IN DUE MESI


I medici cubani hanno salvato

 

più di mille vite in Guatemala

 

 

I  medici del Contingente Internazionale Henry Reeve hanno assistito più di 400000 pazienti
 

LILLIAM RIERA 8 dicembre 2005

 

I 600 medici cubani che compongono il Contingente Internazionale Henry Reeve, accorsi in Guatemala all’inizio di ottobre, hanno salvato in tre mesi 1.360 vite ed hanno assistito 442.681 persone colpite dall’uragano Stan.

 

Questo fenomeno meteorologico, considerato il più distruttivo nella storia di questa nazione centroamericana, ha lasciato un saldo ufficiale di 670 morti, 844 scomparsi, più di 280.200 sinistrati, 32.807 abitazioni distrutte o danneggiate e danni per più di 400 milioni di dollari nell’agricoltura.

 

Queste informazioni sono state fornite dal dottor Daniel Posada, secondo capo di questo Contingente Internazionale, dopo il suo ritorno a L’Avana nell’ultimo gruppo di medici cubani.

 

Esteban Lazo Hernández, José Ramón Machado Ventura, il ministro della Salute Pubblica José Ramón Balaguer Cabrera e Pedro Sáez Montejo, tutti membri del Burò Politico del Partito Comunista di Cuba, si sono recati all’aeroporto per dare il benvenuto ai medici e per trasmettere loro il saluto del presidente Fidel Castro.

 

I SINDACI E LA POPOLAZIONE TESTIMONIANO LA LORO RICONOSCENZA PER L’OPERA DEI COOPERANTI

 

Il titolare del MINSAP ha ricevuto vari attestati di riconoscenza inviati a Fidel da sindaci e cittadini guatemaltechi, grati ai cooperanti cubani per la nobile opera da loro svolta.

 

600 medici e 87 tecnici del Contingente Henry Reeve specializzati nella lotta contro i vettori sono partiti per il Guatemala, a scaglioni, dall’8 ottobre scorso, dando seguito ad un’offerta del Governo dell’Isola per mitigare i disastrosi effetti di Stan.

 

I 600 medici hanno operato parallelamente agli altri 233 che prestano stabilmente servizio nella nazione centroamericana dal 1998, anno in cui passò l’uragano Mitch.

 

Il Contingente Internazionale di Medici Specializzati in Situazioni di Disastro e Gravi Epidemie, che porta il nome del nordamericano Henry Reeve (che lottò nel XIX secolo per l’indipendenza di Cuba), è stato creato il 19 settembre scorso a L’Avana, durante la cerimonia nazionale di laurea di 1.905 medici, che ha visto la partecipazione di Fidel.

 

La brigata Henry Reeve era stata inizialmente creata per soccorrere le vittime dell’uragano Katrina negli USA. In quell’occasione Cuba ha offerto a questo paese l’assistenza di più di 1.500 medici per soccorrere le popolazioni colpite, ma l’Amministrazione Bush non ha accettato.

 

Il Contingente attuale è composto da quei medici più duecento volontari laureatisi con il corso 2004-2005; da altri 200 laureatisi l’anno precedente; da 600 alunni del 6º anno di Medicina del corso 2005-2006 e da altri 800 del 5º anno dello stesso corso. Il presidente Fidel Castro ha spiegato che potrebbero entrare a far parte di questa forza giovani latinoamericani, caraibici e nordamericani, formatisi nella Scuola Latinoamericana di Medicina de L’Avana.

 

ASSISTENZA MEDICA A PIÙ DI DUE MILIONI DI ABITANTI

 

I 600 brigatisti cubani hanno offerto in Guatemala assistenza medica a 2.374.343 abitanti di 69 municipi degli 11 dipartimenti più colpiti, tra i quali Sololá, Suchitepéquez, Chimaltenango e Retalhuleu, situati al sud. Stan ha causato gravi danni nei 15 dipartimenti guatemaltechi.

