Tag Archives: Mike Hammer

Di nuovo Matanzas? Il copione della destabilizzazione

Esiste una formula in politica estera che, per chi ha osservato il lungo e soffocante blocco contro Cuba, risulta tanto familiare quanto offensiva.

È un copione scritto a Washington, provato nei laboratori di guerra non convenzionale e messo in scena nelle nazioni che osano scegliere un cammino sovrano. Oggi, i segnali puntano ancora una volta verso l’isola, e lo scenario scelto sembra essere, di nuovo, Matanzas.

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La missione diplomatica yankee a L’Avana e i suoi 48 anni di fallimenti

Arthur González

Durante l’amministrazione del presidente James Carter, il 1° settembre 1977 furono aperte le Sezioni d’Interessi degli Stati Uniti a L’Avana (SINA) e quella di Cuba a Washington. Gli yankee approfittarono della rappresentanza diplomatica per sviluppare azioni di spionaggio contro Cuba, rifornendo illegalmente gli agenti che reclutavano all’estero con moderne tecnologie per la trasmissione e ricezione di informazioni, principalmente sull’economia cubana, situazione denunciata dal governo cubano nel 1987 attraverso la TV nazionale, ma silenziata dalla stampa USA affinché i suoi cittadini non conoscessero il disastro che rappresentò per la CIA l’aver creduto nei suoi 27 agenti, i quali in realtà rispondevano alla Sicurezza di Stato cubana, e che per anni trasmisero informazioni false alla CIA.

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Mike Hammer: diplomatico o agente della controrivoluzione a Cuba?

Dal suo arrivo a Cuba nel novembre 2024 come incaricato d’affari USA, Mike Hammer ha compiuto una serie di azioni che violano i principi più elementari della diplomazia e delle convenzioni internazionali che regolano le relazioni tra Stati. Il suo comportamento, lungi dal promuovere il dialogo bilaterale, è stato caratterizzato dal proselitismo, dal confronto e dal sostegno aperto ai settori controrivoluzionari, sia all’interno che all’esterno dell’isola.

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Mr Hammer, l’incaricato degli Affari Sporchi degli USA a Cuba

René Vázquez Díaz

A proposito dell’invio del generale Enoch Crowder a Cuba da parte del Dipartimento di Stato nel 1919, con il compito esplicito di “risolvere il problema” della successione del presidente Menocal, Julio Le Riverend scrisse nella sua rigorosa esposizione storica La República (1): “Dall’interventismo come diritto, all’ingerenza quotidiana, non vi fu praticamente soluzione di continuità. Paese sottomesso economicamente e politicamente, Cuba non poteva che soffrire queste aggressioni”.

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Mike Hammer: il flautista di Hamelin della controrivoluzione

Marco Velázquez Cristo

Fin dal suo arrivo nel Paese, questo personaggio ha assunto un atteggiamento provocatorio e ingerente, violando il suo status diplomatico, come denunciato dalle autorità cubane.

Le sue scorribande lo hanno portato, nei suoi giri sul territorio nazionale, a entrare in contatto con capi della controrivoluzione e altri elementi privi di dignità e sentimenti patriottici, per incitarli e offrir loro sostegno affinché violino l’ordine costituzionale vigente. Così agiscono nel tentativo di ottenere quello che chiamano un «cambio di regime» nel Paese, obiettivo supremo dell’aggressivo vicino del nord.

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Dichiarazione in difesa della sovranità di Cuba

Dichiarazione in difesa della sovranità di Cuba e del suo diritto a proteggersi dall’ingerenza straniera.

 

La Repubblica di Cuba, in quanto nazione sovrana e indipendente, ha il pieno diritto – e il dovere costituzionale – di proteggere la propria integrità territoriale, il proprio ordine politico e la propria stabilità sociale da qualsiasi atto di ingerenza straniera o attività mercenaria che miri a destabilizzare il Paese. Le recenti pubblicazioni dei media finanziati dal governo USA, che mettono in discussione il divieto di partecipazione di alcuni individui agli eventi organizzati dall’Ambasciata USA all’Avana, ignorano che si tratta di un’azione legittima e necessaria, inquadrata nelle leggi cubane e nell’esercizio dell’autodeterminazione che ogni Stato ha secondo il diritto internazionale.

