Tavola Rotonda informativa sulla crisi argentina e sulla politica servile della Cancelleria del suddetto paese, realizzata negli studi della Televisione Cubana, il 30 gennaio 2002, "Anno degli eroi prigionieri dell’impero"

(Versioni Stenografiche – Consiglio di Stato)

Randy Alonso. – Cari telespettatori e radioascoltatori, buonasera.

La crisi economica, politica e sociale dell’Argentina continua ad aggravarsi, mentre il Cancelliere del suddetto paese viaggia verso Washington per piegarsi alle esigenze dell’amministrazione nordamericana, utilizzando come moneta di scambio, l’attacco abietto e vergognoso contro Cuba.

Questo pomeriggio la nostra tavola rotonda tratterà il tema della crisi argentina e la politica servile della Cancelleria del suddetto paese. Per questo mi accompagnano oggi il compagno Felipe Pérez Roque, Ministro degli Esteri; Juan Antonio Fernández, direttore di Affari Multilaterali del nostro Ministero degli Esteri; il compagno Francisco Soberón, ministro – presidente della Banca Centrale di Cuba; ed i giornalisti Eduardo Dimas, cronista internazionale del Sistema Informativo della Televisione Cubana, e Lázaro Barredo, giornalista di Trabajadores.

Come al solito, sono presenti nello studio compagni di diversi organismi, rappresentanti del Ministero degli Esteri, del Ministero di Scienza, Tecnologia e Ambiente, e della Procura Generale della Repubblica.

E' presente anche il nostro Comandante in Capo, Fidel Castro; il compagno Carlos Lage Dávila, membro del Buró Politico, e una delegazione del Partito Izquierda Unida, della Spagna, che in questi giorni visita il nostro paese, capeggiata da Gaspar Llamazares Trigo, Coordinatore Generale della suddetta organizzazione politica spagnola; la signora Laura González Alvarez eurodeputata dello stesso partito; Ginés Fernández González, Segretario di Organizzazione di Izquierda Unida e Pedro Chávez Giraldo, assessore del Coordinatore Generale di Izquierda Unida.

(Si trasmettono immagini sulla situazione Argentina)

Risparmiatore.– Siamo contrari a questo aggiustamento, che colpisce tutti noi. Per questo motivo siamo qui. Non posso sfamare i miei figli.

Risparmiatore.– Ci devono restituire i soldi, sono nostri; i soldi che mancano se li sono rubati, vediamo se il mondo capisce questo.

Risparmiatore- Questo modello distrugge l'istruzione e la sanità, che sono entrambe per il popolo.

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Le foto sono state tratte dal sito www.indymedia.org e riguardano momenti delle manifestazioni svoltesi in Argentina nei giorni scorsi.

Randy Alonso. – Questa mattina centinaia di risparmiatori fecero suonare le pentole vuote, di fronte alle porte del Ministero di Economia, domandando la restituzione dei loro depositi in dollari, in mezzo a una forte custodia di polizia, e ieri il cancelliere argentino Carlos Ruckaf concluse la sua visita a Washington.

Secondo un dispaccio da Washington "Dopo innumerevoli sforzi per dimostrare alla Casa Bianca che l’Argentina continua ad essere un alleato incondizionato degli Stati Uniti, il cancelliere Carlos Ruckaf concluse questo martedì i suoi incontri a Washington, riferì la CNN."

Presento ora ai nostri telespettatori ed ascoltatori, l’informazione che la CNN spagnola e la Televisione Spagnola trasmisero ieri sera ed oggi sulla visita del cancelliere argentino a Washington e sui suoi incontri con i dirigenti nordamericani.

Giornalista. – Il cancelliere argentino Carlos Ruckaf mostrò martedì segni del probabile stress di cui soffre.

Carlos Ruckauf. – Sì, brevemente, perché voi sapete che ho una forte emicrania.

Giornalista. – Ed é che ha avuto un’agenda tesa; da lunedì ha sostenuto riunioni nella Casa Bianca, nel Dipartimento del Tesoro, con il Segretario Paul O'Nill, e nel Dipartimento di Stato con il segretario Colin Powell.

Carlos Ruckauf. – Abbiamo consegnato una lettera personale del Presidente Duhalde al Presidnete Bush, ribadendo il nostro carattere di alleati extra-NATO e confermando, inoltre, che stiamo andando verso un’economia libera in Argentina.

Giornalista. – Gli argentini arrivano con una valigia piena di buone intenzioni, in attesa che la Casa Bianca valuti se la valigia pesa quanto basta.

Per esempio, Ruckauf ha detto che l’Argentina continuerà ad appoggiare il progetto dell’Area di Libero Commercio delle Americhe, ALCA.

Martín Redrado. – Argentina conferma la sua volontà di integrazione e il cronogramma dell’ALCA. Dobbiamo affrontare temi difficili, come quello dell’agricoltura, che oggi ci separa; però la nostra volontà è quella di adempiere il cronogramma.

Giornalista. – Però per riuscirci, cioè perché ci sia l’ALCA nel 2005, l’Argentina insiste sulla necessità di riattivare la sua economia, e parte essenziale di ciò è l'industria turistica.

Maretín Redrado. – Oggi abbiamo chiesto al segretario Powell di rivedere l’allerta turistica che si è presentato nel mese di dicembre dicendo che questo è un tema assolutamente superabile.

Giornalista. – Tuttavia, il turismo da solo non fornirà all’Argentina i fondi necessari per risolvere la sua crisi.

Per questo l’atteggiamento del governo del Presidente Bush è, per ora, ascoltare, analizzare ed agire; però, solo quando sarà convinto che il piano argentino ha sufficiente peso.

Giornalista. – Argentina necessita, quanto prima, aiuti economici per uscire dalla crisi. Per raggiungere tale scopo, l’appoggio statunitense risulta fondamentale, e così lo abbiamo fatto sapere sia al Segretario di Stato Nordamericano Colin Powell sia a quello del Tesoro Paul O’Neill.

Carlos Ruckauf consegnò loro una lettera personale del presidente argentino Eduardo Duhalde per il presidente George Bush.

Carlos Ruckauf. – Abbiamo consegnato una lettera personale del presidente Duhalde al presidente Bush, ribadendo il nostro carattere di alleati extra-NATO e confermando, inoltre, che andremo verso un’economia libera in Argentina per il benessere dei nostri popoli.

Giornalista. – In questa lettera Duhalde chiede anche a Bush comprensione di fronte alla crisi che sta soffrendo il paese e sollecita che, al più presto possibile, il governo statunitense consideri formule di assistenza rapida per l’Argentina. Di questi aiuti, che necessita il paese, si parlerà oggi a Buenos Aires.

Mercoledì prossimo arriverà in Argentina un rappresentante del Fondo Monetario Internazionale per conoscere dettagli concreti del piano di Duhalde per uscire dalla crisi.

Ieri il presidente argentino analizzò la delicata situazione del suo paese con il presidente di Uruguay, 

JorgeBattle, mentre continuano le proteste davanti alle banche per le restrizioni del famoso Corralito.

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Risparmiatore.– Perché mi pagano in pesos se negli altri sportelli vendono dollari? Perché? Non riesco a capire.

Giornalista.– Proteste davanti alle banche e anche per le strade. Decine di disoccupati tagliarono ieri vari accessi alla capitale per domandare cibo e lavoro.

Randy Alonso.– Quindi, la visita del Cancelliere argentino a Washington si concluse ieri con un forte mal di testa. Da un lato, si trova la realtà del suo paese e, dall’altro, la missione che venne a compiere a Washington e le sue dichiarazioni, dopo questa visita che si concluse ieri e che non solo raccolse questi elementi che voi avete potuto sentire in questi materiali della CNN e della Televisione Spagnola.

La ragione della nostra tavola rotonde si trova anche in altre dichiarazioni che la Cancelleria argentina realizzò ieri subito dopo la visita del suo Cancelliere a Washington.

Eduardo Dimas ha seguito, attraverso le agenzie, queste informazioni e ci offre i dettagli a riguardo.

Eduardo Dimas.– Innanzitutto un piccolo dettaglio: l’emicrania può essere causata non tanto dalla preoccupazione per la situazione argentina quanto al fatto di chinare troppe volte la testa. Anzi, forse si potrebbe studiare il rapporto che esiste tra l’emicrania e la genuflessione. Credo che sarebbe opportuno, forse questo signore lo ringrazierebbe.

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Ruckauf andò a Washington con vari obiettivi. L’obiettivo fondamentale: quello economico, compreso quello di preparare le condizioni per il Ministro delle Finanze che presenterà il piano economico, già annunciato, il sabato prossimo. Un altro obiettivo: il tema cubano.

Nella riunione con Colin Powell – e su ciò c’è una grande quantità d’informazione -, il Cancelliere argentino disse, secondo quanto informa AFP (Agenzia France Press N.d.T.):

"Gli Stati Uniti ed Argentina assumono posizioni simili rispetto alla soluzione della crisi e ai diritti umani a Cuba.

"ANSA. – Stati Uniti – Argentina, accordo sui diritti umani a Cuba.

"Notimex. – Argentina assumerà la posizione degli Stati Uniti" – mi sembra che questo sia il titolo più esatto – "rispetti ai diritti umani a Cuba." E non si tratta dell’Argentina, non è il popolo argentino, si tratta della Cancelleria, credo che sia necessario chiarire questo.

"Reuters. – Argentina dice di collaborare con gli Stati Uniti rispetto ai diritti umani a Cuba", la Cancelleria dice collaborare, è logico.

Di che cosa si è parlato? Ebbene, sembra che questo anno si presenterà una nuova mozione di condanna, uguale a quella presentata dalla Repubblica Ceca negli ultimi anni, e che anche l’Argentina, che l’anno scorso l’appoggiò, forse quest’anno la presenterà, non si sa con precisione, perché dice che non si concluse nessun accordo su come fare ciò. Ciò che esiste è una subordinazione da parte del Ministero degli Esteri argentino agli interessi nordamericani, e il portavoce Martin Redrado ha detto: "non è stata decisa nessuna azione concreta, questo lo vedranno dopo i rispettivi funzionari."

Aggiunse inoltre:

"Quello che si stabilì nella riunione fu una visione congiunta, che è la difesa dei diritti umani del popolo cubano, della sanzione da applicare all'unica dittatura che oggi resta nell’America Latina e, ovviamente, lavorare perché il popolo cubano sia libero."

Questo si ripete in tutti i dispacci che ho qui sopra il tavolo.

Adesso voglio ricordare alcune parole del presidente Duhalde quando, insieme alla chiesa, fece un appello al dialogo nazionale, citò le sue parole:

"Il nostro punto di partenza è un presente di esclusione estrema, bisogna eliminare l’indigenza, che è il minimo" disse il capo di stato prima di ammettere che nel paese – cito – "si sono violati i diritti umani alla vita, alla salute, all’alimentazione, al vestiario e all’istruzione."

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Di quali diritti umani ci parla il signor Ruckauf?

Come dicevo all'inizio risulta evidente che il signore ha assunto una posizione estrema nei confronti di Cuba. Ebbene anche l’altro Cancelliere fece lo stesso, come lo fecero i precedenti. Ricordiamo i rapporti carnali con gli Stati Uniti di cui parlava un ex-cancelliere ormai scomparso.

Randy Alonso. – Ebbene Dimas posso aggiungere a questo dettagli di un dispaccio della DPA.

Dice che, al di fuori della crisi argentina, dopo questa riunione con Powell, l’unico tema abbordato fu Cuba. Segnala che: "Si parlò chiaramente della politica dei diritti umani, della difesa dei diritti umani del popolo cubano, della posizione comune del governo argentino e del governo statunitense, una posizione comune che sosterremo nelle Nazioni Unite", spiegò Martín Redrado, che è il segretario di Affari Economici Internazionali della Cancelleria argentina e che fece le veci di portavoce. Come avete visto, il Cancelliere aveva un’emicrania.

Redrado più avanti aggiunse: "Si parlò del lavoro da svolgere insieme, di un'opinione condivisa rispetto ai diritti umani del popolo di Cuba, alla difesa dei diritti umani del popolo cubano, alla sanzione da applicare all’unica dittatura che resta in America Latina, di lavorare affinché il popolo cubano sia libero".

