Posada dispone di un’estesa

 rete logistica in Venezuela

 

JEAN-GUY ALLARD (speciale per Granma Internacional)  - 7  dic . 2004

 

Il terrorista e delinquente internazionale Luis Posada Carriles, illegalmente liberato con un indulto a Panama il 26 agosto scorso, mantiene dagli anni ’70 in Venezuela una rete terroristica di sostegno composta da estremisti di destra, con i quali strinse rapporti quando diresse i servizi segreti di questo paese, con lo pseudonimo di “Commissario Basilio”. Si tratta di esperti nell’uso di armi ed esplosivi.

 

“Luis Posada Carriles è stato un agente della CIA, operante in un programma di questa agenzia statunitense in America Latina, chiamato “di controinsurrezione” e fu destinato al Venezuela per organizzarne i servizi repressivi”, ha ricordato in un’intervista esclusiva con GI il dottor José Luis Méndez Méndez, del Centro di Ricerche Storiche della Sicurezza dello Stato cubana, autore di vari libri sul tema del terrorismo ed uno dei più rispettati esperti della storia del terrore contro l’Isola.

 

“Posada cominciò in quel momento con l’occupare un posto importante nella DIGEPOL, che era la Direzione Generale della Polizia e fu poi uno dei fondatori ed organizzatori della DISIP”, i servizi di informazione e sicurezza venezuelani.

 

Come lui stesso confessa nel suo libro Los caminos del guerrero, Posada partecipò “in tutta la lotta contro i gruppi rivoluzionari” che si manifestavano allora in territorio venezuelano.

 

“È un uomo estremamente addestrato all’uso degli esplosivi, all’impiego delle armi. È dotato di una grande capacità e tecnica per uccidere, far scomparire e sequestrare, cosa che attestano ampiamente i suoi racconti su come organizzò e strutturò i servizi che dirigeva, dove si vanta dei suoi successi”.

 

Ricordando un’intervista con la giornalista nordamericana Ann Louise Bardach, pubblicata nel 2002, nella quale Posada afferma freddamente: “Io li perseguii in maniera molto, molto dura. Molta, molta gente morì”, Méndez commenta: “Non specifica che fu di sua propria mano, ma fa il nome di tutti quelli che furono eliminati. Non possono essere stati uccisi tutti in conflitti a fuoco ma devono esserci stati anche prigionieri... Quel che è certo è che dette gli ordini e che ha la responsabilità penale di ciò”.

 

COINVOLSE LA DISIP NELL’OPERAZIONE CONDOR DI PINOCHET

 

Come capo della DISIP, Posada coinvolse i servizi speciali venezuelani nelle azioni terroristiche dell’Operazione Condor, creata nel 1975 dalla sinistra DINA cilena del dittatore fascista Augusto Pinochet.

 

“I fratelli Rafael Vásquez, Ricardo ‘El Mono’ Morales Navarrete e Rolando Otero Hernández furono uomini della CIA che, stando dentro la DISIP, parteciparono in azioni dell’Operazione Condor”, segnala l’esperto cubano. “E’ lui a reclutare Otero Hernández, che aveva collocato bombe contro interessi nordamericani in Florida, rifugiandosi poi in Venezuela e lo invia in Cile per penetrare e conoscere i piani che stava sviluppando la DINA”.

 

(Il 17 ottobre 1975, Otero Hernández compì un attentato nell’aeroporto di Miami, causando ingenti danni. Nel dicembre di quell’anno collocò nove bombe in due giorni, sempre nella stessa città).

 

In Cile, Otero Hernandez si legò a Michael Townley, personaggio chiave dell’attentato contro l’ex ministro degli Esteri cileno Orlando Letelier. “Townley vive attualmente sotto falsa identità, è stato ammesso al programma per la protezione dei testimoni e risiede nella città di Miami”.

 

L’11 giugno 1976, su indicazione della CIA, venne costituito da Orlando Bosch Avila il Coordinamento delle Organizzazioni Rivoluzionarie Unite (CORU) a Bonao, nella Repubblica Dominicana. “Il generale cileno Manuel Contreras dirà più tardi che a Bonao, dove viene costituita la CORU, in stretta connessione con l’Operazione Condor, erano presenti Michael Townley, Ricardo Morales Navarrete e Luis Posada Carriles, della DISIP”.

 

Quando abbandonò la DISIP, “Posada creò un corpo paramilitare che era la sua ‘agenzia di investigazioni privata’, una facciata per la CIA e lì reclutò due mercenari per collocare una bomba all’interno di un aereo cubano”.

 

Bosch e Luis Posada Carriles assoldarono a Caracas i venezuelani Freddy Lugo ed Hernán Ricardo Lozano, per far esplodere in pieno volo un aereo della ‘Cubana de Aviación’, il 6 ottobre 1976. I due mercenari lasciarono dentro l’aereo cariche di esplosivo C-4 che esplosero a distanza di un intervallo di tempo l’una dall’altra, a 28 miglia dalle Barbados. I 73 passeggeri morirono nell’attentato.

 

“L’Operazione Condor ed il CORU agirono di concerto, il 21 settembre 1976, con l’assassinio di Letelier ed il 6 ottobre dello stesso anno con l’esplosione in pieno volo dell’aereo della ‘Cubana’, con quindici giorni di distanza tra un attentato e l’altro”, sottolinea Méndez.

 

Alcuni giorni dopo “Posada venne arrestato nel suo ufficio di Caracas, dove fu trovata una mappa con tutto il percorso compiuto da Orlando Letelier dalla sua casa fino all’Istituto di Studi Politici (IPS)”.

 

Posada dispone tuttora di un’estesa rete di sostegno in Venezuela: “Lì si trova tutta la sua truppa, le persone che lo hanno accompagnato ed anche quelli che gli hanno fatto visita a Panama durante i quattro anni di detenzione”.

