Dichiarazione dell'Associazione

 

Internazionale dei Giuristi Democratici

 

sulla decisione della Corte di Atlanta

 

18 agosto 2006 - www.granma.cubaweb.cu

 

 

 

 
L'Associazione Internazionale dei Giuristi Democratici (AIJD), organizzazione non governativa con Affiliati Nazionali in tutti i continenti e stato consultivo davanti all'ECOSOC, esprime la sua grave delusione sul fatto che la maggioranza dei Giudici dell'11esimo Circuito negarono un nuovo giudizio ai Cinque Eroi.

I Cinque Eroi, Gerardo Hernández, Antonio Guerriero, Ramón Labañino, Fernando González e René González, furono arrestati nel 1998, negate le garanzie e  condannati, nel 2001, a causa di accuse con motivazioni politiche risultanti dal loro lavoro per impedire attacchi terroristici e di altro tipo contro Cuba.

Gerardo Hernández fu condannato a due ergastoli. Antonio Guerriero e Ramón Labañino all'ergastolo. Fernando González e René González furono condannati, rispettivamente, a 19 e 15 anni. L'AIJD proclama che le sentenze furono smisurate; le prove a partire dalle quali i Cinque furono dichiarati colpevoli non giustificano i verdetti e Miami fu una sede inadeguata per giudicare questi casi.

L'AIJD segnala che, nel maggio del 2005, il Gruppo di Lavoro sulle Detenzioni Arbitrarie della Commissione dei Diritti umani determinò che il giudizio e le condanne dei Cinque violavano l'Articolo 14 dell'Accordo Internazionale dei Diritti Civili e Politici, dove si decreta che "ogni persona avrà diritto ad un giudizio giusto e pubblico da un tribunale competente, indipendente ed imparziale stabilito dalla legge."

La Corte di tre Giudici, dell'11esimo Circuito, che soddisfece le dichiarazioni orali, nel febbraio 2004, ascoltò gli argomenti sulla mancanza di prove che sostenessero le accuse ed i reclami contro la giudice del caso che commise un errore non cambiando la sede, e decise che si richiedeva un nuovo processo perché il giudizio non avrebbe dovuto avere luogo a Miami, città alla quale la corte si riferì come "una perfetta tormenta di pregiudizio".

L'AIJD presentò una relazione amicus dove si sottolineava la negazione di un giudizio giusto quando la Giudice rifiutò trasferire il processo in un'altra città. L'AIJD afferma senza alcun dubbio che le conclusioni della corte originale furono obiettive e legalmente solide.

La decisione in plenum è una farsa. Non evidenzia preoccupazione alcuna per i diritti degli accusati ad un giudizio giusto. La maggioranza dei Giudici del plenum dell'11esimo Circuito ignorarono le conclusioni della corte rispetto al pregiudizio. I Giudici discrepanti, che erano i membri della corte originale, fecero commenti su questa "commissione di fatto" nell'opinione della maggioranza. Data la prova schiacciante di pregiudizi comunitari contro tutto quello che appoggi il Governo cubano, il fatto che la maggioranza neppure menzioni detti pregiudizi costituisce una seria preoccupazione.

Pertanto, l'AIJD considera che si trattò di una decisione con motivazioni politiche destinata a placare la comunità cubana di Miami, la quale è stata coinvolta, per molti anni, in atti terroristici contro il Governo ed il popolo di Cuba. Il lavoro dei Cinque Eroi aveva come fine evitare altre azioni e difendere Cuba. I dati che redassero a partire da informazioni pubbliche furono utilizzati dal Governo di Cuba per appoggiare le sue proteste davanti al Dipartimento di Stato degli Stati Uniti contro i voli illegali realizzati da gruppi come Hermanos al Rescate. Invece di tentare di eliminare questa attività illegale, l'FBI centrò i suoi sforzi nello scoprire coloro che stavano fornendo le prove di dette azioni illegali.

Questa decisione non è la fine del processo di appello. La decisione dell'11esimo Circuito può ricorrersi davanti alla Corte Suprema. La corte non si é ancora pronunciata sugli errori nel giudizio, oltre a quelli relazionati con la sede che furono menzionati nell'Appello dei Cinque Eroi, e dovrà emettere una sentenza sugli stessi. Gli avvocati dei Cinque prenderanno questa decisione.

L'AIJD continuerà appoggiando i Cinque Eroi e i loro sforzi affinché si faccia giustizia, siano liberati dalla prigione e che si revochino le loro condanne.

 



Jitendra Sharma, Presidente
Jeanne Mirer, Segretaria Generale
16 agosto del 2006.