L’agenzia dice più avanti: "Un corrispondente di un giornale brasiliano a Washington ha riassunto la sua impressione in una frase: ‘Questo fu il prezzo ’

"I giornalisti rimasero con molti dubbi, però il Cancelliere non volle rispondere a domande, indicando che aveva un forte mal di testa e a Redrado gli suggerirono di partire in fretta poiché aveva poco tempo per arrivare all'aeroporto da dove la delegazione partì a Roma a continuare il loro giro di consultazioni.

"Un inviato di un’agenzia internazionale, a cui non venne dato risposta, chiese ai giornalisti argentini che si trovavano lì se sapevano se erano vere le notizie che era uscito il tema di Cuba in una breve riunione di mezz’ora con Powell, quando l’Argentina si trovava in un caos finanziario, economico, politico e sociale.

"I giornalisti argentini sorrisero, solo uno di loro rispose con una domanda: ‘non è forse ovvio?’"

Oggi la stampa argentina pubblica varie notizie, e credo che sarebbe bene, Lázaro, commentare questi articoli che ci fanno comprendere meglio la figura di Carlos Ruckauf, questo nuovo cancelliere dell’Argentina che è andato a dichiarare la sua posizione a Washington e a fare il suo atto di genuflessione come diceva Dimas.

Lazáro Barredo. – Dal momento che è presente il nostro Ministro degli Esteri, non vorrei coinvolgerlo in quello che sto per dire. Però, realmente quello che si dice per strada oggi, quello che molte persone dicono è che nella Cancelleria Argentina sembra che ci sia una competizione rispetto al tema anticubano, perché prima fu il defunto Guido Di Tella, che parlò dell’alleanza extra-NATO, delle relazioni carnali tra Argentina e USA" e compromise le relazioni degli Stati Uniti in materia di diritti umani a Cuba, e sembrava che dopo questo non ci sarebbe stato più niente.

Venne allora il cancelliere Giavarini e parlò delle "relazioni intense" e superò Guido Di Tella, e adesso arriva Ruckauf e si parla dunque di "poligamia". Bisognerà vedere che cosa vuole dire esattamente con questo. La cosa certa è che si è venduto, ha aperto le gambe agli Stati Uniti e il risultato di questa azione sono le dichiarazioni di Redrado pubblicate dalla stampa argentina.

In realtà Dimas, l’emicrania posso capirla, poiché l’uomo ha dovuto rompersi la testa perché non sapeva come presentare il problema, che sta soffrendo l’Argentina, al segretario del Tesoro nordamericano, il signor Paul O’Neill. Pagina 12 dice che Ruckauf passò molte ore provando e pianificando il discorso che doveva presentargli, e l’unico modo di presentare il grave problema che trovò fu una battuta per rompere il ghiaccio: "Vengo in nome degli idraulici argentini per presentarLe questa domanda", perché O’Neill, all’epoca di De la Rúa, aveva detto che non poteva dare più denaro, che doveva difendere gli interessi degli idraulici e dei falegnami nordamericani. Il tipo si stava rompendo la testa, per questo gli venne questa emicrania.

Oggi però Pagina 12 spiega in dettaglio come avvenne la cosa:

"Entusiasta, il vice cancelliere economico Martín Redrado raccontò ieri che nella riunione di Carlos Ruckauf con il segretario di Stato Colin Powell si parlò chiaramente dei diritti umani del popolo di Cuba. La formula normalmente è un eufemismo per indicare come voterà l’Argentina.

"Non è necessario interpretare Redrado"–dice Pagina 12-,"fu trasparente. Ha detto che ambedue i governi si accordarono sulla posizione da presentare insieme nelle Nazioni Unite. Anzi, andò oltre", dice Pagina 12. "Se le sue dichiarazioni furono trascritte correttamente, disse che l’Argentina si è impegnata affinché il popolo cubano sia libero. Ovvero, non è che l’Argentina, insieme ad altri paesi, esorterà semplicemente Cuba a liberalizzare il sistema politico, bensì che sarà in prima linea del combattimento. Nemmeno Menem, nelle sue relazioni carnali, pianificò le cose con tanta crudezza. Se adesso si segue la linea di Redrado, l’Argentina segnerà un livello di differenza rispetto al resto dell’America Latina che non è conveniente per il paese proprio quando la chiave della politica estera dovrebbe essere guadagnare appoggi e no perderli. La giustificazione potrebbe essere che l’Argentina ha bisogno dell’appoggio finanziario del Fondo Monetario e, innanzitutto, dell'accettazione del Tesoro nordamericano.

Se così fosse sarebbe inutile mimetizzarsi con il settore più duro della comunità cubano – americana degli Stati Uniti. L’Argentina ha, purtroppo, un’arma molto più potente di quella plateale rispetto a Cuba. Se questo paese entra in una tappa di instabilità incontrollabile, tutto il Cono Sud lo seguirà. Washington teme di rendere instabile una zona del mondo che prima non lo era.

"Questo è il grande argomento argentino."

Così Página 12 pubblica le dichiarazioni di Redrado e il riferimento di Ruckauf.

Chi è Ruckauf? Richiama l’attenzione come alcuni politici – e questo è un caso – assolutamente immorali e ipocriti, cercano di valutare altre nazioni.

Ruckauf fu vicepresidente del governo argentino, ed è uno dei responsabili degli avvenimenti odierni. Fu governatore della provincia di Buenos Aires, si dice adesso che accettò la carica di Ministro degli Esteri per fuggire dalla situazione che ha creato in questa provincia, che si è convertita in una provincia in crisi e con alti livelli di povertà ed emarginazione sotto il governo di quest’uomo.

Ruckauf – per fare un solo esempio, perché qui se ne potrebbero citare centinaia – è il responsabile massimo degli abusi polizieschi che si incrementarono durante il suo mandato come governatore.

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Per dare una sola idea, negli anni 1999 e 2000, furono crivellati dalla polizia di sicurezza circa 60 bambini o adolescenti minori di 17 anni, e quest’uomo parla in difesa, precisamente, dei suoi funzionari di Sicurezza. Ha detto cinicamente alla stampa: "Non voglio aprire processi contrari ai miei funzionari", e giustificò una misura così barbara come questi processi extragiudiziali che falciarono la vita di 60 giovani e adolescenti.

Però se si vuole realmente misurare il cinismo di questo signore che tanto parla di diritti umani, bisogna leggere ciò che apparve nella stampa argentina: un maestro che per 100 giorni stette di fronte al Congresso della provincia facendo uno sciopero della fame. Lo sciopero venne iniziato perché il governatore Carlos Ruckauf gli negò il reintegro come maestro titolare e si rifiutò, inoltre, di aprire un’indagine su una serie di denuncie che aveva fatto questo maestro che colpivano funzionari del governo provinciale.

La stampa argentina definisce come insolente e vergognosa l’azione di questo governatore che sembra non finire mai: in occasione delle feste di Natale e Capodanno, questo maestro che scioperava ricevette una lettera di Carlos Ruckauf, l’attuale cancelliere argentino, augurandogli buone feste. Che cinismo! Questa vergognosa burla ad un maestro, che era in sciopero di fame ormai da cento giorni perché gli era stato negato il suo reintegro come maestro titolare, ci può far capire che razza di signore sia Ruckauf.

Randy Alonso. – Oltre a ciò Lazaro, bisogna aggiungere che all’epoca in cui Ruckauf fu governatore a Buenos Aires, venne considerato il più corrotto nella storia di questa città.

Grazie per il tuo contributo.

Le dichiarazioni del cancelliere Ruckauf e del suo portavoce, il vicecancelliere argentino, ieri a Washington, si devono capire secondo la logica della politica, che gli Stati Uniti utilizzano da più di un decennio, di manipolazione del tema dei diritti umani contro il nostro paese, un tema che ha importanti precedenti. Vorrei che Juan Antonio Fernández, direttore degli Affari Multilaterali del nostro Ministero degli Esteri, ci parlasse su questi importanti precedenti della manipolazione politica che gli Stati Uniti hanno fatto del tema dei diritti umani nei confronti di Cuba.

Juan A. Fernández. – Innanzitutto, credo sia utile riferirci a quello che abbiamo visto e ascoltato fino adesso.

Si dice che il cancelliere argentino, Ruckauf, arrivò a Washington con una valigia carica di richieste – è vero – e che si trovò dall’altro lato un’altra valigia piena di condizioni e, tra queste, una abbastanza prioritaria, che era quella della preparazione del voto contro Cuba nella Commissione dei Diritti Umani; cioè il pubblico impegno dell’Argentina di votare contro Cuba nella prossima Commissione che avrà luogo in marzo e aprile di quest’anno.

Perché questa priorità? Perché questa insistenza? È facile capire: il tema dei diritti umani e delle manovre contro Cuba si sono convertite e sono di fatto, l’ultima giustificazione che ormai resta a questi settori, sempre più in minoranza negli Stati Uniti, che pretendono legittimare così la loro politica di genocidio, di blocco contro il popolo cubano; da qui la priorità che hanno dato a questo affare.

Questo non è iniziato ieri, ha una lunga serie di precedenti. Bisogna ricordare che, già dalla fine degli anni ‘80,l’allora ambasciatore degli Stati Uniti alle Nazioni Unite, il generale Vernon Walters, parlava dell’esistenza di decine di migliaia di prigionieri politici a Cuba, di decine di migliaia di torturati a Cuba; cioè, si fabbricò un’impalcatura artificiale, con molti soldi, con i loro mezzi di informazione, per creare quest’immagine demoniaca di Cuba e della sua Rivoluzione, del progetto che abbiamo costruito qui durante tutti questi anni. Questa fu la tesi verso la fine degli anni ’80.

Per prima cosa cercarono di far approvare la loro risoluzione nell’Assemblea Generale; lì non ci riuscirono, il mondo era un altro, la correlazione di forze era diversa.

Traslocarono allora a Ginevra, nella Commissione dei Diritti Umani. Perché? Un organo più piccolo, una composizione più ristretta, più facile da manipolare, più facile per esercitare pressioni, per piegare volontà, e da lì incominciarono i loro attacchi. Questi furono gli anni 1987, 1988, 1989; però nemmeno in questi anni riuscirono a far approvare la Risoluzione. La correlazione di forze era anche un po’ differente.

Però mentre facevano questo a Ginevra, cercavano di creare qui, una quinta colonna di stipendiati al loro servizio; cioè la controrivoluzione sotto la maschera di difensori dei diritti umani, per contribuire, anche da qui, ai suddetti progetti. Non poterono fare né una cosa né l’altra, durante l’anno 1988, 1989, questa Risoluzione non poté essere approvata.

Riuscirono a far approvare questa Risoluzione solo nell’anno 1990 – e si capisce bene perché -; nel 1990 il mondo era ormai cambiato: crollò il campo socialista, il mondo che noi avevamo conosciuto, cambiò le correlazioni di forze; i paesi latino-americani erano in una posizione vulnerabile e più deboli. Bisogna dire che negli anni 1988, 1989, questi paesi resistettero a certe pressioni, arrivarono perfino a votare contro questi tentativi di demonizzare e di isolare Cuba nella commissione.

Ebbene nel 1990 riuscirono a farla approvare con la nuova correlazione di forze. Fu l’anno dei voltagabbana in Europa centrale ed orientale.

Bisogna anche ricordare – perché è sempre utile riferirsi alla storia – l’azione del governo argentino, che ricevette l’ordine del Governo degli Stati Uniti e, all’ultima ora, cambiò le istruzioni alla sua delegazione, che votò contro nell’anno 1989, e votò a favore nel 1990, dopo una chiamata telefonica da Washington.

Mi voglio soffermare qui, perché qualcosa ha caratterizzato questo processo delle risoluzioni e del circo che ogni anno si monta contro Cuba a Ginevra, ed è la diplomazia del colpo di telefono. Ti ordinano come devi votare; però sembra che ormai questo non sia sufficiente. Poco fa si parlava della genuflessione; ma ormai è tanto diffusa che adesso bisogna andare a Washington a dichiarare il voto. Che razza di Cancellieri sono che non osano dire le cose nelle proprie capitali! Vanno lì e dichiarano cosa faranno.

Nei primi anni ’90, dopo l'approvazione della Risoluzione per la prima volta, gli Stati Uniti continuarono a presentarla attraverso gli stessi canali di sempre, cercando cioè una condanna a Cuba, ricreando tutta questa fantasia che inventarono e che, alla fine, non portò a niente perché questo esercizio incominciò a perdere appoggio e credibilità: la resistenza, in questi anni difficili, di Cuba e del suo popolo, che scommetteva che avrebbe difeso fino alla fine le sue conquiste impedirono che potessero convincere questa Commissione. Ogni anno la Risoluzione veniva approvata sempre con minor numero di voti, e aumentava anche la resistenza dei paesi del Terzo Mondo davanti a queste chiarissime manovre.

