errori di direzione e di metodo che posero fine alla Guerra dei Dieci anni, mentre cercava di unire in un unico pensiero rivoluzionario gli emigranti, la vecchia generazione che iniziò la lotta per l’indipendenza e le nuove generazioni, unire quegli eminentissimi e prestigiosi eroi militari, affrontava nel campo delle idee le campagne di Spagna a favore della colonia, le campagne autonomiste a favore di procedure leguleie ed elettorali ed ingannevoli che non avrebbero condotto la nostra patria ad alcun fine, e affrontava le nuove correnti annessioniste che sorgevano da tale situazione, e affrontava il pericolo dell’annessione, non già tanto in virtù della richiesta di quei settori benestanti che decenni addietro lo aveva richiesto per mantenere l’istituzione della schiavitù ma in virtù dello sviluppo del potere economico e politico di quel paese che già si insinuava come la potenza imperialista che è oggi.

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Coloro che hanno aperto la strada

Ronald Suárez Rivas http://www.granma.cu

Carlos Manuel de Céspedes, «il padre della Patria»

Si dice che davanti alla domanda di alcuni patrioti, su come ottenere le armi per la lotta, Carlos Manuel de Céspedes rispose fulminante “le armi le hanno loro”, cioè, i soldati spagnoli, in un appello a strapparle al nemico.

Ed in effetti, quella sarebbe stata la strategia che le forze cubane avrebbero ripetutamente assunto nella lotta che stava per iniziare, e in quelle che sarebbero giunte posteriormente.

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Un Popolo, un Partito

Alejandra García http://www.cubadebate.cu

La casa numero 81 della Calle Calzada, a L’Avana, ospitò nella mattinata di quella domenica 16 agosto 1925 il Partito Comunista di Cuba (PCC). Tredici uomini in totale clandestinità, che rappresentavano meno di un centinaio di comunisti, si riunirono per due giorni consecutivi per parlare dei mali dell’isola e raggruppare l’avanguardia che avrebbe promosso un cambiamento radicale.

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La storia di Cuba nel concetto rivoluzionario di Fidel

Nel pensiero del leader storico della Rivoluzione cubana Fidel Castro Ruz emergono, un’originalità che lui seppe valorizzare, le tradizioni della Patria come strumento educativo per l’azione politica e lo sostenne apertamente nella sua oratoria. In questa forma ha proiettato il suo pensiero rivoluzionario, la cui trascendenza si dimostra in una visione nazionale che contribuisce ad arricchire il suo operato come statista.

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José Martí nel Salone della Fama degli Scrittori di Nuova York

Nel maggio scorso il Empire State Center for the Book,  aveva annunciato che il poeta, saggista giornalista e politico cubano  José Martí (1853-1895) era stato nominato nuovo membro del New York Writers Hall of Fame, (Salone della Fama degli Scrittori di  Nuova York).

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Martí vide nascere l’OSA e ci avvertì

Oscar Sánchez Serra http://razonesdecuba.cubadebate.cu

Alla fine del 1889, il governo USA di Benjamin Harrison convocò la Prima Conferenza Panamericana, che fu il punto di partenza del “panamericanismo”, già allora espresso come il dominio economico e politico dell’America sotto la presunta “unità continentale”. Era l’aggiornamento della dottrina di James Monroe, del 2 dicembre 1823, nel momento in cui il capitalismo USA stava raggiungendo la sua fase imperialista.

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Discorso Che Guevara 28.01.1960

Discorso che Ernesto Che Guevara pronunciò durante la cerimonia in onore di Josè Martì organizzata dall’Associazione dei Giovani Ribelli, il 28 gennaio 1960. ☆

Cari compagni, bambini e adolescenti di oggi, uomini e donne di domani, eroi di domani ; eroi, se sarà il caso, nei rigori della lotta armata; eroi, altrimenti, nella costruzione pacifica della nostra nazione sovrana.

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Dieci ragioni per sfilare questo 1º Maggio

1 – A Cuba, a differenza di altri paesi, si celebra il Giorno Internazionale dei Lavoratori con una gran sfilata del popolo proletario. In molti territori del mondo questo giorno si trasforma in una giornata di protesta e denuncia contro governi e politiche contrarie al movimento proletario. Il popolo cubano celebra ogni 1º Maggio con una sfilata piena di allegria, dove partecipano tutti i settori del popolo lavoratore.

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La dottrina Monroe (parte II e finale)

colonna vertebrale dell’imperialismo USA

 

Dalla fine del XVIII secolo furono espresse le intenzioni del potente vicino nordamericano sull’isola di Cuba per voce delle sue principali figure politiche.

Così, dal 1805, Jefferson espresse le sue intenzioni di impadronirsi di Cuba per ragioni strategiche. Nel 1823, il segretario di stato USA, John Quincy Adams, enunciò la sua teoria della “frutta matura”: “(…) Cuba, separata dalla Spagna, cadrà necessariamente nel grembo USA…”.

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Martí, l’uomo, il simbolo

L’11 marzo del 1949 un gruppo di marine dell’Armata nordamericana terminò una giornata di libera uscita dal porto de L’Avana nel Parco Centrale. Ubriachi, due di loro si arrampicarono sulla statua di José Martí e uno urinò dall’alto. Sotto i suoi soci applaudivano.

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Martí, profeta e forgiatore

Tra i cubani di anima limpida esiste un patto simbolico:  Martí è l’idea del bene che ci unisce e ci illumina.  Fidel, discepolo preclaro dell’apostolato martiano, comprese sempre l’impegno etico con il legato del Maestro

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