 

Sono molti gli aneddoti raccontati al ritorno dalla missione. Secondo la dottoressa Nidia Márquez Morales, alla testa del primo gruppo arrivato nel paese centroamericano, formato soprattutto da specialisti di Medicina Generale Integrale, Ortopedia e Traumatologia, Ostetricia e Ginecologia, Anestesiologia ed Epidemiologia, la povertà causata dall’uragano del neoliberismo ha fatto più danni degli uragani atmosferici.

 

DANNI IRREVERSIBILI PER MANCANZA D’ASSISTENZA TEMPESTIVA

 

Márquez ha ricordato il dolore provato dai medici nel constatare come molti bambini di questo paese presentano danni irreversibili causati da malattie non curate in tempo.

 

Altri, come la giovane Karen Travieso, di 23 anni, componente del secondo gruppo, hanno fatto riferimento alle difficili condizioni di lavoro e alla lotta contro malattie causate dalla povertà: paludismo, malaria e tetano.

 

L’appena laureata Dayana González, che è rientrata con il terzo gruppo dopo aver esercitato in una zona rurale chiamata El Tablón, ha spiegato a PL che le infezioni respiratorie, i parassiti nell’intestino, la denutrizione, il basso peso e le affezioni della pelle per mancanza d’igiene personale, costituiscono i motivi più frequenti per i quali si ricorre alle visite.

 

GI ha reso noto il 20 novembre scorso che in appena un mese i componenti di questa avanguardia accorsa in Guatemala avevano salvato 1.167 persone.

 

LA MAGGIOR PARTE DEI SALVATI SONO MINORI DI 15 ANNI

 

La maggior parte delle persone salvate – secondo PL –  sono minori di 15 anni, ma in senso generale tutti i pazienti hanno presentato infezioni respiratorie acute, malattie diarroiche e cutanee, oltre a casi di dengue.

 

I ricordi di questi medici sono pieni di dolore, amore e solidarietà. La loro missione umanitaria, disinteressata e volontaria è quella di salvare vite in qualsiasi parte del mondo.

 

La dottoressa Yennys Medina Hernández di Città de L’Avana ha raccontato nel centro sanitario di Chactelá ad un reporter di Juventud Rebelde che “le persone passano anche otto giorni senza mangiare. Quando i bambini non vengono più allattati, perchè la madre non ha più latte, ricevono acqua di camomilla e tè. Solo questo. Esistono bambini di un anno e mezzo che non hanno mai mangiato un uovo o un pezzo di carne. La denutrizione è forte”, ha indicato.

 

LA ‘MILPA’ VIENE LORO ADDOSSO DA CENTINAIA DI ANNI

 

“Mi raccontano che al ‘venirse la milpa (distruggersi la semina del mais) non abbiamo niente da mettere sotto i denti’” ha detto Medina aggiungendo: “Ma di fronte alla bambina di quattro anni, che non cammina, non va gattoni, che la tenevano in braccio come se avesse tre mesi, io ripetevo a me stessa che la milpa viene loro addosso da centinaia di anni. Stan è stato solo un colpo in più”.

 

La dottoressa Niurka Fleites Santana, di Cienfuegos, ha assicurato che la miseria in Guatemala è paragonabile a quella che ha visto nello Zimbambwe, dove ha compiuto una missione internazionalista. Queste esperienze l’hanno convinta che “la fame non è un risultato dell’emergenza né degli ultimi tre giorni”.

 

Secondo quanto ha riferito, il motivo più frequente per il quale gli abitanti dei villaggi si fanno visitare sono i dolori al cuore, allo stomaco e alle gambe.

 

“Allo stomaco è perchè appena mangiano qualcosa, solo ‘puro mais e fagioli’, direbbero loro; alle gambe, dolore che affligge la maggior parte delle donne, perchè lavorano tutto il giorno nei campi con il bambino caricato sulle loro spalle e quello al cuore dev’essere il dolore dell’anima. Mi immagino che non ne possano più di tutta quella miseria”.

