Bolivia, Venezuela e Cuba

 sottoscriveranno otto accordi di cooperazione

 

 

| La Paz,24 maggio 2006 |


 

 

Otto accordi di collaborazione in diversi settori che rafforzeranno l’Alternativa Bolivariana per le Americhe (ALBA), verranno sottoscritti in una riunione organizzata da Bolivia, Cuba e Venezuela.

 

Gli accordi, ha anticipato il portavoce presidenziale Alex Contreras, verranno firmati venerdì prossimo, ha riportato PL.

 

Il portavoce ha precisato che una parte degli accordi già negoziati riguardano la cooperazione in materia di salute e istruzione, punti di forza di Cuba che l’Isola già condivide con Bolivia e Venezuela.

 

Verranno sottoscritti anche accordi tra Caracas e La Paz per sviluppare progetti congiunti a carico delle imprese statali degli idrocarburi delle due nazioni.

 

Verranno creati, in virtù di questi accordi, impianti d’industrializzazione del gas naturale che permetteranno alla Bolivia, ha detto Contreras, di cessare d’essere una semplice venditrice di gas, trasformandola in un’esportatrice di derivati. È prevista anche la costruzione di tre fabbriche d’asfalto.

 

Verrà inoltre firmato un accordo per la costituzione della binazionale Impresa Mineraria del Sud (MINERSUR) che, secondo il ministro delle Miniere Walter Villaroel, svilupperà progetti in diverse regioni.

 

Villaroel ha lasciato aperta la possibilità che MINERSUR possa operare nel gigantesco giacimento di ferro del Mutún, prossimo alla frontiera con il Brasile, dove il Governo sta lanciando una licitazione internazionale per stabilire un’industria siderurgica.

 

Il titolare dello Sviluppo Agricolo, dell’Allevamento e Rurale, Hugo Salvatierra, ha messo in risalto a sua volta l’importanza di un accordo creditizio di 100 milioni di dollari che il Venezuela apporterà ad un fondo di sostegno ai piccoli produttori e che sarà decisivo per l’agricoltura.

 

Altri accordi renderanno possibile l’installazione di centri d’industrializzazione della foglia di coca con finalità lecite e lo sviluppo di progetti agroindustriali nei settori del caffé, the e soia, ha aggiunto.
 

 


 

 

Shinahota: Centro dell’integrazione

 

latinoamericana
 

 

 

| M.H.Garrido (PL) |  Shinahota (Bolivia) |  27 maggio |

 

 

Il villaggio di Shinahota, nel Chapare boliviano, si è confermato un punto di riferimento dell’integrazione latinoamericana, dopo la riunione dei presidenti Evo Morales, del suo omologo venezuelano Hugo Chávez e del vicepresidente cubano Carlos Lage.

Un concentramento popolare senza precedenti in questa località ha salutato i presidenti, che sono arrivati per parlare d’unità continentale.

Visibilmente commosso il sindaco di Shinahota, Rímer Agueda, ha assicurato a Prensa Latina che mai prima d’ora in questa spianata, capace d’accogliere circa 100.000 persone, si era riunita così  tanta gente.

“Nella notte e da comunità remote, intere famiglie sono arrivate in autobus, camion, utilizzando qualsiasi mezzo, per salutare i presidenti”, ha sostenuto.

Miriam Torrico, insegnante di scuola media, ha assicurato che venerdì 26 maggio passerà alla storia del paese e lo ha ripetuto ai suoi studenti.

Stiamo aspettando da ore per salutare i visitatori, ha detto la giovane pedagoga, segnalando che stanno mettendo il cuore negli accordi tra i tre paesi e i benefici immediati che porteranno ai boliviani, soprattutto nei settori dell’educazione e della sanità.

Leonida Zurita Vargas, prestigiosa produttrice della foglia di coca, ha detto di aver visto il suo sogno realizzarsi quando ha saputo dei progetti dell’Alternativa Bolivariana per le Americhe (ALBA) e del Trattato di Commercio dei Popoli, che prevedono l’industrializzazione della tradizionale coltivazione.

Le donne contadine non deluderemo il nostro presidente, l’unico che  ha saputo rivendicare in modo concreto i diritti di centinaia di popoli indigeni dalla millenaria cultura, ha aggiunto.

