Bush sta pianificando di usare

 

governi e ONG’s

 

per isolare Cuba

 


Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti destinerà 5 milioni di dollari per le campagne contro Cuba

 



Ivan Terrero 11 agosto

 

Il presidente Bush ha confessato che utilizzerà le ONG’s, oltre ai governi di terzi paesi, per isolare e condannare Cuba.

 

La relazione divulgata dal presidente stesso si intitola “Commissione per l’assistenza a una Cuba libera” e nel suo primo capitolo progetta di realizzare azioni direttamente indirizzate all’erosione dell’immagine della Rivoluzione cubana e dei suoi leaders, usando per questo anche le sezioni incaricate della diplomazia pubblica nelle ambasciate nordamericane in tutto il mondo.

 

Questo documento raccomanda al governo degli Stati Uniti che destini milioni di dollari per portare avanti su scala globale iniziative come l’organizzazione di conferenze e campagne di stampa all’estero, la raccolta di “piccoli fondi”, tra l’altro, con vari propositi orientati a isolare Cuba, a stimolare la sovversione interna e ad accelerare il detto “processo di transizione alla democrazia.

 

I padri di questa demoniaca creatura suggeriscono di promuovere una sorta di campagna di solidarietà internazionale per stimolare i governi e le ONG’s di paesi terzi  e far sì che stabiliscano relazioni dirette con i gruppuscoli della detta opposizione interna ed esterna, coordinino azioni legislative e politiche internazionali con il fine di condannare il detto “regime di Castro” facendo pressioni per promuovere cambi, realizzare azioni nelle legislature come dichiarazioni e audience.

 

Ma non si limita così il primo capitolo di questo infame fogliaccio contro Cuba. Il documento raccoglie ugualmente la pretesa di fabbricare materiale informativo sulle violazioni dei diritti al lavoro a Cuba, per presentarlo nelle riunioni regionali su questo tema e nella conferenza delle Organizzazioni Internazionali del Lavoro OIT, che si considera “appropriata per questo”.

 

A tutto quanto va sommato un manifestino del Dipartimento di Stato nordamericano intitolato “Il sogno rimandato: paura e libertà nella Cuba di Fidel.”

 

Su questo stesso tema la relazione propone di contattare e invitare i sindacati dei lavoratori anche di terzi paesi per far si che abbordino il tema delle continuate violazioni dei diritti dei lavoratori nell’Isola nelle citate organizzazioni regionali.

 

Sarebbe imperdonabile per i genitori di questo “Clop” (destinato a non sopravvivere per la sua assurda manipolazione genetica) dimenticare il suo utilizzo - oltre all’uso di strumenti già noti nelle aggressioni contro Cuba - nella ben ponderata e conosciuta Commissione Interamericana per i diritti umani.

 

Un paragrafo dedicato soprattutto a questa commissione esorta a finanziare progetti di ONG’s destinati ad aiutare i cittadini cubani presso la CIDH e inoltre ad offrire ad attivisti dei diritti umani nel paese un “addestramento” nella raccolta e la preparazione di informazioni per presentare le violazioni a questi diritti, con la finalità di avere una relazione di condanna contro l’Isola da presentare alle organizzazioni internazionali.

 

Si tratta semplicemente della più recente scalata di ostilità dell’amministrazione della Casa Bianca con Bush a capo, che lavora nuovamente per la distruzione della nazione cubana e lo ristabilimento del dominio neo coloniale degli Stati Uniti a Cuba. Dopo aver firmato lo scorso 14 maggio un pacchetto di misure indirizzate a un rafforzamento del blocco imposto a Cuba da quattro decenni e più.

 

Se si leggono accuratamente le 500 e più pagine della relazione posta in vigore dal 30 giugno scorso, si incontrerà solamente un complemento della brutale e illegale legge Helms Burton, approvata dal congresso nordamericano, anche se molti senatori e deputati che votarono a favore non avevano letto o studiato il  contenuto.

È perfettamente visibile che lo spirito e il testo contro Cuba di questa nuova relazione contro l’Isola sono degli stessi autori che hanno formulato anni prima quella che i cubani hanno definito “la legge della schiavitù”, perchè le similitudini sul contenuto e le intenzioni rivelano chiaramente le impronte digitali dei criminali.

 

La nuova mossa dell’amministrazione di Bush e dei suoi accoliti della mafia cubana che risiede a Miami, evidenzia il totale disprezzo del governante del diritto internazionale e la sua volontà di imporre l’extraterritorialità dei suoi editti imperiali al resto del mondo.

 

Di fatto non sono pochi gli analisti, anche negli Stati Uniti, che considerano questa politica aggressiva verso la nazione cubana un errore madornale che potrà costare la rielezione del presidente Bush nelle elezioni nel novembre prossimo.