23 novembre 2006 - S.Asinelli www.rinascita.info

 

Venezuela, voci di golpe

 

 

 

Voci sulla possibile pianificazione di golpe continuano a turbare la campagna elettorale presidenza in Venezuela che avrà termine con il voto del prossimo 3 dicembre.


Un nuovo grido di allarme su possibili manovre di destabilizzazione a danno del presidente uscente Hugo Chávez è stato lanciato da alcuni parlamentari e rilanciato da quotidiani vicini alla presidenza. Secondo il quotidiano on line ‘Aporrea’, le forze conservatrici che sostengono il candidato dell’opposizione Manuel Rosales sarebbero pronte a scatenare disordini per addossare la colpa a movimenti che sostengono l’elezione di Chávez. Stando a quanto riportato dalla rivista, sarebbe quantomeno curioso il fatto che Rosales abbia deciso di recarsi a Merida per un comizio elettorale il giorno 24, per poi chiudere la campagna elettorale a Caracas il giorno seguente. Merida, infatti, è una delle roccaforti del presidente uscente e non si può escludere che la presenza di Rosales possa provocare la dura reazione della piazza, anche in considerazione del fatto che in questa provincia sono molto forti i gruppi radicali ‘Movimiento 13’ e ‘Bandera Roja’, entrambi sostenitori della Rivoluzione bolivarista.


Rispondere alle provocazioni degli anti chávisti significherebbe ottenere una giustificazione per abbandonare la competizione elettorale prima del voto e reiterare pretestuose accuse anti democratiche a danno di Chávez. L’opposizione non aspetta altro, anche se Rosales continua ad escludere di voler ritirare la propria candidatura: “Se il gioco è limpido e le regole chiare, siamo tutti disposti a rispettare i risultati”, ha dichiarato in una conferenza stampa. Resta, comunque, la minaccia di gettare il Paese nel caos: “Quello che non accetteremmo è che, stabilite le regole, il giorno delle elezioni, o un giorno prima, o una settimana prima del 3 dicembre, queste siano cambiate o manipolate, oppure che si infranga il segreto delle urne o non si rispetti l’espressione popolare”.


Resta dunque il timore che il candidato conservatore possa ritirarsi con un pretesto e dare il via ad un golpe, soprattutto dopo che ieri sono stati resi noti i risultati di un sondaggio che lo danno decisamente indietro rispetto a Chávez. Il presidente uscente oscilla tra il 50 ed il 60%, mentre Roslaes tra il 20 ed il 30%. Una sconfitta d’altronde annunciata da tempo, come da tempo gruppi paramilitari filo statunitensi lanciano appelli per destituire con la forza la presidenza bolivarista.