Questa cerimonia popolare ha permesso anche di esprimere il nostro appoggio incondizionato al governante Movimento al Socialismo, ha sostenuto.

Con più di 15.000 abitanti Shinahota, capoluogo di Tiraque, ubicata ai piedi della collina Waranka  e sulle rive del fiume Cinahuaca, è stato l’ultimo punto di un percorso che hanno realizzato Morales, Chávez e Lage su una camionetta scoperta, nella quale hanno viaggiato dal vicino aeroporto di Chimoré al luogo del raduno.

In circa 21 Km di carovana, a volte interotta da loro stessi per salutare gli abitanti di quei paraggi, ci sono state dimostrazioni di ospitalità e affetto nei confronti dei leaders di Bolivia, Venezuela e Cuba.

Le dimostrazioni di sono ripetute nel concentramento popolare, di fronte al quale i visitatori hanno parlato indossando il maykos (poncho dei leaders) e il chulo (berretto), abiti tradizionali delle comunità indigene.

Lage, come primo oratore, ha trasmesso un saluto al popolo della Bolivia a nome (acclamato dai manifestanti) del presidente cubano Fidel Castro.

Ha condannato gli attacchi del presidente Bush alla democrazia nella nazione fondata da Simón Bolívar e ha detto che il capo del regime di Washington dovrebbe essere qui  per vedere il popolo abbracciare il suo leader e il presidente venezuelano Hugo Chávez.

A proposito della concentrazione popolare ha detto che questa è stata la dimostrazione che con Evo Morales alla presidenza i boliviani governeranno per sempre la loro terra, le loro risorse naturali,  la loro patria e il loro futuro.

Lage ha anche spiegato che la Rivoluzione cubana ha cooperato sempre con questo popolo, ma la presenza di un governo legittimo e popolare ha reso possibile l’ampliamento di questa collaborazione.

Il presidente venezuelano, molto applaudito dalla folla, è risalito alla storia, alle radici, ai leaders che come Tupak Karati, Simón Bolívar, Sucre e Santa Cruz, lottarono per l’unità latinoamericana.

A partire da adesso, ha assicurato, Bolivia, Venezuela e Cuba si abbracceranno per sempre.

Chávez ha denunciato che gli USA stanno preparando una cospirazione per abbattere il presidente boliviano, ma ha avvertito che il popolo farà fallire questo tentativo.

Alla fine della manifestazione popolare Evo Morales ha segnalato che la dignità e l’indipendenza uniscono Bolivia, Cuba e Venezuela, che sperano di coinvolgere altre nazioni nell’integrazione.

Inoltre ha sostenuto che fino a quando nella regione ci saranno paesi che si sottomettono agli USA o ai trattati di libero commercio (TLC) con questa nazione, non sarà mai possibile l’unità latinoamericana.

Ha avvertito che per liberarsi da questa dipendenza è necessario recuperare le risorse naturali perchè passino nelle mani dello Stato, sotto il controllo del popolo, compito che di cui deve farsi carico l’Assemblea Costituente.

Morales ha precisato che se i partiti tradizionali vinceranno nelle urne, privatizzeranno nuovamente e consegneranno alle trasnazionali gli idrocarburi recentemente nazionalizzati.

Ha affermato che se a dicembre hanno vinto con  più della metà dei voti, nella  nuova tappa l’obiettivo è trionfare con il 70% o l’80% dei voti per un vero e radicale cambiamento.

Morales ha elogiato la cooperazione medica cubana, l’Operazione Miracolo, che domenica prossima completerà 6 centri oftalmologici in Bolivia, e la formazione di medici boliviani a Cuba.

Ha anche enfatizzato gli accordi di cooperazione con il Venezuela, per l’industrializzazione degli idrocarburi e l’impulso previsto per il settore minerario e l’agroindustria come parte di più di 200 progetti.

La nostra lotta non è soltanto per la foglia di coca, il gas naturale e le altre risorse naturali, ma per l’unità dei popoli del mondo, ha sentenziato.

Shinahota, il cui nome proviene dalla lingua yucaré e significa quantità di formiche che trasportano foglia verde per il loro alimento, è passata adesso alla storia come simbolo dei popoli originari dell’America Latina che si uniscono per raggiungere la loro piena sovranità.