1 dicembre 2006 - www.rinascita.info

 

Chàvez incassa

 

nuovi consensi
 

 

 

Anche il presidente libico Muhammar Gheddafi si schiera a sostegno della rielezione di Hugo Chávez in Venezuela. A due giorni dal voto presidenziale che segnerà un sicuro trionfo del chávismo, cresce il numero di sostenitori eccellenti del mandatario di Caracas. Nei giorni scorsi Chávez ha ricevuto gli auguri di mezzo mondo, ovvero di quel “sud del mondo” necessariamente più interessato alla sua rielezione: da Cuba alla Libia, dalla Bolivia all’Iran, dal Brasile all’Ecuador – con il suo neo eletto capo di Stato Rafael Correa - passando per il presidente argentino Nestor Kirchner, che ha voluto far sentire la sua voce dopo un momento di tensione tra i due Paesi dovuto alle prolungate pressioni Usa su Buenos Aires.
“I venezuelani devono votare per il loro presidente – ha dichiarato Gheddafi a margine del vertice che si sta svolgendo in Nigeria tra Paesi latinoamericani e africani – perché è amico dei poveri e ha fatto molto per il Venezuela, per il Sudamerica e per il mondo”. Pressato dagli impegni elettorali, Chávez non è stato presente al vertice, ma il suo nome è quello che più circola in queste giornate di cooperazione sud-sud, a riprova dell’interesse che suscita la Rivoluzione bolivarista quale strumento di riscatto dall’egemonia imperialista statunitense.
In Venezuela queste ultime ore di attesa sono scandite da mobilitazioni di massa in favore della presidenza, mentre il candidato dell’opposizione Manuel Rosales tenta il tutto per tutto tirando fuori dal cilindro un progetto che, assicurano dal suo Partido Nuevo Tiempo, “permetterà di consegnare un assegno mensile ai venezuelani più poveri affinché possano soddisfare le necessità base”.
Il progetto di Rosales è ambizioso quanto populista. Decisamente paradossale per un’opposizione filo Washington che ha fatto dell’accusa di populismo contro Chávez il suo cavallo di battaglia principale. Se sarà eletto presidente, il candidato conservatore ha promesso l’istituzione di una tessera che ha battezzato “Mi Negra”, titolo traducibile con “il mio oro nero”, dato che l’intenzione sarebbe quella di “rendere partecipe ogni venezuelano delle entrate petrolifere”. Nel suo ultimo giro di comizi elettorali, svoltosi nella regione occidentale di Zulia dove ricopre la carica di governatore sin dal 2000, Rosales ha più volte annunciato la novità di “Mi Negra”, al punto di spingersi sino a prospettare sovvenzioni individuali per importi che varierebbero da un minimo di 272 ad un massimo di 454 dollari. “Attraverso il buono ‘Mi Negra’ si compirà il vero, primo ed unico atto di giustizia sociale nel Paese”, ha annunciato in un’intervista rilasciata ad un’emittente locale Rosales.
L’intento, neanche troppo velato, è quello di costruirsi un’immagine populista a discapito delle strategie sociali avviate da Chávez: “I disoccupati saranno aiutati con la ‘Mi Negra’ fino a che il Paese non sarà in grado di riattivare il suo apparato produttivo”, ha sostenuto Antonio Valera, dirigente del comitato elettorale conservatore secondo cui lo smantellamento degli interessi stranieri e la riappropriazione delle risorse economiche da parte dello Stato chávista sarebbero alla base di un progressivo impoverimento generale. L’obbiettivo dei filo liberisti al soldo della Casa Bianca è però sotto gli occhi di tutti: avanzare proposte populiste che facciano naufragare l’impegno rivoluzionario introdotto nel Paese sotto le presidenze di Chávez. Non a caso al centro delle più aspre critiche conservatrici vi sono le cosiddette “misiones” lanciate dallo Stato, ovvero i programmi sociali che stanno ridando speranza e dignità ad un popolo intero.
Il progetto ‘Mi Negra’ è però smascherato dall’evidenza. “Se dai soldi a delle persone senza che queste lavorino per guadagnarlo, otterrai maggiore circolazione di denaro – ha spiegato Tibisay Hung, docente della Universidad Cnetral di Caracas e tra i principali critici della proposta di Rosales – ma non creerai beni e servizi, non avrai una contropartita e questo genererà inflazione”. Hung è convinto che la proposta dell’opposizione, invece di favorire lo sviluppo del Paese e dei suoi cittadini, favorirà l’inattività, l’inflazione e quindi il rincaro della vita. “Inoltre, dal punto di vista sociale, si incoraggia all’indolenza le persone che, per il solo fatto di essere povere, riceveranno denaro senza sforzi. Così non si costruisce il futuro. Un Paese – ha concluso – si costruisce dando il potere al popolo affinché avanzi a testa alta verso il domani”.