 


 

E’ tornato il secondo gruppo di

 

medici provenienti dal Guatemala

 

6 dicembre 2005

 

Il secondo gruppo di medici cubani del contingente ‘Henry Reeve’, che si era recato in Guatemala per soccorrere i sinistrati dell’uragano Stan, è tornato lunedì dopo quasi due mesi di lavoro in condizioni assai difficili.

 

Questo contingente, che ha assistito migliaia di persone in diversi dipartimenti del paese centroamericano è composto tra gli altri da specialisti in Medicina Generale Integrale, neurologi, ortopedici e anestesisti.

 

Sono stati trattati diarrea, denutrizione, malattie respiratorie, della pelle e altre malattie provocate dalla povertà nella quale vive la maggioranza della popolazione, ha spiegato a PL il dottor Gabriel Diaz Ramirez, membro del contingente.

 

Marisol Barrios, che aveva già lavorato 18 mesi in Venezuela, si è trovata di fronte in quest’occasione una situazione inaspettata.

 

"Mi sono laureata alcuni anni fa", ha detto, "ma non avrei mai immaginato l’insalubrità e la mancanza d’assistenza esistente nel municipio di Champerico, nel dipartimento di Retahauleu, dove ho lavorato".

 

"Lì un medico non c’è mai stato", ha sottolineato, "gli abitanti del luogo non sapevano come ringraziare e non riuscivano a capire che la visita fosse gratis".

 

Il neurologo José Riande non si è ancora ripreso dallo stupore che ha provato quando ha conosciuto l’alto costo di una visita specializzata e la distanza che devono percorrere i pazienti per riceverla.

 

Julio Cesar Guerra, un giovane recentemente laureato, ha lavorato sette settimane a Suchitepeques, un distretto ubicato a 180 Km dalla capitale guatemalteca.

 

"In questa località", racconta, "l’uragano ha causato pochi danni, ma le penurie dei residenti sono così tante che molte malattie guaribili hanno provocato danni irreversibili, soprattutto nei bambini".

 

Esteban Lazo, membro del Burò Politico del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba, ha portato nel suo discorso di benvenuto un saluto molto speciale da parte del presidente Fidel Castro, che ha seguito da vicino l’opera realizzata dalla brigata.

 

"Siamo molto orgogliosi e proviamo molta soddisfazione nel ricevervi", ha detto Lazo.

"Voi avete innalzato ancora di più l’alto prestigio dei nostri medici che già è storico", ha aggiunto.

"Migliorare la salute e la qualità di vita di così tante persone è un gesto di solidarietà e umanesimo dal valore incalcolabile", ha segnalato.

 

Lo scorso 19 settembre è stato creato a Cuba il Contingente Internazionale di medici specializzati in situazioni di disastri e di gravi epidemie ‘Henry Reeve’, un’organizzazione che non ha precedenti nella storia.

 

E’ composta da 1.586 specialisti dalle solide conoscenze nel campo dell’epidemiologia e delle malattie associate ai disastri, pronti a soccorrere immediatamente qualsiasi nazione colpita da un ciclone, da inondazioni o da altri fenomeni e ad offrire assistenza ai sinistrati.

 

Questi esperti potranno anche fronteggiare le grandi epidemie che colpiscono un numero crescente di paesi ed altre vecchie e nuove che potrebbero sorgere.

 

 

E’ rientrata in Patria una parte dei medici

 

che prestava soccorso in Guatemala

 

 J.A. DE LA OSA-5 dicembre 2005

 

Una parte dei più di 600 medici del contingente Henry Reeve che si erano recati in Guatemala per soccorrere i sinistrati dall’uragano Stan all’inizio di ottobre, è rientrato in Patria domenica sera con l’onore e la soddisfazione del dovere compiuto.

