26 aprile 2006 - www.resistenze.org da Resumen Latinoamericano http://www.nodo50.org/resumen/verdiario.php?num=741&posant=0


Il Venezuela prosegue le

 

ricerche per la costruzione

 

del Gasdotto del Sud

 

 


A fronte dello spreco di energia perseguito dal modello economico neoliberale, una rete di gasdotti interconnessi è il progetto strategico vincente per l’unione delle repubbliche del sud america. La riserva di gas naturale del Venezuela ammonta a ben 150 trilioni di metri cubi, circa il 50% del gas presente nel continente americano e l’80% della sola America del Sud.


Il governo del Venezuela, pur con l’aspettativa di ricercare altre fonti energetiche, intende aumentare lo sfruttamento di questa risorsa, attualmente estratta per soli tremila milioni di metri cubi al giorno.

 

Nella città brasiliana di San Paolo il presidente Hugo Chavez ha tenuto una conferenza stampa insieme ai capi di governo di Brasile e Argentina, Luis Ignacio Lula Da Silva e Nestor Kirchner. Quarto di una serie di incontri al vertice finalizzati al processo d’integrazione della regione, quest’ultimo è stato occupato in massima parte dal progetto di costruzione di un gasdotto che partirà dal Venezuela ed inizialmente unirà Brasile ed Argentina, in seguito anche Uruguay e Bolivia. Questo progetto scaturisce dall’iniziativa del governo venezuelano resa pubblica a Caracas fin dal 1999, con la chiara intenzione di consolidare la cooperazione Sud-Sud ispirata dalla coscienza storica dell’unità, ereditata dai grandi uomini che hanno lottato per l’indipendenza dei popoli dell’America Latina.


Qualche anno fa, proposte come Telesud, la Banca del Sud e quella dello stesso gasdotto erano state accolte con sufficienza. Oggi, qualcuna è già una realtà concreta, come Telesud, e altre cominciano ad assumere concretezza.

 

Il commento di Chavez:

“E’ stato in Brasile dove ho parlato del gasdotto per la prima volta. Sappiamo che il Brasile ha bisogno di energia, e tutti sappiamo che il Venezuela ha la riserva più grande del mondo.”


Fino ad ora il Venezuela ha usato il gas per il consumo interno, ma il presidente ha assicurato che la prima esportazione di gas venezuelano sarà per i popoli del Sudamerica.

Nel corso della conferenza stampa è stato chiarito che al momento il progetto di gasdotto è ancora in fase di elaborazione tecnica, quindi non ci sono previsioni precise circa il costo del medesimo né dei suoi finanziatori, tantomeno del prezzo di vendita del gas. Come ha precisato Chavez, l’aspetto economico è il meno importante, perché è chiaro che se cosi fosse, il progetto riguarderebbe gli USA, invece non li riguarda affatto, e qui sta l’importanza politica di questo progetto energetico.

 

Gli USA consumano 20 milioni di barili di petrolio al giorno, e ne producono appena 8 milioni.

Dato quest’altissimo livello di consumi, l’intento dichiarato da Bush di ridurre l’importazione di greggio è semplicemente impossibile. Il fatto che il Venezuela possa contare su riserve di petrolifere pari a 313 milioni di barili, spiega allora il perché della tensione tra il governo degli Stati Uniti e Caracas. Ma come ha detto Hugo Chavez:

“Il petrolio del Venezuela è prima di tutto il petrolio dei venezuelani e dei loro popoli fratelli”.


Questo progetto strategico venezuelano per l’integrazione energetica sudamericana, acquista poi un’importanza vitale se lo si focalizza nel contesto di più ampio respiro cui fanno parte sia le recenti trattative in materia energetica sia gli accordi con la Cina e l’India, oltre che l’appoggio di Chavez dato alla ricerca nucleare iraniana a fini pacifici.


 

Traduzione dallo spagnolo di FR