È TERMINATA LA CONFERENZA 

“LA  NAZIONE E L'EMIGRAZIONE”

 

I.Terrero  foto: A.Velazquez

 

Ricardo Alarcón de Quesada, presidente del Parlamento di Cuba, ha accusato il governo degli Stati Uniti di proteggere i gruppi di terroristi che risiedono in territorio nordamericano e che hanno organizzato azioni contro gli USA e contro l’Isola.

 

Alarcón, nel suo intervento sulla lotta per la libertà dei 5 Eroi cubani,  nel terzo giorno della IIIª Conferenza “La Nazione  e l’Emigrazione”, ha reso un omaggio alla memoria dell’emigrato cubano Carlos Muñiz, che 25 anni fa venne ucciso a Puerto Rico: le autorità di questo paese non hanno fatto mai niente per chiarire l’orrendo omicidio.

 

Il presidente del Parlamento cubano, davanti 521 delegati di 49 paesi, tra i quali 241 residenti negli Stati Uniti, ha ricordato che Carlos Muñiz aveva contribuito come pochi al processo difficile e complesso di stabilimento di un dialogo con l’emigrazione e che venne assassinato a 26 anni per aver combattuto a favore della comunicazione tra i cubani a prescindere dal luogo nel quale decidono di vivere.

 

Riferendosi al caso di Gerardo Hernández, Alarcón ha assicurato che oggi probabilmente questi è la sola persona nel mondo che sta scontando una condanna all’ergastolo per qualcosa di cui non è mai stato nemmeno accusato, ma che il tribunale  ha usato per riconoscerlo colpevole!  Lo stesso accusatore aveva dichiarato che non si poteva provare l’accusa e aveva chiesto che fosse modificata!

 

Alarcón ha denunciato che negli USA si sta organizzando qualcosa di simile  a un colpo di stato già annunciando, che costituisce una chiara intenzione dell’attuale amministrazione di violare la Costituzione e la legge nordamericane, che va contro i Diritti Costituzionali dei cittadini e insulta il Congresso della nazione.

“Come hanno rubato la presidenza, si stanno rubando la Costituzione!” ha affermato Alarcón, che infine ha esortato gli emigrati partecipanti all’incontro a moltiplicare gli sforzi per far sì che si faccia giustizia per i Cinque Eroi cubani e ha spiegato che il primo passo per ottenerlo è che la popolazione nordamericana sappia la verità sulla situazione di Ramón, Gerardo, René, Antonio e Fernando.

 

Omis Soria, un’emigrante cubana residente in Germania, ha letto una dichiarazione che esige la fine del blocco che il governo degli Stati Uniti impone a Cuba e l’immediata scarcerazione dei Cinque Eroi che sono detenuti in quel paese per aver combattuto contro il terrorismo.

 

Alarcón ha invitato tutti i partecipanti alla Conferenza a sommarsi a questa richiesta.

 

Felipe Pérez Roque, Ministro degli Esteri cubano, ha chiuso l’incontro ed  ha sottolineato che l’incontro ha avuto successo, che si sono discusse in maniera rapida, rispettosa, completa  e utile tutti i temi presentati nei dibattiti ed ha assicurato che sta iniziando un processo chiave, con uno studio ampio di tutte le inquietudini presentate dai delegati.

 

Il Ministro ha detto che questo processo non si ferma ed ha chiarito che in 10 anni sono stati fatti buoni passi avanti.

Egli ha dato agli emigrati presenti la garanzia che si lavorerà con serietà  e si darà continuità ai problemi presentati e alle varie richieste.

 

“Siamo sicuri che non passeranno altri 9 anni come è accaduto tra la IIª e la IIIª Conferenza “La Nazione e l’Emigrazione”, ha detto. Al termine del suo intervento sono stati proiettati il documentario “La sfida” del regista Roberto Chile e il filmato con il  discorso di Fidel Castro prima della marcia del 14 maggio.

 

 

 

discorso d'apertura del Ministro degli Esteri Perez Roque (in spagnolo)

 

 

 

La 3ª CONFERENZA

 « LA NAZIONE  E L’EMIGRAZIONE »

 

Washington cerca d'impedire le
relazioni tra i cubani dell’Isola  e quelli che vivono all’estero

 

 

JEAN-GUY ALLARD — speciale per  Granma Internacional— foto A. VELAZQUEZ

 

“Il diritto del nostro paese di essere libero e indipendente è una battaglia non solo dei cubani che vivono nell’Isola, ma anche di quelli che vivono in altri luoghi del pianeta e desiderano che la loro Patria sia libera, giusta e indipendente”, ha dichiarato il Ministro degli Esteri, Felipe Pérez Roque, annunciando che dal 21 al 23 di maggio si svolgerà la IIIª Conferenza Internazionale “La nazione  e l’Emigrazione” che riunirà circa 200 emigranti che desiderano scambiare le proprie opinioni con le autorità dell’Isola.