 

“Siamo qui per ricevervi a nome del nostro Presidente Fidel Castro”, ha indicato il ministro della Salute Pubblica José Ramon Balaguer, ministro della Salute Pubblica, dando il benvenuto ai 147 brigatisti che sono arrivati all’aeroporto internazionale ‘Jose Martí’, con i quali si è congratulato per aver dato un così grande risalto alla solidarietà e all’umanesimo della Rivoluzione cubana.

 

Balaguer, che è anche membro del Burò Politico, ha indicato che “niente ci rende più orgogliosi del sapere quel che avete fatto”.

 

Per circa sette settimane i brigatisti hanno prestato aiuto a più di 40.000 sinistrati, che rappresentano circa il 9% della popolazione dei dipartimenti di Sololá, uno dei più colpiti dall’uragano, Suchitepéquez e Chimaltenango, situati nella parte sud del Guatemala. Uno dei brigatisti ha riferito che a los Tiestos (a Suchitepèquez), sono potuti arrivare solo in aereo perchè le inondazioni impedivano il passaggio attraverso i sentieri e hanno cominciato a prestare la prima assistenza con l’acqua che arrivava loro fino alle caviglie.

 

Nidia Márquez Morales, specialista di secondo grado in Medicina Generale Integrale e capo di questa brigata, ha detto che i membri del contingente sono stati nei luoghi più difficili e che in ogni momento hanno potuto contare sul sostegno della Rivoluzione e su quello personale di Fidel, “che si è sempre tenuto informato sulla nostra situazione ed il nostro operato”.

 

Solo questa brigata, composta soprattutto da specialisti in Medicina Generale Integrale, Ortopedia e Traumatologia, Gineco-Ostetricia, Anestiosologia ed Epidemiologia, ha salvato 152 guatemaltechi, 77 dei quali minori di 15 anni.

 

La dottoressa Márquez ha indicato che il collettivo medico ha provato dolore al constatare come molti bambini di questo paese presentino danni irreversibili causati da malattie per non aver ricevuto in tempo assistenza medica ed ha valutato che in Guatemala ed in tutto il Centroamerica produce più danni la povertà portata dall’uragano del neoliberismo che quelli atmosferici.

 

 

 

Altri 100 medici cubani

 

 

20 ottobre (PL) - Altri 100 medici cubani sono arrivati in Guatemala per assistere a migliaia di danneggiati dal temporale tropicale Stan;  ora sono 635 i medici dell’isola ubicati in questo territorio.

La quarta brigata del Contingente Specializzato in Disastri e Grandi Epidemie “Henry Reeve” è arrivata all’aeroporto La Aurora della capitale, questo martedì, ed è stata ricevuta, come le anteriori, dai diplomatici e collaboratori cubani che lavorano in questo paese.

Dall’8 all’11 ottobre, sono arrivati in questa nazione centroamericana tre gruppi, di 100 medici ognuno, inviati dal governo cubano in risposta alle necessità sanitarie espresse dalle autorità guatemalteche.

Tutti i professionisti, tra i quali la maggioranza possiede vaste conoscenze di Medicina Generale Integrale (MGI), sono venuti con due zaini di 11,2 chilogrammi ognuno con 37 tipi di medicine, come con una valigetta con materiale usa e getta.

Ai medici, arrivati specialmente per l’emergenza del ciclone, che come cifra ufficiale ha provocato 663 morti e 844 scomparsi, si sono uniti circa 235 medici della Brigata Medica di Cuba (BMC) che lavorano permanentemente qui dal 1998.

La BMC è stata creata a causa del devastante passaggio dell’uragano Mitch per l’America Centrale, un fenomeno che in Guatemala ha lasciato un saldo di 268 morti e che fino al passaggio di Stan era considerato il più distruttore e letale nella storia del paese.

