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Complice

Antecedenti agli arresti dei 75 'dissidenti'

La diplomazia di 

 

James Cason

 

La Tavola Rotonda rivela l'espediente delle azioni illegali a

Cuba del Capo dell'Ufficio di Interessi degli Stati Unitui

 

 

 

 di Marina Menéndez Quintero da Juventud Rebelde del 18 marzo 2003

 

 

È un comportamento illegale, ma non estraneo: le nuove azioni di provocazione d'ingerenza del capo dell'Ufficio d' Interessi degli Stati Uniti a l'Avana, James Cason, seguono il tracciato anticubano di un'amministrazione prepotente, sequestrata nella sua politica verso Cuba dall’anchilosata mafia di Miami e dai suoi deliranti sogni.


Le grossolane azioni, lontane da ogni comportamento diplomatico, sono state denunciate ieri alla Tavola Rotonda Informativa.

 

Convivi e riunioni cospirative durante le quali sono state fornite per propaganda "sovversiva", radio e altri sostegni materiali a membri di gruppuscoli controrivoluzionari del paese, costituiscono un’inedita operazione per un funzionario del suo tipo.


La risposta del Governo di W. Bush sarà, un’altra volta, il silenzio?
 

Già lo scorso 6 marzo, il Comandante in Capo Fidel Castro aveva denunciato il carattere insolente e provocatorio di James Cason, che ancora prima di arrivare a La Habana "dava il suo avallo" riunendosi con i leader della impropriamente detta Fondazione Nazionale Cubano - Americana.


Durante gli scarsi sei mesi trascorsi a Cuba, non ha fatto altro che confermare l'annuncio formulato davanti alla mafia, quando senza giri di parole e senza pudore affermò che qui il suo interesse sarebbe stato quello di "stimolare" i leader di ciò che loro definiscono "opposizione interna": traditori che fanno il gioco degli interessi di una potenza straniera e dei loro incompiuti desideri per più di 40 anni di distruggere la Rivoluzione.


Dopo la debacle provocata da alcune sue dichiarazioni dopo la sua nomina a Cuba, ha cercato il recupero con una visita a Miami. Allora Joe García, uno dei leader della FNCA, è accorso in suo aiuto e "ha confermato" che Cason aveva la speranza di portare avanti programmi di maggiore sviluppo per "l'opposizione" a Cuba.


Non deve stupire il fatto che il piano annunciato da Cason fosse in totale consonanza con la politica annunciata in quei giorni da Jorge Mas Santos - il figlio di Mas Canosa - al quotidiano ‘Herald’.


La Fondazione, disse allora, aveva tre priorità: lavorare con la "dissidenza interna", rafforzare i suoi collaboratori e incrementare l'invio a questi di computer, fax e altri utensili per il loro lavoro sovversivo, ha ricordato Lázaro Barredo.


È quello che ha fatto Cason nei sei mesi trascorsi a Cuba. Cospirare per sovvertire. Quel viaggio a Miami è stato anche l'opportunità di "inzupparsi" meglio per questi obiettivi.


Già nel giugno 2002, prima di arrivare a l'Avana, diede segni del suo interesse nel trafficare. Il turismo è stato uno dei suoi obiettivi preferiti nei suoi tentativi di screditare il nostro paese. Come aveva dichiarato allora Cason al quotidiano ‘The Washington Post’, "i militari" cubani sono quelli che maneggiano il turismo, lo Stato "ruba" ai lavoratori, e nel territorio nazionale "non ci sono strade". La descrizione è stata quella di un "vero disastro" che denunciava fin da allora il suo affanno per denigrare il turismo e gli investimenti a Cuba, ma che ha messo in luce la sua scarsa visione. Pochi nel mondo possono fare oggi caso alla sua affermazione che il nostro paese "non è un posto appropriato per gli investitori".


Un mese dopo era ancora più sfacciato e riconosceva pubblicamente che qui la sua intenzione era quella di incrementare i piani della controrivoluzione con la quale – ha detto – veniva preparata "la transizione".