 

" Abbiamo ricevuto i delegati con uno spirito positivo ed ottimista” ha detto il Ministro parlando a nome di un popolo fiero, che ha la profonda convinzione che nessun blocco o aggressione lo potrà far rinunciare ai suoi sogni di giustizia e di libertà.

 

Nel suo interventi davanti a molti giornalisti locali e stranieri, il Ministro ha sottolineato che in questi ultimi anni le misure dei governi degli USA per favorire gli scambi tra i cubani che risiedono all’estero e quelli che vivono a Cuba sono state sempre più difficili.

 

E ancora di più adesso con le nuove misure annunciate dall’amministrazione di Bush.  

 

“In questi giorni si è visto chiaramente chi è che si oppone agli scambi familiari”, ha detto il ministro che ha spiegato che è il governo nordamericano che adotta le misure per impedire che i cubani che vivono negli Stati Uniti ricevano visite e che si oppone all’invio di aiuti ai familiari a Cuba, da parte di coloro che vivono negli USA.

 

POWELL DOVREBBE DARE DELLE SPIEGAZIONI

 

Le stesse autorità statunitensi sono coloro che proclamano che da ora in poi una zia anziana non è parte di una famiglia...

 

Lo stesso  governo degli USA, che difendeva un fratello del nonno di Elián González, sostenendo che era uno stretto familiare e che aveva diritto alla custodia del bambino e che quella famiglia di Miami era formata da parenti stretti. Questo accadde quando manovrava per cercare di sequestrare il bambino e toglierlo al padre legittimo. Le autorità del governo  dicevano che un fratello del nonno aveva gli stessi diritti del padre....” ha ricordato Felipe Pérez.

 

Il segretario Colin Powell dovrebbe spiegare perché per sequestrare Elián quelli erano parenti stretti mentre con queste misure le zie e i cugini non fanno più parte della famiglia!

 

Il Ministro ha ricalcato che storicamente i governi degli USA hanno manipolato il tema dell’emigrazione contro la Rivoluzione cubana.

 

È stato lo stesso governo USA che ha organizzato la “Operazione Peter Pan”, per colpa della quale 14.000 minorenni vennero mandati negli Stati Uniti creando un dramma umano e sociale.  È lo stesso governo che mantiene vigente la Ley de Ajuste Cubano e la politica “piedi asciutti – piedi bagnati”, che stimola l’emigrazione illegale. Lo stesso governo è responsabile dei cubani che muoiono cercando di emigrare illegalmente e che molto spesso vengono respinti se cercano di farlo legalmente, e impedendo ai cubani di visitare i propri familiari nel territorio dell’Unione.

 

Emigranti rifugiati ed esiliati

 

Pérez Roque ha ricordato che molto spesso nella stampa internazionale, quando si parla dell’emigrazione negli USA si dice che se un messicano giunge negli Stati Uniti  è un  emigrante;  un centro americano che vive e Miami è un emigrante ma un cubano è invece un rifugiato e un esiliato...

 

Tutto questo ha una precisa spiegazione perché il tema fa parte della campagna contro Cuba!

 

Felipe ha enumerato le 14 nuove misure approvate  nella Iª Conferenza “La Nazione e l’Emigrazione” che si svolse nel 1994, a favore dei contatti con gli emigranti cubani. Tra queste la riduzione del limite di età per viaggiare all’estero, che adesso è di 18 anni.

 

Le nuove disposizioni permettono la residenza all’estero dei cubani dell’Isola e il ritorno permanente nel paese da pensionati, sino al recente annuncio dell’autorizzazione delle visite nell’Isola con il solo passaporto vigente per tutti cubani dell’emigrazione. Questa misura entrerà in vigore dal 1º giugno.

 

Nel 2003 hanno visitato Cuba 167.710 cubani residenti all’estero

 

Il Ministro ha comunicato che nel 2003 ben 167.710 cubani residenti all’estero hanno visitato Cuba rispetto ai 35.000 del 1994.

 

115.142 lo hanno fatto dagli Stati Uniti, cioè uno su dieci dei cubani che vivono in questo paese.

 

50.000 cubani vivono all’estero senza aver emigrato e 34.000 hanno visitato  Cuba  nel 2003.

 

Circa 113.000 hanno effettuato viaggi all’estero nello stesso anno, 40.000 per ragioni personali.

 

“Senza dubbio, per mancanza dei visti necessari che non vengono rilasciati dalle autorità degli USA, solo 6757 cubani sono andati negli Stati Uniti nel 2003, mentre nel 2000 erano stati 37.983” ha comunicato Felipe Pérez Roque.