Il fascismo in agguato

 

Arsenio Rodríguez

 

 

Cinquantanove anni dopo la sconfitta dell’avventura fascista con un altissimo costo di vite e di distruzione, l’umanità guarda costernata come simili minacce che pongono in pericolo la pace del mondo sono di nuovo in agguato.

 

Tra i più tristi ricordi il nazifascismo ha lasciato i suoi campi di concentramento, le città distrutte, i milioni di vite massacrate dai bombardamenti e al fronte delle battaglie, indimenticabili simboli di tutto quello che non deve accadere.

 

Quasi sessant’anni dopo nuove generazioni di esseri umani che conoscono quella tragedia solo attraverso i libri vedono rinascere davanti ai loro occhi quello che i più vecchi hanno raccontato come un dei più grandi disastri provocati e sofferti dal genere umano. Sorgono con forza e nuovamente le idee del fascismo nascoste dietro a maschere di demagogici discorsi e invisibili nemici, che permettono all’unica e poderosa super potenza che il pianeta abbia mai conosciuto, di cercare di giustificare tutti piani di aggressione.

 

Rinascono le teorie delle guerre preventive e delle guerre lampo: Goebbels arrossirebbe d'invidia di fronte alla poderosa macchina di disinformazione che esiste attualmente, appoggiata dai migliori sistemi di comunicazione e propaganda che fanno divenire il neo fascismo attuale un “progetto democratico per la liberazione.”

 

Se la tragedia di Guernica riporta alla memoria quei tragici giorni, l’Iraq ci ricorda ogni momento che gli Stati Uniti non conoscono i più elementari principi di convivenza umana e ignorano e si burlano degli organismi internazionali come la ONU, che è sorta grazie alla vittoria contro il fascismo e con il Diritto Internazionale.

 

La potenza egemonica pretende di annullare i principi di sovranità e autodeterminazione, partendo da un presunto scontro tra civilizzazione e barbarie, con argomenti che in ogni momento della storia dell’uomo sono serviti solo per giustificare le guerre di conquista e di colonizzazione.

 

Molto sangue, dolore, lacrime e distruzioni hanno composto la lunga e storica marcia delle forze antifasciste  guidate dall’allora Unione Sovietica e del suo Esercito Rosso che affrontarono la reazione e la barbarie che era cominciata quel 1º settembre del 1939 con l’invasione della Polonia e che durò sino all’8 maggio del 1945, quando i rappresentanti del comando tedesco, sconfitti, firmarono la capitolazione.

 

La memoria storica dei cubani di varie generazioni riconosce l’eroica azione del popolo sovietico che ha dato la più alta quota di sangue per fermare la macchina di guerra nazi fascista che in quei momenti molti governi consideravano invincibile.

 

Date da ricordare ed eroiche azioni dei popoli, soprattutto quello sovietico, che non si devono dimenticare, una lezione che si deve studiare per evitare che si ripeta e una verità che si deve argomentare di fronte alle menzogne che utilizzano adesso gli aspiranti alla formazione del IVº Reich.

 

Nonostante la disinformazione e il controllo mediatico che forma una parte determinante della nuova guerra neofascista,  l’umanità reagisce e sorgono fronti contro le guerre, contro l’imperialismo e contro il fascismo, che condannano il genocidio che si sta commettendo oggi in Iraq, i massacri quasi quotidiani contro i palestinesi e che condannano i piani di guerra che minacciano la pace del mondo.

 

Il pericolo è in agguato ed è reale e lo si deve denunciare!

 

I fascisti di oggi potranno attaccare, distruggere e occupare  una o più nazioni, ma non le potranno mai governare. I loro piani sono condannati al fallimento ed è dovere di tutti i popoli fermare la minaccia. Come ieri la loro macchina di guerra non è invincibile e deve essere distrutta: da questo dipende il futuro dell’umanità.