Questo fu un esercizio ripetuto durante tutti gli anni ’90.

È bene far notare – credo che sia utile ripeterlo -, che a Ginevra non si discute il tema dei diritti umani a Cuba, ormai semplicemente nessuno crede a questo racconto; ciò che stiamo difendendo a Ginevra è il nostro diritto ad organizzarci come vogliamo, a darci un sistema proprio, un sistema politico e sociale come quello che abbiamo. E' questo che discutiamo lì e non accetteremo mai nessuna imposizione o condizione a riguardo.

Questo esercizio andò perdendo credibilità, come spiegava poco fa, fino all’anno 1997. Nell’anno 1998 la Risoluzione fu chiaramente screditata, ormai questo pallone non si poteva più gonfiare e questo esercizio finì. Ricomparve nel 1999 in una nuova modalità, quando da Washington reclutano la Repubblica Ceca per fare lo sporco lavoro nella Commissione dei Diritti Umani, ed è così che la Repubblica Ceca, durante gli ultimi tre anni ha presentato la Risoluzione – il nostro popolo è abbastanza informato su questo, poiché abbiamo dibattuto questo tema in queste stesse tavole rotonde-.

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L’anno scorso la Risoluzione venne approvata per due voti di differenza, e così è avvenuto nei tre ultimi anni, e solo ottengono questa vittoria di Pirro, grazie a forti pressioni sui membri della Commissione dei Diritti Umani.

Bisogna ricordare che la Repubblica Ceca l’anno scorso, nel colmo dell’umiliazione, vi aveva incluso un piccolo paragrafo con una coperta e molto timida critica al blocco, come se si potesse conciliare una cosa con l’altra, e nemmeno questo poterono mantenere, perché bastò un colpo di telefono da Washington al Presidente Havel perché il suddetto paragrafo sparisse.

Questa è stata la situazione fino all’anno scorso, anno in cui si approvò la Risoluzione, ripeto, per due voti di differenza, 22 contro 20.

Adesso, che cosa è successo? Qual è la situazione attuale? A che punto ci troviamo? Ebbene, in primo luogo bisogna ricordare l’esclusione degli Stati Uniti dalla Commissione dei Diritti Umani, dopo 50 anni, qualcosa di inedito nella storia delle Nazioni Unite; persero lì il loro seggio, semplicemente perché la gente era ormai stufa del loro comportamento, della loro prepotenza, della loro insolenza in questa Commissione. Bisogna ricordare che gli Stati Uniti votarono da soli contro una risoluzione come quella del diritto all’alimentazione, e da soli anche contro quella di condanna a Israele per le massicce e flagranti violazioni dei diritti umani nei territori arabi occupati e nella Palestina, e in favore di una politica unilaterale ripudiata da tutta la comunità internazionale, a cui si unirono molto chiaramente le grossolane pressioni per far approvare la Risoluzione anticubana.

Gli Stati Uniti restano esclusi dalla Commissione; quest’anno, per la prima volta in 50 anni, non è membro; a questo si unisce il discredito che ha avuto la Repubblica Ceca, che non riesce a convincere nessuno del suo interesse nei confronti dei diritti umani, semplicemente presta un servizio al suo datore di lavoro.

La Repubblica Ceca sta dimostrando fatica, stanchezza, forse anche l’intenzione di non continuare più con questo esercizio e per tanto le hanno dato il compito di cercare un nuovo cliente che realizzi il lavoro di presentare la Risoluzione contro Cuba.

In questi giorni, – ogni anno accade lo stesso, questa è una storia che si ripete – un vice cancelliere ceco sta facendo alcuni viaggi in quest’aerea per cercare di reclutare qualcuno – dopo il Ministro parlerà più ampiamente su questo – per realizzare lo sporco lavoro contro Cuba.

Ecco la situazione che ci troviamo di fronte.

L’anno scorso quattro paesi latinoamericani votarono contro Cuba; quest’anno la composizione della Commissione è più o meno simile. Chi sono i membri latinoamericani? Cile, Messico, Costa Rica, Cuba, Guatemala, Perù, Uruguay, Venezuela, Argentina, Brasile ed Ecuador. Le attività si stanno intensificando in quest’area del mondo. Perché? Lo vedremo più avanti.

Randy Alonso. – Juan Antonio, evidentemente, nella sua spiegazione, Lei ci ha dato elementi importanti su come in quest’esercizio, che gli Stati Uniti hanno portato alla Commissione dei Diritti Umani, il discredito è andato via via crescendo.

E se screditata è stata la politica degli Stati Uniti in questa commissione, più screditata è stata la politica di coloro che hanno utilizzato come clienti per presentare queste risoluzioni, e per questo ci sono nuove manovre nordamericane che raggiungono le nostre regioni, e credo che sarebbe molto importante che il nostro cancelliere, Felipe Pérez Roque, informasse il nostro popolo e l’opinione pubblica su come si sta muovendo la politica nordamericana nei confronti della condanna al nostro paese nella Commissione dei Diritti Umani che si riunirà nei prossimi mesi.

Felipe Pérez. – Si, Randy, come spiegava il compagno Juan Antonio, ci troviamo in una situazione nuova, decisiva possiamo dire, della manipolazione del tema sui diritti umani contro Cuba; Si cerca qualcuno che proponga la Risoluzione. Gli Stati Uniti non sono membri della Commissione, non potranno presentarla quest’anno; la Repubblica Ceca ha dato segni che l’esercizio le è scomodo, logorante, ne ha dovuto pagare il costo nelle loro relazioni con i paesi dell’Unione Europea, con alcuni dei quali l’anno scorso ha avuto contraddizioni per la redazione del testo, partendo dal fatto che non hanno indipendenza per decidere che cosa scrivere nella Risoluzione, quale paragrafo togliere o quale mettere, questa è un’attribuzione che spetta al Dipartimento di Stato nordamericano.

Ci troviamo a questo punto. Allora, che sta succedendo e cosa veniamo a denunciare qui chiaramente davanti al nostro popolo, davanti all’opinione pubblica? È in corso una nuova manovra contro Cuba, una cospirazione che si vuole mantenere in segreto, nascosta all’opinione pubblica dei paesi dell’America Latina e della comunità internazionale.

Si stanno realizzando intense attività diplomatiche dagli Stati Uniti con le cancellerie latinoamericane: riunioni al più alto livello, intensi viaggi, delegazioni, emissari che viaggiano da un luogo all’altro; paesi latinoamericani che hanno fatto le veci di messaggeri, portando messaggi ad altri paesi; consultazioni realizzate dal Dipartimento di Stato con alcuni paesi europei con forte influenza in America Latina perché li aiutino a trovare il paese che presenterà il testo; intensa attività anche dei cechi che stanno cercando disperatamente il loro sostituto, con la paura che di non trovarlo toccherà loro un’altra volta presentare la Risoluzione contro Cuba.

Viaggi dei cechi attraverso l’America Latina, conciliaboli segreti, riunioni di corridoio, progetti di documenti in elaborazione, lo sappiamo tutto. Non si deve sottovalutare la nostra capacità di informarci sulle manovre contro Cuba. Non si devono sottovalutare gli amici che Cuba ha in tutto il mondo e il prestigio che la Rivoluzione ha suscitato e il rifiuto che questa manovra suscita in molta gente onorevole nel mondo; e sappiamo, ne siamo informati, sappiamo molto di più di quello che forse si immaginano i cospiratori.

Oltre la Cancelleria argentina, la cui cooperazione pensavano di strappare in mezzo alla disperata crisi a cui hanno condotto questo paese, ci sono due cancellerie latinoamericane attorno alle quali la diplomazia nordamericana si sta muovendo molto attivamente e in cui hanno posto le loro maggiori speranze. C’è ne sono altre nei confronti delle quali il Dipartimento di Stato non ha alcuna speranza di successo; delle due indicate, ce n'è una che appoggia con vero entusiasmo.

Cuba considera importante che siano portati alla luce questi fatti e che queste attività, che i loro promotori cercano di mantenere nascoste e di non svelare fino al momento della loro attuazione, siano conosciute dall'opinione pubblica.

Questa è la parte visibile di una congiura a cui vi partecipa molta più gente. Ci sono cancellerie latinoamericane a cui viene imposto che questo sia il primo punto dell’ordine del giorno nell’agenda delle riunioni con il Dipartimento di Stato, e sappiamo anche che ci sono cancellerie a cui hanno detto quali sono i requisiti, tra cui il primo è questo, per ricevere gli aiuti senza avere nemmeno una riunione là a Washington. Lotteremo decisamente contro questa manovra e abbiamo tutto il diritto, tutta l’energia e l’autorità morale per farlo. Oggi ci siamo limitati a formulare questa denuncia in termini generali, però siamo preparati per offrire all’opinione pubblica internazionale tutti i dettagli dell’infame congiura, in qualunque momento, se fosse necessario.

Da questo piano e dalle relative attuazioni sono nate, prematuramente ed in un momento poco opportuno per l’Argentina, queste dichiarazioni e questi strani rapporti e il trattamento del tema di Cuba e dei diritti umani a Cuba in una riunione di mezz’ora con il segretario Powell, per discutere, ipoteticamente, le questioni che più interessano oggi all’opinione pubblica argentina, che hanno a che vedere con l’uscita dalla crisi.

Bisogna aggiungere che il fatto che un gruppo di paesi latinoamericani presentasse una risoluzione contro Cuba a Ginevra, è sempre stato il sogno dei diversi governi nordamericani; non ci riuscirono, però sempre ci fu l’illusione, perché rendeva più credibile questa manovra. Bisogna dire che l’anno scorso cercarono di ottenerlo per ogni mezzo, e quest’anno abbiamo rilevato che le pressioni sono iniziate più dure e molto tempo prima.

Devo aggiungere una riflessione su ciò che è accaduto ieri a Washington, e sulle dichiarazioni del signor Martín Redrado, segretario per gli affari economici della Cancelleria Argentina, che accompagnava il cancelliere Ruckauf e che fece le veci di portavoce della delegazione argentina. Come avete potuto vedere questo non è un funzionario che segue i temi dei diritti umani né i temi politici, è incaricato degli affari economici, però in veste di portavoce fece dichiarazioni che abbiamo sentito qui oggi.

Ascoltando le dichiarazioni e guardando le immagini, ho sentito pena; ho sentito pena per l’Argentina, per il suo popolo, a cui va la nostra simpatia ed il nostro rispetto; con il quale siamo stati tanto solidali e dal quale riceviamo tanta solidarietà. Mi ha fatto pena, realmente, vedere una scena così spiacevole come questa che abbiamo visto, leggere una dichiarazione come quella che abbiamo letto.

Io non credevo possibile, lo dico con tutta franchezza, tanta vocazione per il ridicolo. Non credevo possibile che ci fosse qualcuno che assumesse un comportamento pubblico tanto indegno. In realtà, non ho mai visto una dose così elevata di vigliaccheria, perché bisogna essere vigliacco, bisogna avere poco senso della propria dignità, per svolgere un ruolo tanto abietto come quello che abbiamo visto ieri.

Ormai credevo di aver visto tutto, in questi tre anni da Ministro degli Esteri, però ieri ho visto una cosa nuova, un nuovo ed eccezionale esempio sulla mancanza di coraggio, di valore politico, di senso della dignità nazionale. Uno crederebbe impossibile che il rappresentante di un paese, con la storia, con le tradizioni dell’Argentina, fosse a svolgere tale ruolo, che ha provocato nella stampa ogni tipo di critica e di commenti ironici.

Bisogna dire che ieri, per ciò che riguarda la mancanza di pudore, si è stabilito un record olimpico. Ciò che abbiamo ascoltato dal rappresentante della Cancelleria argentina, probabilmente bisognerà iscriverlo come una nuova pagina dello spirito di subordinazione di una cancelleria latinoamericana alle imposizioni del nostro vicino; perché dire che la Cancelleria argentina lavorerà per la libertà del popolo cubano, quando dovrebbero concentrarsi nel lavorare per la libertà del popolo argentino, per la libertà del suo denaro che è prigioniero nel famoso "Corralito"; sentirgli dire che assumeranno una posizione comune con gli Stati Uniti per collaborare nella difesa dei diritti umani dei cubani, farebbe ridere se non fosse così drammatica la situazione che si sta vivendo in Argentina, in un paese dove si realizzano le violazioni più chiare e massicce dei diritti più elementari della gente.

