La cyber-mercenaria fa dubitare delle denuncie

 

e quelli della OEA utilizzano i loro argomenti

 

Yoani quella del… blog? Poveretta! Adesso chissà passerà alla
storia come: “Yoani, quella del… bluff!”

 

14 maggio 2009 - N.M.Aguilera www.granma.cu

 

Yoani, la cyber-mercenaria, è all’apice della fama. Già non ha bisogno d’essere credibile.

 

La stampa internazionale accreditata alla Fiera Internazionale del Turismo di Cuba (Fitcuba 09), l’ha potuta intravedere durante un pranzo all’hotel Parque Central dell’Avana.

 

Con totale tranquillità era seduta del salone della hall, con il suo computer portatile e connessa alla rete wi-fi dell’hotel.

 

Guillermo Nova, de larepublica.es, conferma che si è mostrata davanti ad oltre 180 giornalisti, senza che nessuno della Sicurezza dello Stato la molestasse, né fosse oggetto di atti di ripudio, cosa che denuncia di soffrire continuamente.

 

Solo gli scaltri corrispondenti si sono accorti che lì “lavorava” Yoani Sanchez. Sarebbe scandaloso vederla entrare ed uscire dalla Sezione d’Interessi (degli Stati Uniti all’Avana, SINA).

 

La sorpresa e la delusione sono state grandi tra alcuni corrispondenti stranieri, i cui giornali la pagano per i suoi lavori, e si sono sentiti ingannati dalle sue lamentele e lagnanze sulla difficoltà di accedere ad internet, arrivando anche a dubitare sulla veridicità dei suoi scritti.

 

Ma, l’hanno premiata e ripremiata per fare giornalismo cittadino. Si dovrebbe supporre che chi fa giornalismo cittadino sia dove e come vive il suo popolo, che in nessuna parte del mondo è in un hotel di lusso.

 

Non scrive per i cubani ma per i suoi padroni che hanno bisogno di un clima virtuale di terrore e di dittatura nell’Isola, a costo di fantasticare il Plan Bush con menzogne. Così come la comparsa burlesca di una Zoe Valdes o un Hernandez Bust, per citare mercenari legati ai terroristi.

 

Questi cyber-mercenari sono utili a relazioncine, come quella della Commissione Interamericana dei Diritti dell’OEA, dove Cuba viene qualificata come un paese in cui “non sono rispettati questi diritti fondamentali”.

 

C’è da ricordare che dopo la tirata d’orecchie che gli avranno fatto i suoi padroni, per l’errore d’incitare alla violenza, ha chiesto “umilmente” alle autorità cubane di sospendere le manifestazioni del Primo Maggio.

 

Già le hanno creato la facciata da leader, concede interviste e ci fa credere che sa più d’informatica che di lettere.

 

Esperta in catarro, come ha confessato – tra le sue molte doti – e questo potrebbe aver contagiato una gran quantità di compatrioti, ma il contagio è stato d’altro tipo.

 

In virtù di ciò propongo che ai suoi molti premi si aggiunga quello di “rivelazione dell’informatica” e faccia uscire dalla crisi alcuni produttori di computer portatili e quelli dell’OEA dall’incombenza di valutare un paese che non ne è membro.