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Mike Hammer visita il paese di Bejucal e constata che non vi è alcuna base militare cinese

Arthur González

Mike Hammer, diplomatico-turista che ricopre l’incarico di Capo Missione USA a Cuba, nel suo più recente giro turistico per L’Avana ha visitato il paese di Bejucal, celebre per le sue parrandas (festa tradizionale popolare ndt)  e, da alcuni mesi, per essere al centro di campagne montate dagli USA, promosse da certi congressisti di origine cubana che cercano solo di demonizzare la Rivoluzione cubana, mentendo nel sostenere che in quel luogo “si sta costruendo una base militare cinese”, affermazione smentita perfino dalle agenzie d’intelligence USA.

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Mike Jama

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Dimmi chi ti premia e ti dirò chi sei

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Un profeta senza messaggio

Luis Domínguez Castellano

Chi potrà mai ingannare l’incaricato d’affari USA? Naturalmente ci sarà chi si lascerà trasportare dal sogno, così come ci sarà chi, pur non incline all’inganno, è interessato a ridere delle sue trovate per vedere cosa riesce a ricavarne.

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Vedere per credere

Arthur González

Domenica 8 giugno, l’incaricato d’affari USA a Cuba, Mike Hammer, ha continuato le sue passeggiate turistiche per L’Avana, cosa che è proibita ai cittadini USA. Questa volta il suo itinerario lo ha portato alla Chiesa di Regla, situata nella parte orientale della baia dell’Avana, un tempio dedicato alla Vergine nera o Yemayá, dea delle acque nella religione di origine africana. Per raggiungere il popoloso quartiere mariano di Regla, il diplomatico-turista ha usato la lancia che attraversa la baia, normalmente riservata ai residenti, come un passeggero qualsiasi. Lo ha fatto da solo, senza scorte né marines a proteggerlo, prova che Cuba continua a essere un luogo sicuro, nonostante le campagne e perfino gli avvisi lanciati dall’ambasciata da lui stesso diretta.

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Hammer nel romanzo sbagliato

Come chiunque sia a capo della legazione di un paese, il rappresentante USA deve rispettare le norme internazionali che regolano la diplomazia.

Oscar Sánchez Serra

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L’ambasciatore che non comanda a Cuba

Rosa Miriam Elizalde

«Mi perdoni, ma chi comanda sulle cose di Cuba sono io.» La secca risposta di Fidel Castro a un funzionario del Dipartimento di Stato USA è riecheggiata per decenni nei corridoi diplomatici.

La scena si svolse il 16 aprile 1959, nel Salón South America dell’hotel Statler-Hilton a Washington, subito dopo un pranzo con il segretario di Stato ad interim degli USA, Christian Herter. Lì, William Wieland, direttore dell’Ufficio per gli Affari dei Caraibi della diplomazia USA, si presentò dicendo: «Dottor Fidel Castro, io sono la persona che gestisce le cose di Cuba». Il dirigente cubano lo gelò all’istante. Non fu solo una battuta brillante, fu una rettifica storica.

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A Miami pretendono assegnare all’incaricato d’affari yankee il ruolo di governatore di Cuba

Arthur González

Nei giorni scorsi, Mike Hammer, capo della missione diplomatica yankee all’Avana, durante una breve visita a Miami è stato nominato “ambasciatore dell’Esilio Cubano”, niente meno che dal Museo Americano della Diaspora Cubana. Secondo loro, ciò è dovuto agli incontri che ha avuto, sin dal suo arrivo a Cuba nel novembre 2024, con la vecchia e screditata controrivoluzione presente sull’isola.

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Johana Tablada mette in guardia sulla crescente ostilità di Washington verso L’Avana

Cubaporsiempre

«Nessuno deve confondere la pazienza che ha avuto Cuba di fronte a questo tipo di atti con debolezza», ha dichiarato Johana Tablada, vicedirettrice della Direzione Generale per gli USA del Ministero degli Affari Esteri, in dichiarazioni rilasciate a Prensa Latina. Ha denunciato con forza la politica interventista e aggressiva del governo USA nei confronti dell’isola.

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