Devo qui ricordare le dichiarazioni dello stesso presidente Duhalde, che il 4 gennaio, due giorni dopo aver assunto la presidenza, disse:

"Bisogna garantire i diritti umani elementari in Argentina" – questa è una parte del suo discorso – "in un paese dove si parla molto dei diritti umani bisogna garantire quelli che sono elementari: il diritto alla salute e all’alimentazione. È necessario pensare nei diritti umani di coloro che oggi non possono accedere alle cose elementari e ovviamente garantire anche la pace sociale, perché se le cose peggiorano questo ci porterebbe ad un bagno di sangue."

Sono parole che il presidente Duhalde ha detto nel momento in cui assumeva una responsabilità molto complessa e una sfida enorme. Questo è un chiaro segnale che indica che oggi in Argentina questi diritti non si garantiscono. Un paese in cui abbiamo visto la repressione della polizia, dove abbiamo visto più di una trentina di morti nelle strade, dove abbiamo visto la gente morire di fame, di malattie, in un paese così ricco come l'Argentina, ciò dà un’idea della mancanza di autorità morale per giudicare Cuba.

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Le dichiarazioni della Cancelleria argentina e la posizione che ieri ha assunto, ci lasciano realmente stupefatti; perché crediamo che l’Argentina è il paese del mondo meno preparato per occuparsi di diritti umani poiché i suoi stessi cittadini stanno vivendo una situazione di angoscia e di disperazione, come mai si aveva visto in questo emisfero negli ultimi 50 anni.

Parlare dei diritti umani a Cuba, un paese che oggi ha indici di benessere sociale di gran lunga superiori a quelli dell’Argentina, nonostante sia un paese bloccato ed un paese povero del Terzo Mondo, in un momento in cui i maestri argentini, proprio questa mattina, stavano facendo una manifestazione pubblica reclamando i salari arretrati di quattro mesi mentre a Cuba si sta lavorando celermente per riuscire a ridurre a 20 la quantità di studenti per classe nelle scuole elementari è una cosa che fa pensare. Il fatto che Cuba, che in questo momento sta realizzando un’opera sociale di accesso alla cultura, di perfezionamento dei suoi meccanismi di attenzione sociale per i suoi cittadini, come non si era mai visto prima, sia giudicata da un paese dove la gente assalta i supermercati per poter alimentare i propri figli, supera i livelli che avevamo ritenuto possibili in materia di manovre contro Cuba.

Tuttavia, non credo che la posizione pubblicata ieri dal portavoce della Cancelleria argentina esprima una posizione monolitica, e non penso nemmeno che sia condivisa da altri settori e da altre figure politiche argentine; perché bisogna ricordare, per esempio, che il senatore Eduardo Menem, una personalità del Partito della Giustizia, che è al governo in questo momento, propose, solo pochi giorni fa, una risoluzione al Senato, che venne approvata all’unanimità, in cui si esortava il governo a sostituire al più presto, l’Ambasciatore argentino all’Avana, che venne ritirato l’anno scorso quando si produsse un conflitto diplomatico tra i due paesi, con l’accusa che Cuba fece, denunciando, a gennaio, manovre simili a quelle di oggi.

Il capo del governo della provincia di Buenos Aires, che rappresenta un’altra forza politica, il FREPASO, ha manifestato pubblicamente posizioni di rispetto verso Cuba. Il senatore Alfonsín, ex presidente di questo paese, sotto il cui governo l’Argentina votò contro la condanna di Cuba a Ginevra, si è opposto alla partecipazione dell’Argentina in manovre di questo tipo. Nel governo argentino esistono inoltre personalità che conosciamo che hanno una posizione di rispetto a Cuba, che non si possono comparare con quelle che abbiamo visto oggi.

Conosciamo per esempio la signora Hilda González de Duhalde, ministro dello Sviluppo Sociale dell’attuale governo, che conosciamo personalmente e che apprezziamo per il suo interesse per i temi sociali e per il lavoro che nell'ambito sociale svolse a Buenos Aires, la quale visitò Cuba e s'interessò molto per quello che stava accadendo nel paese; o per fare un altro esempio, il ministro di Educazione, la signora Graciela Giannettasio, che ha visitato Cuba e che sappiamo conosce bene l’opera educativa cubana; ed altri ministri e settori che integrano il gabinetto, rappresentanti dei settori sociali e delle forze politiche che domandano oggi dall'Argentina una posizione diversa nei confronti di Cuba. Stiamo vedendo una prima manifestazione.

Cuba è sempre stato un paese solidale con il popolo argentino. Il nostro governo emise pubblicamente una dichiarazione contro le pressioni che si stavano facendo contro l’attuale governo nei primi giorni del suo mandato, dove si domandò solidarietà e comprensione internazionale. Il nostro paese è stato solidale, ha chiesto alla comunità iberoamericana solidarietà con il popolo argentino, con le sue autorità, alla ricerca di una soluzione, e ieri in una riunione con il segretario di Stato Powell, dove si doveva parlare della grave situazione in Argentina e – secondo quanto si era dichiarato precedentemente – si doveva preparare il cammino per il Ministro dell’Economia, siamo venuti a sapere, così all’improvviso, che l’altro grande tema trattato è stato quello delle violazioni a Cuba di diritti umani e la necessità di salvare il popolo cubano, il che mi sembra, quanto meno, uno scherzo di cattivo gusto.

Randy Alonso. – Cancelliere, se i paesi di questa regione che, solo per fare un esempio, è quella dalle più marcate differenze nella distribuzione della ricchezza del mondo e dove sono state tante le violazioni dei diritti umani durante i quattro decenni di vita della nostra Rivoluzione, diventeranno gli alfieri delle posizioni nordamericane nelle Nazioni Unite ed in special modo nella Commissione dei Diritti Umani, allora tale intervento sarà oggetto del più assoluto scredito.

Felipe Pérez. – Rispetto a ciò, ti dico che il giornale El País di Spagna, pubblica oggi una notizia secondo cui a Buenos Aires, la regione argentina dove era governatore fino a qualche giorno fa il signor Ruckauf, che ora è Ministro degli Esteri, si è dichiarata la cessazione dei pagamenti a causa della situazione sociale che c’è.

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Si parlava dell’origine dell’emicrania che impedì al Ministro di intervenire pubblicamente davanti alla stampa; mi chiedo se sarà stato il rimorso, dopo quella riunione in cui si trattò il tema di Cuba; devo però dire che quando si conosce la situazione sociale che c'è oggi a Buenos Aires, regione ricchissima dell’Argentina, realmente non ci si può immaginare che uno dei responsabili, che fino a pochi giorni fa era al governo, oggi è il protagonista di un’avventura per salvare il popolo cubano, che ha tutta la forza morale e le risorse per salvarsi da solo, che non ha bisogno di salvatori provenienti dall'estero, perché sta compiendo un’opera in favore dei propri diritti e in special modo in favore della sua sovranità e della sua indipendenza, che ha suscitato l’ammirazione internazionale.

Randy Alonso. – Grazie Cancelliere.

Lázaro Barredo. – Randy, quello che sta succedendo è che questo mondo "è sottosopra"; questa è la verità, perché è "democratico" travolgere la gente, uccidere la gente, gettarsi contro gli scioperi dei maestri, come sta succedendo in alcuni paesi che si dicono la Svizzera d’America o del Centro america, o che continuamente parlano della loro attività politica mentre tutti vedono il modo brutale in cui agiscono extra giudiziariamente le forze della polizia, impedendo qualunque possibilità di lamentela di fronte a una crisi sociale galoppante che cresce a vista d’occhio ogni giorno, che porta all'aumento giornaliero delle fila dei poveri con l'aggiunta di centinaia di migliaia di latinoamericani; tutto questo richiama l'attenzione dell'opinione pubblica internazionale...

Randy Alonso. – Nel caso argentino abbiamo detto durante una tavola rotonda che più di 2000 persone ogni giorno si aggiungono alle liste di poveri del paese.

Lázaro Barredo. – No, a quanto dice l’ultima statistica sono 8260; e ci sono quasi 15 milioni di persone al di sotto del livello di povertà, più di un terzo della popolazione argentina.

Argentina è il miglior esempio. Adesso è "democratico" tutto quello che fecero le forze di polizia che uccisero 35 persone, che ne arrestarono centinaia, che ne ferirono una quantità enorme. È "democratico" quello che sta succedendo in questo paese in cui, dal 1983, lo dice la Coordinatrice Contro la Repressione della Polizia e delle Istituzioni argentine, muoiono 10 persone ogni giorno, uccise dalle forze di sicurezza in processi extra giudiziali.

Adesso vari mezzi di informazione denunciano l’esistenza di squadroni della morte che stanno facendo operazioni di pulizia sociale, fucilando metodicamente adolescenti durante conflitti, reali o presunti, con il sistema politico imperante. O di coloro che parlano di diritti umani e fanno come l’Argentina che ha più di 15000 persone nelle carceri senza averle fatto un processo. E' questo umanesimo?

Allora ci si chiede, con che morale si può parlare di diritti umani se quando si prendono in mano le statistiche, ci si accorge che ogni giorno cresce di più la fame, cresce la miseria, cresce la disoccupazione, cresce l’analfabetismo, i bambini hanno sempre meno possibilità di concludere l’educazione elementare; ogni giorno la gente ha meno diritto alla vita. Di quali diritti umani stiamo parlando? Inoltre, che senso ha votare se non posso decidere? Quale analfabeta può decidere un voto, se non sa per chi votare, se non può leggere il curriculum del candidato che un determinato partito gli sta presentando? Questa è democrazia? Sono questi i diritti umani?

Questo è il problema angosciante del nostro continente oggi, senza possibilità di risolversi, perché il sistema è in crisi.

Randy Alonso. – Dimas, volevi aggiungere altro.

Eduardo Dimas. – Semplicemente mi ricordavo di un dato che mi ha sempre colpito e cioè il livello d'istruzione in Argentina, un paese che era tra i più colti dell’America Latina.

Nel suddetto paese il 54% dei bambini non concludono la scuola elementare, e di quelli che continuano, 8 su 10 non possono concludere la media inferiore; si seppellisce il futuro. Vale a dire, stanno ipotecando il futuro, un futuro che necessita di conoscenze scientifiche, di sviluppo. E' questo che ci chiedono di applicare qui?; cioè che il 54% dei nostri bambini non finiscano la scuola?

Randy Alonso. – Ciò ha un stretto rapporto con il tipo di difesa dei diritti umani che ha fatto la Cancelleria argentina nel suo esercizio nella Commissione dei Diritti Umani.

Juan Antonio hai alcuni elementi su questo tema da spiegare nella nostra tavola rotonda?

Juan A. Fernández. – Sì, i dati, i rapporti delle agenzie internazionali e degli organismi dei diritti umani, sia quelli non governativi sia le stesse Nazioni Unite, sono realmente scandalosi per ciò che riguarda il record di diritti umani che ha l’Argentina.

Poco fa Lázaro parlava della situazione di estrema povertà nel paese, della negazione dei diritti più elementari, il diritto alla vita, all’alimentazione. Ricordava anche alcuni dati che avevo portato con me; non si potranno dire tutti perché sono troppi.

Quando in alcune parti si parla dei "nuovi ricchi" di questo mondo liberale, il punto d’ordine in Argentina sono i "nuovi poveri", che diventano ogni volta più poveri in questo paese, 14 milioni riportano i calcoli ufficiali. Di questi, 4,5 milioni di indigenti si trovano nella capitale, da dove viene il signor Cancelliere – fu Governatore nella Provincia di Buenos Aires – Questi sono i diritti umani in Argentina.

Adesso se uno vuole esaminare lo scrutinio fatto dalle Nazioni Unite, trova dati che fanno rabbrividire. Per esempio il gruppo di lavoro della Commissione dei Diritti Umani sui desaparecidos, che ha processato solo 3 455 casi di scomparsi dagli anni ’70, ’80, fino adesso, dei più di 30 000 che si riportano all’epoca sanguinosa delle dittature militari, afferma ancora che come conseguenza dell’impunità, che è la parola d’ordine nel paese, ci sono oltre 3 377 casi non chiariti, ed il suddetto gruppo è categorico. Il governo si rifiuta a cooperare, ha fermato i processi indirizzati a far luce sulla verità di ciò che lì successe.

