La Colombia fa il

gioco sporco



| Giovedì 13 Aprile 2006 - 13:37 | Cristiano Tinazzi |
 

 

Il presidente colombiano Alvaro Uribe, ha rigettato ieri le accuse sopra un supposto complotto del servizio di intelligence (DAS) per assassinare il presidente Hugo Chávez.
“Io non sono stato a Caracas, non mi sono riunito con il presidente Chávez per impegni d’agenda e simultaneamente ho organizzato un attentato contro di lui”, ha precisato Uribe. Il presidente ha tenuto poi a precisare “ho offerto pubblicamente le mie scuse al presidente Chávez e al popolo del Venezuela per quello che è successo e non doveva succedere ma quello che è successo non finirà in impunità”. Uribe ha anche risposto così alle numerose denuncie formulate dai mezzi di stampa di Bogotà basate sulle dichiarazioni di un ex funzionario di polizia del DAS (servicio de Inteligiencia) secondo il quale l’ex direttore di questo organismo, Jorge Noguera, avrebbe partecipato ad un complotto ordito da paramilitari colombiani e oppositori venezuelani per assassinare il presidente Chávez. “Esiste un piano di destabilizzazione contro il governo venezuelano. Eravamo in due persone a sapere del piano: un ex direttore dei servizi di intelligence del DAS e io”. Ma anche in alto loco, nelle sfere governative, ci sarebbero state al corrente di questa operazione almeno “sei persone del governo colombiano. Però non posso dirle i nomi”, sostiene Rafael García ex direttore del reparto informatico del servizio segreto. L’ex dirigente, sotto accusa per aver manipolato i dati informatici del DAS, ha aggiunto che “il piano contemplava l’assassinio di vari leader venezuelani”, ma in questo piano non rientrava il magistrato Danilo Anderson, morto il 18 novembre del 2004 a Los Chaguaramos (Caracas) per l’esplosione della sua automobile mentre stava investigando su figure dell’opposizione, coinvolte nel colpo di stato dell’aprile del 2002 contro il presidente Chávez. La sua automobile è stata distrutta da una bomba composta da esplosivo C-4 e da una potente magnetite, un tipo di ordigno utilizzato in numerose occasioni dai terroristi cubano-americani. Chávez sostenne mesi fa che rappresentanti dell’opposizione venezuelana organizzarono riunioni con alcuni membri dei servizi colombiani al fine di organizzare un attentato contro di lui e presentò anche delle prove proprio a Uribe. A dicembre durante una visita di Chávez nella città colombiana di Santa Marta si riunirono in quel luogo proprio i dissidenti venezuelani con elementi militari colombiani in un palazzo del governo di Bogotà, avrebbe detto lo stesso Uribe