Juan Carlos Dupuy, capo del contingente, ha spiegato a Prensa Latina che i medici cubani vengono con la missione “essenziale e prioritaria” di salvare vite, soprattutto di bambini ed anziani colpiti dalle intense piogge di due settimane fa.

Dupuy sottolineò che l’aumento nel numero di medici cubani in Guatemala ubbidisce ad una domanda del governo di questo paese oltre alla situazione nella zona di disastro che è molto grave ed ha bisogno di molti risorse umane.

Yoandra Muro, capo della BMC, ha precisato che questo gruppo lavora in 17 dei 22 dipartimenti guatemaltechi, e consta di altri 40 membri (infermieri, ingegneri in elettro-medicina e personale di statistica) che sono anche in funzione dell’emergenza.

Secondo Dupuy, le specialità più richieste  sono essenzialmente i MGI, perché contano su vaste conoscenze per assistere i pazienti in questo tipo di disastri.

Inoltre, altre specialità sono chirurgia, pediatria, clinica (internisti), epidemiologia ed alcune che garantiscono la copertura totale dell’assistenza ai pazienti in questo tipo di situazioni.

Al momento il principale quadro di morbilità sono le malattie diarroiche acute, respiratorie, infezioni della pelle ed alcuni casi di malaria e di dengue.

Le autorità sanitarie guatemalteche riconoscono che grazie al lavoro dei medici cubani sono riusciti a contenere, almeno per adesso, i germogli epidemici, benché si osserva che, le zone devastate, stanno vivendo il momento più critico.

Prima d'inviare la quarta brigata di medici, il governo di Cuba ha donato al Guatemala, la settimana scorso,  24 tonnellate di medicine diverse e 900 zaini, per contribuire a supplire le necessità della popolazione nelle zone rurali del paese.



 

Guatemaltechi elogiano la professionalità

 

e la vocazione dei medici cubani

 

 

14 ottobre (PL) - Con solo quattro giorni di lavoro in condizioni eccezionali in questo intricato paesaggio, i medici cubani attirano oggi le autorità e pazienti guatemaltechi per la loro professionalità e disposizione ad accorrere dove sia necessario.

L’impressione che abitualmente si ha in Guatemala dei professionisti della salute di Cuba si convalida abbondantemente in questa località del dipartimento di Chimaltenango, situato a circa 80 chilometri ad ovest della capitale.

Fino a questo municipio, di più di 18 mila abitanti, situato a 1800 metri sul livello del mare, sono arrivati con i loro camici bianchi i membri del Contingente Specializzato in Disastri e Grandi Epidemie "Henry Reeve".

In Chimaltenango sono stati ubicati 41 dei 300 medici sollecitati dal governo guatemalteco per riparare agli effetti delle torrenziali piogge provocate la settimana scorsa dal temporale Stan che ha lasciato un saldo ufficiale di 656 morti.

Cuba ha apportato fino ad ora 535 medici per rispondere ai rapidi soccorsi sanitari ed epidemiologici derivati dal disastro naturale, grazie ai 235 che integrano la Brigata Medica (BMC) installata in questo paese dal 1998, quando è stato sconfitto l’uragano Mitch.

"Hanno volontà, esperienza, conoscono ciò che fanno e si mettono al lavoro senza riposo", ha detto a Prensa Latina sul personale dell’isola, Salvador Vela, direttore del Centro di Salute di Acatenango.

Vela si autodefinisce come un "tuttologo", perché deve fare di tutto, poiché è l’unico medico per soddisfare oltre  20 mila abitanti di 50 comunità confinanti.

Per la stessa ragione, ha stimato come una benedizione che potessero arrivare altri medici cubani che sono riusciti già a salvare 13 vite a livello dipartimentale, la maggioranza di bambini minori di 15 anni colpiti da diarree forti con disidratazione.

Secondo Vela, ci sono posti dove a causa della tragedia sofferta nel paese sono arrivati medici guatemaltechi, "ma non ci sono garanzie che rimangano, cosicché se i cubani possono fermasi per sempre, è meglio".