I responsabili delle più atroci violazioni dei diritti umani che ha conosciuto questo continente, occupano cariche pubbliche. E parlando del tema dei desaparecidos, questo è un termine che nel linguaggio dei diritti umani non si conosceva, esso fu un' invenzione di questo emisfero e dell’Argentina, delle dittature del Cono Sud, scegliere alcune persone e farle sparire. Si sapeva che c’erano torture, fucilazioni sommarie; però far scomparire una persona fu un’istituzione che s'inventò in questo emisfero, nel Cono Sud. I responsabili non sono stati ancora puniti. Vediamo le madri, le nonne nella Piazza di Maggio chiedendo giustizia per i loro figli e nipoti.

Se analizzi il modello dei voti dell’Argentina nella Commissione de ti rendi conto della doppia morale e del cinismo di questa Cancelleria, di questi burocrati che si mettono a fare commenti sfortunati là, nell’altra capitale.

Ho qui alcuni dati. Per esempio, una risoluzione nella Commissione dei Diritti Umani sulle conseguenze delle politiche di aggiustamento strutturale e del debito esterno per il pieno esercizio dei diritti umani, specialmente i diritti economici, sociali, culturali. Tra le altre cose, questa risoluzione dice che "cosciente del grave problema del carico del debito, continua ad essere uno dei fattori più importanti che incidono negativamente nello sviluppo economico e sociale e sul livello di vita degli abitanti di molti paesi e che porta gravi conseguenze di tipo sociale"; cioè spiega tutte le conseguenze delle politiche di aggiustamento e del debito. Ebbene l’Argentina si astenne, una risoluzione che si approva a maggioranza nella Commissione, 31 voti a favore e l’Argentina si astiene.

In seguito vedremo qual è la situazione economica di questo paese ed i problemi relativi al debito.

Forse nemmeno la sua gente, coloro che abbiamo visto in manifestazione nella strada, il popolo, sanno che la sua Cancelleria, questi burocrati, vanno a Ginevra e si astengono perché non vogliono far arrabbiare gli organismi finanziari internazionali.

Questo è un dato interessante.

Lo stesso avvenne nel caso di Palestina: astensione; di una delle violazioni più gravi che si commettono in questa parte del mondo, non gli importa niente. Altre risoluzioni, per esempio quella relativa al diritto a un ordine internazionale democratico ed equo, un reclamo permanente del Terzo Mondo, dei paesi in sviluppo, si astiene. Guardate che curioso.

E poi, come se non bastasse, osserviamo il rapporto delle votazioni che riguardano le risoluzioni contro paesi che si presentano anche nella Commissione dei Diriti Umani, ed in esse l’Argentina non vota a favore, si astiene, però l’astensione ha una lettura distinta. Succede che questa non è una diplomazia di principi, questa è la diplomazia del dollaro, si astiene insieme a coloro con cui commercia; qui non c’è una filosofia, non c’è etica nella condotta della Cancelleria e della sua proiezione internazionale, semplicemente si astiene.

Ah! Però si preoccupano di Cuba. Come diceva il Ministro se non fosse una cosa così seria, farebbe ridere.

Sono certo di aver chiarito alcuni dati e certamente altri compagni vorranno intervenire nella discussione.

Randy Alonso. – Felipe, voleva aggiungere qualcos’altro?

Felipe Pérez. – Brevemente Randy volevo aggiungere che l’unico paese dell’America Latina, il cui ipotetico caso di violazione dei diritti civili si porta a Ginevra, è Cuba; non si presenta il caso di nessun altro paese dell’America Latina per esprimere preoccupazione e condanna alla violazione dei diritti umani.

Sentiamo adesso le dichiarazioni del signor Santiago Cantón, argentino, direttore esecutivo della Commissione Intereamericana dei Diritti Umani dell’OEA, funzionario che nell’OEA cura il tema dei diritti umani nella regione.

Egli si trovava a Buenos Aires quando si svolsero le manifestazioni e la repressione della polizia di cui abbiamo visto le immagini per la televisione. Gli chiedevano – in una intervista pubblicata nel giornale Clarín dell’Argentina – quali sono le principali sfide che deve affrontare l’America Latina per il 2002 e disse: "In primo luogo, in America Latina si continua a torturare, ci sono casi di desaparecidos, di assassini, di abusi da parte delle forze della polizia" – questo è ciò che descrive dell’America Latina – "e a questo si aggiunge il problema dei diritti sociali , economici e culturali come parte integrale dei diritti umani." Così ha detto.

Adesso il rapporto del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti – sapete che ogni anno il Dipartimento di Stato emette un rapporto dove parla di diritti umani, che comprende 170 paesi ed esclude gli Stati Uniti – il 23 febbraio del 2001, si pubblicò che in Argentina, nello stesso anno, erano accaduti tra 20 e 30 assassinii extra giudiziali e che negli ultimi quattro anni 59 persone erano morte nelle stazioni di polizia dell’Argentina in circostanze sospette. Nonostante ciò, non si è mai presentata una risoluzione contro l’Argentina a Ginevra, nemmeno si è fatta una risoluzione per castigare, sempre nel suddetto paese, violazioni come quelle che abbiamo visto in questi giorni, o per chiedere che cessi l’impunità e che si chiarisca la situazione come domandano le Madri di Piazza di Maggio.

Qualcuno ha visto preoccupazione per condannare i diritti umani in un continente dove muoiono una ventina di giornalisti all’anno perché denunciano casi di corruzione e altre violazioni dei diritti umani?

C'è qualcuno che possa dire che alcuno dei torturati i cui casi sono stati documentati presso la Commissione dei Diritti Umani a Ginevra sia cubano? No, non c'è nemmeno uno, non si è mai potuto presentare perché non c'è un solo torturato a Cuba.

Si è mai potuto presentare una sola prova di un assassinio a Cuba il cui cadavere sia scomparso? Non ci sono assassini extra giudiziali a Cuba.

Si è mai potuto presentare il caso di una madre il cui figlio sia stato sequestrato di notte, trasferito in un camion senza targa e che sia scomparso? Non si è potuto presentare nessun caso, non c'è, non si commettono tali fatti a Cuba.

Si sono potute presentare le prove che a Cuba esistono squadroni della morte che assassinano per le strade bambini per fare pulizia? Non ci sono.

Si dice che a Buenos Aires sono morti in un anno 70 bambini e che i poliziotti restano impuni, e che l’allora governatore, oggi Ministro degli Esteri, difese l’azione dei poliziotti. Il caso dell’Argentina non è stato portato a Ginevra.

L’America Latina è un continente dove la metà della popolazione vive al di sotto del livello di povertà, dove gli indici di mortalità infantile in molti paesi superano di dodici, quindici e venti volte quello di Cuba. Tuttavia, è Cuba il paese che viene presentato a Ginevra per essere condannato e per cui si esprime preoccupazione a Washington, un paese che ha fatto scendere a 6 per mille la mortalità infantile. Se l’America Latina avesse ridotto la mortalità infantile ai livelli di Cuba, quanti milioni di bambini si sarebbero salvati?

Dunque c’è un modello di doppia morale, c’è manipolazione del tema contro Cuba e noi ci opponiamo e lo denunciamo.

Randy Alonso. – Grazie mille Cancelliere.

Mentre ieri il Cancelliere argentino mostrava la sua "preoccupazione" per i diritti umani nel nostro paese, disoccupati, organizzazioni sindacali e lavoratori statali, secondo l’agenzia DPA, furono i protagonisti di diverse manifestazioni e cortei nelle strade della provincia di Santa Fe, Chaco, Misiones, Río Negro, Santiago del Estero, Salta, Jujuy, La Rioja, San Juan e Gran Buenos Aires.

Le proteste si concentrarono, in quasi tutti i casi, nella richiesta di posti di lavoro, sussidi per i disoccupati, salari adeguati e assistenza alimentare, secondo quanto informarono agenzie locali.

In questi giorni la situazione argentina è stata ampiamente divulgata dai mezzi di comunicazione del mondo, e queste sono le immagini che ha trasmesso Televisón Española dei fatti avvenuti il 21, 22, e 25 gennaio di questo anno.

Giornalista. – Il presidente argentino Eduardo Duhalde non ha compiuto la sua promessa. Dovrà convertire in pesos tutti i depositi, ciò porterà ad una perdita del valore del denaro delle banche.

La conversione dei depositi in pesos risponde a una richiesta del settore finanziario; però sul governo cadono anche le pressioni del Fondo Monetario Internazionale che chiede una fluttuazione della moneta ed un controllo dei bilanci. Questo organismo si è impegnato a concedere un aiuto a cambio di un piano sostenibile. L’FMI esige un bilancio senza spese per questo anno. Buenos Aires dovrà definire un programma economico per presentarlo al Fondo Monetario alla fine di questo mese.

Frattanto la situazione economica costringe i cittadini a fuggire dal paese.

Miriam Vega. – Cominciare a vendere ciò che ti è costato tanto; però dall’altra parte, ti chiedi, più che venderlo, devo regalarlo, comunque, ti chiedi sempre come farai a trovare questi soldi.

Giornalista. – Alla crisi del sistema finanziario bisogna aggiungere l’aumento dei prezzi. Nella prima metà di gennaio l’inflazione è salita del 2%; la situazione è per molti la peggiore degli ultimi anni.

Ricargo Viega. – Perché mio padre fu trasferito qui e progredì, ed io crebbi economicamente un pochino, però in realtà scesi più di quello che crebbi.

Giornalista. - Nelle ultime ore l’Argentina ha vissuto una calma tesa e sono diminuite le manifestazioni, anche se ne sono state convocate varie nel paese.

La terza settimana di Eduardo Duhalde a capo del governo argentino, è iniziata con violenti disturbi in vari punti del paese, e lo scontento della popolazione non cessa, nonostante le prime misure economiche avviate dall’esecutivo.

Gli incidenti più gravi hanno avuto luogo in Resistenza, al nord del paese, dove gruppi di impiegati si scontrarono con la polizia che usò proiettili di gomma e gas lacrimogeni per reprimerli.

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A Cordoba, la polizia è dovuta intervenire per sciogliere un gruppo di tassisti che lottavano tra loro per la differenza nelle tariffe.

Le manifestazioni contro le banche si sono ripetute nella capitale, dove centinaia di persone hanno chiesto l’apertura completa del "Corralito" che impedisce ai cittadini di avere più di 1000 dollari al mese in contanti. Essi si oppongono anche al fatto che i debiti con le banche vengano convertiti in pesos.

Dall’altra parte le principali centrali sindacali stanno preparando per domenica una marcia da Buenos Aires a Piazza di Maggio.

Il governo argentino ha deciso di rendere flessibile, solo in casi estremi, il "Corralito" bancario. Questa misura favorirà gli anziani maggiori di 75 anni ed i malati.

Ieri, migliaia di persone hanno suonato ancora le loro pentole a Buenos Aires per esigere la rinuncia dei membri della Corte Suprema di Giustizia. I magistrati sono accusati di tollerare la corruzione da parte della classe politica e del potere finanziario.

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Altri manifestanti si concentrarono davanti e dentro gli uffici bancari. Questa famiglia, per esempio, ha deciso di passare le proprie vacanze in uno di questi.

Cittadino. – Questa banca non mi permette di andare in vacanza da nessuna parte. Questo è il luogo dove io andrò in vacanza.

Giornalista. – Con i "cacerolazos" gli argentini denunciano il non pagamento dei salari ai funzionari, la paralisi dei servizi sociali e le restrizioni bancarie.

Cittadino. – Come può essere che ci sia tanta ricchezza nel paese e che qui ci sia tanta fame?

Giornalista. – Alle più o meno spontanee proteste, segue la creazione di reti di resistenza con la possibilità di trasformarsi in alternative ai partiti ed ai sindacati tradizionali; Internet è stato lo strumento preferito per la loro coordinazione e da lì si è convocato il "cacerolazo" di stasera.

Randy Alonso. – Ebbene, di che cosa dovrebbe occuparsi la Cancelleria ed il Cancelliere argentini? Vorrei chiedere al compagno Francisco Soberón, presidente della nostra banca centrale, che ci informasse sulla situazione che oggi sta vivendo il popolo argentino, sulla base di queste immagini che abbiamo visto e della sua crisi economica e sociale.