I precedenti di Cason potrebbero spiegare il suo sfacciato comportamento: buona parte dei suoi 58 anni di vita li ha dedicati al lavoro all’estero in America Latina e in Europa. Di questa esperienza si distingue il suo lavoro in Uruguay durante la dittatura militare che distrusse questo paese, in quanto Cason faceva parte delle relazioni "speciali" che – com'è noto – gli Stati Uniti mantenevano con le dittature in America Latina e alle quali fornivano sostegno finanziario e politico.


Nel curriculum di Cason è riportato anche il suo lavoro al Dipartimento di Stato, dove ha curato gli aspetti relativi all'America Centrale, proprio nei momenti in cui la Casa Bianca dirigeva ed era protagonista della guerra sporca contro il Nicaragua. Pertanto, Cason ha esperienza nell’intraprendere campagne di menzogne per screditare i processi rivoluzionari e conosce i luridi maneggi come quelli messi in luce dal cosiddetto scandalo ‘Iran - Contras’.


Allo stesso modo ha avuto funzioni come assessore politico degli Affari Militari del Dipartimento di Stato, ha occupato posti nell’Ufficio per gli Affari Continentali e nei Dipartimenti di Agricoltura e del Commercio, tra gli altri.


Cason, come ha precisato Rogelio Polanco, direttore di Juventud Rebelde, non è né un estemporaneo né un novizio. E il suo comportamento contro Cuba non è né casuale né frutto dell'ingenuità: è premeditato.


Non era, tuttavia, "ben preparato" riguardo alla sua informazione sul nostro paese. O da tempo è impregnato dalla mania di mentire.


Durante una conferenza stampa a Washington, il 1° novembre 2001, ha indicato Cuba come l'unico paese che non si era unito, secondo lui, all'opinione pubblica della regione, che esprimeva condoglianze per gli attentati dell’11 settembre: una grossolana menzogna per manipolare gli stati d’animo sul nostro paese.


Ma questo non è stato il colmo della sfacciataggine e dell'anti - diplomazia del capo dell'Ufficio di Interessi degli Stati Uniti a l'Avana.


E’ giunto a Cuba il 10 settembre 2002, ma non si è presentato che quasi un mese dopo, il 9 ottobre, alle autorità corrispondenti del Ministero di Relazioni Estere.


Delle sue attività durante queste quattro settimane ha fornito particolari Manuel Hevia, direttore del Centro di Ricerche Storiche della Sicurezza dello Stato.


In questo periodo di tempo, James Cason si è dedicato a quello che, come pare, egli considera la sua missione: conoscere, organizzare e festeggiare i suoi lavoratori.


Il 16 di questo mese ha offerto il primo cocktail a un gruppo di traditori. Il 17 li ha ossequiati con un altro e poi ha incominciato a muoversi per il paese. Con ciò, Cason violava le elementari norme di qualsiasi nazione e cercava di non considerare il fatto che qui c’è un Governo legittimo e leggi da rispettare.


Ma, oltretutto, Cason non rispettava leggi internazionali che regolano la convivenza tra gli Stati. Come ha ricordato Reynaldo Taladrid, l'articolo 3 della Convenzione di Vienna stabilisce che le funzioni di una missione diplomatica consistono nel rappresentare lo Stato che l'accredita presso la nazione che la riceve, un concetto che, dall’inizio, Cason ha violato per tutto un mese.


E se non fosse sufficiente, neppure si può dire che stesse rappresentando gli interessi del popolo nordamericano che oggi, in maggioranza, si pronuncia per la normalizzazione delle relazioni con Cuba, per la promozione del commercio e per la libertà che devono avere tutti gli statunitensi di recarsi nel nostro paese, secondo i diritti riconosciuti dalla loro Costituzione.