Il dottore William Trujillo, capo della brigata "Henry Reeve" in Chimaltenango, ha sottolineato l’importanza del lavoro sanitario dei suoi compagni in un momento che ha definito come critico, per essere propizio alla formazione di epidemie derivate dal ciclone.

Oltre ad endemie come malaria e dengue, le principali patologie nella zona sono infezioni respiratorie, in particolare micosi, malattie diarroiche acute e dermatologiche.

Trujillo, che è stato uno dei fondatori della BMC in Guatemala a causa del Mitch, ha spiegato che i cubani assistono attualmente a 2073 persone in 37 rifugi, oltre alla popolazione che accorre ai centri di salute, riuscendo ad evitare finora le epidemie.

Questa zona, i cui abitanti sono in numero maggioritario indigeni maya dell’etnia kaqchikel, ha sofferto i colpi di Stan ed ha dovuto lamentare 18 morti, così come danni materiali considerabili a causa di smottamenti e straripamenti dei fiumi.

"I cubani offrono un buon appoggio, non hanno problemi per andare dove gli è indicato nelle comunità, oltre ad avere un alto livello professionale, perché sono gente molto preparata", ha commentato con evidente soddisfazione Telma Santizo, dell’Area di Salute dipartimentale.

In maniera simile si sono pronunciati Pedro de la Cruz, abitante del villaggio Pueblo Nuevo, e Lubia Esperanza, di San Andrés Itzapa, pazienti soddisfatti con l’attenzione delle dottoresse Vanesa Peña e Teresa Caballeiro Acosta, rispettivamente.

"Tentando di salvare vite, è eccellente la presenza dei medici", ha manifestato a Prensa Latina, Carlos Paz, direttore dell’Area di Salute di Chimaltenango, mentre il capo di Infermeria della stessa entità, Araceli Vásquez, li ha definiti "indispensabili".


 

Sono 535 i medici cubani che

 

assistono i sinistrati del Guatemala

 

U. CANALES - 12 ottobre (PL)

 

Una brigata di 100 medici cubani è arrivata in Guatemala per assistere i sinistrati dalla tormenta Stan, facendo aumentare a 535 il numero dei dottori dell’Isola che prestano servizio qui.

 

I professionisti della salute fanno parte del Contingente Specializzato in Disastri e Grandi Epidemie Henry Reeve. Altri due gruppi composti da 100 medici ciascuno sono arrivati nel paese tra sabato e domenica.

 

Juan Carlos Dupuy, capo del contingente, ha spiegato che questo è venuto con la missione “essenziale e prioritaria” di contribuire a salvare vite, soprattutto di bambini e anziani sinistrati dalle ingenti precipitazioni della settimana scorsa.

 

Dupuy ha spiegato che l’aumento del numero di medici cubani in Guatemala risponde ad una richiesta del Governo di questo paese e che “la situazione nella zona di disastro è molto grave e necessitano molte risorse umane”.

 

Con l’arrivo di questo gruppo salgono a 300 i medici del contingente Henry Reeve che, sommati ai 275 membri della Brigata Medica di Cuba (BMC) operante in permanenza, danno un totale di 575.

 

Yoandra Muro, capo della BMC, ha precisato che 235 componenti della Brigata sono medici e gli altri infermieri, ingegneri in elettromedicina e personale di statistica.

 

Secondo Dupuy, gli specialisti dei quali c’è più domanda sono fondamentalmente quelli di Medicina Generale Integrale, che possono contare su vaste conoscenze nell’assistenza dei pazienti in questo tipo di disastri.

 

“I medici generali integrali sono circa il 72% dei componenti delle tre brigate, con esperienze precedenti in situazioni d’emergenza in paesi dell’area dei Caraibi, Africa e Asia, ha precisato il capo del gruppo.