Francisco Soberón. – La prima cosa che dovremmo dire è che il fallimento del modello neoliberale in Argentina non è solo questo, non è solo una visibile e inoccultabile fallimento del modello che tanto è stato difeso dai paesi ricchi, dal Fondo Monetario Internazionale; si può catalogare anche come il maggiore furto del secolo, il più grande saccheggio.

Felipe parlava di medaglia d’oro. Ebbene se ci fosse un’olimpiade di defalchi in questo secolo, ci sarebbero buone possibilità che Argentina ottenesse medaglia d’oro. Certo, adesso è sorto un concorrente con il caso di Enron, negli Stati Uniti; però sono convinto che sarebbe un finale all’ultimo sangue.

Adesso, meditando bene su questo, dicevo: Ebbene, non è solamente un grande defalco, credo che si tratti quasi di un atto di magia. Io avevo sempre visto che i maghi facevano scomparire colombe, conigli; però non avevo mai visto uno capace di far scomparire 85000 di dollari, in un modo o in un altro. Senza ombra di dubbio, potrebbero anche competere per il più fantastico spettacolo di magia.

D’altra parte abbiamo visto un argentino dire, con ragione: "Come possiamo avere questa situazione, con un paese così ricco?" Io vorrei dare brevemente alcuni dati per capire quanto ricca sia l’Argentina. Qual è il paese che il Fondo Monetario ed i fondamentalisti del mercato hanno polverizzato? Un paese che ha 2766000 km2, l’ottavo paese del mondo per estensione territoriale, e – perché il nostro popolo possa avere un’idea - venticinque volte il nostro paese, ed una popolazione 37 milioni di abitanti, circa 3,3 volte la popolazione di Cuba. Ciò che corrisponde ad ogni cittadino, in termini di ricchezza, è straordinario.

L’Argentina produce 66 milioni di tonnellate di cereali e oleaginose come la soia che ha un alto valore proteico. Facciamo un rapido calcolo, questo popolo che dice: "Ho fame", produce sufficiente alimento con questi cereali e soia per dare 10,7 libbre al giorno per ogni cittadino – ripeto, più di 10 libbre giornaliere. Ha 48 milioni di capi di bestiame bovino, 1,3 per ogni abitante.

Ha coste di 5000 km ricche in diverse specie di pesci, pesca 850000 tonnellate di pesce; risorse fluviali di ogni tipo, grande risparmio dei mezzi di trasporto, perché ha fiumi navigabili; petrolio: sta producendo 75 milioni di tonnellate annuali. Però non è solo questo, ha riserve provate di circa 1,4 miliardi di petrolio equivalente. Cosa vuol dire questo? Ebbene, 186 anni di consumo per Cuba, perché si possa ben capire il volume di riserva di cui stiamo parlando; oltre a ciò ha il grande vantaggio, grazie a questi fiumi di cui parlavamo, che il 40% dell’energia viene prodotta da centrali idroelettriche, non ha nemmeno la necessità di utilizzare le risorse di idrocarburi.

Adesso in che cosa si sono trasformate tutte queste ricchezze, andiamo a chiamare gli alchimisti – è quasi un esercizio di alchimia – del Fondo Monetario Internazionale con i loro subordinati dei precedenti governi argentini?

Credo che alcuni brevi paragrafi del discorso inaugurale del presidente Duhalde, quando venne investito nel suo carico, possano spiegare con miglior eloquenza questa situazione.

Cito testualmente ciò che disse il presidente Duhalde:

"Come conseguenza della depressione economica, la caduta delle nostre entrate pro capite raggiunse il 12%. Aumentò anche la disoccupazione superando tutti i registri storici del paese", le statistiche sono molto incomplete, ufficialmente dicono 18%, però si parla di più del 30% di disoccupazione, senza contare il lavoro part time, il lavoro in nero, eccetera, "e l’indice di povertà raggiunse il 40% della popolazione; ciò significa" – dice Duhalde – né più né meno, 15 milioni di nostri fratelli che vivono sotto la linea di povertà", e aggiungo io, in questo ricchissimo paese.

"Durante l’esercizio del 2001 le riserve della Banca Centrale della Repubblica Argentina caddero 18 miliardi di dollari e ci fu una fuga del 24% dei depositi del sistema finanziario come conseguenza, tra l’altro, della crisi di fiducia."

"Non è questo il momento" – continuava Duhalde – "di incolpare, è il momento di dire la verità. L’Argentina è in bancarotta. L’Argentina è fallita. Questo modello, nella sua agonia, ha distrutto tutto. La stessa essenza di questo modello perverso ha abbattuto la convertibilità, ha gettato nell’indigenza 2 milioni di compatrioti, ha distrutto il lavoro degli argentini. Oggi la produzione ed il commercio sono paralizzati, come voi ben sapete; la catena di pagamenti è stata rotta e non c’è circolante in grado di mettere in marcia l’economia." Fine della citazione.

Ed io, mentre leggevo questo, pensavo anche che, nonostante tutte le ricchezze di cui abbiamo parlato, l’Argentina è in possesso di una ricchezza maggiore: il suo popolo così intelligente, lavoratore, capace, che noi cubani amiamo tanto e che tanta solidarietà ci ha dato, solidarietà che noi abbiamo restituito.

Ora, sarebbe un po’ lungo spiegare come sono riusciti a far sprofondare l’Argentina, cioè, un compito di tale dimensione non è possibile spiegarlo in pochi minuti. Però, solo con allo scopo di dare un’idea, noi ricorderemo cinque punti, che hanno a che vedere con le ricette che impone il Fondo Monetario e che sono seguite con la stessa sottomissione con cui si seguono quelle politiche, sembra che il fatto d'inginocchiarsi sia diventato uno sport.

1. Ovviamente, liberalizzazione assoluta dei flussi di capitale. Non importa quanto debole o forte sia il sistema bancario, se c’è una buona supervisione o meno, non importa se il paese ha o non ha riserve: "Nossignore, dovete liberare il vostro flusso di capitali, permettere che le masse di denaro, quelle di cui abbiamo parlato in altre occasioni, centinaia e migliaia di milioni, entrino oggi ed escano domani, quando gli fa comodo, se ciò fa sprofondare lei ed il suo paese, ebbene questo è un suo problema. Se vuole aiuto, liberi totalmente il flusso del capitale". "Ai suoi ordini, liberati i flussi del capitale."

2. Privatizzazioni indiscriminate, senza controllo. Avevo preso nota e dicevo: orgia di privatizzazioni, perché ormai ciò supera la razionalità. E non è che noi stiamo dicendo che bisogna demonizzare tutti gli investimenti stranieri, anzi, stiamo dicendo che non si può svendere un paese. Uno può completare lo sviluppo di un paese, noi lo abbiamo fatto, con un certo livello di accesso all’investimento straniero, sovranamente, abbiamo esaminato e deciso ogni caso, e questo ci aiuta. E sono sicuro che l’investitore straniero ci ringrazierà di questo, perché sa che è una cosa seria, che sarà adempiuta; non è semplicemente mettere all’asta il paese e venderlo al miglior offerente, e molte volte accade che non è nemmeno il migliore, ma quello che si presta a fare certi imbrogli che poi faranno apparire grossi conti in Svizzera ed in altri luoghi che permetteranno di pagare vacanze e fare dichiarazioni da lussuosi posti di villeggiatura.

Il 90% del sistema bancario privatizzato, telecomunicazioni, petrolio, questi 1,6 miliardi di tonnellate di riserva, non appartengono più agli argentini, furono privatizzati, venduti, compagnie aeree, compagnie d’elettricità. Nel caso della vendita dell'impresa del petrolio si dicono molte cose, alcune fonti affermano che si arrivò persino al punto di inventare un esercizio, da parte di coloro che dovevano valutare la compagnia, omettendo di dichiarare il 30% delle riserve perché la vendita risultasse più economica. Sarà vero, non sarà vero, sono commenti insistenti e in realtà non ci sorprendono, soprattutto dopo aver visto quello che è successo nel suddetto paese.

Le privatizzazioni hanno come base accettare senza ombra di dubbio che lo Stato è sempre un pessimo amministratore. Una verità assiomatica che non so dove si è risolta, in che luogo è stata fatta questa discussione, quale fu il giudice che dettò che lo Stato è sempre un cattivo amministratore ed il mercato un buon amministratore; se il mercato è un così buon amministratore, perché Enron fallì, si distrusse e trascinò alla rovina migliaia di cittadini nordamericani che avevano investito lì i loro risparmi? Conosco moltissimi casi di imprese statali che funzionano efficientemente, potrei ricordare moltissimi paesi, Singapore per esempio; e conosco privatizzazioni che sono state un disastro e che hanno reso l'impresa privatizzata meno efficiente. Non voglio ricordare casi, però potrei segnalarne molti.

Che cosa portano come conseguenza tutte queste privatizzazioni? Ebbene, d'immediato, il festino, il bottino; arrivano le entrate per la vendita di questi attivi. Però nei successivi 10 anni che cosa successe? Molto semplicemente, uscirono all’estero, per i conti di reddito, tra interessi e utili, nientemeno che 60,253 miliardi di dollari.

3. D’altra parte, oltre a questo banchetto della privatizzazione, assumendo anche un atteggiamento fondamentalista e molto vincolata alle concezioni politiche, si decide di legare il sistema monetario al dollaro, mediante il cosiddetto sistema di convertibilità, di cui non entreremo nei dettagli per non dilungarci troppo, però come conseguenza di cui ci fu una svalutazione della moneta argentina. Per quale motivo si fa questo? Ebbene per attrarre gli investitori stranieri, per evitargli rischi cambiari; si fece questo anche per controllare l’inflazione, ci riuscirono durante un periodo.

4. Il quarto aspetto è quello che chiamano, eufemisticamente, rendere flessibile la legislazione del lavoro. Cioè: non tutelare il lavoratore. Non c’è nessun tipo di possibilità che un lavoratore possa far valere i suoi diritti.

Per quello che riguarda questo punto c’è una cosa interessante. In aprile del 2000 venne approvato nel Senato un emendamento alla legge del lavoro, per dare più libertà alle imprese per disfarsi della forza lavoro. Questo portò come conseguenza un aspro confronto con i sindacati e si creò una situazione di instabilità per il paese. Però la cosa più interessante è che in settembre del 2000, vari senatori vennero accusati di aver ricevuto tangenti per approvare questo emendamento. A volte mi chiedo se dietro tutto questo c’è la convinzione che si sta facendo ciò che si deve fare, o c’è una convenienza personale, un arricchimento di coloro che agiscono così invece di applicare politiche che proteggeranno di più i loro popoli.

5. Non soltanto si aprì totalmente la bilancia dei pagamenti in termini di flusso di capitali, ma si aprì anche in termini di commercio con l’estero. Una moneta sopravalutata, commercio con l’estero senza alcuna restrizione. Alla fine, in questi anni, 23,8 miliardi di deficit commerciale.

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Adesso per risolvere questi deficit, parliamo di un deficit commerciale di 23 miliardi, un deficit nella bilancia del reddito di oltre 60 miliardi. Deficit straordinari, come dare una soluzione? Inizialmente si utilizzò il denaro che restò dalle privatizzazioni, dico quello che restò perché tutti noi sappiamo che una buona parte di questi fondi uscirono non si sa dove. Questo fa parte dello spettacolo di magia per perdere il denaro. L’unica soluzione è indebitarsi, dal 1990 ad oggi il debito in Argentina crebbe da 62 miliardi a 145 miliardi – ho molti dubbi sui 145 miliardi – qui non è incluso il debito che possono aver contratto le province direttamente, ci sono molti dubbi sul perché un altro tipo di debito può non essere stato raccolto, però la statistica che è disponibile parla di 145 miliardi, crebbe 2,3 volte in 10 anni.

Nello stesso periodo pagarono 180 miliardi, ossia pagarono tre volte il debito che avevano nell’anno 1990 e adesso devono pagare il doppio che dovevano in quell’anno.

La Banca Interamericana di Sviluppo calcolava che, di questo passo, il debito raggiungerà nel 2003 i 167 miliardi. Questa politica di continuo indebitamento, che conseguenze potrebbe avere? Ogni giorno l’Argentina diventava più dipendente dai mercati finanziari e dalle regalie, a volte notevoli, del Fondo Monetario Internazionale; per cui, si dovevano seguire, senza troppe discussioni, le politiche che dettavano.

