L’opera di un’organizzazione politica passa per la maniera in cui i suoi postulati si radicano nelle viscere del suo popolo.
Nello stesso cuore di Cuba, battendo con lei e con la sua gente, vive il Partito Comunista di Cuba.
L’opera di un’organizzazione politica passa per la maniera in cui i suoi postulati si radicano nelle viscere del suo popolo.
Nello stesso cuore di Cuba, battendo con lei e con la sua gente, vive il Partito Comunista di Cuba.
Raúl Antonio Capote – www.granma.cu
Cinquantasei anni ci separano da quei giorni in cui l’umanità si vide sull’orlo della guerra nucleare, mai prima l’essere umano era stato così vicino all’olocausto atomico.
Per il Governo ed il popolo cubano significò una grave esperienza che riaffermò la fermezza di una nazione che difese, con dignità e valore straordinario, la sua autodeterminazione di fronte alle azioni di due superpotenze, una dimostrazione della capacità politica dei suoi dirigenti di negoziare senza far concessione di principi ma con la necessaria flessibilità per facilitare il processo portato avanti dall’ONU e riaffermò la necessità di rafforzare la difesa del paese con una propria concezione, non allineata e ferma nei principi di sovranità.
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Alejandra García http://www.cubadebate.cu
La casa numero 81 della Calle Calzada, a L’Avana, ospitò nella mattinata di quella domenica 16 agosto 1925 il Partito Comunista di Cuba (PCC). Tredici uomini in totale clandestinità, che rappresentavano meno di un centinaio di comunisti, si riunirono per due giorni consecutivi per parlare dei mali dell’isola e raggruppare l’avanguardia che avrebbe promosso un cambiamento radicale.
P. A. Garcia – http://www.granma.cu
Erano una manciata di rivoluzionari. Riuniti il 16 agosto 1925 in una vecchia casa della strada Calzada, nel Vedado, poi demolita e dove oggi si erige la sala Hubert de Blanck, avevano come loro principale missione quella di creare il primo Partito Comunista di Cuba e di affiliarlo alla Terza Internazionale fondato da Lenin nel 1919.