La diplomazia francese

gioca col fuoco

I) L’Unione europea ha deciso di adottare misure repressive contro Cuba, per aver incarcerato in aprile 73 persone denominate “dissidenti”. A nulla è valso che il Governo cubano dimostrasse le strette relazioni dei condannati con agenzie del governo statunitense e con alcune europee per destabilizzare il sistema politico vigente. A questo si aggiunge la fucilazione dei tre sequestratori di una imbarcazione che avevano tentato di dirottarla verso gli Stati Uniti, mettendo in pericolo la vita di decine di persone, incluso due cittadine francesi. L’Unione Europea ha deciso di intervenire contro Cuba come mai lo ha fatto verso nessun’altro paese dell’America Latina, dove la tortura, le scomparse e gli assassini sono il pane quotidiano in gran parte di essi, una crudele violenza statale che in Cuba non è mai stata riportata. Così l’Unione Europea, spinta principalmente dai Governi di Spagna e Italia, assume lo stesso atteggiamento aggressivo degli Stati Uniti.

 

II) La Spagna sta piano piano perdendo il suo ruolo di referente europeo nelle relazioni con l’America Latina, che per motivi dovuti alla sua complessità non si esporranno in questa sede, sebbene in qualche modo abbia influito anche la prepotenza di Aznar. Questo ruolo lo vuole assumere la Francia, anche se con Cuba ha già cominciato male.

 

Quando a metà degli anni novanta quasi nessuno avrebbe scommesso un centesimo sul futuro della Rivoluzione; quando ogni mattina si aspettava la notizia che l’isola fosse affondata nel mar dei Caraibi il più bell’esempio di dignità e di cambiamento sociale che l’America Latina abbia mai avuto, il Governo francese complottava per aiutare ad affondare la barca.

 

Nel dicembre del 1996, il Governo francese consegnava a Elizardo Sánchez il Premio dei Diritti Umani. È bene ricordare che il Signor Sánchez è stato uno dei “dissidenti” maggiormente esaltato dalla grande stampa ed omaggiato da diverse nazioni ed istituzioni. Sempre riconosciuto a livello internazionale, soprattutto da quando si presagí la fine dell’Unione Sovietica e la nazione pullulava di “dissidenti” di ogni tipo, oggi diventati la maggior parte di loro delinquenti o mendicanti che chiedono l’elemosina.

 

A livello interno, il Signor Sánchez, lo hanno conosciuto solo i vicini e la Sicurezza di Stato.

 

Bene, ora che il Signor Sánchez fa di nuovo notizia a livello internazionale, vale la pena menzionare un dettaglio non molto conosciuto: Il dossier che avallò il Premio era stato preparato dall’ambasciata francese nell’Avana, che lo consegnò a colui che era all’epoca direttore della rispettabile Organizzazione Non Governativa, Cimade, a Parigi. Questo signore non ha mai presentato il dossier alle persone direttamente collegate alla sezione “diritti umani” di questa istituzione che conoscevano la reale situazione cubana interna. Queste persone hanno assicurato, a chi scrive questa nota, che non hanno mai saputo che cosa abbia reso il “dissidente” Sanchez cosí tanto meritevole da farsi consegnare il Premio direttamente dal presidente Chirac, premio tra i più rappresentativi dello Stato francese che comprende anche venti mila dollari.

 

III) In questo momento la Francia il cui presidente è ancora oggi Chirac, ha reso pubblico il suo allontanamento e dissenso nei confronti del popolo cubano. Non solo ha invitato per la prima volta i “dissidenti” alla celebrazione della festa nazionale, il 14 luglio, nell’Avana, ma ha anche dato un considerevole appoggio ad organizzazioni come Reporters Senza Frontiere, RSF, ed in particolare al suo Direttore  Robert Ménard, che ha un’ossessione patologica contro la Rivoluzione cubana. Quando si parla di Cuba con il signor Ménard il volto gli si trasforma, e gli occhi gli escono fuori dalle orbite.  Questa ossessione ha portato il signor Ménard ed altri membri di RSF ad occupare ed assediare l’Ufficio del Turismo di Cuba a Parigi, così come ad incatenarsi nelle inferriate dell’ambasciata cubana sempre a Parigi. Azioni censurabili poiché non fanno parte dell’etica che questa organizzazione pretende avere.