Tra le cose che si esigevano c’era il taglio delle spese pubbliche – ormai sappiamo che cos'è, perché il taglio non viene fatto agli stipendi dei settori più alti del governo, ai mezzi di cui dispongono; no, stiamo parlando di tagli alla sanità, all’istruzione, stiamo parlando di tagli alle pensioni. Ed il governo, seguendo questo gioco, segue quello che ho chiamato una politica suicida, di cercare, in un’economia in recessione, di ottenere un bilancio con deficit zero. Tutti sappiamo che il deficit del bilancio, in un momento determinato, può contribuire a promuovere, ad espandere l’economia. Un deficit zero è una politica recessiva; avete visto come persino gli Stati Uniti, in questa tappa di recessione, stanno cercando di stimolare la spesa attraverso molte vie. Ciò portava come conseguenza operai senza stipendio, operai che da tre mesi non possono riscuotere il loro stipendio. Io immagino che il nostro popolo, ascoltando queste notizie, resti meravigliato, stravolto; com'è possibile che arrivi il giorno in cui il lavoratore debba riscuotere lo stipendio e gli rispondano: "Nossignore, lei oggi non può riscuotere il suo salario." "Però, perché?" "Niente, non sono arrivati i soldi." "Ma perché se io questo mese ho lavorato?"

Queste cose succedono e questo non è violazione dei diritti umani; questi sono "aggiustamenti" che si devono fare perché l’economia funzioni e questo non ha nessuna implicazione.

Tutta questa politica aggravò la crisi sociale e creò anche grandi conflitti tra il governo centrale ed i governi provinciali; potenti governatori, come quello che abbiamo visto poco fa, che è l’ex governatore di Buenos Aires, entrarono in una politica di confronto con il governo centrale, generando sfiducia, mancanza di credibilità politica nei mercati che necessitavano, che li portò ad aumentare straordinariamente l’indebitamento che loro avevano bisogno d'incrementare. Loro avevano bisogno d'incrementare continuamente il loro debito estero, prendere più denaro per pagare ciò che dovevano e poter mantenere il paese funzionando. Il cosiddetto rischio paese raggiunse il 40%. Era evidente che il paese andava verso il fallimento, che era impossibile mantenere questa situazione.

Una delle cose che ricordo bene è che il Comandante in Capo già da molti mesi ci aveva detto: l’Argentina scoppierà; dopo lo disse pubblicamente, però molto prima che lo dicesse pubblicamente l’aveva già detto in privato.

Nel Foro de Sao Pablo, il 7 dicembre 2001, dodici giorni prima dello scoppio, disse testualmente: "Non bisogna soffiarci sopra; crollerà, senza rimedio, anche se si riuniscono da un partito qui e dall'altro là. Questo è il quadro, è insostenibile, e adesso non c’è nessuno che possa salvare l’economia ai neoliberali stretti, puri al cento per cento, ai neoliberali chimicamente puri. Quelli della Banca, quelli della riserva degli Stati Uniti, non hanno né il benché minimo rispetto o stima per quello Stato. Per questo vi dicevo che non può sostenersi."

Dicevo, come è possibile che il Comandante in Capo, a migliaia di km di distanza, con l’informazione che ricevette, sia riuscito ad avere questa chiarissima percezione, e quelli che si trovano lì non hanno fatto niente per fermare questa situazione? è come quello che attraversa una gola tra le montagne a occhi chiusi e va avanti senza fermarsi perché ce n'è un altro dietro che gli dice: " Vai avanti che non c'è nessun abisso" E continua pazzamente, senza guardare dove sta mettendo i piedi. E alla fine succede quello che il Comandante aveva previsto.

Quando ormai si vedeva con chiarezza che il paese sarebbe fallito, smise di fluire il capitale esterno; internamente, coloro che avevano il denaro nel paese, che erano ben informati, non quei poveri che abbiamo visto lì, non quella signora che diceva: "Mi hanno rubato il mio denaro." Colui che era ben informato, semplicemente, mise il suo denaro al sicuro all’estero. Questi non soffrì le conseguenze.

Randy Alonso. – Si svolge un’indagine, Soberón, nei confronti del presidente della Banca Centrale, perché dicono che ci sono 120 persone...

Francisco Soberón. – Questo lo vedremo fra un po'.

Adesso, io ti direi che è già in atto la situazione disperata del grido "alla carica!". Si salvi chi può! Lì la razionalità scomparve ed il governo aveva molte consiglieri che gli dicevano: "Si deve ristrutturare il debito, si deve dichiarare che non si può affrontare." Inoltre c’erano quelli che dicevano: "Bisogna dichiarare una moratoria temporale." Semplicemente fino all'ultimo momento non vollero dichiarare questa moratoria però, a quale costo?, perché non fu a costo degli stipendi di coloro che prendevano queste decisioni e delle loro fortune personali, fu a costo dei risparmi del popolo, che dovette ascoltare la frase: "Siccome non ho più soldi..." Perché dopo che tutti i risparmiatori esterni, tutti gli investitori si sono portati via il denaro, che denaro resta nelle banche? Ah! Mi resta il denaro del popolo, delle piccole imprese, di coloro che per una ragione o l’altra non portarono via il loro denaro dal paese. Decisione del governo: Io pagherò il Fondo Monetario e toglierò i soldi al mio popolo. Per me è come rubare il denaro dalle tasche di ogni argentino, o il denaro che avevano in banca e, semplicemente, trasferirlo al Fondo Monetario, perché così diranno che sei bravo, che adempi i tuoi doveri; che alla fine non ci riuscirono nemmeno.

Poi ci fu il cosiddetto "Corralito" (piccolo recinto, N.d.T). Il giorno in cui fu fatto il Corralito io pensai: più che un Corralito, a me sembra un fosso pieno di coccodrilli, e i soldi del popolo argentino li hanno messi dentro. Quello non è un "corralito" è una prigione circondata da un fosso pieno di coccodrilli e per raggiungere quei soldi dovranno, purtroppo, ricevere ancora molte bastonate dalla polizia il che ci dispiace molto poiché ammiriamo e apprezziamo molto il popolo nobile e lavoratore dell'Argentina.

Furono ritenuti circa 65 miliardi, però, siccome c’era una parità, il dollaro era uguale al peso argentino, 45 miliardi erano di depositi in dollari, e 20 miliardi in pesos.

La cosa più grave è che non si tratta soltanto di risparmi della popolazione. La cosa è ben più grave; perché in Argentina un’alta percentuale dei salari si paga attraverso conti bancari, in modo tale che l’impresa deposita il salario in un conto bancario, dunque il Corralito significa che non puoi prelevare nemmeno il tuo salario. Tu lo puoi necessitare per pagare la luce, la casa, il gas, è un denaro che ti sei guadagnato, però, se supera il limite stabilito, non puoi prelevarlo, devi per forza lasciarlo lì, accumularlo. Si dice che con questi soldi faranno un deposito obbligatorio, a scadenza fissa, e che a partire dal gennaio 2003 cominceranno a restituirli.

Avrei voluto dare una spiegazione più dettagliata però è così confuso quello che si è detto e tutto quello che si sta facendo, e ci sono tanti cambiamenti continui, che si produce una tremenda frustrazione, non soltanto nel popolo; anche nei lavoratori delle banche il livello di stress e di problemi psichici è altissimo. Ci sono informazioni su questo, casi di insonnia, di chi è costretto a prendere ansiolitici, una cosa terribile perché la faccia visibile della banca è questa persona che è dietro lo sportello e che a volte non sa e non può nemmeno dire al cliente cosa fare e cosa non fare. Posso prelevare denaro? Non posso prelevarlo?

Una cosa è certa: può prelevare denaro solo entro certi limiti e secondo: nessuno può prelevare dollari. A me sembra che questo sia abbastanza chiaro. Le promesse che si fecero, vale a dire, che si poteva prelevare nella moneta originale, che colui che aveva depositi in dollari avrebbe prelevato dollari, queste promesse si sciolsero come neve al sole; semplicemente possono solo prelevare pesos. Un peso che si svalutò ad un tasso dell’1,40 però per operazioni ufficiali, che è il modo in cui restituiranno, forse, una parte del denaro secondo i limiti stabiliti; però se questa persona vuole comprare dollari, deve comprarli nel mercato libero e lì il dollaro si è quotato persino a 2,15 pesos; adesso è a 1,85, la Banca Centrale è intervenuta per evitare una maggiore svalutazione.

Nelle precedenti tavole rotonde abbiamo parlato dei limiti dei depositi e mi pare utile ricordare che per coprire le spese, un argentino, necessita, ad esempio, per pagare la luce mensile circa 70 dollari per una famiglia di quattro persone; per i servizi del gas 35 mensili, l’acqua 30 mensili; la casa, dipendendo dal quartiere – come in tutti i posti – può essere più o meno costosa, tra i 300 e i 1000 dollari. Lo so che questi numeri ci possono sembrare irreali, esagerati, non è vero? Perché è vero che a Cuba siamo abituati a vedere fatture della luce la cui media è di 13 pesos, che sarebbero 50 centesimi di dollaro al mese. Ed approfitto solo per dire che la stampa straniera, frequentemente, per fare paragoni, dice quanto guadagna un cubano in dollari dividendo il suo salario per il tasso di cambio della CADECA; però non dice mai, utilizzando lo stesso metodo, che un cubano spende 50 centesimi di dollaro in luce, o un dollaro in affitto, o che può comperare praticamente la fattura di un mese di alimenti basilari a prezzi di sussidio per quattro persone, spendendo circa due dollari.

Questo è il periodo più critico e come si è detto qui, se il tema non fosse così drammatico, ci sono fatti che farebbero ridere, come il caso della famiglia che ha deciso di passare le vacanze in banca.

Randy Alonso: - In una banca.

Francisco Soberón. – Sì, è una cosa incredibile.

Ricordate bene anche quello che diceva lo stesso Duhalde, rispetto ai fenomeni che sono accaduti durante questo periodo.

Duhalde diceva: "Esiste la denuncia fatta in questo Congresso, sulla probabile illegalità della remissione all'estero di parte di questi fondi realizzante mediante manovre." Quando dice "parte di questi fondi", si sta riferendo ai 65 miliardi di dollari che furono intrappolati nel fosso dei coccodrilli.

Randy Alonso. – Sessanta cinque miliardi di dollari.

Francisco Soberón. – Sì 65 miliardi di dollari che furono intrappolati nel fosso dei coccodrilli.

E diceva: "Bisogna investigare seriamente questi sospetti, perché si deve garantire che chi ha rubato il denaro" – lo ha detto il presidente Duhalde – "della gente e chi non ha trovato coloro che rubavano, siano incarcerati."

Vediamo rapidamente alcuni casi drammatici. Qui abbiamo un signore, molto buono, nobile, che i vicini ammirano, gli vogliono bene, che arrivò in banca con una bomba a mano, un diabetico, che ha bisogno di insulina; bisogna ricordare che il trattamento con l’insulina di un mese costa circa 45 dollari in Argentina, la stessa insulina che qui noi vendiamo a 1,25 pesos; ovvero lo stesso tipo di insulina, la stessa dose, eccetera, che qui si vende a quattro centesimi di dollaro, lì costa circa 45 dollari.

Dunque, l’uomo arrivò con la bomba a mano e disse: "O mi date il mio denaro o saltiamo tutti in aria." E, ovviamente, gli diedero il suo denaro (Risate). Dopo lo arrestarono. "Anche se la polizia cercò di trovare i soldi di Norberto, non ci riuscì, solo lui conosce dove sono", e logicamente non saranno in una banca (Risate). I vicini dicono di lui: "Tutti nel rione hanno un eccellente concetto di lui, ‘un vicino tra i migliori, buonissimo, molto solidale'’ si stancarono di ripetere ieri dopo essere stati intervistati dai giornalisti, ‘Lui ha fatto quello perché era arrabbiato, indignato’." Il giornale dice che Norberto è un insulino dipendente, il suo quadro clinico è severo, deve iniettarsi l’insulina due volte al giorno ed ha avuto in varie occasioni coma diabetici.

Adesso la cosa più ridicola è che il povero Norberto è stato accusato di "estorsione", perché andato con la bomba a mano a chiedere la restituzione del suo denaro; adesso l’uomo deve affrontare accuse di "estorsione".

Il giornalista diceva che hanno ricevuto molte telefonate e aggiunge: "Di 10 telefonate, nove e mezzo erano di gente solidale con lui e che lo appoggiavano", raccontò un giornalista di Radio Tandil; uno di quelli che chiamò avvertì che se l’uomo restava incarcerato, avrebbero organizzato una rivolta." Immagino che parlasse di un "cacerolazo" o qualcosa del genere.