 

Le altre specialità dei brigatisti sono chirurgia, pediatria e clinica (internisti), epidemiologia e alcune che garantiscono la copertura totale dell’assistenza ai pazienti in questo tipo di situazioni.

 

Fino a questo momento, il principale quadro di morbilità al quale si trovano di fronte i cubani comprende malattie diarroiche acute, respiratorie, infezioni della pelle nonchè alcuni casi endemici di paludismo e dengue, che sta caratterizzando quest’area.

 

“La nostra missione è quella di aiutare il popolo guatemalteco e fare tutto ciò che c’è da fare per la salute dei bambini, degli anziani e della popolazione in generale”, ha commentato a Prensa Latina la dottoressa Nancy Aguila e le sue colleghe Mireya Cepero e Roylan Delgado sono d’accordo con lei.

 

Muro ha spiegato che i medici sono dislocati nei dipartimenti più colpiti dalla tormenta Stan che, secondo le cifre ufficiali, ha causato 654 morti, 577 scomparsi, 205.769 sinistrati, 120.075 rifugiati e 654 comunità danneggiate.

 

Ha indicato che nello Suchitepéquez ce ne sono 28 (comprendendo il personale recentemente arrivato ed i cooperanti permanenti), nel Retalhueu 24, Sololá 21, Chimaltenango 28, Escuintla 34, Huehuetenango 37, Santa Rosa 13 e San Marco 22.


 

Laureati in Guatemala 200

 

medici formatisi a Cuba

 

30 luglio2005

 

 

Un gruppo di 200 studenti di Medicina formatisi a Cuba, tra i quali figurano 150 guatemaltechi, si è laureato in questo paese il fine settimana conseguendo risultati con una netta prevalenza di alti punteggi.

 

La dottoressa Teresa Pérez Díaz, preside della Brigata Medica di Cuba (BMC) in Guatemala ha spiegato a PL che i laureati sono rimasti in questo paese per sei mesi per concludere la loro "Pratica Professionale".

 

Il gruppo è composto da 150 giovani guatemaltechi che hanno iniziato i loro studi nella Scuola Latinoamericana di Medicina dell’Isola nel 1999 e da 50 cubani che hanno prestato servizio come medici in villaggi sperduti di questo paese assieme a professionisti della BMC.

 

"È stata una promozione di qualità perché più del 60% ha ottenuto voti superiori agli 80 punti", ha spiegato la Preside, precisando che nel risultato degli esami teorico e pratico 113 hanno raggiunto da 80 a 89 voti e 70 hanno ottenuto 90 o più.

 

Nell’esame pratico, il 91,5% degli studenti ha dimostrato un notevole livello di preparazione, ha sottolineato la dottoressa valutando i suoi alunni.

 

I nuovi medici guatemaltechi si sono impegnati a lavorare per tre anni nelle comunità rurali povere e carenti dei servizi sanitari di base, molte delle quali hanno beneficiato per la prima volta della presenza di un medico con l’arrivo dei cubani.

 

La laurea, che è diventata una festa tra professori, neo-laureati e parenti, si è realizzata in modo decentrato in 16 dei 22 dipartimenti (province) del Guatemala dove questi giovani hanno offerto servizi professionali riconosciuti dalla comunità.

 

La dottoressa Pérez ha definito i laureati come un contingente la cui media di età è 23 anni per i cubani e 25 anni per i guatemaltechi. Il 46% dei 200 (92) sono donne.

 

Dato il peso che ha qui l’aspetto sociale e razziale, la Preside ha segnalato che dei 150 nazionali, 113 sono meticci o bianchi (75,3%) e il 20% di origine indigena maya.

 

Gli studenti hanno avuto nell’ultimo semestre del corso 25 professori nelle specialità di medicina generale integrale, igiene, epidemiologia, anestesia, medicina interna, pediatria, ostetricia e ginecologia, chirurgia, ecc.