Al contrario, Cason si è dedicato alla promozione dei gruppuscoli controrivoluzionari all’interno di Cuba, prendendo parte alle loro attività e ha offerto la sua stessa residenza per questo, cercando così di nascondere le azioni illegali dietro il paravento dell'immunità diplomatica, un fatto senza precedenti.


E’ arrivato perfino a dire che le Ambasciate estere a Cuba avrebbero dovuto appoggiare allo stesso modo i controrivoluzionari... (!)


La Sezione di Interessi degli Stati Uniti a Cuba, ha precisato Hevia, è un elemento vitale nello schema della sovversione degli Stati Uniti contro Cuba, e posto di comando delle azioni sovversive più grossolane portate avanti da quella nazione contro Cuba.


Hevia ha fornito altri particolari su alcune delle azioni di Cason. Il 16 settembre 2002 vi fu quel primo cocktail al quale parteciparono 17 traditori, durante il quale il funzionario disse che avrebbe lavorato per instaurare la politica annunciata da Bush. Quelli dei gruppuscoli, da parte loro, parlarono di quello che più li interessava: la "necessità" di sostegno con denaro e risorse. Chiesero radio portatili per ascoltare la stazione radio nemica, la impropriamente detta ‘Radio Martí’. Cason promise loro assistenza e annunciò il suo giro per il paese.


Il giorno dopo, un altro cocktail di Cason con altri 18 nuovi cospiratori. I temi sono stati gli stessi da una parte e dall’altra.


La escalation di provocazioni sarebbe diventata più intensa a partire da ottobre con viaggi di Cason a Villa Clara nei giorni 3 e 4, dietro la presunta motivazione di "monitorare" la situazione dei cubani che avevano tentato di emigrare in modo illegale negli Stati Uniti e che erano stati rimpatriati a Cuba. Coperto dalla stessa facciata sarebbe poi andato nelle province orientali.


Un'altra volta, nello stesso mese di settembre, ha usato la sua residenza per la sovversione con una colazione di lavoro con traditori, azione che si sarebbe ripetuta tre giorni dopo.


Il 30 ottobre, Cason e sei funzionari dell'Ufficio di Interessi hanno ricevuto 24 capoccia controrivoluzionari. Il 4 novembre si è recato a casa di un ex - recluso controrivoluzionario accompagnato da un funzionario della sua missione. Il 21 novembre 2002, nel pomeriggio, ha partecipato a un'altra riunione alla quale vennero invitati altri 13 membri dei gruppuscoli controrivoluzionari. Il giorno dopo, un'altra.


Il 27 novembre sono iniziati i viaggi annunciati nell'oriente del paese. Da Ciego de Ávila si è spostato verso Las Tunas, Holguín, Granma, Santiago de Cuba e Guantánamo.


Il suo messaggio a quelli che cercano di consegnare la nazione cubana agli Stati Uniti è stato quello dell'unità. E’ arrivato, perfino, a dettare ai suoi salariati di riunirsi attorno a un programma in dieci punti.


Più recentemente, lo scorso 24 febbraio, in una conferenza stampa in cui ha convocato corrispondenti esteri alla presenza di altri 34 cospiratori, è giunto al vertice della mancanza di rispetto... Ha affermato che i cubani "hanno paura". Paura?


La risposta gli è stata data da Fidel il giorno
6 marzo, durante la costituzione della VI Legislatura dell'Assemblea Nazionale.


Intanto, aumentano le azioni illegali e criminali contro i nostri compatrioti detenuti negli Stati Uniti nel momento in cui si attraversa un momento decisivo per il processo e cresce la solidarietà internazionale con i Cinque. La prepotenza e la frustrazione per non averci potuto sconfiggere è in tutta l'attuazione dell'amministrazione Bush verso Cuba.


Altre riunioni illegali di Cason con la controrivoluzione cubana e dichiarazioni offensive contro il nostro paese sono continuate nei mesi successivi. La Tavola Rotonda Informativa continuerà a diffondere oggi la verità.