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Un sogno possibile. Statunitensi

studiano medicina a Cuba

 

29.10.2011 - Roberto Hernandez http://pl-it.prensa-latina.cu

 

Come un sogno possibile i giovani Emily Brown, Mercedes Charles, Jack Lubka e Ihsan N. Muhammad vedono oggi la possibilità di laurearsi in medicina a Cuba per servire le comunità dove sono nati negli Stati Uniti. Tutti i quattro frequentano corsi nel primo anno nella Scuola Latinoamericana di Medicina (ELAM) e hanno confessato a Prensa Latina che non hanno avuto nessuna paura prima di venire a studiare nel 2010 nella nazione caraibica, sottomessa all’ostilità del loro paese d’origine da più di mezzo secolo.

Brown, Charles, Lubka e Muhammad formano parte di un gruppo di 114 conterranei, che seguono la strada di altri 67 laureati tramite questo progetto, che conta quasi 10mila laureati dalla sua apertura nel 1999 e circa 18700 che si stanno formando

Facendo riferimento alle illusioni con cui sono arrivati a L’Avana, Emily ha espresso il desiderio che aveva di conoscere Cuba, imparare lo spagnolo e studiare medicina, aspirazioni che le si facilitano, sottolinea, perché la scuola garantisce agli studenti vitto, alloggio e i libri.

L’ELAM mi ha permesso di avere amici di ogni angolo del mondo, ha sottolineato Lubka, che convive in camera sua con giovani di altri cinque paesi.

“Convivere con le ragazze sahariane mi ha fatto notare che ogni giorno ci assomigliamo di più”, ha espresso Mercedes. Ihsan, da parte sua, vive in comune con colleghi di Belize, Malaysia, Sao Tomè e Principe.

“Sono fortunata di poter conoscere studenti di tutto il mondo”, ha commentato Brow, dopo aver spiegato che il mosaico di costumi presente nella scuola l’ha convinto che la pace nel mondo è possibile, perché tutti gli esseri umani hanno le stesse speranze.

“Prima vivevo nei quartieri con tanta violenza e qui mi trovo perfettamente sicura perché i cubani ci aiutano”, ha sottolineato.

È una bella opportunità utilizzare le differenze nei modelli di studio per curare i nostri pazienti, ha espresso il giovane, il primo residente del Dakota del Nord che desidera formarsi come medico a Cuba.

Proveniente dalla Pennsylvania, Emiy ha spiegato che una volta laureata non dovrà essere schiava dei soldi, perché grazie a Cuba finirà gli studi nel 2017 senza debiti in contrapposizione con la maggioranza dei suoi compatrioti nella nazione del nord.

Siccome non dovrò pagare quasi 500000 dollari per studiare, potrò aiutare i miei amici e la mia famiglia che in questo momento non hanno nessun medico, ha affermato chi considera che non esiste un’altra università dove vorrebbe studiare medicina.

I nostri compatrioti non dovrebbero avere paura, ha indicato Brown, scelta, come sono stati anche scelti tutti i suoi compatrioti a New York, dalla Fondazione Interreligiosa per l’Organizzazione Comunitaria (IFCO), creata e diretta fino alla sua morte dal reverendo
Lucius Walker.

L’educazione qui è buona, perfino ci preparano per ottenere la laurea negli Stati Uniti, ha aggiunto. Se questo fosse poco, ha puntualizzato, siamo pronti ad offrire aiuto in qualsiasi situazione e non solo a quelli che possano pagare.

Ha espresso che nel suo paese esiste un buon sistema di salute, però che crea molte difficoltà ai poveri ed a quelli che non sono assicurati.

I cubani, ha segnalato Charles, possono trovare un medico a qualsiasi ora del giorno e nell’attenzione non ci sono differenze per il livello di ricchezza o il colore della pelle.

La grande differenza tra i modelli dell’educazione di Cuba e degli Stati Uniti si trova nel fatto che nel primo paese si dà priorità all’attenzione del paziente senza l’utilizzo di alta tecnologia. Qualsiasi persona può usare uno strumento tecnico, ha insistito.

Tra l’altro, Brown ha manifestato che sarà più preparata una volta che parta dall’isola caraibica perché è stata diversi anni in contatto con i malati, per i quali non è stato un problema che lei fosse statunitense.

“Mi sento libera di dire che sono statunitense senza che nessuno mi disturbi o mi punisca”, ha sottolineato Muhammad, che ha incontrato come unico scoglio quello di cercare in estate vegetali e frutta per saziare il suo appetito di vegetariano.

Luka si è lamentata della rapidità con cui parlano i cubani, anche se ha riconosciuto che imparare la lingua le permetterà trattare con gli emigranti di lingua spagnola residenti nel suo paese d’origine.

 

I nuovi medici USA

 

13.10.2011 - Yurién Portelles www.granma.cu

 

Nicole Malinda Murray ha fatto in modo che i suoi genitori venissero a Cuba dagli Stati Uniti, quest’estate, per la cerimonia della sua laurea di dottoressa in Medicina.

 

Con Karesse, Akira e Yamar, fa parte del gruppo di 40 giovani statunitensi che sono giunti nell’Isola per studiare questa specialità, dalla fine degli anni ’90, quando iniziò il programma educativo della Scuola Latinoamericana di Medicina (ELAM).

