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Il Venezuela ci chiama

e noi rispondiamo


I giovani cubani della Brigata di Istruttori di Arte José Martí hanno ricevuto il riconoscimento per i cinque anni di servizio nell’esercito culturale che ha anche visitato le comunità bolivariane

 

 

6 aprile 2010 - Juana Carrasco Martín www.granma.cu

 

È un privilegio celebrare questo 4 di aprile, la data della gioventù cubana, con la Missione Cultura Cuore Dentro, perché è quella che arriva al cuore, all’anima, ai valori del nostro popolo, ha commentato Rogelio Polanco, Ambasciatore di Cuba nella Repubblica Bolivariana del Venezuela riferendosi all’atto che ha salutato il IX Congresso dell’UJC e che ha riconosciuto gli integranti della Brigata José Martí.

 

Nel cortile dell’accogliente Quinta Micomicona, sede del Centro dell’Identità Culturale, un numeroso gruppo di istruttori d’arte e talenti artistici, molti dei quali membri di quella truppa di creatori, si è riunito nella mattina di domenica per l’atto di consegna dei diplomi per i cinque anni di servizio della Brigata José Martí a otto ragazzi e ragazze che hanno percorso i quartieri di Caracas. Con questi ragazzi si arriva a quasi mezzo centinaio di fondatori di quell’esercito della cultura che in terra venezuelana hanno ricevuto il riconoscimento. Gli altri 42 si trovano nello stato di Barinas, dove si è espansa la Missione, oltre al municipio Sucre nello stato Miranda.

 

L’Ambasciatore cubano, il viceministro della Cultura venezuelano Benito Irady e Ana María Pellón, Coordinatrice di Cuore Dentro, hanno consegnato le medaglie a due cooperanti che convivono con la popolazione della Parrocchia 23 di gennaio, Yuliet Rosales e Ariel Mastrapa, a Sergio Chávez, di Coche, Seidel Toledo e Elier Tamayo, Antimano, e nella Parrocchia La Vega a Ana Lina Capote, Bárbara Morell e Yaina Gómez.

 

Polanco ha assicurato che “stanno dimostrando cos’è il popolo cubano, cosa sono i rivoluzionari cubani”, perché quando nella nostra terra affrontiamo una campagna mediatica senza precedenti contro la Rivoluzione, voi state dimostrando che Cuba e Venezuela possono arrivare lontano e toccare l’anima bolivariana”.

 

Riferendosi a Alejo Carpentier, che ha fatto di questo scenario geografico un’importante componente della sua opera letteraria ed artistica, ha sottolineato che “i cubani hanno incontrato la loro strada qui, in Venezuela, attraverso la cultura”, portando il benessere spirituale e la giustizia al popolo venezuelano.

 

Il diplomatico ha ringraziato il Venezuela per permettere alle Missioni di condividere la Rivoluzione ed arrivare con la solidarietà che caratterizza i cubani, e li contraddistingue in tutto il mondo.

 

Non poteva mancare l’espressione vibrante della musica, della poesia, e della recitazione. Poemi di Guillén, La Comparsa di Lecuona, il Son del Monte di Matamoros, e le canzoni del contadino naturale Polo Montañez, tra le altre, hanno reso gradevole la giornata nella quale istruttori di arte ed artisti si sono esibiti, concludendo con il contagioso tema La luce dell’Alba sveglia il Venezuela.