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Il traduttore si scusa per gli errori

 

 

LA LUNGA MANO DEI SOLITI NOTI

 

 

 

17 aprile 2002

 

 

L’imbarazzo degli americani che avevano subito applaudito la caduta 

Corriere della Sera - Ennio Caretto

 

 

WASHINGTON - La Casa Bianca spera che Chávez abbia capito la lezione e rettifichi la rotta. Lo ha dichiarato il consigliere per la sicurezza nazionale Condoleezza Rice in un’intervista alla tv NBC.
«Speriamo che faccia tesoro del messaggio del popolo venezuelano, che capisca che la sua politica non funziona e che il mondo intero lo guarda - ha detto la Rice - Chávez si era comportato in modo autoritario. Non è l’ora delle cacce alle streghe, ma è l’ora di riflettere e di promuovere la riconciliazione nazionale. Lo ha ammesso lui stesso nel suo discorso. Il Paese attraversa una fase tumultuosa e Chávez deve rispettare il processo costituzionale». La Rice ha quindi promesso che gli Usa «lavoreranno con l’Osa, l’Organizzazione degli Stati americani, per aiutare il Venezuela», smentendo implicitamente che Bush voglia lo scontro con Chávez. «Ci auguriamo che faccia virare la sua barca - ha concluso - che, francamente, era sulla rotta sbagliata». Il suo tono, ammonitore e conciliante a un tempo, ha attenuato la reazione del Dipartimento di Stato, che si era appena dichiarato «in allarme» per gli eventi. Ma non ha rimediato all’imbarazzo suscitato dalle felicitazioni della diplomazia Usa di tre giorni fa per la caduta del presidente venezuelano.
Larry Sabato, politologo ed esperto di politica estera del Congresso,commenta: «Quella degli Usa è stata una gaffe clamorosa. Abbiamo gioito troppo presto: la notizia della morte politica di Chávez era prematura. O eravamo male informati o avevamo le mani in pasta con i golpisti e pensavamo di farcela. Ma la situazione si complicherà. Io dubito del ravvedimento di Chávez».
Perché è sospettoso?
«Mi riesce difficile credere che abbiamo fatto solo da spettatori nel conflitto interno venezuelano. E’ possibile naturalmente e in ogni caso non è stato nulla di simile al golpe contro Allende in Cile. Ma abbiamo interessi enormi in Venezuela, importiamo il suo petrolio, mi pare 1 milione di barili al giorno, vogliamo regimi democratici o di destra in America Latina».
Perché ritiene che la situazione si complicherà?
«Perché Chávez cercherà di regolare i conti con i suoi nemici in Venezuela e fuori, tra cui include anche noi. Da quando è al potere si è spostato molto a sinistra. Non dimentichiamo che nel suo Paese si nascondono anche cellule terroriste, ad esempio colombiane». Qualcuno dice che Castro strumentalizzerà la crisi. «Non sono d’accordo. Castro è cambiato, nella vecchiaia cerca di legittimarsi. Il mese prossimo riceverà il nostro ex presidente Carter. Penso che terrà una condotta irreprensibile».
Che cosa dovrebbero fare gli Stati Uniti?
«Dialogare con Chávez, se possibile, invece di demonizzarlo. E se impossibile, esercitare un’opposizione leale».
 

 

 

Coinvolto vicecancelliere USA Otto Reich nel fallito colpo di stato

Prensa Latina

 

 

Washington - Il sottosegretario di Stato americano per gli affari emisferici, Otto Reich, ha diretto dal suo ufficio nella Cancelleria i leader golpisti venezuelani, assicura oggi il giornale "The New York Times".

"Sarebbe una stupidaggine", ha consigliato Reich a Carmona, secondo le fonti della pubblicazione,  le quale hanno così tentato, in questo modo, di minimizzare la responsabilità del governo di George W.Bush in una crisi politica,  la cui analisi ha dimostrato l'attiva partecipazione di Washington.

Fino ad ora la Casa Bianca ha negato il ruolo del sottosegretario repubblicano nel sequestro del mandatario  venezuelano, democraticamente eletto, Hugo Chavez.

Il quotidiano si basa sulle  dichiarazioni di funzionari dell' amministrazione che si sono sforzati di nascondere le colpe della dirigenza statunitense.

"Il ruolo (delle autorità statunitensi) nella estromissione " del presidente costituzionalmente eletto della nazione andina è stato svolto dall' antico ex ambasciatore di Washington in Caracas, che " si è messo in contatto col successore di Chavez lo stesso giorno" in cui si era auto proclamato presidente del Venezuela, conferma il Times.

Inoltre al fine di manipolare e nascondere, in favore dei suoi interessi, gli avvenimenti successi in Venezuela tra il 9 e il 13 di questo mese, il governo americano non ha condannato il colpo di stato nonostante si autodefinisca il più conseguente difensore della Carte Democratica della Organizzazione di Stati Americani (OSA).

Discussa in Quebec, Canada, nell' aprile del 2001, la dichiarazione è stata controfirmata l'undici settembre dello stesso anno a Washington dai paesi membri della OSA (Cuba nel 1962 è stata espulsa dall' associazione per pressioni degli USA).

Il documento sancisce l'isolamento alle nazioni dove si violano le istituzioni democratiche, come in Venezuela, ma l'atteggiamento di Washington è stato dapprima di mutismo, giustificato dalla cautela con cui si deve agire in "situazioni di caos" e dopo di appoggio alle autorità golpiste.

Invece di ammettere il suo ruolo nel sequestro di Chavez, eletto in 1998 col 80 % di appoggio popolare, il governo di Bush, d' accordo col funzionario della Cancelleria, ha preferito il silenzio in contrasto con  i "buoni consigli" dati da Reich a Carmona.

Il presidente di Fedecamaras, la maggiore associazione di impresari venezuelani, "ha ignorato la chiamata" del sottosegretario di Stato Americano, cita il giornale, anzi in un recente articolo ha attaccato Reich considerandolo un elemento divisore tra la Casa Bianca e il settore privato agricola statunitense.

Reich, d'origine cubana ha posizioni politiche di estrema destra, e' un dichiarato oppositore degli sforzi degli uomini d'affari statunitensi e di un numero sempre più crescente di congressisti a favore della fine del blocco economico contro l'isola. 

 

 

Newsweek smaschera una mano occulta in Venezuela

 

 

L'ambasciata statunitense in Venezuela era a conoscenza dell'attacco almeno due mesi prima che i golpisti sequestrassero il presidente Hugo Chávez, asserisce la rivista "Newsweek".

In un articolo che sarà pubblicato nell'edizione del 22 aprile, il settimanale cita fonti anonime del governo di George W. Bush che hanno rivelato di essere al corrente già dalla fine di febbraio, attraverso i loro legami con Caracas, del colpo di stato contro il presidente venezuelano.

"Newsweek" afferma che gli ufficiali golpisti sono accorsi all'ambasciata nordamericana per avere consigli, e per conoscere la "posizione del governo nordamericano" riguardo l'attacco che loro stessi avevano preparato.

L'articolo dal titolo, "Caos in Venezuela", attacca l'azione contro il presidente venezuelano, i funzionari hanno sconsigliato ai rivoltosi "perché un colpo di stato non è il cammino giusto".

Negata da Washington, l'implicazione della missione diplomatica nordamericana a Caracas nel crollo di Chávez è una versione abbastanza accreditata da gran parte della stampa internazionale.