Ci sono anche agenzie che parlano del tema delle riserve della Banca Centrale. Le riserve argentine arrivarono ad essere 24 miliardi di dollari, e questa è una notizia del Clarín di giovedì 27 dicembre. Dice: "Anche se i numeri della Centrale" – cioè della Banca Centrale – "assicurano che le riserve liquide, che includono oro e valuta arrivano a 14,3 miliardi di dollari" – ossia circa 10 in meno di quello che avevano – "i commenti che circolano nel sistema finanziario sostengono un’altra cosa.

"Secondo questi rumori, nel momento di aprire la cassa si trovarono circa 3,5 miliardi in contanti ed il resto in carta, sostenne un impiegato della banca in riferimento alla sorpresa che ricevette lunedì il segretario delle Finanze Rodolfo Frijeri."

Mi sono poi informato meglio e ho verificato che ci sono state molte informazioni contraddittorie, è probabile che questo numero non sia corretto. Può essere un poco di più o un poco di meno, però spiega comunque la situazione di assoluta incertezza che esiste rispetto alle riserve della Banca Centrale.

Un’altra agenzia dice: "Assicurano che il governo di De la Rúa sapeva della caduta delle riserve della banca Centrale". "Il direttore della Banca dell’Ipoteca, Julio Macchi, sostenne oggi che il governo di Fernando De la Rúa sapeva che le riserve della banca Centrale sarebbero crollate, ed affermò che hanno ingannato la gente non facendogli sapere qual era la vera situazione finanziaria argentina.

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"Come è possibile che avessero le riserve sufficienti per sopportare l’1 a 1 e, la mattina seguente, scomparissero e fosse necessario svalutare? Si chiese Macchi, che sottolineò il fatto che uno dei maggiori errori fu che i governatori sapevano di questo e ingannarono la popolazione."

"L’ex presidente della Borsa di Commercio di Buenos Aires espresse che i funzionari probabilmente conoscevano la situazione però la falsavano e la distorcevano." Altra notizia: "la giustizia argentina farà luce sulla fuga di depositi."

"Una parte di questo denaro, del denaro che ora è nei depositi, che non viene restituito al popolo, secondo quanto dice la fonte, ‘era stato fatto uscire dal paese mediante manovre marginali che evasero i controlli ufficiali. Investighiamo se le banche realizzarono autoprestiti o prestiti ad imprese che non potevano restituirlo o a imprese fantasma, e se utilizzarono banche of-shore’ – cioè banche situate fuori il territorio, in zone di paradiso fiscale con molti pochi controlli – ‘per prelevare denaro del paese, provocando uno svuotamento delle banche, e se parte del denaro trasferito era dei risparmiatori’. Perfino il presidente Duhalde ha detto che ci sono indizi che fanno pensare che molto denaro è stato trasferito illegalmente dal paese."

Però adesso qui c’è qualcosa che ci ha sorpreso un po’, per il fatto che una denuncia di questo tipo non è comune.

"Il deputato Franco Caviglia, del partito al governo Peronismo, sostenne questa domenica, in una intervista fatta con radio America che ‘incominceremo a fare le indagini preliminari con la guardia di finanza. Il legislatore insistette nella richiesta di rapporti al Potere Esecutivo affinché la Banca Centrale e la Dogana dichiarino se le banche portarono valuta straniera all’estero poco prima del congelamento bancario." Leggendo la notizia pensavo che si riferivano a trasferimenti elettronici, com'è normale, di depositi che si trasferiscono all’estero per via bancaria. Nossignore.

Prosegue l'informazione: "Caviglia ricordò che tra il 20 ed il 30 di novembre, circa 358 camion appartenenti all’impresa per il trasporto di denaro – come la nostra SEPSA – "Juncadella, Brick e Vigencia, arrivarono all’aeroporto argentino da dove fecero uscire un’importante somma di denaro. Non voglio aderire a questa accusa. Bisogna vedere , questa è un'indagine; però questo dà l’idea di un’operazione stile Bonny and Clyde. È di più; Bonny and Clyde creperebbero d’invidia, il sogno di ogni rapinatore di banche, portarsi via 358 camion, se ciò fosse vero.

Questa altra dice: "La polizia confermò che le operazioni si realizzavano su richiesta del giudice federale di turno" – ossia sono sotto indagine le banche – "Norberto Oyarbide, subito dopo la denuncia presentata" – un’altra denuncia – "dall’avvocato radicale Juan Carlos Iglesias.

"Iglesias ha chiesto che si investighi sulla presunta fuga di circa 20 miliardi di dollari dal 1º novembre scorso fino a quando venne imposto il cosiddetto "Corralito".

"La denuncia che investiga Oyarbide venne presentata dagli avvocati Isaac Damsk ed Augusto Veronelly, che accusarono di frode l’ex presidente Fernando de la Rúa, l’ex ministro dell’economia Domingo Cavalho e il rinunciante titolare della Banca centrale Roque Maccarone"" non solo ci sono questo tipo di denunce contro banche, ci sono anche azioni contro l'ex presidente e contro l’ex ministro dell’economia e contro l'ex titolare della Banca Centrale.

Secondo quest'altra notizia: "I depositi di maggior peso sono usciti dal paese", non so quanto. Ebbene c’erano dei dati che dicevano che solamente alcuni giorni prima che si mettesse su il "Corallito", che sembra essere stato un segreto di Pulcinella per certe persone che avevano molto denaro nelle banche, si ritirarono 5 miliardi di dollari.

Quando vediamo cose di questo genere non possiamo fare a meno di pensare che noi a Cuba, dove ci sono queste ipotetiche violazioni dei diritti umani, abbiamo un budget per la previdenza sociale di 2,3 miliardi di pesos e che nei momenti più terribili del periodo speciale non ci fu mai un pensionato che fosse privato dalla sua modesta pensione, non ci fu mai un'interruzione dei pagamenti perché abbiamo le risorse per potergliela pagare. Credo che a nessun dirigente di questo paese può essergli saltata in testa l'idea di utilizzare come moneta di cambio i nostri pensionati, di utilizzare la popolazione che ha fiducia nel sistema bancario con circa 5 milioni di conti corenti.

Randy Alonso. – Soberón, in questo momento la Rivoluzione sta facendo programmi anche per una migliore attenzione ai pensionati.

Francisco Soberón. – Esattamente, tutti i programmi sociali, che se li dovessimo esporre qui non ci basterebbe il tempo, e che precisamente beneficiano di questo tipo di spese, di quelle di cui parlò Felipe: dei computer nelle scuole, dei programmi che il Comandante sta portando a termine con tanto sforzo, i lavoratori sociali, perché ogni cubano possa avere un lavoratore sociale che lo asssite. Cuba, purtroppo, non ha le ricchezze che ha l’Argebtina, in termini di riccheza materiale; abbiamo un popolo che ovviamente – come è stato detto – è il nostro maggior capitale, però abbiamo anche un blocco; meglio dire una guerra economica che ha cercato di affogarci per 40 anni, e queste sono le circostanze in cui abbiamo potuto garantire che i nostri pensionati possano riscuotere le loro pensioni, e in questa stessa tavola rotonda il Comandante, circa due mesi fa, ratificò al nostro popolo che i suoi depositi saranno rispettati, come ha sempre fatto la Rivoluzione, e l'’incremento dei depositi nelle banche è conseguenza della fiducia piena della popolazione, della credibilità assoluta nei suoi dirigenti e nel Comandante principalmente.

Vorrei concludere ricordando un articolo, credo fu un editoriale del Wall Street Journal. Come si sa, questo giornale, potremmo definirlo come il portavoce degli interessi finanziari e commerciali degli Stati Uniti. Il portavoce autorizzato dell' establishment e riflette opinioni che, in un modo o in un altro, governano e comandano veramente nel suddetto paese.

Il titolo non può essere più offensivo: "Argentina diventerà una repubblica delle banane". Offensivo e anche un po' contraddittorio, perché ho cercato sul dizionario "repubblica delle banane" e in un dizionario nordamericano ho tropvato la definizione: "paese dell'America Latina che è sotto l'eccessiva influenza economica degli Stati Uniti". Così definiscono gli americani la repubblica delle banane, da loro creata. Per favore, nessuno si offenda, sono gli statunitensi che fanno la definizione, io mi limito a leggerla.

Per la verità, l'articolo non poteva essere più offensivo, direi che riflette un disprezzo che ferirebbe qualunque persona. Fanno un paragone tra la realtà argentina e una commedia di Woody Allen. Dicono: "Sembra che gli sceneggiatori del film fossero gli stessi che disegnano ora la politica economica dell'Argentina, perché le nuove riforme di quel paese sono senza dubbio pazzesche. Le politiche sono così poco efficienti che persino il Fondo Monetario Internazionale ci penserà prima di consegnare più fondi per un'azione di riscatto". E' molto offensivo anche nei confronti del presidente Duhalde. Come latinoamericani ci sentiamo offesi da questo articolo.

L'articolo conclude come segue: "Nonostante tutto, Argentina continua a chiedere" - quando dice "nonostante tutto" si riferisce agli errori che ipoteticamente si commettono, alla politica pazzesca, ecc. - "tra 15 e 20 miliardi di nuovi fondi al FMI, e l'FMI e il Tesoro dell'Amministrazione Bush continuano a dire che parleranno solo se l'Argentina presenterà un piano corretto. Però, un paese che si comporta come lo fa l'Argentina, non merita né la speranza d'aiuto internazionale; merita di essere cacciato da tutti i mercati di capitale, privati e pubblici. Se l'Argentina desidera seguire l'esempio di Haiti, problema suo, anche se sarà una tragedia per il suo popolo"- risulta offensivo anche nei confronti del nostro fratello Haiti-; "però finché non tornerà a rispettare i diritti privati e la legge, Argentina merita di essere trattata come qualunque altra repubblica delle banane."

Quindi, è un ruolo molto triste quello svolto dalla Cancelleria argentina quando si è sottomessa agli ordini di un padrone che sente tanto disprezzo per il paese che essa dovrebbe rappresentare con dignità.

Randy Alonso.- E' molta la differenza tra quanto ha fatto la nostra cancelleria durante tutti questi anni in difesa dei diritti del nostro popolo e ciò che ha fatto la cancelleria argentina che ben lungi da difendere i diritti del suo popolo, il benessere dei suoi cittadini s'inginocchia davanti al padrone.

Voglio ringraziare Lei, Ministro, il resto dei partecipanti a questa tavola rotonda, gli invitati presenti, la delegazione di Izquierda Unida della Spagna, il compagno Lage e, ovviamente e molto specialmente, il nostro Comandante in Capo.

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Cari compatrioti,

La genuflessione fa nido nella cancelleria argentina. Ogni viaggio di un cancelliere argentino a Washington nell'ultimo decennio è stato un esercizio d'umiliazione e ubbidienza verso il potente. Prima lo fecero Di Tella e Giavarini. Adesso e toccato al signore Ruckauf, tutto un maestro di doppiezza morale, che è partito dalla capitale nordamericana con una forte emicrania.

Mentre il popolo argentino vive una così drammatica crisi e manca dei più elementari diritti umani, come quello dell'alimentazione e l'accesso ai servizi di salute, la cancelleria argentina, invece di difendere i diritti e reclami del suo popolo angosciato, proclama con assoluta sfacciataggine nella capitale dell'impero, la sua pretesa azione "per far sì che popolo cubano sia libero"; utilizzando il nostro paese come mezzo di pagamento per soddisfare le esigenze della potenza che, tramite l'FMI, ha trasformato l'Argentina nel grande inferno che è oggi.

E' tanto indignante la vigliaccheria e lo scarso valore morale di questo Cancelliere argentino e della sua cancelleria, quanto doloroso è che il popolo argentino deva soffrire momenti simili. Al caro popolo argentino ribadiamo la nostra solidarietà.

Argentina, ieri paradigma dei neoliberali, è oggi l'esempio più chiaro di un sistema che fa crollare le nazioni ed emargina gli esseri umani.

Cuba, nel frattempo, continua la costruzione del sogno della società più giusta possibile. I popoli sfruttati e abbandonati sono dalla nostra parte. Sono loro che fanno la storia; gli altri, coloro che si inginocchiano e si vendono, restano nell'oblio, in qualche oscura pagina della storia.

Niente e nessuno potrà fermarci in questa battaglia per i nostri sogni.

Per Cuba, con Fidel, continuiamo in combattimento!

Buona notte.

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