L’Unione Europea non deve essere

 

complice degli USA contro Cuba


01/10/2004


 

 

 

Alla Presidenza dell’Unione Europea
Alla Presidenza della Commissione Europea

 

Bruxelles


Nel 2003, l’Unione Europea, mostrandosi intransigente contro Cuba, ha adottato sanzioni contro un paese già sottoposto da decenni ad un durissimo ed illegale blocco da parte degli Stati Uniti.

Riteniamo che questa decisione sia una forma di capitolazione e complicità con la politica aggressiva degli Stati Uniti contro la sovranità e la dignità nazionale di Cuba e dell’America Latina nel suo complesso.

L’Unione Europea non può adottare una doppia morale nelle sue relazioni internazionali. Non ha adottato sanzioni contro altri paesi che applicano sistematicamente – e non eccezionalmente – la pena capitale. Si mostra intransigente contro piccoli Stati come Cuba o Zimbawe ma si mostra indulgente verso altri stati come Colombia o Israele dove avvengono violazioni dei diritti umani enormemente più gravi. I tre quarti del mondo ritengono ormai inaccettabile la logica dei due pesi e delle due misure.

Chiediamo per questo che l’Unione Europea revochi rapidamente le sanzioni contro Cuba, si adoperi per ostacolare l’internazionalizzazione del blocco contro Cuba da parte dell’amministrazione degli Stati Uniti, inserisca nella sua agenda politica la democratizzazione delle relazioni internazionali.



PRIMI FIRMATARI: Remì Herrera (Università di Parigi); Paolo Nacatani (Università S.Espiritu, Brasile); Luciano Vasapollo (università di Roma “La Sapienza”); Samir Amin (Presidente Forum Mondiale delle alternative); Gorge Labica (Presidente Centro Democratico Internazionale); Isabel Monal (Istituto Nazionale di Filosofia di Cuba); Al Campbell (Università dell’Utah, Stati Uniti); Elena Alvarez (Istituto Nazionale per l’Economia, Cuba); Gentil Corazza (Università federale di Porto Alegre, Brasile); Victor Rios Vidal (Fondazione di ricerca marxista, Barcellona, Spagna); Armando Fernandez (Università Complutense, Madrid); Alesando Valle (Università di Città del Messico);
 

Francosi Houtard (Centro Tricontinentale, Belgio); Regula Eburmkind (università dell’Utah, Stati Uniti); Isabel Einard Amin (Forum del Terzo Mondo, Senegal) ed altre trenta intellettuali, studiosi e ricercatori riuniti al Convegno internazionale marxista di Parigi