 

Non so che cosa penseranno il Governo francese e RSF ora che si è scoperto che Elizardo Sánchez, una delle loro principali “stelle”, eletto a supposta alternativa a Fidel Castro, è risultato un collaboratore della Sicurezza di Stato cubano dal 1997, ma non perché creda nella Rivoluzione. La documentazione esibita nel libro “Lo scaltro”, di recente uscito nell’Avana, mostra un Elizardo Sánchez possessore di un opportunismo estremo che lo ha portato a patteggiare con chiunque per i suoi benefici, ripetendosi così la storia dei tanti “dissidenti” cubani gloriati all’estero.  

 

Sánchez nelle interviste con la stampa internazionale, ha negato questa collaborazione però non ha saputo giustificare le prove fotografiche che si presentano nel libro.   

 

Da quando è uscito il libro, il nome di Elizardo Sánchez sicuramente non fará dormire coloro che lo hanno appoggiato per complottare contro la Rivoluzione cubana, perché conoscono bene le informazioni che ha potuto consegnare. Ma il vero incubo per i sostenitori della “dissidenza” è iniziato ad aprile, quando lo stesso Ministro degli Esteri di Cuba, ha annunciato in conferenza stampa che varie “stelle” internazionali della “dissidenza” erano agenti della Sicurezza di Stato cubana.

 

Due di loro lo erano già da molti anni e come Sánchez, erano referenti indiscutibili di Reporters senza Frontiere, del Dipartimento di Stato statunitense, della mafia cubana di Miami e di vari governi europei: Néstor Baguer e David Orrio. I loro articoli sono stati largamente diffusi e ben pagati da molti mezzi internazionali. Stranezze della vita: coloro che pagavano per attentare contro la sovranità di Cuba, finivano per finanziare coloro che la proteggevano.

 

IV) Il Governo francese ha seriamente preso in considerazioni l’idea di appoggiare apertamente l’attività controrivoluzionaria cubana, a mettersi perfino in contatto con la Fondazione Nazionale Cubano – Americana, FNCA.

 

Si sa molto bene che la FNCA è un’organizzazione di estrema destra con sede a Miami, fondata nel 1983 dal Consiglio Nazionale di Sicurezza del presidente Ronald Reagan. Ovviamente le sue relazioni con la CIA e con il Dipartimento di Stato sono strettissime come l’unghia e la carne. La FNCA è servita agli interessi statunitensi in varie parti del mondo, incominciando dall’appoggio alla brutale “Contra” nicaraguense ed a Jonas Savimbi, altro criminale di guerra.

 

La FNCA ha finanziato numerosi attentati terroristici contro Cuba, anche quelli realizzati in luoghi turistici alla fine degli anni novanta, uno dei quali è costata la vita ad un giovane italiano.

 

La FNCA insieme con l’impresa di rum Bacardi, ha finanziato e redatto la legge Helms Burton con la quale si voleva attraverso la fame che il popolo cubano si arrendesse. Ancora oggi gli Stati Uniti e l’Europa sono in disaccordo su questa legge in quanto viola alcune norme sul commercio internazionale, mentre uno dei suoi articoli pretende di rinchiudere nelle prigioni statunitensi chi commercia con Cuba: e sono tante le imprese europee, in particolare francesi, che lavorano a Cuba.

 

Tutto questo – e molto di più – non ha interessato il Governo francese il quale, a metà luglio a ricevuto Ramón Umberto Colas Castillo, come ha informato il quotidiano Le Monde il 25 dello stesso mese.

 

Il signor Colas non è il semplice rappresentante delle suddette “biblioteche indipendenti di Cuba”, così come si presenta. Se si fa un piccola indagine, ed il governo francese ha mezzi per farlo, si potrà provare che il signor Colas lavora per la FNCA. Ma non è tutto. Colas è venuto per organizzare la visita di una importante delegazione della Fondazione Nazionale Cubano – Americana che, secondo i funzionari degli Affari Esteri Francesi, sarà ricevuta ufficialmente a metà settembre.

 

La diplomazia francese forse non sa che sta giocando col fuoco.