 

Individui come il “commerciante” Francisco Pimentel, che si recò a Panama per assistere al suo processo,  lo sostiene da quando fu arrestato nell’anno ’76 e  Posada lo mantenne informato sui particolari della campagna di terrore che scatenò a Cuba nel 1997.

 

Al pari di Pimentel, Nelis Rojas e Pedro Morales sostennero dal Venezuela un fallito piano di attentato contro il Presidente cubano durante la celebrazione del 7° Summit Ispano-Americano nell’Isola Margherita, in Venezuela.

 

Hermes Rojas, che ricopre attualmente l’incarico di capo della Sicurezza dello Stato di Miranda e si dichiara oppositore al Presidente Chavez, “fu uno dei commissari della DISIP e diresse i consiglieri venezuelani che, in El Salvador, addestrarono la polizia locale alla fine degli anni ’80, durante il Governo di José Napoleon Duarte”, aggiunge Méndez.

 

“Questi ‘consiglieri’, furono gli angeli custodi di Posada Carriles in El Salvador e Guatemala”.

 

Anche a Caracas Posada dispone di individui senza scrupoli come Salvador Romani e Ricardo Koesling, che appoggiarono il fallito golpe contro Chávez e parteciparono all’assalto dell’Ambasciata di Cuba, il 12 aprile 2002.

 

LE BOMBE MAGNETICHE: UN “METODO DI LAVORO”

 

Analizzando dal punto di vista storico i recenti fatti del Venezuela, dove il procuratore Danilo Anderson è stato ucciso in un attentato compiuto con esplosivo C-4 collocato sotto la sua auto con calamite e fatto detonare a distanza, l'esperto cubano osserva come questo tipo di ordigno sia stato usato in passato in molteplici occasioni, nel corso di tutta la storia terroristica degli estremisti cubano-americani di Miami.

 

“La collocazione di bombe sotto le automobili, usando calamite ed esplosivo C-4, è un metodo di lavoro insegnato dalla CIA”. Secondo quanto dichiarato da Manuel Contreras, della DINA cilena, l’agente della CIA Michael Townley, addestrato dall’Agenzia in tutte queste perizie elettroniche, confezionò la bomba che uccise Carlos Prats a Buenos Aires e collocò, assieme a terroristi cubani, un altro ordigno sotto l’auto di Orlando Letelier a Washington.

 

“Fu Guillermo Novo Sampol (detenuto assieme a Posada fino all’agosto scorso e da allora libero a Miami) a collocare la capsula detonante della bomba che uccise Letelier, ha detto il terrorista Ricardo Canete de Céspedes ad un investigatore del FBI”.

 

Secondo Méndez deve essere ricordato anche il caso della “bomba magnetica nell’auto di Raúl Roa Kouri, allora Ambasciatore di Cuba all’ONU, a New York, collocata da Pedro Rémon (anche lui detenuto con Posada a Panama fino all’agosto scorso e da allora libero a Miami) ed Eduardo Arozena, nel marzo del 1981...”

 

“A Emilio Milián, un giornalista di Miami che denunciava i metodi terroristici, piazzarono una bomba nella sua auto. L’esplosione gli fece perdere le gambe. Gaspar Jiménez Escobedo (anche lui detenuto con Posada a Panama e adesso libero a Miami) fu sospettato del caso”, racconta.

 

Riferendosi al poligono di tiro Club Mágnum di Caracas, che frequentava l’avvocato Antonio López, morto in un conflitto a fuoco con la polizia venezuelana e sospettato di aver partecipato all’assassinio del procuratore Danilo Anderson, ricorda Méndez che il luogo “è da sempre un punto di incontro, un luogo di riunione di terroristi”.

 

L’investigatore segnala anche che Posada racconta nel suo libro di quando si recava in un determinato poligono in El Salvador assieme al suo amico, il commissario venezuelano Hermes Rojas, “che adesso conta su un esercito privato”. Lì si esercitavano con pistole e mitragliette.

 

Fu sempre in un campo di tiro che si conobbero i delinquenti salvadoregni e guatemaltechi che Posada Carriles contattò come mercenari affinché collocassero le bombe a Cuba nel 1997.

 

“Non può essere dimostrato il legame tra l’assassinio di Danilo Anderson ed i cubani di Miami, ma... a Miami risiedono controrivoluzionari venezuelani nonché controrivoluzionari e terroristi cubani in combutta tra loro”.

 

“La storia dirà...”, conclude l’esperto sui casi di terrorismo.

 

SMASCHERATI

 

Affascinante scena quella della moglie del terrorista internazionale Gaspar Jiménez che dà un bacio “effusivo” all’ex direttore della Polizia Nazionale di Panama Carlos Bares, mentre suo marito sale su un aereo e Luis Posada Carriles, il terrorista più pericoloso del continente, sale su un altro.

 

Il documento, un video registrato dalle telecamere di sicurezza dell’Aeroporto Internazionale Tocumén, che è appena stato diffuso dalle reti televisive panamensi, dimostra non solo la complicità di Bares, ma anche del vicedirettore dell’Emigrazione Javier Tapia e del capo della Direzione Investigativa di Polizia Arnulfo Escobar.

 

I tre funzionari si recarono personalmente a prelevare Posada ed i suoi sicari nel carcere “modello” ‘Renacer’ e li aiutarono a completare i documenti di viaggio nello stesso aeroporto.

 

Il procuratore superiore speciale Arquimedes Sáez ha già emesso un ordine per proibire l’uscita dal paese all’ex ministro di Governo Arnulfo Escalona, membro del corrotto Governo di Mireya Moscoso. E le indagini stanno continuando.