 

La Fondazione Inter-religiosa per l’Organizzazione Comunitaria IFCO, Pastori per la Pace, ha portato anche giovani statunitensi di famiglie povere.

 

Ideata da Fidel Castro, dopo il passaggio devastatore dell’uragano Mitch in Centroamerica, nel 1998, la scuola ha laureato circa 10000 giovani di 60 paesi.

 

Dopo sei anni di studio, i nuovi medici nordamericani intraprendono negli Stati Uniti una nuova tappa che comincia con la convalidazione della loro laurea ottenuta a Cuba.

 

Helen Bernstein, integrante dei Pastori per la Pace, ha ricordato che soprattutto il Reverendo Lucius Walker ha impegnato la sua vita per creare i vincoli necessari e per spianare il loro cammino al ritorno negli USA, e che per questo un gruppo di medici degli Stati Uniti è andato a Cuba con il fine d’assicurarsi che il programma di studi garantisca la compatibilità con le esigenze del loro paese e per facilitare l’incorporazione al sistema sanitario nordamericano in un breve tempo.

 

“Gli esami che si affrontano negli Stati Uniti sono difficili”, ha assicurato la Bernstein, che mantiene uno stretto vincolo con gli studenti durante i loro studi a Cuba e al ritorno.

 

“La prima prova nel loro paese consiste in un esame nel quale devono rispondere di fronte ad un PC, soli e per sette ore, alle domande d’opzione molteplice per la validità della laurea”.

 

“Alcuni, ha detto, hanno commentato che sembra una violazione dei diritti umani, ma di sicuro sono sottoposti a questo interrogatorio per poter omologare il diploma, e vengono valutati uno per uno”.

 

I medici nordamericani riconoscono la validità del programma d’educazione di Cuba, che è stato accettato nella stessa Commissione incaricata dei laureati in questa specialità all’estero, e nella Giunta Medica della California.

 

I laureati possono essere valutati per ottenere la Residenza in un ospedale in qualsiasi parte del territorio. Attualmente si sono inseriti nel sistema 10 laureati in Cuba che hanno la loro Residenza in medicina familiare, medicina interna e d’urgenza, mentre gli altri si stanno preparando per sottoporsi alle prove.

 

Quest’anno è previsto che saranno molti di più ad applicarsi per ottenere la Residenza professionale dopo la loro laurea ottenuta in Cuba.

 

Le aspettative sono di un miglioramento del sistema di salute negli Stati Uniti, ed anche delle relazioni tra i due paesi.

 

“È importante, ha sostenuto la Bernstein, che questi medici portino nel loro paese la mentalità di dare un servizio alle persone più povere, con la stessa vocazione umanitaria con cui si formano i medici cubani.

 

“C’è la speranza che quando tornano da Cuba rendano più accessibile il sistema di salute e assistano i più necessitati”, ha aggiunto. Esiste molta curiosità per esplorare il programma e molta gente si chiede com’è possibile che un paese bloccato dagli Stati Uniti offra borse di studio a persone povere. Altri riconoscono la qualità del sistema sanitario cubano anche in circoli di professionisti e soprattutto nel settore della salute negli Stati Uniti.

 

 

IFCO continuerà il programma

 

 

“Per tutto questo il programma di IFCO-Pastori per la Pace continuerà perchè ora è possibile realizzare più captazioni, mostrando quello che hanno realizzato i laureati”, ha detto Helen Bernstein.

 

Negli ospedali degli USA c’è interesse a captare questi giovani laureati, per via della loro formazione globale, perchè sono qualificati per lavorare anche quando non ci sono molte risorse o mancano gli apparecchi d’alta tecnologia, grazie alla preparazione che hanno ricevuto. Il fatto che siano bilingue inoltre li rende più competitivi nel mercato del lavoro”, ha riconosciuto.

 

Il Rettore della ELAM, Juan Carrizo, ha segnalato durante la cerimonia di laurea di quest’ultimo corso che adesso ‘combatteranno nei loro luoghi d’origine contro malattie croniche, endemiche, curabili in occasioni, ma anche contro il blocco’, ed ha ricordato loro che hanno esperienza e che si sono impegnati socialmente e umanamente, come chi è andato ad Haiti dopo il terremoto del gennaio del 2010, e come altri, che hanno aiutato a combattere il dengue nell’Isola o i non pochi che hanno partecipato alle investigazioni sul virus A H1N1, tra le altre importanti missioni.

 

"Vi necessitiamo, voi e la vostra volontà”, ha detto ai laureati la stessa Helen Bernstein, che ha confessato che l’aspirazione di Lucius Walker era sperare che coloro che tornano a casa convertano la medicina in un sacerdozio, nel paese più ricco del mondo, dove però milioni di persone non hanno acceso all’assistenza sociale.

 

Nicole Malinda Murray sa che la sfida è grande. Adesso vive i giorni che precedono questa tappa della sua vita e segnala che è stata una possibilità unica, che non poteva assolutamente perdere.

 

Belinda, sua madre, ha ringraziato per gli studi svolti da sua figlia a Cuba e suo padre Elrick, ha detto che: “Io aspetto il giorno in cui gli Stati Uniti toglieranno il blocco al paese che ha offerto l’educazione a nostra figlia”.