Rum Bacardi

 

 

la guerra occulta


Delle Chiaie, gruppi italiani, terrorismo e narcotraffico


 

25/10/2005  Intervista a Hernando Calvo Ospina di Hilario Rosete Silva
 



Hernando Calvo Ospina, come ha osato scrivere "Rum Bacardi, la guerra occulta"?

E’ quello che mi domando anch’io, più di una volta ho svegliato mia moglie di notte per chiederle se si rendeva conto di quello che stavo facendo. Come mi era venuto in mente di affrontare il primo produttore di rum nel mondo? Qualcuno dubiterebbe della reputazione di un’industria che vende in più di 170 paesi, 20 milioni di casse all’anno di rum?

Pensava che nessuno l’avrebbe ascoltata?
Ma non è stato così, è il più tradotto dei miei libri, si sono fatti documentari ispirati al libro...

Qual è il segreto della Bacardi?
Il segreto risiede nei collegamenti dei suoi dirigenti e azionisti con la Fondazione “Nacional Cubano-Americana (FNCA)” e la CIA; il mistero è che l’industria è servita per trasferire fondi della CIA a dissidenti cubani e mercenari paramilitari in Angola e Nicaragua; la chiave è l’enorme influenza delle multinazionali sulla politica USA verso Cuba.

E’ questo il ruolo di una multinazionale?
Le multinazionali di oggi, associate ai regimi imperialisti, servono come strumenti del terrorismo di Stato, smettono d’essere entità economiche impegnate nel proprio sviluppo commerciale e si trasformano in organizzazioni politiche, cavalli di battaglia degli imperi per la realizzazione di attività illegali.

Sapevamo poco di Bacardi, non è vero?
C’è un documento, conosciuto dagli investigatori del Congresso statunitense nel 1976, ma declassificato nel 1998, che prova che Pepín Bosch, presidente della compagnia, tramò con la mafia nordamericana per assassinare Fidel... Lo stesso Pepín finanziò la campagna per migliorare l’immagine del criminale Jonas Savimbi negli Stati uniti... Esistono copie dell’aiuto fornito dalla Bacardi e dai suoi azionisti alle elezioni in questo paese, e ai Repubblicani... E’ interminabile la lista degli episodi oscuri in cui questa azienda è implicata.

Se avesse scritto il libro dopo l’attacco al World Trade Center di New York, e al Pentagono a Washington, avrebbe detto altre cose?
Avrei comparato i personaggi con i protagonisti di quell’attacco e messo l’accento nelle parole “sicario” e “terrorista”. Dopo aver partecipato all’ “Encuentro Internacional contra el Terrorismo, por la Verdad y la Justicia”, mi sono convinto che lo staff cubano-americano formato da
Félix Rodríguez, Dionisio Suárez, Posada Carriles, Orlando Bosch, Virgilio Paz e altri, auspicato dalla Bacardi, ufficializzato con la FNCA, e giunto alla sua maturità grazie al mecenatismo della CIA, fu il gruppo di assassini prezzolati meglio organizzato del mondo.

Non sta esagerando?
Per niente. Questo gruppetto sta seminando violenza dagli anni ‘60. Chi si siede davanti a un computer e digita uno qualsiasi di questi nomi, vedrà apparire centinaia di articoli, con informazioni su tutto quello che hanno commesso in Europa, America del Sud, Centroamerica e Stati Uniti.

Se dovesse riscriverla, che titolo darebbe alla sua testimonianza offerta
all’incontro contro il Terrorismo a La Avana?
Responsabilità della mafia cubano-americana nella guerra insorgente e anti sandinista in Centroamerica.

Che vincolo ha questa responsabilità col terrorismo?
Questa guerra fu, di per sé, una guerra terrorista. Per questo il Nicaragua fu costretto a presentare il caso contro gli USA davanti alla Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia. Il tribunale si pronunciò a favore della nazione centroamericana nel giugno del 1986, dichiarando colpevole la parte statunitense per gli attacchi, gli interventi e l’uso della forza, fra il settembre del 1983 e l’aprile del 1984, contro barche di pattuglia, basi navali e porti in Nicaragua...

I cubani-americani che cosa avevano a che fare con questo?
Aiutarono a vendere droga e “lavare” denaro sporco. Il medesimo gruppo cubano-americano che collaborò con Pinochet, fu quello che contattò la mafia colombiana di Barranquilla per aiutare a finanziare gli argentini, prima della Guerra delle Malvine, probabilmente erano consulenti di guerra. Oltre ai cubani-americani, vi era anche l’estrema destra di Francia e Italia.

Dunque afferma che la guerra centroamericana fu finanziata col denaro del narcotraffico?
E questo accadeva mentre Ronald Reagan e George H. W. Bush (padre), prima nella CIA e dopo vicepresidente, sferravano una battaglia contro il narcotraffico e la mafia colombiana, simile a quella che dice George W. Bush (figlio) di combattere oggi contro il terrorismo. Chi desidera ulteriori dettagli può consultare Cocaine Politics: Drugs, Armies, and the CIA in Central America, di P. Dale Scott y Jonathan Marshall.

Nell’Incontro a La Avana lei ha menzionato anche l’italiano Stefano delle Chiaie?
Fu una delle persone coinvolte nel
Plan Cóndor e, più precisamente, nel caso di Bernardo Leighton, ex vicepresidente del Cile e oppositore di Pinochet. Leighton, del “Partido Demócrata Cristiano”, si trovava in visita a Roma e gli fu proibito ritornare al suo paese per promuovere l’avvicinamento della “Democracia Cristiana Cilena” a gruppi politici di sinistra italiani. Nel 1975, due neofascisti italiani, complici di Stefano delle Chiaie, che allora era al servizio della Direzione di Intelligenza Nazionale (DINA), la polizia segreta cilena, fecero un attentato contro Leighton e sua moglie. Le vittime sono sopravvissute dopo aver subito vari interventi chirurgici.

Chi ha coordinato in Europa i dettagli dell’attentato?
Michael Townley, lo statunitense della DINA, e sua moglie, la cilena Mariana Inés,
insieme a vari cubani di Miami... Costoro incaricarono il crimine a gruppi di Avanguardia Nazionale e Ordine Nuovo, di Stefano delle Chiaie. Si dice che Delle Chiaie visse per un certo tempo a Santiago, cercando di stabilire le linee direttrici di un regime fascista con «caratteristiche proprie» e che oggi - bisognerebbe ricontrollare l’informazione - è padrone di un’agenzia di stampa chiamata Cóndor!
 


Traduzione di Marina Minicuci per www.perlumanita.it  23 Ottobre 2005