ALBA e ALCA:

due strade contrapposte per l’America Latina

 

ORLANDO ORAMAS LEON -  Avana 17 dicembre 2004

 

ALBA e ALCA sono due sigle che si somigliano, ma i contenuti sono totalmente contrapposti fra loro rispetto agli interessi originari dell’integrazione latinoamericana, quelli sognati da Simon Bolivar e José Marti.

 

L’Alternativa Bolivariana per le Americhe (ALBA) è una proposta del governo venezuelano e si basa sul lascito libertario ed unionista di Bolivar, che sarà ripreso anche dall’Apostolo dell’indipendenza cubana.

 

E’ per questo che le sue origini risalgono alle battaglie del ‘Libertador’ contro il colonialismo spagnolo prima e poi ai suoi sforzi per unificare l’America Ispanica nel Congresso Anfizionico di Panama.

 

L’ALCA è invece una proposta degli Stati Uniti per creare un’area di libero commercio emisferica, con scopi che sono stati denunciati come neocoloniali e di dominazione.

 

Già nel XIX secolo Marti metteva in guardia sulle pericolose intenzioni che celava la Casa Bianca, nel convito alla Riunione Monetaria Panamericana, svoltasi a Washington nel 1891.

 

“Non deve esserci una censurabile fretta nel promuovere o nel contrarre impegni non necessari tra i popoli, che siano innaturali e fuori dalla realtà”, scrisse allora.

 

E la sua previsione acquista piena attualità ai giorni nostri, quando tutto indica che una buona parte dei governanti latinoamericani non hanno fatto caso alla fretta nordamericana di firmare gli accordi dell’ALCA.

 

Gli USA avevano fissato per il gennaio 2005 la firma degli accordi sull’Area di Libero Commercio, ma attualmente i negoziati appaiono impantanati, soprattutto a causa delle reticenze e critiche di governi come quelli di Brasile, Venezuela ed Argentina.

 

Il governo del presidente Hugo Chavez ha lanciato la proposta dell’ALBA nell’isola Margarita, in occasione del III Summit dei Capi di Stato e di Governo dell’Associazione degli Stati Caraibici, nel dicembre 2001.

 

Secondo questo progetto, il commercio e gli investimenti non devono essere fini a sé stessi, ma strumenti per raggiungere uno sviluppo giusto e sostenibile.

 

In questo senso, l’integrazione latinoamericana e caraibica non può essere un mero prodotto del mercato e richiede non solo l’azione regolatrice dello Stato nell’attività economica, ma anche la partecipazione dei cittadini.

 

Secondo quanto scritto su una dichiarazione congiunta firmata dai capi di Stato cubano e venezuelano, si tratta di un programma che punta alla trasformazione delle società del continente per renderle più giuste, colte, partecipative e solidali.

 

I presidenti Fidel Castro e Hugo Chavez hanno anche sottoscritto un accordo in base al quale si impegnano ad applicare i principi dell’ALBA ai loro rapporti bilaterali, divenendo un punto di riferimento per altre nazioni della regione.

 

Il documento stabilisce che i due paesi terranno conto delle differenze politiche, sociali, economiche e giuridiche esistenti tra loro, comprendendo il blocco al quale è sottoposta la maggiore delle Antille.

 

Si terrà conto di queste premesse al momento di applicare il principio di reciprocità negli accordi finanziari e commerciali che vengano stipulati tra le parti, tutto il contrario di quel che avviene con l’ALCA.

 

Gli USA pretendono di imporre la loro superiorità e rafforzare la dominazione, non riconoscendo lo svantaggio dei paesi latinoamericani e caraibici nei vari campi, tra i quali quello tecnologico e produttivo.

 

Per Washington non è negoziabile la politica dei sussidi alle sue produzioni agricole, pastorizie e di altro tipo, cosa che aumenta lo svantaggio degli agricoltori latinoamericani.

 

A tali condizioni l’ALCA è un ricettario della globalizzazione neoliberista, nel quale imperano le leggi del mercato a scapito degli interessi e necessità di un continente nel quale più di duecentoventi milioni di persone vivono sotto la soglia di povertà.

 

Al contrario con l’ALBA, Cuba e Venezuela cercano di unire le forze e promuovere l’integrazione bilaterale, in un processo di cooperazione solidale reciprocamente vantaggiosa.

 

Entrambi i paesi offrono il loro contributo alla lotta contro l’analfabetismo in paesi terzi e per estendere fin lì i programmi sanitari. Sono campi nei quali L’Avana e Caracas hanno ottenuto, unite, risultati internazionalmente riconosciuti.

 

Mentre l’ALCA sta retrocedendo e gli Stati Uniti stanno sperimentando nuove formule divisioniste, l’ALBA fa i suoi primi passi, ai quali vanno aggiunte le proposte di integrazione energetica con ‘Petroamerica’ e nel campo delle comunicazioni con ‘Telesur’.

 

La visita del presidente Chavez a L’Avana ha fatto insomma rinascere i sogni di Bolivar e Marti, il cui pensiero torna all’ordine del giorno a sud del Rio Bravo, lì dove l’ALCA mostra sintomi di impantanamento.