La guerra asimmetrica

 

contro il Venezuela

 

 


 Di Eva Golinger - 19 marzo 2006 - PL -


Ci sono informazioni di buona fonte che assicurano che in Venezuela, in quest’anno elettorale, i settori che ancora non accettano la volontà della maggioranza commetteranno atti violenti e destabilizzanti.

Ci sono centinaia di paramilitari che passano, in modo clandestino, la frontiera a Táchira e Zulia, molti si trovano già nella zona metropolitana. Occhio perché pianificano azioni coordinate, con le loro controparti venezuelane, per i mesi di marzo, aprile, maggio e giugno.

In questi giorni, un documentarista statunitense mi ha intervistata per un reportage sull’ingerenza degli EE.UU nell’America Latina e mi ha raccontato che in un’intervista, data da un militare statunitense delle forze speciali, l’ufficiale gli ha confidato che già in Venezuela venivano realizzandosi diverse operazioni “comando e controllo” con le forze colombiane-paramilitari. Queste sono operazioni - sequestri, assassini, traffico di droga o di armi - comandate e controllate dalle forze speciali statunitensi, ma eseguite da subordinati colombiani.

Di recente, l’auto proclamato autore delle “guarimbas”, Robert Alonso, ricominciò conRobert Alonso gli appelli per rovesciare il governo venezuelano, rivelando che conta su “consulenza internazionale”. Dalla sua clandestinità, nella soleggiata Miami, insieme alla crescente comunità di golpisti, terroristi e assassini protetti dal governo Bush, il Sr. Alonso ammise che “... dietro di me... o diciamo: nel mio gruppo, c’è gente molto specializzata in materia e abbiamo, inoltre, la consulenza di personaggi INTERNAZIONALI che si sono dedicati, per anni, a studiare l’atteggiamento dei popoli, come politologi o sociologi. Ti posso menzionare uno di loro, il Dr. Gene Sharp, a cui tante volte mi riferisco. Uno specialista nella materia.
Non credo che ci sia un solo venezuelano che possa discutere qualcosa col Dr. Gene Sharp in materia di RESISTENZA CIVICA. Siamo chiari! Il resto è segreto. Però insisto che NON TUTTI I MILITARI SONO D’ACCORDO COL REGIME NE' FORMANO PARTE DI QUESTO “PARTITO POLITICO...” Tutti i giorni catturano ufficiali che sono in “qualcosa”. Li fanno prigionieri e gli  comminano lunghe pene”.

Come buona ricercatrice, ho indagato su questo Dr. Sharp e ho trovato qualcosa d’interessante per questo popolo e governo sovrano. Sharp è esperto in quel che chiamano “la difesa non-violenta” e lavora per una entità statunitense, “l’Albert Einstein Institute”.

Con un nome tanto nobile ci si attende una missione ugualmente rispettabile. E potrebbe essere come nel caso d’altre istituzioni internazionali che intervengono negli affari interni del Venezuela e tentano imporre le proprie agende, che il Dr. Sharp e il suo istituto si siano svegliati sul caso di Venezuela, però sfortunatamente, quel che ho scoperto è allarmante.

Nella relazione quadriennale sulle loro attività osservano che in Venezuela durante gli ultimi anni “... il regime si è fatto più autoritario malgrado essere stato eletto in modo democratico... Poco dopo aver preso il potere, Chávez ha scritto una nuova costituzione che ha aumentato, in modo significativo, i poteri presidenziali... La sua popolarità é diminuita nel dicembre del 2001, quando ha annunciato, per decreto, 49 nuove leggi che colpivano le industrie finanziere, agricole e nel settore del petrolio.

Il popolo ha reagito e sceso in strada. Il governo ha risposto con violenza e repressione contro i manifestanti. In un clima così, l’opposizione ha avuto molte difficoltà. Il Venezuela é estremamente polarizzato e con una violenza massiccia... I venezuelani contrari al Presidente Chávez si riunirono con Gene Sharp e altri membri dell’istituto per parlare della situazione nel loro paese. Si sono anche discusse opzioni per anticipare la sua caduta senza violenza...

Gli oppositori invitarono i consulenti dell’istituto nel loro paese per un periodo di nove giorni... I consulenti erano Robert Helvey e Chris Miller incontrarono, a Caracas, i membri dell’opposizione venezuelana. L’obiettivo era aiutarli nella capacità di sviluppare una strategia per recuperare la democrazia in Venezuela... Offensiva cittadina, un gruppo oppositore, chiese ed organizzò un seminario con Robert Helvey su teoria, applicazione e pianificazione per la lotta strategica...”

Già possiamo osservare che la loro visione su quanto successo in Venezuela è abbastanza distorta e pericolosa. E i "consulenti" sono ancora più pericolosi.

 

Il Sig. Robet Helvey è un colonnello in pensione dell’esercito statunitense. Attualmente lavora come consulente alla pianificazione strategica per “organizzazioni non-governative che promuovono riforme non-violente dentro i movimenti democratici”. Ha lavorato in posti come Burma, Thailandia, Tibet, Bielorussia, Serbia, Venezuela e Zimbabwe. E’ laureato all’Università del Comando dell’Esercito degli EE.UU e all’Università della Guerra dell’Armata statunitense. E’ specialista in conflitti di bassa intensità, la guerra sporca, tale e quale come i suoi compagni Negroponte, Rumfeld, Otto Reich e tutti quelli che oggi giorno abitano intorno a Bush.

La guerra asimmetrica funziona in molti modi differenti, alcune modalità sono molto difficili da individuare o denunciare. Utilizzare istituzioni non-governative, organizzazioni della società civile e “nobili” pretesti  è una delle strategie più sporche di questo tipo di guerra, perché è più complicato criticare le azioni e decidere come inibirle.

Il governo venezuelano, tanto come il popolo, ha il dovere d’investigare qualsiasi interscambio con queste entità statunitensi che pretendono “promuovere la democrazia” nel proprio paese. Abbiamo potuto comprovare con dati inequivocabili, che la NED (National Endowment for Democracy) e l’USAID (Agenzia dello Sviluppo internazionale degli EE.UU) hanno lavorato strettamente con i gruppi destabilizzatori nel paese per  rovesciare il processo bolivariano e il suo leader.

Adesso abbiamo più informazioni che confermano che la “guarimba” fu implementata con la consulenza d’una istituzione statunitense e un militare (in pensione) statunitense esperto in queste operazioni.

Il paese deve stare all’erta di fronte a queste minacce e alle violazioni della propria sovranità. Deve anche frenare le infiltrazioni e i sabotaggi dentro i settori che appoggiano il governo e che desiderano un futuro migliore per le prossime generazioni.

Ciò significa lottare anche duramente contro la corruzione, però non in modo cieco, ma intelligentemente. Quelli che hanno l’autorizzazione e il potere d’investigare su affari di corruzione hanno la responsabilità di non abusare di questo diritto.

Non possiamo lasciare che cada gente innocente perché ci sono disaccordi interni e non possiamo sacrificare le persone oneste e compromesse con questo processo. Bisogna anche stare attenti a non cadere nelle provocazioni dei settori che vogliono infiltrare e dividere questa rivoluzione. C’è da pulire la casa, dai cattivi non dai buoni.

Occhio Popolo! Le aggressioni vengono da tutte le parti. E’ nostro dovere continuare denunciandole e attuare per ostacolare i loro obiettivi. In altro modo saremmo complici delle loro azioni.