Cuba ha cercato d'impedire che la OIT

 

divenga un ostaggio di pratiche

 

discriminatorie

14/06/2004


• Cuba ha denunciato nella OTI a Ginevra che Washington, senza riconoscere la legittima rappresentazione cubana nella Organizzazione Internazionale del Lavoro, ha preteso che nelle riunioni si accettasse la presenza di un mercenario o di un elemento della destra più reazionaria di Miami


 

Alfredo Morales Cartaya, Ministro del Lavoro e della Sicurezza sociale, intervenendo durante la 92ª Conferenza della OIT come capo della delegazione di governo cubana, ha espresso che è indispensabile prendere coscienza per impedire con azioni effettive che la OIT divenga un ostaggio di pratiche di discriminazione e di manipolazioni politiche.

 

Morales Cartaya ha ricordato che l’organizzazione ha l’impegno della realizzazione dei diritti del lavoro, includendo l’obiettivo del pieno impiego, la promozione dei servizi di sicurezza e assistenza sociale, con copertura internazionale, mentre la situazione del mondo, soprattutto nel sud è drammatica.

 

La Commissione per l’Applicazione delle Norme Internazionali del Lavoro della 92ª Conferenza Internazionale che si sta svolgendo a Ginevra, ha adottato il giorno 4, l’elenco di 25 paesi che appariranno per spiegare quello che la OIT considera gravi violazioni dei diritti dei lavoratori.

 

Cuba non fa parte di questo elenco.

 

Come parte della campagna contro l’Isola, promossa dagli Stati Uniti negli organismi internazionali, incluso la OIT, nel giugno del 2003, durante la 91ª Conferenza, Cuba venne arbitrariamente incorporata tra i paesi che violano i diritti dei lavoratori.

 

In questa occasione la vigorosa denuncia dei metodi squallidi e dei vincoli delle manovre contro Cuba nella OIT e i piani di Washington per distruggere la Rivoluzione, resero possibile l’esclusione di Cuba dal gruppo delle nazioni colpevoli.

 

Nella stessa giornata Pedro Ross Leal, segretario generale della Centrale dei Lavoratori di Cuba, ha presentato una proposta a nome di 18 paesi di Asia, Africa e America Latina, per migliorare e riformare i metodi di lavoro della commissione d'applicazione delle norme internazionali della conferenza,  e condannare le azioni unilaterali e aggressive degli USA (soprattutto l’occupazione militare dell’Afghanistan e dell’Iraq) effettuate grazie alla superiorità militare e a un auto proclamato ruolo di gendarme del mondo, attentano la pace, lo sviluppo, la giustizia e la democrazia del mondo.

 

Morales Cartaya ha segnalato che gli eroici lavoratori cubani non si nascondono per condannare e lottare contro l’ordine di dominio imperiale che si vuole imporre ai popoli del sud e alla grande maggioranza nel nord.

 

Tra le nuove misure contro Cuba annunciate dal Governo degli USA, ha detto il ministro cubano, si segnala l’assegnazione di 59 milioni di dollari per il  finanziamento di una quinta colonna d'appoggio alle sue azioni di ostilità e per coinvolgere nelle campagne contro l’Isola governi di paesi terzi, ONG’s e organismi internazionali.

 

Egli ha aggiunto che Washington, senza riconoscere la legittima presenza della delegazione cubana nella OIT, ha preteso che si accetti la presenza di un mercenario o di un elemento della destra più reazionaria e contro rivoluzionaria di Miami durante le sessioni. La Conferenza Internazionale della OIT, che si riunisce annualmente, ha iniziato i lavori il 31 maggio e le riunioni dureranno sino al 17 giugno.

 

Nel discorso di apertura, il suo direttore generale, il cileno Juan Somavia, ha chiesto l’adozione di una strategia globale per la creazione e la garanzia d' impiego nel mondo, spiegando l’urgenza di trovare una soluzione al problema. Somavia ha posto come esempio l’America Latina. “Negli ultimi 25 - 30 anni in America Latina il salario minimo si è ridotto, la protezione sociale è stata tagliata ed è cresciuta solo la disoccupazione!” egli ha ricordato che nel mondo ci sono mille milioni di persone senza lavoro per cui “se si vuole uno sviluppo fattibile della globalizzazione per il benessere delle persone, si devono cambiare le politica!”

 

La OIT, che è stata creata nel 1919, attualmente ha 177 paesi membri e stima che la disoccupazione coinvolge circa 185 milioni di persone nel mondo, dove ci sono altri 86 milioni di lavoratori emigranti e rifugiati che cercano cibo e sicurezza per le loro famiglie.