ONU: Chavez rilancia



| giovedì 19 ottobre 2006 | S.Asinelli |

 

L’Assemblea generale delle Nazioni Unite torna oggi a riunirsi per la difficile elezione del futuro Paese che andrà ad occupare il seggio non permanente del Consiglio di Sicurezza in rappresentanza di America Latina e Carabi per il biennio 2007-2008.
Dopo una giornata di pausa seguita ai 22 turni di votazione senza esito di lunedì e martedì scorsi, i membri ONU sono chiamati ad esprimere nuovamente la propria preferenza a favore di Guatemala o Venezuela. Mentre alcuni Stati latino americani, su invito più o meno esplicito del Cile, stanno seriamente prendendo in considerazione l’opzione di candidare un terzo Paese per evitare il protrarsi del braccio di ferro, il Venezuela ha chiaramente indicato che non intende ritirarsi dalla competizione. È stato lo steso presidente della Repubblica bolivarista, Hugo Chavez Frias, ad intervenire in merito alla questione rinnovando l’intenzione di “continuare la battaglia contro l’imperialismo statunitense in sede ONU”. Dando poco spazio a sterile retorica, Chavez ha inoltre espresso la propria amarezza per come gli Stati Uniti stiano sfruttando il nome di un altro Paese in funzione dei propri interessi. Il Guatemala, infatti, ha oramai inequivocabilmente assunto il ruolo di burattino nelle mani di Washington in questa ennesima sfida che sta dimostrando, ha insistito il presidente venezuelano, “che per l’impero statunitense sarà molto difficile riuscire a dominare il mondo”.
L’intervento di Chavez è stato trasmesso in diretta dalla televisione di Stato, al termine di un incontro del presidente con rappresentanti cinesi a Palazzo Miraflores. Pechino e Caracas hanno siglato sei accordi di cooperazione imprenditoriale nei settori telecomunicazioni, agricoltura, tecnologia e industria, nell’ambito delle azioni volte a rafforzare i rapporti bilaterali tra le due potenze.
“Voglio che si sappia - ha sottolineato il presidente venezuelano - che gli ordini che ho dato al ministro degli Esteri e all’ambasciatore all’Onu rimangono inalterati. Lo dico qui e adesso al mondo intero: il Venezuela continuerà a combattere questa battaglia”. Le affermazioni di Chavez sono una risposta puntuale alle critiche espresse martedì sera al Palazzo di Vetro dall’ambasciatore Usa all’Onu, John Bolton, secondo cui la Repubblica bolivarista avrebbe fatto meglio a darsi per vinta ed abbandonare la corsa.
Le votazioni, dunque, continueranno sino a che uno dei due contendenti non raggiungerà i 128 consensi, pari ad un terzo dei 198 voti totali.